Il Corno d’Africa è stata la méta privilegiata dagli italiani diretti nel continente africano tra gli anni ’50 dell’Ottocento e gli anni ’30 del Novecento. Missionari, emissari politici, esploratori, commercianti, ciascuno spinto da un progetto distinto, hanno contribuito a disegnare il grande quadro del viaggio in terra d'Africa. La mostra ne presenta uno spaccato, seguendo il fil rouge che ha origine dalla vicenda africana di Guglielmo Massaja, una delle figure di riferimento del “viaggio in Africa” in virtù dell'esperienza trentennale maturata come vicario apostolico dei Galla (1846-1879), nella parte sud-occidentale del grande altopiano etiopico. Egli affiancò, ai compiti della missione pastorale, un’attività politico-diplomatica che gli diede un importante ruolo di intermediazione nelle relazioni fra Menelik e l'Italia.

La mostra espone documenti originali che attestano il ruolo di Massaja in questo contesto, oltre a oggetti personali, custoditi dal Museo etiopico di Frascati, e ad altri pezzi prestati per l’occasione dalla Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico "L. Pigorini".

Dagli archivi della Società Geografica Italiana provengono fotografie, lettere, libri e manoscritti, preziose fonti per ricostruire le avventure degli esploratori e dei viaggiatori come Orazio Antinori, Vittorio Bottego e Luigi Amedeo di Savoia Aosta, Duca degli Abruzzi.

In occasione dell’inaugurazione, giovedì 24 settembre alle ore 11.30, incontro con Cinzia Dal Maso, giornalista, Nadia Fusco, geografa, Stefano Malatesta, direttore artistico del Festival, Aldo Morrone, direttore generale Istituto Nazionale Migrazioni e Povertà, Pietro Veronese, giornalista La Repubblica.