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In my secret life voci su tela della musica e dello spettacolo
In questi anni Massimo Cotto ha invitato “artisti delle note” e personaggi dello
spettacolo a cimentarsi con tele, pennelli e matite: progetto accolto da 72 entusiasti che hanno realizzato 97 opere, numeri destinati a crescere. Musicisti e cantanti italiani e stranieri, ma anche personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo hanno donato uno più dipinti.
Comunicato stampa
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Il mondo della musica e dello spettacolo si racconta con matite e pennelli: dal 3
giugno al 18 luglio Palazzo Mazzetti ad Asti, ospita “In my secret life, voci su tela
della musica e dello spettacolo”, un’originale mostra ideata dall’astigiano Massimo
Cotto, giornalista e critico musicale, conduttore radiofonico, direttore artistico del
festival AstiMusica e autore di Sanremo 2010. Il 3 giugno, giorno dell’inaugurazione,
sarà ad Asti Max Gazzè: con Massimo Cotto, nell’ambito del festival “A Sud di
Nessun Nord”, darà vita ad un incontro tra musica e parole dal titolo “Viaggio nel
punto interrogativo”.
In questi anni Massimo Cotto ha invitato “artisti delle note” e personaggi dello
spettacolo a cimentarsi con tele, pennelli e matite: progetto accolto da 72 entusiasti
che hanno realizzato 97 opere, numeri destinati a crescere. Musicisti e cantanti
italiani e stranieri, ma anche personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo
hanno donato uno più dipinti. Sono presenti in tanti, da Leonard Cohen a Frank
Zappa, da Carmen Consoli a Vinicio Capossela, da Alberto Fortis a Giorgia, ma
anche il Premio Nobel Dario Fo o l’autore di fumetti Milo Manara, con un nutrito
gruppo di astigiani: Paolo Conte, Giorgio Faletti, Danilo Amerio, Andrea Mirò,
Danilo Sacco, Marco Notari. Tutti si sono prestati all’arte con l’obiettivo di dare vita
a questo progetto nato con finalità benefiche: mostra itinerante (“In my secret life” ha
debuttato al Forte di Bard e dopo Asti sarà a Genova, Venaria Reale, Milano) in ogni
tappa si propone di raccogliere e donare fondi ad associazioni di solidarietà.
Inoltre durante i festival astigiani A Sud di Nessun Nord, Passepartout, AstiTeatro,
AstiMusica, saranno messe a disposizione grandi tele: i protagonisti saranno invitati a
lasciare un tocco di colore, una pennellata una macchia. Al termine del percorso,
questi quadri unici e irripetibili verranno messi all’asta sempre per beneficenza.
Organizzato nell’ambito di Astifestival, la produzione della mostra è a cura di
AstiTurismo – A.T.L. e Comune di Asti, e con il sostegno della Fondazione Cassa di
Risparmio di Asti e della Regione Piemonte.
Il senso dell’arte, lo scopo dell’artista è creare la bellezza, di qualunque natura essa sia e in qualsiasi forma essa si (rap)presenti. Ed è questo piccolo cappello di paglia il dono che avvicina l’artista a Dio. Anche solo per un breve atomo di tempo, chi fa arte fa vita e quindi si sostituisce a un altro creatore, l’unico per cui è lecito sfoderare la maiuscola. Diceva Picasso che ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole. È così. Questione di sensibilità, talento, grandezza nel fermare l’aria e metterla in cornice. Tu chiamale, se vuoi, emozioni.
Frequento le strade della musica da molti anni e mi sono accorto che i musicisti amano le tele come il pentagramma. E ogni volta che chiedo loro perché disegnino, ho in risposta parole semplici e inconfutabili: scrivere canzoni non è diverso da dipingere, è solo un altro modo per descrivere le immagini che girano in testa fino a quando te la fanno girare, ed è allora che devi trasformarle in qualcosa che qualcuno chiama arte. Se una canzone è un film – pensiamo a quanti brani vivono di suggestioni cinematiche – allora un quadro è qualcosa di più di un fermo immagine, è il trailer di un suono, il punto fermo, la strofa più luminosa, il ritornello più chiaro; una musica senza strumenti, un canto senza suoni. È un’attrazione fatale quella che congiunge chi si muove nel mondo della musica e le tele, i quadri, i disegni, le tecniche miste. È un mistero gaudioso, innegabile: molti musicisti sono bravi(ssimi) anche se in mano hanno un pennello e non un microfono o uno strumento.
Quello che esiste da sempre, dunque, è un piccolo miracolo di congiunzioni. Quello che non è mai esistito - al mondo e non solo in Italia - è invece un esperimento come questo: una mostra itinerante che raduni un numero così alto (destinato a crescere, perché altri quadri arriveranno) di musicanti (72) e di opere (95), con finalità benefiche. In My Secret Life - che fin dal titolo omaggia Leonard Cohen, ovvero l’epitome dell’artista a tutto tondo che scrive, canta, prega, recita, suona e dipinge – è una piccola cittadella dove non esistono barriere d’espressione; è un forte che protegge chi ha suoni e visioni, quadri e canzoni.
Quadri di chi si è messo prima al servizio dell’arte (che a volte chiama senza preavviso) e poi di una causa nobile. Amici artisti che ringrazio, perché hanno reso migliore la mia vita e, con i fondi che stiamo raccogliendo, la renderanno più decente anche ad altri - ed è questo che fa di In My Secret Life più una bellissima mostra di quadri che una mostra di quadri bellissimi.
In My Secret Life – che raduna dipinti, disegni, tecniche miste, sculture, caricature, litografie, schizzi – è una lunga canzone su commissione, dove i musicisti sono stati chiamati a raccontare la parte più segreta di loro senza strumenti e senza vocalizzi. Ma se alcuni sanno giocare con il pennello o con la matita come fossero una chitarra o un pianoforte, altri hanno improvvisato, come nella miglior tradizione jazz, accettando di mettersi in gioco e di rischiare figuracce. Il risultato è un insolito gioco con una sola verità: l’arte è pienezza e restituzione. Come diceva Picasso, sempre lui, è questo il segreto dell’artista. “Vado a passeggiare nella foresta di Fontainebleau, faccio indigestione di verde, devo pur liberarmi di questa sensazione in un quadro”. Che poi sia realizzato da un pittore di professione, poco importa. C’è musica anche qui, non nelle pareti di una canzone ma tra le cornici di una tela.
Massimo Cotto
giugno al 18 luglio Palazzo Mazzetti ad Asti, ospita “In my secret life, voci su tela
della musica e dello spettacolo”, un’originale mostra ideata dall’astigiano Massimo
Cotto, giornalista e critico musicale, conduttore radiofonico, direttore artistico del
festival AstiMusica e autore di Sanremo 2010. Il 3 giugno, giorno dell’inaugurazione,
sarà ad Asti Max Gazzè: con Massimo Cotto, nell’ambito del festival “A Sud di
Nessun Nord”, darà vita ad un incontro tra musica e parole dal titolo “Viaggio nel
punto interrogativo”.
In questi anni Massimo Cotto ha invitato “artisti delle note” e personaggi dello
spettacolo a cimentarsi con tele, pennelli e matite: progetto accolto da 72 entusiasti
che hanno realizzato 97 opere, numeri destinati a crescere. Musicisti e cantanti
italiani e stranieri, ma anche personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo
hanno donato uno più dipinti. Sono presenti in tanti, da Leonard Cohen a Frank
Zappa, da Carmen Consoli a Vinicio Capossela, da Alberto Fortis a Giorgia, ma
anche il Premio Nobel Dario Fo o l’autore di fumetti Milo Manara, con un nutrito
gruppo di astigiani: Paolo Conte, Giorgio Faletti, Danilo Amerio, Andrea Mirò,
Danilo Sacco, Marco Notari. Tutti si sono prestati all’arte con l’obiettivo di dare vita
a questo progetto nato con finalità benefiche: mostra itinerante (“In my secret life” ha
debuttato al Forte di Bard e dopo Asti sarà a Genova, Venaria Reale, Milano) in ogni
tappa si propone di raccogliere e donare fondi ad associazioni di solidarietà.
Inoltre durante i festival astigiani A Sud di Nessun Nord, Passepartout, AstiTeatro,
AstiMusica, saranno messe a disposizione grandi tele: i protagonisti saranno invitati a
lasciare un tocco di colore, una pennellata una macchia. Al termine del percorso,
questi quadri unici e irripetibili verranno messi all’asta sempre per beneficenza.
Organizzato nell’ambito di Astifestival, la produzione della mostra è a cura di
AstiTurismo – A.T.L. e Comune di Asti, e con il sostegno della Fondazione Cassa di
Risparmio di Asti e della Regione Piemonte.
Il senso dell’arte, lo scopo dell’artista è creare la bellezza, di qualunque natura essa sia e in qualsiasi forma essa si (rap)presenti. Ed è questo piccolo cappello di paglia il dono che avvicina l’artista a Dio. Anche solo per un breve atomo di tempo, chi fa arte fa vita e quindi si sostituisce a un altro creatore, l’unico per cui è lecito sfoderare la maiuscola. Diceva Picasso che ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole. È così. Questione di sensibilità, talento, grandezza nel fermare l’aria e metterla in cornice. Tu chiamale, se vuoi, emozioni.
Frequento le strade della musica da molti anni e mi sono accorto che i musicisti amano le tele come il pentagramma. E ogni volta che chiedo loro perché disegnino, ho in risposta parole semplici e inconfutabili: scrivere canzoni non è diverso da dipingere, è solo un altro modo per descrivere le immagini che girano in testa fino a quando te la fanno girare, ed è allora che devi trasformarle in qualcosa che qualcuno chiama arte. Se una canzone è un film – pensiamo a quanti brani vivono di suggestioni cinematiche – allora un quadro è qualcosa di più di un fermo immagine, è il trailer di un suono, il punto fermo, la strofa più luminosa, il ritornello più chiaro; una musica senza strumenti, un canto senza suoni. È un’attrazione fatale quella che congiunge chi si muove nel mondo della musica e le tele, i quadri, i disegni, le tecniche miste. È un mistero gaudioso, innegabile: molti musicisti sono bravi(ssimi) anche se in mano hanno un pennello e non un microfono o uno strumento.
Quello che esiste da sempre, dunque, è un piccolo miracolo di congiunzioni. Quello che non è mai esistito - al mondo e non solo in Italia - è invece un esperimento come questo: una mostra itinerante che raduni un numero così alto (destinato a crescere, perché altri quadri arriveranno) di musicanti (72) e di opere (95), con finalità benefiche. In My Secret Life - che fin dal titolo omaggia Leonard Cohen, ovvero l’epitome dell’artista a tutto tondo che scrive, canta, prega, recita, suona e dipinge – è una piccola cittadella dove non esistono barriere d’espressione; è un forte che protegge chi ha suoni e visioni, quadri e canzoni.
Quadri di chi si è messo prima al servizio dell’arte (che a volte chiama senza preavviso) e poi di una causa nobile. Amici artisti che ringrazio, perché hanno reso migliore la mia vita e, con i fondi che stiamo raccogliendo, la renderanno più decente anche ad altri - ed è questo che fa di In My Secret Life più una bellissima mostra di quadri che una mostra di quadri bellissimi.
In My Secret Life – che raduna dipinti, disegni, tecniche miste, sculture, caricature, litografie, schizzi – è una lunga canzone su commissione, dove i musicisti sono stati chiamati a raccontare la parte più segreta di loro senza strumenti e senza vocalizzi. Ma se alcuni sanno giocare con il pennello o con la matita come fossero una chitarra o un pianoforte, altri hanno improvvisato, come nella miglior tradizione jazz, accettando di mettersi in gioco e di rischiare figuracce. Il risultato è un insolito gioco con una sola verità: l’arte è pienezza e restituzione. Come diceva Picasso, sempre lui, è questo il segreto dell’artista. “Vado a passeggiare nella foresta di Fontainebleau, faccio indigestione di verde, devo pur liberarmi di questa sensazione in un quadro”. Che poi sia realizzato da un pittore di professione, poco importa. C’è musica anche qui, non nelle pareti di una canzone ma tra le cornici di una tela.
Massimo Cotto
03
giugno 2010
In my secret life voci su tela della musica e dello spettacolo
Dal 03 giugno al 18 luglio 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO MAZZETTI
Asti, Corso Vittorio Alfieri, 357, (Asti)
Asti, Corso Vittorio Alfieri, 357, (Asti)
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle ore 10.30 alle ore 18.30. Inoltre, per
tutto il periodo, sarà possibile visitare anche Palazzo Mazzetti (Pinacoteca Civica)
Vernissage
3 Giugno 2010, ore 17.30
Autore
Curatore