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In viaggio verso Utopia
La mostra collettiva intitolata “In Viaggio verso Utopia”, che riunisce una selezione di opere di quattro differenti artisti, si propone come un ideale viaggio verso Utopia.
Comunicato stampa
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“O frati”, dissi, “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto piccola vigilia
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperienza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza”.
Dante Alighieri, Inferno, Canto XXVI; vv. 112-120
La mostra collettiva intitolata “In Viaggio verso Utopia”, che riunisce una selezione di opere di quattro differenti artisti, si propone come un ideale viaggio verso Utopia.
Utopia, dal greco ou-topos, è il non luogo per definizione, è la sede dell’ “oltre”, in cui si collocano i non-sense urbani di Claudio Spoletini. Le architetture ed i paesaggi cittadini delle opere dell’artista romano sono interrotti, nella loro regolarità, da apparizioni sorprendenti ed, al tempo stesso, velate da una disarmante casualità, che ci spinge a sorprenderci ed a sorridere, non essendo queste immagini prive di una vena umoristica, ma che ci inducono ad una riflessione più profonda.
Utopia intesa come sogno, come luogo dell’onirico e dell’ideale, come suggeriscono le composizioni fotografiche Sebastiano Messina, opere ricche di rimandi, di sorprendenti apparizioni, di contrasti, in bilico fra realtà sognate e ed antichi simbolismi.
Utopia per Thomas More o, tradotto nell’italiano di Tommaso Campanella, Città del Sole, dove la natura regola la vita dell’uomo. Il ritorno alla natura ed al suo misterioso linguaggio ancestrale, attraverso la ricerca scientifica, è il tema dominante della produzione artistica di Vittorio Valente. I suoi “Contenitori di corpi” si popolano di superfici morbide ed allettanti, epidermidi di silicone su cui vengono “tatuati” ingrandimenti di cellule e virus, luogo ideale e fantascientifico di riposo e, al tempo stesso, di annullamento dell’uomo.
Le opere dell’ artista torinese Theo Gallino, ci suggeriscono un percorso che conduce, attraverso le ombre e le immagini appena definite, nel quasi impercettibile passaggio tra la figura e l’astrazione, cogliendo il fragile momento in cui l’immagine del reale si sfalda per lasciar posto al segno astratto. Gallino ci spinge verso una dimensione a-spaziale ed a-temporale, dimensione, per l’appunto, di Utopia.
In egual modo tutti i quattro artisti ci propongono una strada o ci indicano una via, per giungere ad una propria personale Utopia.
L’opera d’arte è una forma di ricerca di questo luogo ideale, che si può identificare sia con l’Itaca di Ulisse, che con l’Utopia di Thomas More o con la Città del Sole di Tommaso Campanella, ma che forse esiste solamente nello sforzo dell’uomo di “ seguir virtute e canoscenza”
Igor Zanti
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto piccola vigilia
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperienza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza”.
Dante Alighieri, Inferno, Canto XXVI; vv. 112-120
La mostra collettiva intitolata “In Viaggio verso Utopia”, che riunisce una selezione di opere di quattro differenti artisti, si propone come un ideale viaggio verso Utopia.
Utopia, dal greco ou-topos, è il non luogo per definizione, è la sede dell’ “oltre”, in cui si collocano i non-sense urbani di Claudio Spoletini. Le architetture ed i paesaggi cittadini delle opere dell’artista romano sono interrotti, nella loro regolarità, da apparizioni sorprendenti ed, al tempo stesso, velate da una disarmante casualità, che ci spinge a sorprenderci ed a sorridere, non essendo queste immagini prive di una vena umoristica, ma che ci inducono ad una riflessione più profonda.
Utopia intesa come sogno, come luogo dell’onirico e dell’ideale, come suggeriscono le composizioni fotografiche Sebastiano Messina, opere ricche di rimandi, di sorprendenti apparizioni, di contrasti, in bilico fra realtà sognate e ed antichi simbolismi.
Utopia per Thomas More o, tradotto nell’italiano di Tommaso Campanella, Città del Sole, dove la natura regola la vita dell’uomo. Il ritorno alla natura ed al suo misterioso linguaggio ancestrale, attraverso la ricerca scientifica, è il tema dominante della produzione artistica di Vittorio Valente. I suoi “Contenitori di corpi” si popolano di superfici morbide ed allettanti, epidermidi di silicone su cui vengono “tatuati” ingrandimenti di cellule e virus, luogo ideale e fantascientifico di riposo e, al tempo stesso, di annullamento dell’uomo.
Le opere dell’ artista torinese Theo Gallino, ci suggeriscono un percorso che conduce, attraverso le ombre e le immagini appena definite, nel quasi impercettibile passaggio tra la figura e l’astrazione, cogliendo il fragile momento in cui l’immagine del reale si sfalda per lasciar posto al segno astratto. Gallino ci spinge verso una dimensione a-spaziale ed a-temporale, dimensione, per l’appunto, di Utopia.
In egual modo tutti i quattro artisti ci propongono una strada o ci indicano una via, per giungere ad una propria personale Utopia.
L’opera d’arte è una forma di ricerca di questo luogo ideale, che si può identificare sia con l’Itaca di Ulisse, che con l’Utopia di Thomas More o con la Città del Sole di Tommaso Campanella, ma che forse esiste solamente nello sforzo dell’uomo di “ seguir virtute e canoscenza”
Igor Zanti
21
gennaio 2005
In viaggio verso Utopia
Dal 21 gennaio al 28 febbraio 2005
Location
BIBLIOTECA PIER PAOLO PASOLINI
Roma, Viale Dei Caduti Per La Resistenza, 410, (Roma)
Roma, Viale Dei Caduti Per La Resistenza, 410, (Roma)
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