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In corso d’opera. L’arte come territorio di incontro
I venti curatori della 9° edizione del master in “Organizzazione e comunicazione delle arti visive” realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Brera presentano la mostra
Comunicato stampa
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I venti curatori della 9° edizione del master in “Organizzazione e comunicazione delle arti visive” realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Brera presentano la mostra “IN CORSO D’OPERA. L’arte come territorio di incontro”, un evento promosso dall’Accademia con il contributo del Comune di Milano, Settore Sport e Giovani, a conclusione del loro percorso formativo.
Giocando sulle ambiguità semantiche del termine corso, il titolo sottolinea la peculiarità processuale di questa mostra, nata e cresciuta come work in progress, dal concorso di più idee, ma, soprattutto, si concentra sulle tematiche relative al territorio, inteso come spazio pubblico e al suo rapporto con le pratiche artistiche d’oggi.
I sette artisti invitati in mostra riflettono su cosa significhi fare arte in una città dove i pochi spazi istituzionali per il contemporaneo sono frequentati principalmente da “addetti ai lavori”: si tratta di pratiche processuali che hanno al loro centro l'esigenza di instaurare un dialogo con gli abitanti della città, lavorando al coinvolgimento di un nuovo pubblico e concentrandosi su dinamiche di comunicazione e scambio.
Luogo privilegiato di questo dialogo non è più il solo spazio espositivo, ma l’intera città, che entra alla Fabbrica del Vapore attraverso sinestesie (3plicity, proiezione degli Ogino Knauss, che esplora le reti urbane e le relazioni umane che in esse si realizzano, correlando immagini, testi e suoni mediante 36 tracce associate ad altrettante parole chiave); attraverso voci e sguardi degli abitanti del quartiere (la camera oscura di Francesca Cogni su cui vengono proiettate, con un calibrato gioco di specchi, immagini dalla piazza del Cimitero Monumentale, accompagnate dalle voci e dai rumori della vita della zona della Fabbrica del Vapore che penetra quindi nello spazio espositivo); attraverso la lettura dei mutamenti del paesaggio contemporaneo nella dimensione partecipata della “protesta”, come forma di aggregazione e socializzazione (videoinstallazione di Riccardo Benassi che ha come scenario la demolizione di una fabbrica in un’ex zona industriale di Cremona).
La Fabbrica del Vapore viene trasformata per la durata della mostra in luogo di incontro e di relazione anche tra gli spettatori: Alessandro Nassiri Tabibzadeh presenta un'opera che permetterà ai visitatori di guardarsi negli occhi a distanza, per rendere possibile un intimo contatto tra di loro; Chiara Camoni, nella performance Dieci Giorni, coinvolge direttamente il pubblico, che diventa parte stessa dell’opera, di cui costituisce quindi un elemento indispensabile; Gianluca Fratantonio, con delle ali da indossare, e le foto che lo ritraggono con esse, dà la possibilità allo spettatore di replicare il suo gesto, facendolo entrare così nel profondo della sua poetica; AraBeScHI dI LaTTe mettono in scena con The Arabeschi Terrace Bar una forma naturale e conviviale di interazione basata sulla condivisione di cibo e arte, proponendo il rito dell’aperitivo in versione home bar come espressione dell’intimo piacere di ricevere.
Giocando sulle ambiguità semantiche del termine corso, il titolo sottolinea la peculiarità processuale di questa mostra, nata e cresciuta come work in progress, dal concorso di più idee, ma, soprattutto, si concentra sulle tematiche relative al territorio, inteso come spazio pubblico e al suo rapporto con le pratiche artistiche d’oggi.
I sette artisti invitati in mostra riflettono su cosa significhi fare arte in una città dove i pochi spazi istituzionali per il contemporaneo sono frequentati principalmente da “addetti ai lavori”: si tratta di pratiche processuali che hanno al loro centro l'esigenza di instaurare un dialogo con gli abitanti della città, lavorando al coinvolgimento di un nuovo pubblico e concentrandosi su dinamiche di comunicazione e scambio.
Luogo privilegiato di questo dialogo non è più il solo spazio espositivo, ma l’intera città, che entra alla Fabbrica del Vapore attraverso sinestesie (3plicity, proiezione degli Ogino Knauss, che esplora le reti urbane e le relazioni umane che in esse si realizzano, correlando immagini, testi e suoni mediante 36 tracce associate ad altrettante parole chiave); attraverso voci e sguardi degli abitanti del quartiere (la camera oscura di Francesca Cogni su cui vengono proiettate, con un calibrato gioco di specchi, immagini dalla piazza del Cimitero Monumentale, accompagnate dalle voci e dai rumori della vita della zona della Fabbrica del Vapore che penetra quindi nello spazio espositivo); attraverso la lettura dei mutamenti del paesaggio contemporaneo nella dimensione partecipata della “protesta”, come forma di aggregazione e socializzazione (videoinstallazione di Riccardo Benassi che ha come scenario la demolizione di una fabbrica in un’ex zona industriale di Cremona).
La Fabbrica del Vapore viene trasformata per la durata della mostra in luogo di incontro e di relazione anche tra gli spettatori: Alessandro Nassiri Tabibzadeh presenta un'opera che permetterà ai visitatori di guardarsi negli occhi a distanza, per rendere possibile un intimo contatto tra di loro; Chiara Camoni, nella performance Dieci Giorni, coinvolge direttamente il pubblico, che diventa parte stessa dell’opera, di cui costituisce quindi un elemento indispensabile; Gianluca Fratantonio, con delle ali da indossare, e le foto che lo ritraggono con esse, dà la possibilità allo spettatore di replicare il suo gesto, facendolo entrare così nel profondo della sua poetica; AraBeScHI dI LaTTe mettono in scena con The Arabeschi Terrace Bar una forma naturale e conviviale di interazione basata sulla condivisione di cibo e arte, proponendo il rito dell’aperitivo in versione home bar come espressione dell’intimo piacere di ricevere.
15
settembre 2005
In corso d’opera. L’arte come territorio di incontro
Dal 15 al 30 settembre 2005
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
FABBRICA DEL VAPORE
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11-18,30; domenica 14-18,30
Vernissage
15 Settembre 2005, ore 18
Ufficio stampa
ME.LI.NA
Autore
Curatore