Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Importanti dipinti antichi
Asta di importanti dipinti antichi tra cui “Portarolo” di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, della celebre Serie di Padernello, il più importante Ceruti in asta in Italia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Scrive nel 1762 il Ratti nella sua Storia dei pittori ..che in Genova
operarono…”Fu questi Gregorio de Ferrari che nato essendo l'anno 1644 nel
delizioso luogo del Porto Maurizio da padre di beni di fortuna provisto, fatto con
diligenza allevare e studiata la filosofia, fu a Genova mandato perché l'istituta
apprendesse, ma egli fatta con Domenico Fiasella amicizia si risolse di voler
intraprender la pittura e cominciò a frequentar la sua stanza e nel copiar alcuni
quadri del Coreggio…”
Come "maestro" si scelse dunque il grande Correggio e da Parma ritornò
«pittore già fatto», come racconta il biografo Raffaele Soprani, dando inizio ad
una lunga e proficua collaborazione con il genovese Domenico Piola, di cui
sposerà la figlia.
Autore tra i più significativi dell’ ambiente genovese tra Sei e Settecento,
influenzato oltre che da Correggio come si è già detto, dalle "novità romane"
introdotte dagli allievi del Bernini, de Ferrari esprime con particolare raffinatezza
la sua scenografica cifra stilistica nei suoi celebri grandi cicli pittorici nei
principali palazzi della città.
Le sette tele di Gregorio de Ferrari presentate all’asta di Giugno costituiscono
una serie completa di teloni decorativi che fino a qualche decennio fa
adornavano un salone del piano nobile di Palazzo Cattaneo Adorno in Via
Garibaldi a Genova.
Il primo ciclo databile alla fine del Seicento raffigura quattro fatiche di Ercole:
Ercole e l’Idra di Lerna, Ercole e Anteo, Ercole e Acheloo ed Ercole sul rogo
funebre ( opere notificate e con una stima per le 4 di 400/600.000 euro), ove
l’immagine statuaria e plastica di Ercole è al centro del dipinto e ne invade lo
spazio con potenza teatrale che si ispira ai Rubens genovesi di tema erculeo.
Per le altre tre tele – sempre provenienti dal celebre palazzo genovese di Strada
Nuova – con soggetti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio: Mercurio e Argo, Pan e
Siringa e Perseo e Andromeda– opere anch’esse notificate – la stima (per le tre
tele) è di 800/1.200.000 euro.
Qui le pose eleganti dei soggetti sono sottolineate dai sapienti panneggi delle
vesti e dalla gestualità teatrale. Una ricchissima gamma cromatica di gialli, blu
brillanti, rossi e rosa definisce le figure, che si integrano perfettamente nel
paesaggio verde-bruno.
Proviene, come le sette tele già descritte, da Palazzo Cattaneo Adorno uno
splendido telone databile intorno al 1680, Il Ratto delle Sabine opera di Luca
Giordano; il dipinto originariamente faceva parte della raccolta del banchiere
genovese Marcantonio Grillo, poi passò ai Baldi e grazie al matrimonio di
Tommasina Baldi con Agostino Adorno confluì a Palazzo Cattaneo Adorno.
La grande tela, notificata dal 1962, è valutata 150/250.000 euro.
Ancora in asta ancora una splendida tela genovese Adorazione dei Pastori di
Giovanni Battista Gaulli detto Il Baciccio; si tratta del modello che Gaulli
realizzò nel 1687 per la pala dell’altare maggiore della chiesa del Carmine a
3
Fermo; il nostro presepe si ispira alla celeberrima Adorazione dei Pastori di
Rubens in origine collocata nella stessa chiesa e oggi in Pinacoteca.
La stima è di 70/100.000 euro.
Seguono due opere del genovese Alessandro Magnasco Il Letterato già nella
collezione di Angelo Costa, Genova (val 25/35.000 euro) e il prezioso e
notissimo Frati che si scaldano intorno al fuoco (uno dei temi d’elezione della
pittura di Magnasco ) già esposto alla mostra del 1969 di Palazzo Bianco e
valutato 100/150.000 euro.
In asta inoltre Portarolo col cane di Giacomo Ceruti, detto Il Pitocchetto, la
più importante opera dell’artista mai apparsa all’ asta in Italia.
Fa parte del Ciclo di Padernello ( dal nome del castello al quale era
originariamente destinato) un gruppo di una decina di opere eseguite per la
famiglia Avogadro, passando poi ai Fenaroli ed alla collezione del Conte
Salvadego; una serie di dipinti che rappresenta una delle imprese più mirabili
dell’epoca, in cui il Ceruti si mostra maestro insuperato nella rappresentazione
di scene di vita quotidiana.
Portarolo è uno dei i dipinti in cui il Ceruti descrive in maniera innovatrice e
fedele la quotidianità della povera gente.
La tela, stimata 800 / 1.200.000 euro, è datata 1720 ca.
Da una collezione privata
anche una magnifica veduta
di Roma di Giovanni Paolo
Panini, non è un capriccio
ma una sorta di “fotografia”
di un momento partricolare
del The Grand Tour: Il Foro
Romano dal Clivus
Capitolinus, olio su tela,
300/500.000 euro.
operarono…”Fu questi Gregorio de Ferrari che nato essendo l'anno 1644 nel
delizioso luogo del Porto Maurizio da padre di beni di fortuna provisto, fatto con
diligenza allevare e studiata la filosofia, fu a Genova mandato perché l'istituta
apprendesse, ma egli fatta con Domenico Fiasella amicizia si risolse di voler
intraprender la pittura e cominciò a frequentar la sua stanza e nel copiar alcuni
quadri del Coreggio…”
Come "maestro" si scelse dunque il grande Correggio e da Parma ritornò
«pittore già fatto», come racconta il biografo Raffaele Soprani, dando inizio ad
una lunga e proficua collaborazione con il genovese Domenico Piola, di cui
sposerà la figlia.
Autore tra i più significativi dell’ ambiente genovese tra Sei e Settecento,
influenzato oltre che da Correggio come si è già detto, dalle "novità romane"
introdotte dagli allievi del Bernini, de Ferrari esprime con particolare raffinatezza
la sua scenografica cifra stilistica nei suoi celebri grandi cicli pittorici nei
principali palazzi della città.
Le sette tele di Gregorio de Ferrari presentate all’asta di Giugno costituiscono
una serie completa di teloni decorativi che fino a qualche decennio fa
adornavano un salone del piano nobile di Palazzo Cattaneo Adorno in Via
Garibaldi a Genova.
Il primo ciclo databile alla fine del Seicento raffigura quattro fatiche di Ercole:
Ercole e l’Idra di Lerna, Ercole e Anteo, Ercole e Acheloo ed Ercole sul rogo
funebre ( opere notificate e con una stima per le 4 di 400/600.000 euro), ove
l’immagine statuaria e plastica di Ercole è al centro del dipinto e ne invade lo
spazio con potenza teatrale che si ispira ai Rubens genovesi di tema erculeo.
Per le altre tre tele – sempre provenienti dal celebre palazzo genovese di Strada
Nuova – con soggetti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio: Mercurio e Argo, Pan e
Siringa e Perseo e Andromeda– opere anch’esse notificate – la stima (per le tre
tele) è di 800/1.200.000 euro.
Qui le pose eleganti dei soggetti sono sottolineate dai sapienti panneggi delle
vesti e dalla gestualità teatrale. Una ricchissima gamma cromatica di gialli, blu
brillanti, rossi e rosa definisce le figure, che si integrano perfettamente nel
paesaggio verde-bruno.
Proviene, come le sette tele già descritte, da Palazzo Cattaneo Adorno uno
splendido telone databile intorno al 1680, Il Ratto delle Sabine opera di Luca
Giordano; il dipinto originariamente faceva parte della raccolta del banchiere
genovese Marcantonio Grillo, poi passò ai Baldi e grazie al matrimonio di
Tommasina Baldi con Agostino Adorno confluì a Palazzo Cattaneo Adorno.
La grande tela, notificata dal 1962, è valutata 150/250.000 euro.
Ancora in asta ancora una splendida tela genovese Adorazione dei Pastori di
Giovanni Battista Gaulli detto Il Baciccio; si tratta del modello che Gaulli
realizzò nel 1687 per la pala dell’altare maggiore della chiesa del Carmine a
3
Fermo; il nostro presepe si ispira alla celeberrima Adorazione dei Pastori di
Rubens in origine collocata nella stessa chiesa e oggi in Pinacoteca.
La stima è di 70/100.000 euro.
Seguono due opere del genovese Alessandro Magnasco Il Letterato già nella
collezione di Angelo Costa, Genova (val 25/35.000 euro) e il prezioso e
notissimo Frati che si scaldano intorno al fuoco (uno dei temi d’elezione della
pittura di Magnasco ) già esposto alla mostra del 1969 di Palazzo Bianco e
valutato 100/150.000 euro.
In asta inoltre Portarolo col cane di Giacomo Ceruti, detto Il Pitocchetto, la
più importante opera dell’artista mai apparsa all’ asta in Italia.
Fa parte del Ciclo di Padernello ( dal nome del castello al quale era
originariamente destinato) un gruppo di una decina di opere eseguite per la
famiglia Avogadro, passando poi ai Fenaroli ed alla collezione del Conte
Salvadego; una serie di dipinti che rappresenta una delle imprese più mirabili
dell’epoca, in cui il Ceruti si mostra maestro insuperato nella rappresentazione
di scene di vita quotidiana.
Portarolo è uno dei i dipinti in cui il Ceruti descrive in maniera innovatrice e
fedele la quotidianità della povera gente.
La tela, stimata 800 / 1.200.000 euro, è datata 1720 ca.
Da una collezione privata
anche una magnifica veduta
di Roma di Giovanni Paolo
Panini, non è un capriccio
ma una sorta di “fotografia”
di un momento partricolare
del The Grand Tour: Il Foro
Romano dal Clivus
Capitolinus, olio su tela,
300/500.000 euro.
08
giugno 2010
Importanti dipinti antichi
08 giugno 2010
asta
Location
SOTHEBY’S – PALAZZO SERBELLONI
Milano, Corso Venezia, 16, (Milano)
Milano, Corso Venezia, 16, (Milano)
Autore