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Impressionisti. Capolavori della collezione Clark
Sarà Palazzo Reale di Milano la prima tappa dell’eccezionale e inedito tour mondiale dei capolavori della famosa collezione americana dello Sterling and Francine Clark Art Institute, di Williamstown, Stati Uniti che comprende grandi opere francesi del XIX secolo, con stupendi dipinti di Pierre-Auguste Renoir, Claude Monet, Edgar Degas, Édouard Manet, Berthe Morisot e Camille Pissarro.
Comunicato stampa
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Per la prima volta in Italia 73 capolavori dallo Sterling and Francine Clark Art Institute, USA
COMUNICATO STAMPA
Sarà Palazzo Reale di Milano la prima tappa dell’eccezionale e inedito tour mondiale dei capolavori della
famosa collezione americana del Sterling and Francine Clark Art Institute, di Williamstown, Stati Uniti, che
comprende grandi opere francesi del XIX secolo, con stupendi dipinti di Pierre-Auguste Renoir, Claude Monet,
Edgar Degas, Édouard Manet, Berthe Morisot e Camille Pissarro.
La mostra Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark si terrà dal 2 marzo al 19 giugno 2011 e conterà
73 opere dei maestri francesi dell’Ottocento. Successivamente la collezione Clark sarà ospitata in Francia, al
Musée des Impressionnismes di Giverny, dal 13 luglio al 31 ottobre 2011, in Spagna, alla CaixaForum di Barcelona,
dal 18 novembre 2011 al 12 febbraio 2012, e proseguirà nei maggiori musei di tutto il mondo.
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, l’evento è promosso dall’Assessorato alla
Cultura del Comune di Milano, vanta il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, del Consolato Generale degli Stati Uniti di Milano e della Camera di Commercio Americana
in Italia ed è organizzato dallo Sterling and Francine Clark Art Institute, insieme a Palazzo Reale e Arthemisia
Group. La mostra nasce dalla collaborazione internazionale tra Arthemisia Group - nota per le grandi produzioni
internazionali -, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e lo Sterling and Francine Clark Art
Institute. Grazie a questa intesa l’Italia è stata scelta come prima sede dell’eccezionale tour.
"Con questa mostra - ha dichiarato l'Assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -
Milano ribadisce ancora una volta come l'arte sia il terreno d'incontro e d'integrazione tra Europa e Stati Uniti, per un
Occidente che riconosce sino in fondo la propria storia, i propri simboli, e che vede negli Impressionisti e nelle loro
opere uno specchio in cui si riflette la nostra identità".
Lo Sterling and Francine Clark Art Institute nasce nel 1955 a Williamstown, New England, Massachusetts,
grazie a Robert Sterling Clark, uno degli eredi del patrimonio delle macchine da cucire Singer, e alla moglie
Francine Clary Clark, che insieme acquistarono il nucleo principale della collezione fra il 1910 e il 1950. Il fiore
all’occhiello dell’istituzione è la sua collezione di dipinti francesi oltre a capolavori europei e americani che vanno dal
Rinascimento alla fine dell’Ottocento. La collezione Clark ha continuato a crescere grazie ad acquisizioni e
donazioni e la holding dei Clark riunisce oggi circa 8000 pezzi tra i quali 500 quadri e importanti collezioni di opere
su carta e di arte decorativa.
L’istitituto riveste da sempre la duplice missione di museo d’arte e di centro di ricerca e alto perfezionamento nel
campo delle arti visive e le sue consistenti risorse nonché le esposizioni e i vivaci programmi accademici proposti in
sede, attirano visitatori, studenti e studiosi da ogni dove.
Il Clark Art Institute organizza inoltre grandi mostre esportando le proprie opere in tutto il mondo. L’ultima e più
recente è l’importante monografica Pasión por Renoir, aperta ad ottobre 2010 al Museu Nacional del Prado di
Madrid, con l’intera collezione di trentuno dipinti di Pierre-Auguste Renoir, mai usciti prima insieme dalla sede di
Williamstown.
Dopo Madrid, ventuno di questi capolavori giungono a Milano per l’appuntamento dedicato agli Impressionisti
come corpus centrale di un inedito e suggestivo percorso che, accanto ai dipinti di Renoir, Monet, Degas, Manet,
Morisot e Pissarro, include altresì opere fondamentali dei pittori barbizonniers quali Jean-Baptiste-Camille Corot,
Jean-François Millet, e Theodore Rousseau, dei maggiori pittori accademici del tempo quali William-Adolphe
Bouguereau, Jean-Léon Gérôme e Alfred Stevens, e di post-impressionisti quali Pierre Bonnard, Paul Gauguin
e Henri de Toulouse-Lautrec.
La mostra è curata da Richard Rand, Senior Curator presso lo Sterling and Francine Clark Art Institute e il percorso
espositivo, organizzato con la consulenza scientifica di Stefano Zuffi, è articolato in dieci sezioni incentrate sui
temi fondamentali che testimoniano le innovazioni stilistiche e tecniche della seconda metà dell’Ottocento:
Impressione, Luce, Natura, Città e campagna, Mare, Viaggi, Società, Corpo, Volti e Piaceri.
LA MOSTRA
Esattamente un secolo fa, nel 1911, l’americano Robert Sterling Clark si trasferiva a Parigi, dopo una giovinezza
ricca di avventure e di successi. La passione per l’arte, condivisa dalla moglie Francine, si traduce in una attività di
collezionismo di grande sensibilità: capolavori sceltissimi di maestri rinascimentali, attenzione alle cosiddette arti
applicate, sostegno ai pittori americani, e, soprattutto, una approfondita e accurata selezione di dipinti francesi
dell’Ottocento.
Sterling e Francine Clark vivevano a Parigi, al centro della vita culturale e del mercato artistico; pertanto le loro
scelte non si basavano - come per altre collezioni d’oltre Atlantico - su segnalazioni estemporanee o opportunità
casuali, legate a occasionali viaggi in Europa. Al contrario, i coniugi Clark hanno costruito una collezione di
emozionanti dipinti impressionisti (Monet, Manet, Pissarro, Sisley, Degas e il prediletto Renoir), ma hanno altresì
allargato il campo ai precursori, agli sviluppi e al seguito del movimento impressionista, lungo l’arco di tre
generazioni di artisti tra il 1830 e il 1900, ovvero da Corot a Bonnard.
La mostra propone questa caratteristica peculiare della collezione Clark, presentando una ricca selezione delle
opere più importanti: dipinti di grande poesia, in alcuni casi assoluti capolavori, sono parte integrante di un organico
percorso che non “isola” le gemme, ma al contrario le inserisce in uno sviluppo di stili, di movimenti, di ricerche. Per
questo, accanto e intorno alle opere degli Impressionisti si trovano dipinti degli artisti che hanno costituito le
premesse immediate per la nascita della nuova pittura “indipendente”; non mancano i rivali (come gli esponenti della
tradizione accademica) e gli artisti che, alla fine del XIX secolo, hanno proposto nuovi scenari e soluzioni originali,
come ad esempio Gauguin e Toulouse-Lautrec.
Inoltre, se Parigi resta sempre il fulcro intorno al quale ruotano le scelte dei coniugi Clark, proprio la funzione
cosmopolita della capitale francese fa sì che nella raccolta entrino opere di artisti inglesi, olandesi, belgi, italiani,
statunitensi, ad arricchire in modo straordinario la trama dei rapporti e degli intrecci culturali in riva alla Senna.
Gli artisti presenti in mostra sono ventisei e l’allestimento si lega alle ragioni culturali di questa intelligente
collezione, per condurre il visitatore a entrare nelle dinamiche dell’arte del secondo Ottocento, nel passaggio tra la
tradizione “classica” e la prima, vera pittura “moderna”.
Il percorso in dieci sezioni
Il percorso, articolato in dieci sezioni tematiche dedicate a diversi soggetti e situazioni, si apre con un prezioso
nucleo di dipinti strettamente legati alla nascita dell’impressionismo. Impressione (un termine coniato quasi
casualmente da Monet) è il titolo del primo capitolo introduttivo, dove si propone un confronto serrato e ad altissimo
livello tra i paesaggi di Monet, Pissarro e Sisley, i fiori di Manet, Renoir e della Morisot, e i volti evocati da Renoir:
tutte opere che aiutano a comprendere le caratteristiche dello stile, della tecnica e della poesia impressionista.
La seconda sezione è dedicata alla Luce, “materia” fondamentale per la pittura impressionista, e protagonista
assoluta dell’immagine di Parigi (non a caso ribattezzata la “Ville Lumiére”). La luce della pittura en plein air
risplende soprattutto sui paesaggi (ed ecco le opere di Monet, Pissarro e lo straordinario Tramonto, 1879 o 1881, di
Renoir), ma viene interpretata con estrema sensibilità anche nelle “nature morte”, in questo caso da Sisley e da
Renoir.
Natura, Mare, Città e campagna sono le sezioni centrali della mostra e sono strettamente concatenate fra loro; in
tutte queste sezioni i dipinti impressionisti sono messi a confronto con opere appartenenti ad altri movimenti artistici.
Nella sezione dedicata alla natura, si può comprendere come l’eleganza di Corot e le ricerche di Théodore
Rousseau costituiscano una premessa importante per gli esiti di Monet, mentre lo splendido angolo della Senna ad
Argenteuil (1892 circa), dipinto da Caillebotte, costituisce un raffinato caso di sviluppo post-impressionista. Le
splendide marine di Jongkind e Boudin offrono un punto di confronto diretto con due capolavori di Monet ispirati alle
coste della Normandia, mentre nella sezione dedicata al dialogo tra città e campagna sarà una sorpresa incontrare
una fremente scena parigina, Attraversando la strada (1873 -1875) di Boldini.
Se Parigi è lo scenario privilegiato per le ricerche e le proposte artistiche, una sezione di grande importanza è quella
dedicata ai Viaggi dei pittori: momento irrinunciabile per arricchire le esperienze visive, per mettersi a confronto con
vedute storiche o per scoprire nuove emozioni. E’ questa la sezione più “italiana”: città e paesaggi del nostro Paese
vengono ammirati da Corot (Castel Sant’Angelo, Roma, 1835 -1840, e Bagnanti delle Isole Borromeo, 1865 - 1870,
sul Lago Maggiore) e da Renoir (Venezia, Palazzo Ducale e La baia di Napoli, sera del 1881): ma non mancano
temi orientali, come la scena egiziana descritta da Gerôme.
Da questa sezione si passa naturalmente a quella dedicata alla Società, per vedere come l’arco espressivo della
pittura francese del secondo Ottocento si allarghi a ogni ambito sociale. Ecco la Pastorella: pianura di Barbizon,
prima del 1862, di Millet accanto alla giovane viaggiatrice Louise Harduin (1831) di Corot; l’animazione de Il Porto di
Rouen: scarico di legname (1898) osservata da Pissarro accanto al tranquillo Interno ad Arcachon (1871) di Manet;
le eleganti dame di Stevens e di Boldini accanto alla prostituta in Attesa (1888 c.) dei clienti di Toulouse-Lautrec.
La sezione successiva è dedicata al Corpo. Il Mercato di schiavi (1866) di Gerôme propone un’esotica sensualità, e
apre la riflessione sul soggetto più “classico” dell’arte: l’immagine del corpo umano. Tra l’accademica perfezione di
Bouguereau e la rigogliosa sontuosità della Bagnante bionda (1881) di Renoir, Berthe Morisot inserisce un tocco
prezioso di sensibilità femminile.
Avvicinando ulteriormente il rapporto con i soggetti, dal “corpo” si passa ai Volti di personaggi, e dietro a ogni volto
c’è una storia. Ad alcuni autoritratti (Degas, Renoir) si associano personaggi di diverso genere, da Il Giardiniere
dell’artista (1893) di Carolus-Durand alla Ragazza che lavora all’uncinetto (1875 c.) di Renoir, il primo quadro
acquistato dai coniugi Clark, fino alla solenne Carmen (1884) ritratta da Toulouse-Lautrec nella sua energica,
disincantata eppure a suo modo nobile realtà.
La mostra si conclude con un capitolo dedicato ai Piaceri. Il primo, e forse il più importante, è sottinteso: il piacere
del collezionismo, da parte di Sterling e Francine Clark, evocato dal dipinto di Daumier con i Collezionisti di stampe
(1860 – 1863 c.), coniugato con il piacere di condividere con il pubblico i capolavori del loro museo. In questa
sezione conclusiva incontriamo i gusti raffinati di Degas, che prediligeva le corse ippiche a Longchamp e le ballerine
dell’Opéra, con il profumo dei fiori (e delle fanciulle che li accompagnano) di Tissot e di Renoir; il brivido esotico
evocato da Gerôme e l’intima gioia che ci può dare un cagnolino descritta da Bonnard.
Si riassume così, attraverso opere di grande bellezza, il senso di una collezione che ha come fulcro gli
impressionisti come straordinario momento di una storia incessante di idee, di gusto, di poesia.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo illustrato pubblicato dalla Clark con Skira. Le dettagliate voci del
catalogo sono accompagnate da ricche immagini a colori per ogni opera esposta, comprese numerose riproduzioni
a pagina intera. Affascinanti saggi di James A. Ganz e Richard R. Brettell, importanti studiosi dell’arte europea del
XIX secolo, illuminano altri aspetti della collezione Clark e offrono un’introduzione biografica a Sterling Clark,
inserendolo così nel contesto di altri collezionisti dell’inizio del XX secolo come Albert Barnes, Henry Clay Frick, e
Duncan Phillips.
COMUNICATO STAMPA
Sarà Palazzo Reale di Milano la prima tappa dell’eccezionale e inedito tour mondiale dei capolavori della
famosa collezione americana del Sterling and Francine Clark Art Institute, di Williamstown, Stati Uniti, che
comprende grandi opere francesi del XIX secolo, con stupendi dipinti di Pierre-Auguste Renoir, Claude Monet,
Edgar Degas, Édouard Manet, Berthe Morisot e Camille Pissarro.
La mostra Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark si terrà dal 2 marzo al 19 giugno 2011 e conterà
73 opere dei maestri francesi dell’Ottocento. Successivamente la collezione Clark sarà ospitata in Francia, al
Musée des Impressionnismes di Giverny, dal 13 luglio al 31 ottobre 2011, in Spagna, alla CaixaForum di Barcelona,
dal 18 novembre 2011 al 12 febbraio 2012, e proseguirà nei maggiori musei di tutto il mondo.
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, l’evento è promosso dall’Assessorato alla
Cultura del Comune di Milano, vanta il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, del Consolato Generale degli Stati Uniti di Milano e della Camera di Commercio Americana
in Italia ed è organizzato dallo Sterling and Francine Clark Art Institute, insieme a Palazzo Reale e Arthemisia
Group. La mostra nasce dalla collaborazione internazionale tra Arthemisia Group - nota per le grandi produzioni
internazionali -, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e lo Sterling and Francine Clark Art
Institute. Grazie a questa intesa l’Italia è stata scelta come prima sede dell’eccezionale tour.
"Con questa mostra - ha dichiarato l'Assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -
Milano ribadisce ancora una volta come l'arte sia il terreno d'incontro e d'integrazione tra Europa e Stati Uniti, per un
Occidente che riconosce sino in fondo la propria storia, i propri simboli, e che vede negli Impressionisti e nelle loro
opere uno specchio in cui si riflette la nostra identità".
Lo Sterling and Francine Clark Art Institute nasce nel 1955 a Williamstown, New England, Massachusetts,
grazie a Robert Sterling Clark, uno degli eredi del patrimonio delle macchine da cucire Singer, e alla moglie
Francine Clary Clark, che insieme acquistarono il nucleo principale della collezione fra il 1910 e il 1950. Il fiore
all’occhiello dell’istituzione è la sua collezione di dipinti francesi oltre a capolavori europei e americani che vanno dal
Rinascimento alla fine dell’Ottocento. La collezione Clark ha continuato a crescere grazie ad acquisizioni e
donazioni e la holding dei Clark riunisce oggi circa 8000 pezzi tra i quali 500 quadri e importanti collezioni di opere
su carta e di arte decorativa.
L’istitituto riveste da sempre la duplice missione di museo d’arte e di centro di ricerca e alto perfezionamento nel
campo delle arti visive e le sue consistenti risorse nonché le esposizioni e i vivaci programmi accademici proposti in
sede, attirano visitatori, studenti e studiosi da ogni dove.
Il Clark Art Institute organizza inoltre grandi mostre esportando le proprie opere in tutto il mondo. L’ultima e più
recente è l’importante monografica Pasión por Renoir, aperta ad ottobre 2010 al Museu Nacional del Prado di
Madrid, con l’intera collezione di trentuno dipinti di Pierre-Auguste Renoir, mai usciti prima insieme dalla sede di
Williamstown.
Dopo Madrid, ventuno di questi capolavori giungono a Milano per l’appuntamento dedicato agli Impressionisti
come corpus centrale di un inedito e suggestivo percorso che, accanto ai dipinti di Renoir, Monet, Degas, Manet,
Morisot e Pissarro, include altresì opere fondamentali dei pittori barbizonniers quali Jean-Baptiste-Camille Corot,
Jean-François Millet, e Theodore Rousseau, dei maggiori pittori accademici del tempo quali William-Adolphe
Bouguereau, Jean-Léon Gérôme e Alfred Stevens, e di post-impressionisti quali Pierre Bonnard, Paul Gauguin
e Henri de Toulouse-Lautrec.
La mostra è curata da Richard Rand, Senior Curator presso lo Sterling and Francine Clark Art Institute e il percorso
espositivo, organizzato con la consulenza scientifica di Stefano Zuffi, è articolato in dieci sezioni incentrate sui
temi fondamentali che testimoniano le innovazioni stilistiche e tecniche della seconda metà dell’Ottocento:
Impressione, Luce, Natura, Città e campagna, Mare, Viaggi, Società, Corpo, Volti e Piaceri.
LA MOSTRA
Esattamente un secolo fa, nel 1911, l’americano Robert Sterling Clark si trasferiva a Parigi, dopo una giovinezza
ricca di avventure e di successi. La passione per l’arte, condivisa dalla moglie Francine, si traduce in una attività di
collezionismo di grande sensibilità: capolavori sceltissimi di maestri rinascimentali, attenzione alle cosiddette arti
applicate, sostegno ai pittori americani, e, soprattutto, una approfondita e accurata selezione di dipinti francesi
dell’Ottocento.
Sterling e Francine Clark vivevano a Parigi, al centro della vita culturale e del mercato artistico; pertanto le loro
scelte non si basavano - come per altre collezioni d’oltre Atlantico - su segnalazioni estemporanee o opportunità
casuali, legate a occasionali viaggi in Europa. Al contrario, i coniugi Clark hanno costruito una collezione di
emozionanti dipinti impressionisti (Monet, Manet, Pissarro, Sisley, Degas e il prediletto Renoir), ma hanno altresì
allargato il campo ai precursori, agli sviluppi e al seguito del movimento impressionista, lungo l’arco di tre
generazioni di artisti tra il 1830 e il 1900, ovvero da Corot a Bonnard.
La mostra propone questa caratteristica peculiare della collezione Clark, presentando una ricca selezione delle
opere più importanti: dipinti di grande poesia, in alcuni casi assoluti capolavori, sono parte integrante di un organico
percorso che non “isola” le gemme, ma al contrario le inserisce in uno sviluppo di stili, di movimenti, di ricerche. Per
questo, accanto e intorno alle opere degli Impressionisti si trovano dipinti degli artisti che hanno costituito le
premesse immediate per la nascita della nuova pittura “indipendente”; non mancano i rivali (come gli esponenti della
tradizione accademica) e gli artisti che, alla fine del XIX secolo, hanno proposto nuovi scenari e soluzioni originali,
come ad esempio Gauguin e Toulouse-Lautrec.
Inoltre, se Parigi resta sempre il fulcro intorno al quale ruotano le scelte dei coniugi Clark, proprio la funzione
cosmopolita della capitale francese fa sì che nella raccolta entrino opere di artisti inglesi, olandesi, belgi, italiani,
statunitensi, ad arricchire in modo straordinario la trama dei rapporti e degli intrecci culturali in riva alla Senna.
Gli artisti presenti in mostra sono ventisei e l’allestimento si lega alle ragioni culturali di questa intelligente
collezione, per condurre il visitatore a entrare nelle dinamiche dell’arte del secondo Ottocento, nel passaggio tra la
tradizione “classica” e la prima, vera pittura “moderna”.
Il percorso in dieci sezioni
Il percorso, articolato in dieci sezioni tematiche dedicate a diversi soggetti e situazioni, si apre con un prezioso
nucleo di dipinti strettamente legati alla nascita dell’impressionismo. Impressione (un termine coniato quasi
casualmente da Monet) è il titolo del primo capitolo introduttivo, dove si propone un confronto serrato e ad altissimo
livello tra i paesaggi di Monet, Pissarro e Sisley, i fiori di Manet, Renoir e della Morisot, e i volti evocati da Renoir:
tutte opere che aiutano a comprendere le caratteristiche dello stile, della tecnica e della poesia impressionista.
La seconda sezione è dedicata alla Luce, “materia” fondamentale per la pittura impressionista, e protagonista
assoluta dell’immagine di Parigi (non a caso ribattezzata la “Ville Lumiére”). La luce della pittura en plein air
risplende soprattutto sui paesaggi (ed ecco le opere di Monet, Pissarro e lo straordinario Tramonto, 1879 o 1881, di
Renoir), ma viene interpretata con estrema sensibilità anche nelle “nature morte”, in questo caso da Sisley e da
Renoir.
Natura, Mare, Città e campagna sono le sezioni centrali della mostra e sono strettamente concatenate fra loro; in
tutte queste sezioni i dipinti impressionisti sono messi a confronto con opere appartenenti ad altri movimenti artistici.
Nella sezione dedicata alla natura, si può comprendere come l’eleganza di Corot e le ricerche di Théodore
Rousseau costituiscano una premessa importante per gli esiti di Monet, mentre lo splendido angolo della Senna ad
Argenteuil (1892 circa), dipinto da Caillebotte, costituisce un raffinato caso di sviluppo post-impressionista. Le
splendide marine di Jongkind e Boudin offrono un punto di confronto diretto con due capolavori di Monet ispirati alle
coste della Normandia, mentre nella sezione dedicata al dialogo tra città e campagna sarà una sorpresa incontrare
una fremente scena parigina, Attraversando la strada (1873 -1875) di Boldini.
Se Parigi è lo scenario privilegiato per le ricerche e le proposte artistiche, una sezione di grande importanza è quella
dedicata ai Viaggi dei pittori: momento irrinunciabile per arricchire le esperienze visive, per mettersi a confronto con
vedute storiche o per scoprire nuove emozioni. E’ questa la sezione più “italiana”: città e paesaggi del nostro Paese
vengono ammirati da Corot (Castel Sant’Angelo, Roma, 1835 -1840, e Bagnanti delle Isole Borromeo, 1865 - 1870,
sul Lago Maggiore) e da Renoir (Venezia, Palazzo Ducale e La baia di Napoli, sera del 1881): ma non mancano
temi orientali, come la scena egiziana descritta da Gerôme.
Da questa sezione si passa naturalmente a quella dedicata alla Società, per vedere come l’arco espressivo della
pittura francese del secondo Ottocento si allarghi a ogni ambito sociale. Ecco la Pastorella: pianura di Barbizon,
prima del 1862, di Millet accanto alla giovane viaggiatrice Louise Harduin (1831) di Corot; l’animazione de Il Porto di
Rouen: scarico di legname (1898) osservata da Pissarro accanto al tranquillo Interno ad Arcachon (1871) di Manet;
le eleganti dame di Stevens e di Boldini accanto alla prostituta in Attesa (1888 c.) dei clienti di Toulouse-Lautrec.
La sezione successiva è dedicata al Corpo. Il Mercato di schiavi (1866) di Gerôme propone un’esotica sensualità, e
apre la riflessione sul soggetto più “classico” dell’arte: l’immagine del corpo umano. Tra l’accademica perfezione di
Bouguereau e la rigogliosa sontuosità della Bagnante bionda (1881) di Renoir, Berthe Morisot inserisce un tocco
prezioso di sensibilità femminile.
Avvicinando ulteriormente il rapporto con i soggetti, dal “corpo” si passa ai Volti di personaggi, e dietro a ogni volto
c’è una storia. Ad alcuni autoritratti (Degas, Renoir) si associano personaggi di diverso genere, da Il Giardiniere
dell’artista (1893) di Carolus-Durand alla Ragazza che lavora all’uncinetto (1875 c.) di Renoir, il primo quadro
acquistato dai coniugi Clark, fino alla solenne Carmen (1884) ritratta da Toulouse-Lautrec nella sua energica,
disincantata eppure a suo modo nobile realtà.
La mostra si conclude con un capitolo dedicato ai Piaceri. Il primo, e forse il più importante, è sottinteso: il piacere
del collezionismo, da parte di Sterling e Francine Clark, evocato dal dipinto di Daumier con i Collezionisti di stampe
(1860 – 1863 c.), coniugato con il piacere di condividere con il pubblico i capolavori del loro museo. In questa
sezione conclusiva incontriamo i gusti raffinati di Degas, che prediligeva le corse ippiche a Longchamp e le ballerine
dell’Opéra, con il profumo dei fiori (e delle fanciulle che li accompagnano) di Tissot e di Renoir; il brivido esotico
evocato da Gerôme e l’intima gioia che ci può dare un cagnolino descritta da Bonnard.
Si riassume così, attraverso opere di grande bellezza, il senso di una collezione che ha come fulcro gli
impressionisti come straordinario momento di una storia incessante di idee, di gusto, di poesia.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo illustrato pubblicato dalla Clark con Skira. Le dettagliate voci del
catalogo sono accompagnate da ricche immagini a colori per ogni opera esposta, comprese numerose riproduzioni
a pagina intera. Affascinanti saggi di James A. Ganz e Richard R. Brettell, importanti studiosi dell’arte europea del
XIX secolo, illuminano altri aspetti della collezione Clark e offrono un’introduzione biografica a Sterling Clark,
inserendolo così nel contesto di altri collezionisti dell’inizio del XX secolo come Albert Barnes, Henry Clay Frick, e
Duncan Phillips.
01
marzo 2011
Impressionisti. Capolavori della collezione Clark
Dal primo marzo al 19 giugno 2011
arte moderna
Location
PALAZZO REALE DI MILANO
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Biglietti
Intero € 9,00
Ridotto € 7,50
Ridotto scuole € 4,50
Orario di apertura
Lunedì 14.30-19.30
Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30
Giovedì e sabato 9.30-22.30
La biglietteria chiude un’ora prima
Vernissage
1 Marzo 2011, ore 18.30 su invito
Sito web
www.impressionistimilano.it
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
ARTHEMISIA
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Autore
Curatore