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Immaginare il giardino.
Nei bellissimi spazi espositivi di Villa Giulia, affacciati sul Lago Maggiore a Pallanza, apre dal 25
giugno al 2 ottobre Immaginare il giardino. Il curatore della mostra, Michael Jakob, docente universitario e curatore internazionale, parte dalla premessa che ogni giardino è sottoposto a una continua mutabilità per gli effetti del lavorio del tempo, e che anche giardini importanti rimangono impressi nella mente solo grazie a documenti iconici.
Comunicato stampa
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Nei bellissimi spazi espositivi di Villa Giulia, affacciati sul Lago Maggiore a Pallanza, apre dal 25
giugno al 2 ottobre Immaginare il giardino.
Il curatore della mostra, Michael Jakob, docente universitario e curatore internazionale, parte dalla premessa
che ogni giardino è sottoposto a una continua mutabilità per gli effetti del lavorio del tempo, e che anche
giardini importanti rimangono impressi nella mente solo grazie a documenti iconici.
Propone dunque una affascinante esposizione dove il giardino viene rappresentato in due diverse
modalità. Una sezione presenta 140 splendide incisioni, forma artistica utilizzata nei secoli per
raffigurare e celebrare il giardino, provenienti da una straordinaria collezione privata di libri e materiali
iconografici, che illustrano la costruzione dell’immaginario del giardino nei secoli tra il Seicento e
l’Ottocento.
Sfilano meravigliosi parchi come quello illustrato nella raccolta Hofstede van Clingendaal (Amsterdam, 1690
ca.), sulla tenuta di Clingendael con l’imponente frontespizio di Laurens Scherm, composta da 32 stampe
delineate da Daniel Stoopendaal e incise da Leon Schenk. Philips Doublet (1633-1707), proprietario della
tenuta nei pressi de L’Aia, era un gentiluomo amante di architettura, giardino e botanica. Tra il 1670 e il 1680
diede al proprio giardino una forte impronta di stile francese. Clingendael divenne in seguito un modello di
riferimento per la diffusione della moda geometrica in tutto il paese.
Si prosegue con il palazzo e il giardino di Heemstede costruiti nel 1645 e acquistati nel 1680 da Diderick
van Velthuysen (1651-1716). I bellissimi parterres de broderie, le statue, le fontane e un arco trionfale che
conduceva all’orangerie, all’orto e a un grotto sopravvivono ormai soltanto nelle graziose tavole di Isaac de
Moucheron. La raccolta di incisioni del 1690 ca. contiene 26 tavole incise, compreso il frontespizio.
Passiamo poi in Italia con le straordinarie e rarissime incisioni Otto vedute di giardini di Roma, di cui
sette portano la firma di Giuseppe Vasi (1710-1782). La serie non trova riscontri nei repertori bibliografici.
Vista la qualità artistica delle tavole, dalle figurine dei personaggi alle ombreggiature, dalla delineazione degli
alberi ai tratti delle nuvole, è probabile che l’autore reale sia stato il giovane Piranesi che, tra il 1741 e il
1744, svolgeva il suo apprendistato presso il Vasi.
Proseguiamo il percorso in Austria con il giardiniere-paesaggista tedesco Rudolph Siebeck (1812-1878)
famoso per essere l’autore, nel 1862, del Parco della città di Vienna, chiamato anche, per l’appunto,
Siebeckpark. In mostra, dalla rarissima prima edizione de L’arte dei giardini nelle sue forme moderne, la
raccolta di venti litografie colorate a mano che riunisce alcuni dei più interessanti progetti di Siebeck per
vari parchi e giardini.
E infine possiamo ammirare la raccolta Elenco dei nuovi giardini alla moda di Georges-Louis Le Rouge
(1712-1790), cartografo, architetto e stampatore francese e autore di una grandiosa impresa editoriale. L’opera
venne pubblicata a fogli e fascicoli separati nell’arco di tredici anni, a partire dal 1776 fino al 1789. Alla fine i
quaderni saranno 21 e le tavole 496. Le Rouge è un divulgatore eclettico: non esita, oltre a presentare gli
esempi classici, a intervenire a difesa della rivoluzione culturale del giardino, che da formale va sempre più
affermandosi come pittoresco, o anglo-cinese, termine che l’autore prende in prestito a Horace Walpole. La
rivoluzione francese, snodo importante nella storia dei giardini, metterà fine al suo progetto.
La seconda sezione della mostra presenta invece la proiezione di filmati sperimentali del Novecento,
dove molti artisti e video maker – tra gli altri Chris Welsby, Stan Brakhage, Rose Lowder – hanno scelto
proprio il giardino come specchio delle loro fantasie e proiezioni mentali.
Uno dei filmati presentati nella mostra è Park Film, un’opera sperimentale del 1972 dell’artista britannico-
candese Chris Welsby. Park Film è una pellicola strutturale, che indaga le interazioni tra persone, spazio verde
urbano e macchina da presa. Welsby ed altri cineasti degli anni ’70-’90 scelsero proprio il giardino come un
luogo particolare dove forme, colori e presenza umana se mescolano. Il risultato è quasi sempre una riflessione
fenomenologica ed estetica che indaga, oltre ai luoghi presentati, le condizioni di possibilità della percezione
visiva, nonché sinestetica.
Una mostra dunque con una doppia anima che permette di ammirare e conoscere, attraverso splendide
rappresentazioni disegnate e intriganti storie filmate, diverse tipologie di magnifici giardini di varie epoche.
giugno al 2 ottobre Immaginare il giardino.
Il curatore della mostra, Michael Jakob, docente universitario e curatore internazionale, parte dalla premessa
che ogni giardino è sottoposto a una continua mutabilità per gli effetti del lavorio del tempo, e che anche
giardini importanti rimangono impressi nella mente solo grazie a documenti iconici.
Propone dunque una affascinante esposizione dove il giardino viene rappresentato in due diverse
modalità. Una sezione presenta 140 splendide incisioni, forma artistica utilizzata nei secoli per
raffigurare e celebrare il giardino, provenienti da una straordinaria collezione privata di libri e materiali
iconografici, che illustrano la costruzione dell’immaginario del giardino nei secoli tra il Seicento e
l’Ottocento.
Sfilano meravigliosi parchi come quello illustrato nella raccolta Hofstede van Clingendaal (Amsterdam, 1690
ca.), sulla tenuta di Clingendael con l’imponente frontespizio di Laurens Scherm, composta da 32 stampe
delineate da Daniel Stoopendaal e incise da Leon Schenk. Philips Doublet (1633-1707), proprietario della
tenuta nei pressi de L’Aia, era un gentiluomo amante di architettura, giardino e botanica. Tra il 1670 e il 1680
diede al proprio giardino una forte impronta di stile francese. Clingendael divenne in seguito un modello di
riferimento per la diffusione della moda geometrica in tutto il paese.
Si prosegue con il palazzo e il giardino di Heemstede costruiti nel 1645 e acquistati nel 1680 da Diderick
van Velthuysen (1651-1716). I bellissimi parterres de broderie, le statue, le fontane e un arco trionfale che
conduceva all’orangerie, all’orto e a un grotto sopravvivono ormai soltanto nelle graziose tavole di Isaac de
Moucheron. La raccolta di incisioni del 1690 ca. contiene 26 tavole incise, compreso il frontespizio.
Passiamo poi in Italia con le straordinarie e rarissime incisioni Otto vedute di giardini di Roma, di cui
sette portano la firma di Giuseppe Vasi (1710-1782). La serie non trova riscontri nei repertori bibliografici.
Vista la qualità artistica delle tavole, dalle figurine dei personaggi alle ombreggiature, dalla delineazione degli
alberi ai tratti delle nuvole, è probabile che l’autore reale sia stato il giovane Piranesi che, tra il 1741 e il
1744, svolgeva il suo apprendistato presso il Vasi.
Proseguiamo il percorso in Austria con il giardiniere-paesaggista tedesco Rudolph Siebeck (1812-1878)
famoso per essere l’autore, nel 1862, del Parco della città di Vienna, chiamato anche, per l’appunto,
Siebeckpark. In mostra, dalla rarissima prima edizione de L’arte dei giardini nelle sue forme moderne, la
raccolta di venti litografie colorate a mano che riunisce alcuni dei più interessanti progetti di Siebeck per
vari parchi e giardini.
E infine possiamo ammirare la raccolta Elenco dei nuovi giardini alla moda di Georges-Louis Le Rouge
(1712-1790), cartografo, architetto e stampatore francese e autore di una grandiosa impresa editoriale. L’opera
venne pubblicata a fogli e fascicoli separati nell’arco di tredici anni, a partire dal 1776 fino al 1789. Alla fine i
quaderni saranno 21 e le tavole 496. Le Rouge è un divulgatore eclettico: non esita, oltre a presentare gli
esempi classici, a intervenire a difesa della rivoluzione culturale del giardino, che da formale va sempre più
affermandosi come pittoresco, o anglo-cinese, termine che l’autore prende in prestito a Horace Walpole. La
rivoluzione francese, snodo importante nella storia dei giardini, metterà fine al suo progetto.
La seconda sezione della mostra presenta invece la proiezione di filmati sperimentali del Novecento,
dove molti artisti e video maker – tra gli altri Chris Welsby, Stan Brakhage, Rose Lowder – hanno scelto
proprio il giardino come specchio delle loro fantasie e proiezioni mentali.
Uno dei filmati presentati nella mostra è Park Film, un’opera sperimentale del 1972 dell’artista britannico-
candese Chris Welsby. Park Film è una pellicola strutturale, che indaga le interazioni tra persone, spazio verde
urbano e macchina da presa. Welsby ed altri cineasti degli anni ’70-’90 scelsero proprio il giardino come un
luogo particolare dove forme, colori e presenza umana se mescolano. Il risultato è quasi sempre una riflessione
fenomenologica ed estetica che indaga, oltre ai luoghi presentati, le condizioni di possibilità della percezione
visiva, nonché sinestetica.
Una mostra dunque con una doppia anima che permette di ammirare e conoscere, attraverso splendide
rappresentazioni disegnate e intriganti storie filmate, diverse tipologie di magnifici giardini di varie epoche.
24
giugno 2016
Immaginare il giardino.
Dal 24 giugno al 02 ottobre 2016
arte moderna
Location
VILLA GIULIA
Verbania, Via Vittorio Veneto, (Verbano-cusio-ossola)
Verbania, Via Vittorio Veneto, (Verbano-cusio-ossola)
Biglietti
4 € intero; 2,50 € ridotto; 1 € scuole; gratuito per disabili e un accompagnatore
Orario di apertura
Da Martedì a Venerdì 14.00 – 18.00
Sabato Domenica e Festivi 10.00-18.00
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Curatore