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In vitro
Le vetrate che si trovano al pianterreno del museo ospitano il progetto IN VITRO che sarà visibile soltanto dall’esterno, sia di giorno sia di notte, durante tutto l’anno. Agli artisti coinvolti è stato chiesto di elaborare delle immagini sottoforma di vetrofanie appositamente per il MAC di Lissone.
Comunicato stampa
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Le vetrate che si trovano al pianterreno del museo ospitano il progetto IN VITRO che sarà visibile soltanto dall’esterno, sia di giorno sia di notte, durante tutto l’anno. Agli artisti coinvolti è stato chiesto di elaborare delle immagini sottoforma di vetrofanie appositamente per il MAC di Lissone. Dopo le opere False Flag di Michelangelo Consani, The Dead Commercials di Mirko Smerdel e Osservazioni a kilometro zero: (spazio) Lissone di Matteo Capra, le vetrofanie si arricchiscono degli interventi di Anton Kehrer e Igor Eškinja. Anton Kehrer disciplina l’immagine fotomeccanica mediante l’eloquenza del colore. Isolando ogni forma dal suo insieme atomistico, l’artista austriaco fraziona la realtà in base allo spettro cromatico. Non importa che l’immagine sia la derivazione di un’installazione in un museo piuttosto che l’allestimento di un negozio, la cromacleptomania di Kehrer tesaurizza le forme della nostra civiltà capitalista senza alcuna distinzione. Intensità, combinazione e variazione sono solo alcuni tra i fattori che concorrono alla definizione di questi artificial horizons, orizzonti liquidi in cui la luminosità tende a sfumare, diluendo il contorno troppo netto delle cose. Preferendo informarsi sul mondo reale con uno sguardo non più strettamente tecnologico ma di tipo pittorialista, Anton Kehrer de-cripta l’iride, tinta dopo tinta, tono su tono, raggiungendo un “puro figurale”, per estrazione o isolamento.
Lavorando per deflagrazioni e sottrazioni, Igor Eškinja giunge a un’astrazione il cui tecnicismo illusionistico interroga lo spazio circostante così come lo sguardo dello spettatore. In questa sua costante ricerca di una “forma ricostruita”, l’artista croato costringe lo spettatore a trovarsi di fronte
all’inganno/incanto di un mondo a due dimensioni. L’opera sfrutta un meccanismo di finzione e di alterazione della realtà tale che le infinite possibilità di vedere si restringono a una soltanto. Mediante la fotografia, Eškinja ammette di voler «concepire un'immagine che possa essere letta normalmente. Solo quando lo spettatore si rende conto di come è stata realizzata egli comprende cosa sia realmente. È proprio questo meccanismo di inversione che mi interessa. Senza una
curiosità specifica da parte dell'osservatore la fotografia risulta a dir poco convenzionale».
Quello di Igor Eškinja non è soltanto un particolare modo di vedere, bensì un nuovo mondo da vedere.
Lavorando per deflagrazioni e sottrazioni, Igor Eškinja giunge a un’astrazione il cui tecnicismo illusionistico interroga lo spazio circostante così come lo sguardo dello spettatore. In questa sua costante ricerca di una “forma ricostruita”, l’artista croato costringe lo spettatore a trovarsi di fronte
all’inganno/incanto di un mondo a due dimensioni. L’opera sfrutta un meccanismo di finzione e di alterazione della realtà tale che le infinite possibilità di vedere si restringono a una soltanto. Mediante la fotografia, Eškinja ammette di voler «concepire un'immagine che possa essere letta normalmente. Solo quando lo spettatore si rende conto di come è stata realizzata egli comprende cosa sia realmente. È proprio questo meccanismo di inversione che mi interessa. Senza una
curiosità specifica da parte dell'osservatore la fotografia risulta a dir poco convenzionale».
Quello di Igor Eškinja non è soltanto un particolare modo di vedere, bensì un nuovo mondo da vedere.
14
settembre 2013
In vitro
Dal 14 settembre al 31 dicembre 2013
arte contemporanea
Location
MAC – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI LISSONE
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
Gli interventi sono visibili tutto l’anno, 24 ore al giorno.
Autore
Curatore