Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Imer Guala – La doppia realtà. Rilievi dipinti 1989-2008
In mostra gli ultimi lavori dell’artista ispirati a una personale interpretazione di surrealismo, metafisica, studio della materia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A BIELLA I RILIEVI DIPINTI DI IMER GUALA
La città rende omaggio a uno dei suoi artisti contemporanei più attivi con la mostra
“La doppia realtà”, aperta dal 3 luglio al Museo del Territorio.
4 giugno 2008. Imer Guala presenta a Biella, al Museo del Territorio, dal 3 luglio al 3 agosto, la mostra “La doppia realtà”, antologica dei suoi ultimi lavori dagli anni Novanta ad oggi. L’artista 82enne, di origini biellesi, attivo in Italia e all’estero con partecipazioni a esposizioni collettive e personali, ha scelto per i Chiostri di San Sebastiano del Museo del Territorio le opere della serie dei rilievi dipinti.
Olii su tela, di spirito nuovo ma al tempo stesso evoluzioni della lunga ricerca artistica di Guala, che sin dagli anni Quaranta si ispira a surrealismo e metafisica, i “rilievi dipinti” comprendono, tra gli altri, “Il ritorno a casa di Ulisse” (1995), “Aspettando un eroe” (1995), “Il monte prefigurato” (2005), “Scacco” (2006), “Il signore dei sogni” (2007) , “Possibile incontro” (2007),
Guala lavora alle icone e i luoghi dei miti classici reinterpretandoli in chiave personale. Parte dagli insegnamenti appresi da Jean Cocteau, Giorgio De Chirico, Corrado Cagli, Paul Delvaux e li rielabora, con la leggerezza di sfondi in azzurro e rivisitando ogni volta il rapporto tra forma e materia. I rilievi dipinti, alcuni dei quali già esposti a Teglio in una mostra a palazzo del Comune nell’estate 2007, sono stati descritti da Angelo Mistrangelo come un esempio di riflessione sul tempo e sul rapporto dell’uomo con la realtà: “Forme e colori concorrono alla piena resa del soggetto, mentre passato e presente, tensione emotiva e scrittura, sogno e realtà si fondono, si intersecano, si connettono in un tempo che è la vera e insostituibile stagione dell’artista”.
Hanno scritto di Imer Guala, nel corso degli anni, in saggi e cataloghi per le sue 80 mostre personali, Anna Caterina Bellati, Rossana Bossaglia, Azio Corghi, Luigi Tallarico, Paolo Levi
IMER GUALA PARLA DI SE’
Imer Guala, come si diventa artista e come nasce l’amore per la pittura?
Si è soliti ripetere che si possono intraprendere anni di studi specifici con scarsi risultati o, al contrario, che è meglio lasciarsi guidare da “quell’impulso originario” che ti spinge a fare. Quest’ultimo era stato, giovane, il mio solo conforto -forse lo è tuttora- poichè sono nato e vissuto fra gente contadina e operaia la cui cultura si limitava a tradizioni, a comportamenti chiusi.
Quali sono stati gli artisti più importanti per la sua formazione?
Quando finalmente potei dedicarmi liberamente alla “pittura” ebbi l’occasione di andare in altri Paesi. In Francia sono vissuto ed ho lavorato per cinque anni. Dal ‘60 al ‘74 ebbi la fortuna di incontrare e frequentare Cocteau, Delvaux, Cagli e De Chirico. Essenziale fu per me conoscere a Torino, nel ‘72, Aldo Passoni vivamente interessato al mio lavoro. Fra di noi si instaurò un rapporto raro di stima ed amicizia reciproche, di sprone per la mia attività.
Come si è evoluta la sua ricerca artistica dopo gli anni Quaranta?
Attorno agli anni ‘50 e nei primi anni ‘60 nei miei dipinti le figure si mostravano nitide e concise nei contorni, non prendevo in considerazione i dettagli tanto mi interessava la ricerca dell’insieme. In seguito le immagini cominciarono a celarsi dietro “sipari” di veli di drappi di coperture surreali fino quasi a scomparire affiorando solo in alcune parti: una mano, un occhio, un volto...Arrivò poi il momento della ricomparsa di figure intere senza mascheramenti; con la perdita della naturalità si erano fatte forme-figure. Come conseguenza cambiai l’utilizzo del colore prima molto materico.
Che cosa contraddistingue la sua pittura attuale?
Oggi nei miei dipinti non accumulo materia, questa non deve più comparire ma non l’ho dimenticata. Ritorna infatti dopo anni in alcune opere eseguite con una tecnica particolare, io le chiamo rilievi dipinti. I miei lavori nascono in modo imprevedibile da una frase sentita o da qualche cosa intravista camminando. Mi piace passeggiare mentre oggetti e pensieri fluttuano in un insieme indefinito; è il nucleo di un’idea intorno alla quale eseguirò diversi schizzi, magari sulla mitica scatola di fiammiferi e che riporterò poi su tele di uno o due metri. Visioni non esattamente progettate germogliano e crescono con i miei gesti.
Come definirebbe i soggetti dei rilievi dipinti?
Non mi interessa definire ciò che ottengo poichè temo il blocco e il limite del definito. Nei dipinti rappresento spesso due oggetti che si possono considerare uniti oppure contrapposti. Il gioco risale all’anno ‘78 quando dipinsi il “Guerriero allo specchio” in cui la forma-figura riflettendosi si trasformava. Un tempo avevo l’ambizione di riuscire a concludere un contenuto, di esaurire un’idea circoscrivendola in uno spazio determinato. Ora penso ed agisco diversamente: il tema si deve poter riprendere in più opere, con mutazioni che permettano di riproporre parti ed elementi appartenenti a periodi antecedenti. Ora mi avvalgo della memoria.
La città rende omaggio a uno dei suoi artisti contemporanei più attivi con la mostra
“La doppia realtà”, aperta dal 3 luglio al Museo del Territorio.
4 giugno 2008. Imer Guala presenta a Biella, al Museo del Territorio, dal 3 luglio al 3 agosto, la mostra “La doppia realtà”, antologica dei suoi ultimi lavori dagli anni Novanta ad oggi. L’artista 82enne, di origini biellesi, attivo in Italia e all’estero con partecipazioni a esposizioni collettive e personali, ha scelto per i Chiostri di San Sebastiano del Museo del Territorio le opere della serie dei rilievi dipinti.
Olii su tela, di spirito nuovo ma al tempo stesso evoluzioni della lunga ricerca artistica di Guala, che sin dagli anni Quaranta si ispira a surrealismo e metafisica, i “rilievi dipinti” comprendono, tra gli altri, “Il ritorno a casa di Ulisse” (1995), “Aspettando un eroe” (1995), “Il monte prefigurato” (2005), “Scacco” (2006), “Il signore dei sogni” (2007) , “Possibile incontro” (2007),
Guala lavora alle icone e i luoghi dei miti classici reinterpretandoli in chiave personale. Parte dagli insegnamenti appresi da Jean Cocteau, Giorgio De Chirico, Corrado Cagli, Paul Delvaux e li rielabora, con la leggerezza di sfondi in azzurro e rivisitando ogni volta il rapporto tra forma e materia. I rilievi dipinti, alcuni dei quali già esposti a Teglio in una mostra a palazzo del Comune nell’estate 2007, sono stati descritti da Angelo Mistrangelo come un esempio di riflessione sul tempo e sul rapporto dell’uomo con la realtà: “Forme e colori concorrono alla piena resa del soggetto, mentre passato e presente, tensione emotiva e scrittura, sogno e realtà si fondono, si intersecano, si connettono in un tempo che è la vera e insostituibile stagione dell’artista”.
Hanno scritto di Imer Guala, nel corso degli anni, in saggi e cataloghi per le sue 80 mostre personali, Anna Caterina Bellati, Rossana Bossaglia, Azio Corghi, Luigi Tallarico, Paolo Levi
IMER GUALA PARLA DI SE’
Imer Guala, come si diventa artista e come nasce l’amore per la pittura?
Si è soliti ripetere che si possono intraprendere anni di studi specifici con scarsi risultati o, al contrario, che è meglio lasciarsi guidare da “quell’impulso originario” che ti spinge a fare. Quest’ultimo era stato, giovane, il mio solo conforto -forse lo è tuttora- poichè sono nato e vissuto fra gente contadina e operaia la cui cultura si limitava a tradizioni, a comportamenti chiusi.
Quali sono stati gli artisti più importanti per la sua formazione?
Quando finalmente potei dedicarmi liberamente alla “pittura” ebbi l’occasione di andare in altri Paesi. In Francia sono vissuto ed ho lavorato per cinque anni. Dal ‘60 al ‘74 ebbi la fortuna di incontrare e frequentare Cocteau, Delvaux, Cagli e De Chirico. Essenziale fu per me conoscere a Torino, nel ‘72, Aldo Passoni vivamente interessato al mio lavoro. Fra di noi si instaurò un rapporto raro di stima ed amicizia reciproche, di sprone per la mia attività.
Come si è evoluta la sua ricerca artistica dopo gli anni Quaranta?
Attorno agli anni ‘50 e nei primi anni ‘60 nei miei dipinti le figure si mostravano nitide e concise nei contorni, non prendevo in considerazione i dettagli tanto mi interessava la ricerca dell’insieme. In seguito le immagini cominciarono a celarsi dietro “sipari” di veli di drappi di coperture surreali fino quasi a scomparire affiorando solo in alcune parti: una mano, un occhio, un volto...Arrivò poi il momento della ricomparsa di figure intere senza mascheramenti; con la perdita della naturalità si erano fatte forme-figure. Come conseguenza cambiai l’utilizzo del colore prima molto materico.
Che cosa contraddistingue la sua pittura attuale?
Oggi nei miei dipinti non accumulo materia, questa non deve più comparire ma non l’ho dimenticata. Ritorna infatti dopo anni in alcune opere eseguite con una tecnica particolare, io le chiamo rilievi dipinti. I miei lavori nascono in modo imprevedibile da una frase sentita o da qualche cosa intravista camminando. Mi piace passeggiare mentre oggetti e pensieri fluttuano in un insieme indefinito; è il nucleo di un’idea intorno alla quale eseguirò diversi schizzi, magari sulla mitica scatola di fiammiferi e che riporterò poi su tele di uno o due metri. Visioni non esattamente progettate germogliano e crescono con i miei gesti.
Come definirebbe i soggetti dei rilievi dipinti?
Non mi interessa definire ciò che ottengo poichè temo il blocco e il limite del definito. Nei dipinti rappresento spesso due oggetti che si possono considerare uniti oppure contrapposti. Il gioco risale all’anno ‘78 quando dipinsi il “Guerriero allo specchio” in cui la forma-figura riflettendosi si trasformava. Un tempo avevo l’ambizione di riuscire a concludere un contenuto, di esaurire un’idea circoscrivendola in uno spazio determinato. Ora penso ed agisco diversamente: il tema si deve poter riprendere in più opere, con mutazioni che permettano di riproporre parti ed elementi appartenenti a periodi antecedenti. Ora mi avvalgo della memoria.
03
luglio 2008
Imer Guala – La doppia realtà. Rilievi dipinti 1989-2008
Dal 03 luglio al 03 agosto 2008
arte contemporanea
Location
MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE – CHIOSTRO DI SAN SEBASTIANO
Biella, Via Quintino Sella, (Biella)
Biella, Via Quintino Sella, (Biella)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 15-19, sabato e domenica 10-19
Vernissage
3 Luglio 2008, ore 21
Autore