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In silenziosa assenza
Un’esperienza attiva per il pubblico coinvolto nel cammino come metafora di un viaggio iniziatico, per ricomporre i pezzi di un universo d’immagini decostruite, frammenti di verità, segni, presenze e impronte, per scoprire certezze oltre i dubbi e dare corpo a ciò che apparentemente è solo visione.
Comunicato stampa
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Verrà inaugurata venerdì 23 ottobre 2015 alle ore 18.30, presso gli spazi espositivi di Forte Mezzacapo (via Scaramuzza 82, Zelarino - Venezia) la collettiva In silenziosa assenza, progetto artistico plurilinguistico, frutto di contaminazioni tra arti figurative, danza, performance, musica e video, nato da un’idea di Samuela Barbieri e curato dal critico d’arte Gaetano Salerno.
Organizzato da Segnoperenne in collaborazione con l’Associazione Culturale dalla Guerra alla Pace, il progetto In silenziosa assenza (visitabile fino a domenica 1° novembre 2015; vedi scheda evento allegata) presenterà al pubblico una selezione critica di opere degli artisti Paolo Celotto, Cristina De Piccoli, Giorgio Finamore, Lavinia Longhetto, Elisa Nogarin, Paolo Pavan, dislocate nei suggestivi ambienti del forte come silenziose presenze, in attesa di essere percepite lungo un percorso espositivo scandito dall’azione performativa di danza minima di Samuela Barbieri, accompagnata da suoni ambientali intesi come memoria storica di un luogo, testimonianza di un passato ancora presente.
Scrive il critico Gaetano Salerno: “Segni, presenze, impronte, forme pittoriche in divenire o in disfacimento, sculture polimateriche, sguardi fotografici sull’Io e sull’altro da sé, divinità terrene e umanità divinizzate, frammenti di realtà accumulati su tele strappate e bruciate, progettualità visive concorreranno a tracciare una linea di spiritualità (racchiusa nel pensiero creativo che ha originato questi lavori) oltre il valore dell’icona presente, a riavvicinare il gesto artistico all’essenza di una verità celata dai silenzi nella statica e passiva assenza di un immediato e impercettibile senso la cui scoperta e decodifica, demandata al pubblico coinvolto dall’esperienza attiva del cammino come metafora di un viaggio iniziatico, equivale a ricomporre i pezzi di questo universo d’immagini decostruite, a scoprire certezze oltre i dubbi, a dare corpo a ciò che apparentemente è solo visione”
Un percorso conoscitivo ed esplorativo di mondi interiori attraverso l’analisi del dato fisico e sensoriale - dal buio alla luce, oltre il lungo corridoio che scandirà il percorso espositivo, nelle grandi sale rischiarate da tre video che proietteranno sulle grigie e spesse pareti consumate dal tempo i lavori di Roberto Vertieri (L’anima è miope e L’ora del tè) e del Collettivo Enki (Assenza - Presenza).
E ancora oltre, a riconoscere e accogliere i suoni, come definitivo trapasso verso nuove forme consapevoli di conoscenza, dal silenzio al suono, con l’intervento di Daniele Principato (progetto di musica elettronica sperimentale; conclusione del percorso di venerdì 23 ottobre 2015) e di Connessioni Sonore (La Macchina del Tempo - Musica, voci, rumori: l’universo dell’ascolto), esperienza insolita di un concerto al buio in occasione del finissage della mostra di sabato 31 ottobre 2015, quando verrà ripetuto un percorso inverso verso il buio e nel silenzio e rimarrà, nel dedalo di stanze del Forte Mezzacapo, solo la concreta percezione delle nostre assenze.
Dice Samuela Barbieri a proposito del progetto espositivo In silenziosa assenza: “Sono partita dal silenzio che risiede nelle cose, una presenza - non presenza assai più forte di quel che rimane e assenza non solo di cose non tangibili, sentimento, passione, emozioni ma anche di oggetti di cui rimane solo l'ombra come colpiti da radiazioni, corpi che vengono celati in parte, annullati, voci e suoni che appartengono al passato e che non ci sono più”.
Il progetto In silenziosa assenza e gli artisti esposti verranno presentati al pubblico venerdì 23 ottobre 2015, alle ore 18.30, dal critico d’arte Gaetano Salerno; l’azione performativa di Samuela Barbieri verrà inoltre riproposta sabato 31 ottobre 2015, alle ore 18.30, in occasione del finissage della mostra.
IN SILENZIOSA ASSENZA - BIOGRAFIE ARTISTI
Samuela Barbieri. Danzatrice e performer, laureata in discipline dello spettacolo ha lavorato con Lindsay Kemp, Chiara Reggiani, Luisa Casiraghi, Abbondanza e Bertoni, Officina Danza, Lenz Rifrazioni, Ketty Adenzato. Sue creazioni sono Trame nell'erba, Frammenti, Dove gli alberi incontrano il cielo, Perdutamente, Appiccicosa vertigine. Tra i video Linea d'ombra, Studio, Animaterra, No_body, L'anima è miope.
Paolo Celotto. Treviso, 1973. Dopo il diploma artistico e la specializzazione presso la Scuola Italiana Design di Padova nel 1998 comincia a lavorare come grafico libero professionista. Parallelamente al suo lavoro sviluppa un percorso artistico legato al segno pittografico che riporta direttamente sui muri e su altri materiali utilizzando un piccolo trapano. Una sorta di scrittura primordiale fatta di simboli che s’intersecano tra loro creando una storia a forma di pianta arrampicante. Nel 2012 dopo alcuni corsi di composizione tipografica a caratteri mobili in piombo e legno decide di crearsi un piccolo laboratorio tipografico nel proprio studio e comincia a recuperare del materiale tipografico per il proprio laboratorio. Nel frattempo realizza due piccoli libretti per le edizioni PulcinoElefante di Alberto Casiraghi e nell’aprile 2015 comincia la propria autoproduzione con il nome neldubbiostampo – tipografia filopoetica di piccoli libretti (pagineotto) a tiratura limitata di 80 copie di brevi poesie, racconti e non solo che hanno come tema il mondo delle lettere, dei caratteri e delle parole. Ora cerca di unire i due mondi, quello del segno e quello delle lettere in un unico supporto: la carta.
Cristina De Piccoli. Treviso, 1968. Diplomandomi prima al Liceo Artistico e poi in stilismo, sono riuscita a concretizzare la mia innata passione per creazione e ricerca nel lavoro di fashion designer che svolgo da quasi trent'anni. Da sempre affascinata da ogni forma di espressione, comunicazione, manifestazione d’idee ed emozione, mi sono avvicinata alla fotografia amatoriale grazie ad un lungo rapporto sentimentale, creativo e occasionalmente lavorativo con Davide Faranda, fotografo che attualmente vive e opera a Berlino. Con lui e con altri amici artisti fondammo nel 1993 il collettivo Palco Latino, organizzando numerose collettive di pittura, fotografia, scultura e performance. Uso la mia analogica, una Nikon F4, o un vetusto iPhone, ignorando totalmente e orgogliosamente tutto quello che sta nel mezzo. La mia ricerca, nonostante anni di camera oscura e di b/n tecnicamente quasi maniacale, è umilmente priva di presunzioni formali, e rappresenta, o almeno tenta di farlo, solo uno dei tanti specchi di me stessa e del mio sentire.
Giorgio Finamore. Venezia, 1975. Grafico e illustratore. Diplomato in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Collabora da diversi anni con l’etichetta discografica veneziana Caligola Records, realizzando artworks per musicisti di livello internazionale, come Anthony Braxton & Diamond Curtain Wall Quartet, Ustmamò, Bebo Baldan, Marco Tamburini, Sandro Gibellini, Ares Tavolazzi e molti altri. Una ventina le mostre personali all’attivo, una trentina le esposizioni collettive cui ha preso parte con le sue opere. Nel 2011 ha vinto il Primo Premio del Concorso Internazionale di illustrazione “All’inferno!” presieduto da Altan. Ha collaborato con 0.618 Danza Butoh Mexico disegnando 26 illustrazioni per l’apparato scenico coreografico con annessa esposizione d’arte per lo spettacolo “Butoh de Salon” (Città del Mexico 2011). Una sua opera è stata scelta come immagine rappresentativa per il festival OperaKantika inaugurato da Alejandro Jodorowsky (Monselice 2011). A settembre 2012 ha esposto nel corso dello Sugarpulp Festival di Padova, le tavole del progetto in collaborazione con il collettivo Dusty Eye, dal titolo “Arcane Shadows”, una rivisitazione di alcuni personaggi della mitologia classica, tra fotografia e illustrazione. Nel 2012 realizza il libro di illustrazione “Biomechanical Circus” pubblicato da Logos Edizioni.
Lavinia Longhetto. Artista poliedrica, fotografa e incisore, nata nel 1986 in provincia di Treviso.
Laureata in Tecniche dell'incisione all'Accademia di Belle Arti di Venezia, Lavinia abbraccia diversi modi di espressione artistica. Il disegno è il suo principale strumento di lavoro, con cui rappresenta un organismo corporeo esasperato, che subisce le conseguenze del tempo e della violenza. Nel 2012 l'artista ha fondato il suo primo progetto di arte sociale “IN VIOLENCE” che mostra gli effetti della violenza fisica e psicologica sul corpo femminile. Questo corposo progetto, in continua e costante evoluzione, percorre diverse fasi di sperimentazione ed espressione di violenza artistica, dall'uso cruento del colore rosso, all'applicazione di garze mirate a curare il corpo dalle ferite, a un utilizzo di pigmenti che richiamano il colore della pelle e della carne. Il tutto mostra diversi tipi di interpretabili liquidi corporei: sangue, liquido amniotico, saliva e quant'altro. Il segno grafico dell'artista, segno filiforme, articolato, unico nel suo genere, dà forma ed espressività al corpo e alle sue articolazioni. I corpi di Lavinia sono stati esposti in molte mostre collettive e personali. Le più importanti: a Venezia in occasione del Festival d'Arte della Giudecca nel settembre del 2013, in una mostra collettiva in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne a Portogruaro nel 2014, alla rassegna Internazionale Art Expo di Venezia a Palazzo Ca' Zanardi dal 26 al 28 febbraio 2015, in una elaborata personale a Ca' dei Carraresi di Treviso e a due rassegne di Arte Contemporanea, sempre presso Ca' dei Carraresi. Un'opera dell'artista è stata selezionata per le semifinali del Premio Arte – Cairo Mondadori. In ambito fotografico, gli scatti di Lavinia sono stati citati e pubblicati in molti concorsi fotografici e siti web come Nikon Talents 2012 e PhotoVogue. Le sue fotografie spaziano dall'architettura al reportage, alla fotografia di strada, il tutto con la presenza spesso costante di una figura umana. Ha esposto il progetto fotografico “Body in Berlin” a Berlino presso la InArte Werkkunst Gallery a marzo 2015. Spesso collabora con altri artisti nella realizzazione di differenti progetti artistici: TRANSFIGURAZIONI, un'analisi audiovisiva, grafica e pittorica sulla violenza, già presentata al Forte Mezzacapo di Mestre nell'ottobre del 2014; IN SILENZIOSA ASSENZA progetto in corso di svolgimento, sull'unione di silenzio e assenza/presenza del corpo; in fase di creazione altri progetti fotografici e incisori in collaborazione con un'artista incisore. Attualmente vive e lavora a Motta di Livenza (Tv) creando progetti artistici e sociali indipendenti.
Elisa Nogarin. Diplomata all'Accademia delle Belle Arti di Venezia, dopo esperienze come costumista teatrale all'Arena di Verona e nella decorazione d’interni aprendo un laboratorio in Umbria, Elisa Nogarin inizia la propria ricerca artistica nel 1997, fondando lo STUDIO MENGUANTE, nel quale crea le proprie opere e sviluppa texture artistiche applicate all'interiors design. Il suo stile materico e astratto trova le proprie radici nelle antiche tecniche decorative e nell'uso di materie naturali. Dal 2006 ha partecipato a varie collettive alla Galleria “IL TEMPO RITROVATO “di Roma, e in Veneto.
Paolo Pavan. Treviso, 1987. Vive e lavora a Venezia e a Nerbon (Tv). Ha conseguito il diploma di maturità presso il Liceo Artistico Statale di Treviso. Si iscrive poi all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove consegue il diploma di primo livello in pittura e successivamente all'indirizzo di decorazione A presso il medesimo istituto. Nel 2011 partecipa alla mostra collettiva “Peli Superflui” tenutasi all'Accademia di Belle Arti durante l'Art Night. Nel 2012 partecipa a una serie di mostre collettive: “Treviso 2012 – Seconda rassegna di arte contemporanea – Casa dei Carraresi” a Treviso; “Più forte dello sporco” svoltasi durante l'Art Night ancora all'Accademia di Belle Arti di Venezia; e infine una sui Giovani Artisti Accademia di Belle Arti di Venezia presso la Galleria San Vidal a Venezia. Nel 2013 partecipa alla mostra “Squibb” anche questa tenutasi all'Accademia di Belle Arti di Venezia durante l'Art Night. Sempre nello stesso anno conclude il biennio specialistico diplomandosi in decorazione A con le Professoresse Mirella Brugnerotto e Cristina Treppo uscendo dall'Accademia con il 110 e Lode. Successivamente ha partecipato al Festival delle Arti tenutosi a Venezia tra la Giudecca e Sacca Fisola dal titolo “Isole in Movimento” e al Silart Festival a Quinto di Treviso. Sempre nello stesso anno viene scelto per partecipare alla mostra collettiva del X Premio Nazionale delle Arti svoltosi a Bari. Nel 2014 partecipa alla mostra “Guerra e Pace” del collettivo La Qasba a Vicenza. Nella primavera dello stesso anno la rivista Areaarte dell'editore Giulio Martini pubblica, nel numero 17 della suddetta rivista, un articolo sui suoi lavori scritto da Tazio Cirri: “Paolo Pavan – Diario di un mondo in dissolvenza”. Nel 2015 partecipa alla mostra “L'Abito del male” presso il Centro di Cultura La Medusa di Este.
Daniele Principato. Affianca lo studio della chitarra al mondo dell'elettronica sperimentando l'uso di campionatori, sintetizzatori, drum machine, effetti audio di ogni tipologia. A Londra Italia lavora in moltissime produzioni di musica elettronica collaborando con DJ e produttori di fama internazionale e con alcune delle più grandi distribuzioni ed etichette discografiche tra le quali BXR, Underground, Nukleuz, Plastic Fantastic, Warner Bros. Oltre al mondo dell'elettronica la sua esperienza tocca anche produzioni di musica classica, jazz, acustica sperimentale, musicoterapia, rock e installazioni sonore per spettacoli teatrali, commerciali e gallerie d'arte. Tra le ultime produzioni l'album "Traveling Aimlessly" ('etichetta "Art-e" , 2013), dove ospita importanti musicisti nazionali e internazionali tra cui il trombettista norvegese Arne Hiorth, con il quale nascerà una collaborazione che lo porterà a collaborare in Norvegia anche con Eivind Arset e Oddrun Eikli. Una panoramica della sua ricerca sonora è presente nel suo canale di YouTube "TheAuralab”.
Collettivo Enki. Collettivo minimo, laboratoriale, di origine vagamente sumera.
Ci assembriamo tra i paraggi di Treviso e anziché in mezzo al Tigri e l’Eufrate ci trovate tra il Cagnan e il Sile. Compositori di collages con ritagli di teatro e videogrammi.
Roberto Vertieri. Laureato in Scienze dell’Architettura all’Università IUAV di Venezia, nel 2013 segue corsi di regia cinematografica presso la National Film and Television School. Inizia la sua attività teatrale nella compagnia Arte Povera come attore e regista, prosegue come aiuto regia per Mirko Artuso, collabora con vari teatri come aiuto regista e artista visivo, collabora come aiuto regista e artista visivo con vari teatri tra i quali Teatro Stabile di Innovazione La Piccionaia e il Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone, dal 2014 prosegue l’esperienza con Ketty Adenzato, lavorando sia in ambito teatrale sia in ambito multimediale. Scrittore, regista e montatore, realizza cortometraggi. La sua ricerca artistica è caratterizzata dallo studio trasversale tra arti visive, in particolare in ambito cinematografico e teatrale.
Connessioni Sonore. (Stefano Zanus Fortes chitarra, Alessandra Parmeggiani basso, Pierpaolo Enzo pianoforte, tastiera). Il gruppo musicale Connessioni Sonore, attraverso la performance sonora "La Macchina del Tempo” propone, spostando l’attenzione dall’aspetto visivo a quello uditivo, una riflessione su un duplice aspetto: da un lato sentire “il mondo come un’immensa composizione musicale”, dall’altro perseguire il concetto adorniano di “saper pensare con le orecchie”. Attraverso una sorta di viaggio nel tempo, si ascolteranno quattro “quadri sonori” che ripercorrono idealmente i diversi soundscapes dalla nascita del mondo a oggi e saranno affiancati da alcune composizioni musicali atte a creare momenti di “libero spazio-sogno”. Al fine di garantire una maggiore concentrazione sull’ascolto, l’esecuzione verrà eseguita in una sala al buio, in modo da impedire sia al pubblico sia ai musicisti, di utilizzare la vista come veicolo interpretativo.
Organizzato da Segnoperenne in collaborazione con l’Associazione Culturale dalla Guerra alla Pace, il progetto In silenziosa assenza (visitabile fino a domenica 1° novembre 2015; vedi scheda evento allegata) presenterà al pubblico una selezione critica di opere degli artisti Paolo Celotto, Cristina De Piccoli, Giorgio Finamore, Lavinia Longhetto, Elisa Nogarin, Paolo Pavan, dislocate nei suggestivi ambienti del forte come silenziose presenze, in attesa di essere percepite lungo un percorso espositivo scandito dall’azione performativa di danza minima di Samuela Barbieri, accompagnata da suoni ambientali intesi come memoria storica di un luogo, testimonianza di un passato ancora presente.
Scrive il critico Gaetano Salerno: “Segni, presenze, impronte, forme pittoriche in divenire o in disfacimento, sculture polimateriche, sguardi fotografici sull’Io e sull’altro da sé, divinità terrene e umanità divinizzate, frammenti di realtà accumulati su tele strappate e bruciate, progettualità visive concorreranno a tracciare una linea di spiritualità (racchiusa nel pensiero creativo che ha originato questi lavori) oltre il valore dell’icona presente, a riavvicinare il gesto artistico all’essenza di una verità celata dai silenzi nella statica e passiva assenza di un immediato e impercettibile senso la cui scoperta e decodifica, demandata al pubblico coinvolto dall’esperienza attiva del cammino come metafora di un viaggio iniziatico, equivale a ricomporre i pezzi di questo universo d’immagini decostruite, a scoprire certezze oltre i dubbi, a dare corpo a ciò che apparentemente è solo visione”
Un percorso conoscitivo ed esplorativo di mondi interiori attraverso l’analisi del dato fisico e sensoriale - dal buio alla luce, oltre il lungo corridoio che scandirà il percorso espositivo, nelle grandi sale rischiarate da tre video che proietteranno sulle grigie e spesse pareti consumate dal tempo i lavori di Roberto Vertieri (L’anima è miope e L’ora del tè) e del Collettivo Enki (Assenza - Presenza).
E ancora oltre, a riconoscere e accogliere i suoni, come definitivo trapasso verso nuove forme consapevoli di conoscenza, dal silenzio al suono, con l’intervento di Daniele Principato (progetto di musica elettronica sperimentale; conclusione del percorso di venerdì 23 ottobre 2015) e di Connessioni Sonore (La Macchina del Tempo - Musica, voci, rumori: l’universo dell’ascolto), esperienza insolita di un concerto al buio in occasione del finissage della mostra di sabato 31 ottobre 2015, quando verrà ripetuto un percorso inverso verso il buio e nel silenzio e rimarrà, nel dedalo di stanze del Forte Mezzacapo, solo la concreta percezione delle nostre assenze.
Dice Samuela Barbieri a proposito del progetto espositivo In silenziosa assenza: “Sono partita dal silenzio che risiede nelle cose, una presenza - non presenza assai più forte di quel che rimane e assenza non solo di cose non tangibili, sentimento, passione, emozioni ma anche di oggetti di cui rimane solo l'ombra come colpiti da radiazioni, corpi che vengono celati in parte, annullati, voci e suoni che appartengono al passato e che non ci sono più”.
Il progetto In silenziosa assenza e gli artisti esposti verranno presentati al pubblico venerdì 23 ottobre 2015, alle ore 18.30, dal critico d’arte Gaetano Salerno; l’azione performativa di Samuela Barbieri verrà inoltre riproposta sabato 31 ottobre 2015, alle ore 18.30, in occasione del finissage della mostra.
IN SILENZIOSA ASSENZA - BIOGRAFIE ARTISTI
Samuela Barbieri. Danzatrice e performer, laureata in discipline dello spettacolo ha lavorato con Lindsay Kemp, Chiara Reggiani, Luisa Casiraghi, Abbondanza e Bertoni, Officina Danza, Lenz Rifrazioni, Ketty Adenzato. Sue creazioni sono Trame nell'erba, Frammenti, Dove gli alberi incontrano il cielo, Perdutamente, Appiccicosa vertigine. Tra i video Linea d'ombra, Studio, Animaterra, No_body, L'anima è miope.
Paolo Celotto. Treviso, 1973. Dopo il diploma artistico e la specializzazione presso la Scuola Italiana Design di Padova nel 1998 comincia a lavorare come grafico libero professionista. Parallelamente al suo lavoro sviluppa un percorso artistico legato al segno pittografico che riporta direttamente sui muri e su altri materiali utilizzando un piccolo trapano. Una sorta di scrittura primordiale fatta di simboli che s’intersecano tra loro creando una storia a forma di pianta arrampicante. Nel 2012 dopo alcuni corsi di composizione tipografica a caratteri mobili in piombo e legno decide di crearsi un piccolo laboratorio tipografico nel proprio studio e comincia a recuperare del materiale tipografico per il proprio laboratorio. Nel frattempo realizza due piccoli libretti per le edizioni PulcinoElefante di Alberto Casiraghi e nell’aprile 2015 comincia la propria autoproduzione con il nome neldubbiostampo – tipografia filopoetica di piccoli libretti (pagineotto) a tiratura limitata di 80 copie di brevi poesie, racconti e non solo che hanno come tema il mondo delle lettere, dei caratteri e delle parole. Ora cerca di unire i due mondi, quello del segno e quello delle lettere in un unico supporto: la carta.
Cristina De Piccoli. Treviso, 1968. Diplomandomi prima al Liceo Artistico e poi in stilismo, sono riuscita a concretizzare la mia innata passione per creazione e ricerca nel lavoro di fashion designer che svolgo da quasi trent'anni. Da sempre affascinata da ogni forma di espressione, comunicazione, manifestazione d’idee ed emozione, mi sono avvicinata alla fotografia amatoriale grazie ad un lungo rapporto sentimentale, creativo e occasionalmente lavorativo con Davide Faranda, fotografo che attualmente vive e opera a Berlino. Con lui e con altri amici artisti fondammo nel 1993 il collettivo Palco Latino, organizzando numerose collettive di pittura, fotografia, scultura e performance. Uso la mia analogica, una Nikon F4, o un vetusto iPhone, ignorando totalmente e orgogliosamente tutto quello che sta nel mezzo. La mia ricerca, nonostante anni di camera oscura e di b/n tecnicamente quasi maniacale, è umilmente priva di presunzioni formali, e rappresenta, o almeno tenta di farlo, solo uno dei tanti specchi di me stessa e del mio sentire.
Giorgio Finamore. Venezia, 1975. Grafico e illustratore. Diplomato in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Collabora da diversi anni con l’etichetta discografica veneziana Caligola Records, realizzando artworks per musicisti di livello internazionale, come Anthony Braxton & Diamond Curtain Wall Quartet, Ustmamò, Bebo Baldan, Marco Tamburini, Sandro Gibellini, Ares Tavolazzi e molti altri. Una ventina le mostre personali all’attivo, una trentina le esposizioni collettive cui ha preso parte con le sue opere. Nel 2011 ha vinto il Primo Premio del Concorso Internazionale di illustrazione “All’inferno!” presieduto da Altan. Ha collaborato con 0.618 Danza Butoh Mexico disegnando 26 illustrazioni per l’apparato scenico coreografico con annessa esposizione d’arte per lo spettacolo “Butoh de Salon” (Città del Mexico 2011). Una sua opera è stata scelta come immagine rappresentativa per il festival OperaKantika inaugurato da Alejandro Jodorowsky (Monselice 2011). A settembre 2012 ha esposto nel corso dello Sugarpulp Festival di Padova, le tavole del progetto in collaborazione con il collettivo Dusty Eye, dal titolo “Arcane Shadows”, una rivisitazione di alcuni personaggi della mitologia classica, tra fotografia e illustrazione. Nel 2012 realizza il libro di illustrazione “Biomechanical Circus” pubblicato da Logos Edizioni.
Lavinia Longhetto. Artista poliedrica, fotografa e incisore, nata nel 1986 in provincia di Treviso.
Laureata in Tecniche dell'incisione all'Accademia di Belle Arti di Venezia, Lavinia abbraccia diversi modi di espressione artistica. Il disegno è il suo principale strumento di lavoro, con cui rappresenta un organismo corporeo esasperato, che subisce le conseguenze del tempo e della violenza. Nel 2012 l'artista ha fondato il suo primo progetto di arte sociale “IN VIOLENCE” che mostra gli effetti della violenza fisica e psicologica sul corpo femminile. Questo corposo progetto, in continua e costante evoluzione, percorre diverse fasi di sperimentazione ed espressione di violenza artistica, dall'uso cruento del colore rosso, all'applicazione di garze mirate a curare il corpo dalle ferite, a un utilizzo di pigmenti che richiamano il colore della pelle e della carne. Il tutto mostra diversi tipi di interpretabili liquidi corporei: sangue, liquido amniotico, saliva e quant'altro. Il segno grafico dell'artista, segno filiforme, articolato, unico nel suo genere, dà forma ed espressività al corpo e alle sue articolazioni. I corpi di Lavinia sono stati esposti in molte mostre collettive e personali. Le più importanti: a Venezia in occasione del Festival d'Arte della Giudecca nel settembre del 2013, in una mostra collettiva in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne a Portogruaro nel 2014, alla rassegna Internazionale Art Expo di Venezia a Palazzo Ca' Zanardi dal 26 al 28 febbraio 2015, in una elaborata personale a Ca' dei Carraresi di Treviso e a due rassegne di Arte Contemporanea, sempre presso Ca' dei Carraresi. Un'opera dell'artista è stata selezionata per le semifinali del Premio Arte – Cairo Mondadori. In ambito fotografico, gli scatti di Lavinia sono stati citati e pubblicati in molti concorsi fotografici e siti web come Nikon Talents 2012 e PhotoVogue. Le sue fotografie spaziano dall'architettura al reportage, alla fotografia di strada, il tutto con la presenza spesso costante di una figura umana. Ha esposto il progetto fotografico “Body in Berlin” a Berlino presso la InArte Werkkunst Gallery a marzo 2015. Spesso collabora con altri artisti nella realizzazione di differenti progetti artistici: TRANSFIGURAZIONI, un'analisi audiovisiva, grafica e pittorica sulla violenza, già presentata al Forte Mezzacapo di Mestre nell'ottobre del 2014; IN SILENZIOSA ASSENZA progetto in corso di svolgimento, sull'unione di silenzio e assenza/presenza del corpo; in fase di creazione altri progetti fotografici e incisori in collaborazione con un'artista incisore. Attualmente vive e lavora a Motta di Livenza (Tv) creando progetti artistici e sociali indipendenti.
Elisa Nogarin. Diplomata all'Accademia delle Belle Arti di Venezia, dopo esperienze come costumista teatrale all'Arena di Verona e nella decorazione d’interni aprendo un laboratorio in Umbria, Elisa Nogarin inizia la propria ricerca artistica nel 1997, fondando lo STUDIO MENGUANTE, nel quale crea le proprie opere e sviluppa texture artistiche applicate all'interiors design. Il suo stile materico e astratto trova le proprie radici nelle antiche tecniche decorative e nell'uso di materie naturali. Dal 2006 ha partecipato a varie collettive alla Galleria “IL TEMPO RITROVATO “di Roma, e in Veneto.
Paolo Pavan. Treviso, 1987. Vive e lavora a Venezia e a Nerbon (Tv). Ha conseguito il diploma di maturità presso il Liceo Artistico Statale di Treviso. Si iscrive poi all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove consegue il diploma di primo livello in pittura e successivamente all'indirizzo di decorazione A presso il medesimo istituto. Nel 2011 partecipa alla mostra collettiva “Peli Superflui” tenutasi all'Accademia di Belle Arti durante l'Art Night. Nel 2012 partecipa a una serie di mostre collettive: “Treviso 2012 – Seconda rassegna di arte contemporanea – Casa dei Carraresi” a Treviso; “Più forte dello sporco” svoltasi durante l'Art Night ancora all'Accademia di Belle Arti di Venezia; e infine una sui Giovani Artisti Accademia di Belle Arti di Venezia presso la Galleria San Vidal a Venezia. Nel 2013 partecipa alla mostra “Squibb” anche questa tenutasi all'Accademia di Belle Arti di Venezia durante l'Art Night. Sempre nello stesso anno conclude il biennio specialistico diplomandosi in decorazione A con le Professoresse Mirella Brugnerotto e Cristina Treppo uscendo dall'Accademia con il 110 e Lode. Successivamente ha partecipato al Festival delle Arti tenutosi a Venezia tra la Giudecca e Sacca Fisola dal titolo “Isole in Movimento” e al Silart Festival a Quinto di Treviso. Sempre nello stesso anno viene scelto per partecipare alla mostra collettiva del X Premio Nazionale delle Arti svoltosi a Bari. Nel 2014 partecipa alla mostra “Guerra e Pace” del collettivo La Qasba a Vicenza. Nella primavera dello stesso anno la rivista Areaarte dell'editore Giulio Martini pubblica, nel numero 17 della suddetta rivista, un articolo sui suoi lavori scritto da Tazio Cirri: “Paolo Pavan – Diario di un mondo in dissolvenza”. Nel 2015 partecipa alla mostra “L'Abito del male” presso il Centro di Cultura La Medusa di Este.
Daniele Principato. Affianca lo studio della chitarra al mondo dell'elettronica sperimentando l'uso di campionatori, sintetizzatori, drum machine, effetti audio di ogni tipologia. A Londra Italia lavora in moltissime produzioni di musica elettronica collaborando con DJ e produttori di fama internazionale e con alcune delle più grandi distribuzioni ed etichette discografiche tra le quali BXR, Underground, Nukleuz, Plastic Fantastic, Warner Bros. Oltre al mondo dell'elettronica la sua esperienza tocca anche produzioni di musica classica, jazz, acustica sperimentale, musicoterapia, rock e installazioni sonore per spettacoli teatrali, commerciali e gallerie d'arte. Tra le ultime produzioni l'album "Traveling Aimlessly" ('etichetta "Art-e" , 2013), dove ospita importanti musicisti nazionali e internazionali tra cui il trombettista norvegese Arne Hiorth, con il quale nascerà una collaborazione che lo porterà a collaborare in Norvegia anche con Eivind Arset e Oddrun Eikli. Una panoramica della sua ricerca sonora è presente nel suo canale di YouTube "TheAuralab”.
Collettivo Enki. Collettivo minimo, laboratoriale, di origine vagamente sumera.
Ci assembriamo tra i paraggi di Treviso e anziché in mezzo al Tigri e l’Eufrate ci trovate tra il Cagnan e il Sile. Compositori di collages con ritagli di teatro e videogrammi.
Roberto Vertieri. Laureato in Scienze dell’Architettura all’Università IUAV di Venezia, nel 2013 segue corsi di regia cinematografica presso la National Film and Television School. Inizia la sua attività teatrale nella compagnia Arte Povera come attore e regista, prosegue come aiuto regia per Mirko Artuso, collabora con vari teatri come aiuto regista e artista visivo, collabora come aiuto regista e artista visivo con vari teatri tra i quali Teatro Stabile di Innovazione La Piccionaia e il Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone, dal 2014 prosegue l’esperienza con Ketty Adenzato, lavorando sia in ambito teatrale sia in ambito multimediale. Scrittore, regista e montatore, realizza cortometraggi. La sua ricerca artistica è caratterizzata dallo studio trasversale tra arti visive, in particolare in ambito cinematografico e teatrale.
Connessioni Sonore. (Stefano Zanus Fortes chitarra, Alessandra Parmeggiani basso, Pierpaolo Enzo pianoforte, tastiera). Il gruppo musicale Connessioni Sonore, attraverso la performance sonora "La Macchina del Tempo” propone, spostando l’attenzione dall’aspetto visivo a quello uditivo, una riflessione su un duplice aspetto: da un lato sentire “il mondo come un’immensa composizione musicale”, dall’altro perseguire il concetto adorniano di “saper pensare con le orecchie”. Attraverso una sorta di viaggio nel tempo, si ascolteranno quattro “quadri sonori” che ripercorrono idealmente i diversi soundscapes dalla nascita del mondo a oggi e saranno affiancati da alcune composizioni musicali atte a creare momenti di “libero spazio-sogno”. Al fine di garantire una maggiore concentrazione sull’ascolto, l’esecuzione verrà eseguita in una sala al buio, in modo da impedire sia al pubblico sia ai musicisti, di utilizzare la vista come veicolo interpretativo.
23
ottobre 2015
In silenziosa assenza
Dal 23 ottobre al primo novembre 2015
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
FORTE MEZZACAPO
Venezia, Via Everardo Scaramuzza, 82, (Venezia)
Venezia, Via Everardo Scaramuzza, 82, (Venezia)
Orario di apertura
mercoledì e venerdì 15.30 - 19.00, sabato e domenica 10.30 - 13.00 e 15.30 - 19.00
Vernissage
23 Ottobre 2015, ore 18.30
Autore
Curatore