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Inaugurazione
Hanno voluto che a impreziosire il disegno della cappella centrale, cuore di tutta la nuova sede che la Misericordia di Prato ha costruito in via Galcianese, fosse un grande artista contemporaneo, Enrico Savelli.
Comunicato stampa
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ENRICO SAVELLI FIRMA LA CAPPELLA DELLA NUOVA SEDE DELLA MISERICORDIA DI PRATO. IL NOTO SCULTORE È AUTORE DI UN SUGGESTIVO COMPLESSO MARMOREO INTITOLATO «I CIRENEI»
E DELLE VETRATE.
L’INAUGURAZIONE IL 2 OTTOBRE
Hanno voluto che a impreziosire il disegno della cappella centrale, cuore di tutta la nuova sede che la Misericordia di Prato ha costruito in via Galcianese, fosse un grande artista contemporaneo, Enrico Savelli. E questo perché la cappella, oltre a rivestire un forte significato devozionale per l’Arciconfraternita, ha anche un grande valore simbolico, essendo posta al centro dei bracci della croce in vetro e acciaio che collega i vari edifici del complesso. Per questo si è ricorsi all’ingegno di un artista, per firmare suggestivi interventi d’arte.
Savelli da parte sua ha realizzato un’opera che aggiunge significato al significato: si tratta del complesso marmoreo dei Cirenei: (chiaro rimando al personaggio del Vangelo), sono coloro che, come i confratelli della Misericordia, si adoperano per aiutare gli altri a portare la croce delle sofferenze umane e quotidiane. La splendida opera in marmo raffigura cinque uomini, ideali cirenei, nell’atto di sorreggere il braccio di una croce. Il marmo è stato a tal punto lavorato e reso lieve dalla mano dell’artista che, in corrispondenza del cuore dei cirenei, forma un velo sottilissimo; proprio in quel punto l’artista ha voluto apporre delle piccole fonti di illuminazione, uno straordinario elemento di suggestione e pregnanza simbolica.
Di Savelli sono anche le vetrate che circondano la cappella, nelle quali sono incisi angeli in processione.
«UNA PRESENZA ALTISSIMA DI SENSO»
«Il grande gruppo marmoreo “I Cirenei”, importante e “assoluto” lavoro dell’artista Enrico Savelli – scrive don Giuseppe Billi, presidente della commissione arte sacra della Diocesi di Prato, e critico d’arte - dà titolo e significato alla cappella della nuova sede della Misericordia in via Galcianese. È collocata, la cappella, al centro delle braccia a croce dell’edificio. Così voluta, in profonda sintonia spirituale e artistica tra Savelli e l’architetto Luigi Zola. (…) è un promemoria e un rilancio della Misericordia (ma anche di tutte le confraternite): prima di tutto come “Compagnia” di servizio, per Cristo e in Cristo; poi ricorda la Croce portata a braccio dai trenta pellegrini – cirenei con il crocifisso di Loreto, quando fondarono la Misericordia». Don Billi definisce il Savelli «uno degli artisti più ispirati e più legati alla autentica nostra tradizione scultorea», e insieme «uno tra i più innovativi nello scavo dei materiali e nella “Economia” sacra della descrizione dei soggetti, a cui Savelli dà pienezza di senso e sublime leggerezza religiosa». Don Billi parla anche di una «presenza altissima di “senso”», e si sofferma poi sulla «sigla» di Savelli, «in quel velo di marmo che ottiene scorporando la materia con infinito e paziente lavoro che, alla fine, in sé e da sé, si definisce come anima religiosa di tutto il blocco e si fa “profilo” di Dio».
LE PAROLE DI SAVELLI
«Tutto è nato quando mi sono trovato sotto la grande croce architettonica che raccorda i vari edifici, nel punto esatto dove sarebbe dovuta sorgere la cappella del Ringraziamento. Ho sentito gravare il peso della croce sulle spalle ed ho avuto l’intuizione del cireneo chiamato a sorreggere la croce di Cristo e immediato il desiderio di mettermi all’opera;è infatti proprio dell’arte che l’intuizione diventi motivo entusiasmante all’azione,qualunque sia la difficoltà da affrontare.
Da questa immagine, per estensione, l’immagine dei fratelli della Misericordia come nuovi cirenei che portano volontariamente la croce,il dolore del prossimo con un atto deciso d’amore e che ricevono la forza luminosa e il calore irradiante dal simbolo stesso dell’amore e del sacrificio perfetto, l’ “Agnello Mistico”, al centro del gruppo marmoreo. Cinque sono le figure che sopportano il peso,cinque come le ferite del Cristo, riassunte nella goccia d’oro sopra la testa dell’Agnello a significare che ogni goccia di sangue versato può, per amore, mutare in oro luminoso.
È il gesto di misericordia che eleva l’umanità ad immagine divina ,che prontamente soccorre,che non dimentica nessuno,che fa caro ogni fratello sulla terra ed attrae Angeli che giungono ri-conoscenti al cospetto dell’umanità e si prostrano in adorazione dell’Agnello. Il vetro, largamente impiegato per motivi strutturali, qui nelle pareti della Cappella si muove verso la sua origine, ci mostra che è materia divina, si fonde , si forma in immagine artistica. L’intuizione che si muove dal cuore al cuore ritorna».
Il marmo proviene da Carrara, precisamente dalla cava della Mandria. Quando sono andato a sceglierlo fra molti blocchi ben squadrati un po' in disparte si presentava un "informe" nella sua mole ed era lì ad attendermi perché già nella" postura"e in alcuni segni mostrava la sua pre-disposizione a divenire "i Cirenei", proprio quei segni neri,quelle velature che lo attraversavano rompevano l'aspetto aulico del marmo perfetto. Dopo una sommaria sbozzatura,fedele ad un generico bozzetto, per via diretta ed istintiva per immediata lettura della materia con metodo michelangiolesco del cavare sono arrivato fino al segno dell'Agnello mistico nella luce.
È stato, come sempre, un meraviglioso dialogo-incontro. Le vetrate che sono conseguenti alla scultura e tutt'uno con essa è come se rappresentassero una visione,un velo di forme,una fascia di luce che dialoga con l'esterno e con il marmo. A tal proposito proprio in questi giorni rileggendo il "Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini" del mio amico Mario Luzi in un punto ho trovato versi consoni al senso della vetrata: “Guizzò una luce d'angelo sotto la volta che non c'era o era la fabbrica di tutta la materia intorno alla sua invisibile architrave”».
Prato, 14 settembre 2010
E DELLE VETRATE.
L’INAUGURAZIONE IL 2 OTTOBRE
Hanno voluto che a impreziosire il disegno della cappella centrale, cuore di tutta la nuova sede che la Misericordia di Prato ha costruito in via Galcianese, fosse un grande artista contemporaneo, Enrico Savelli. E questo perché la cappella, oltre a rivestire un forte significato devozionale per l’Arciconfraternita, ha anche un grande valore simbolico, essendo posta al centro dei bracci della croce in vetro e acciaio che collega i vari edifici del complesso. Per questo si è ricorsi all’ingegno di un artista, per firmare suggestivi interventi d’arte.
Savelli da parte sua ha realizzato un’opera che aggiunge significato al significato: si tratta del complesso marmoreo dei Cirenei: (chiaro rimando al personaggio del Vangelo), sono coloro che, come i confratelli della Misericordia, si adoperano per aiutare gli altri a portare la croce delle sofferenze umane e quotidiane. La splendida opera in marmo raffigura cinque uomini, ideali cirenei, nell’atto di sorreggere il braccio di una croce. Il marmo è stato a tal punto lavorato e reso lieve dalla mano dell’artista che, in corrispondenza del cuore dei cirenei, forma un velo sottilissimo; proprio in quel punto l’artista ha voluto apporre delle piccole fonti di illuminazione, uno straordinario elemento di suggestione e pregnanza simbolica.
Di Savelli sono anche le vetrate che circondano la cappella, nelle quali sono incisi angeli in processione.
«UNA PRESENZA ALTISSIMA DI SENSO»
«Il grande gruppo marmoreo “I Cirenei”, importante e “assoluto” lavoro dell’artista Enrico Savelli – scrive don Giuseppe Billi, presidente della commissione arte sacra della Diocesi di Prato, e critico d’arte - dà titolo e significato alla cappella della nuova sede della Misericordia in via Galcianese. È collocata, la cappella, al centro delle braccia a croce dell’edificio. Così voluta, in profonda sintonia spirituale e artistica tra Savelli e l’architetto Luigi Zola. (…) è un promemoria e un rilancio della Misericordia (ma anche di tutte le confraternite): prima di tutto come “Compagnia” di servizio, per Cristo e in Cristo; poi ricorda la Croce portata a braccio dai trenta pellegrini – cirenei con il crocifisso di Loreto, quando fondarono la Misericordia». Don Billi definisce il Savelli «uno degli artisti più ispirati e più legati alla autentica nostra tradizione scultorea», e insieme «uno tra i più innovativi nello scavo dei materiali e nella “Economia” sacra della descrizione dei soggetti, a cui Savelli dà pienezza di senso e sublime leggerezza religiosa». Don Billi parla anche di una «presenza altissima di “senso”», e si sofferma poi sulla «sigla» di Savelli, «in quel velo di marmo che ottiene scorporando la materia con infinito e paziente lavoro che, alla fine, in sé e da sé, si definisce come anima religiosa di tutto il blocco e si fa “profilo” di Dio».
LE PAROLE DI SAVELLI
«Tutto è nato quando mi sono trovato sotto la grande croce architettonica che raccorda i vari edifici, nel punto esatto dove sarebbe dovuta sorgere la cappella del Ringraziamento. Ho sentito gravare il peso della croce sulle spalle ed ho avuto l’intuizione del cireneo chiamato a sorreggere la croce di Cristo e immediato il desiderio di mettermi all’opera;è infatti proprio dell’arte che l’intuizione diventi motivo entusiasmante all’azione,qualunque sia la difficoltà da affrontare.
Da questa immagine, per estensione, l’immagine dei fratelli della Misericordia come nuovi cirenei che portano volontariamente la croce,il dolore del prossimo con un atto deciso d’amore e che ricevono la forza luminosa e il calore irradiante dal simbolo stesso dell’amore e del sacrificio perfetto, l’ “Agnello Mistico”, al centro del gruppo marmoreo. Cinque sono le figure che sopportano il peso,cinque come le ferite del Cristo, riassunte nella goccia d’oro sopra la testa dell’Agnello a significare che ogni goccia di sangue versato può, per amore, mutare in oro luminoso.
È il gesto di misericordia che eleva l’umanità ad immagine divina ,che prontamente soccorre,che non dimentica nessuno,che fa caro ogni fratello sulla terra ed attrae Angeli che giungono ri-conoscenti al cospetto dell’umanità e si prostrano in adorazione dell’Agnello. Il vetro, largamente impiegato per motivi strutturali, qui nelle pareti della Cappella si muove verso la sua origine, ci mostra che è materia divina, si fonde , si forma in immagine artistica. L’intuizione che si muove dal cuore al cuore ritorna».
Il marmo proviene da Carrara, precisamente dalla cava della Mandria. Quando sono andato a sceglierlo fra molti blocchi ben squadrati un po' in disparte si presentava un "informe" nella sua mole ed era lì ad attendermi perché già nella" postura"e in alcuni segni mostrava la sua pre-disposizione a divenire "i Cirenei", proprio quei segni neri,quelle velature che lo attraversavano rompevano l'aspetto aulico del marmo perfetto. Dopo una sommaria sbozzatura,fedele ad un generico bozzetto, per via diretta ed istintiva per immediata lettura della materia con metodo michelangiolesco del cavare sono arrivato fino al segno dell'Agnello mistico nella luce.
È stato, come sempre, un meraviglioso dialogo-incontro. Le vetrate che sono conseguenti alla scultura e tutt'uno con essa è come se rappresentassero una visione,un velo di forme,una fascia di luce che dialoga con l'esterno e con il marmo. A tal proposito proprio in questi giorni rileggendo il "Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini" del mio amico Mario Luzi in un punto ho trovato versi consoni al senso della vetrata: “Guizzò una luce d'angelo sotto la volta che non c'era o era la fabbrica di tutta la materia intorno alla sua invisibile architrave”».
Prato, 14 settembre 2010
02
ottobre 2010
Inaugurazione
02 ottobre 2010
presentazione
Location
ARCICONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA DI PRATO
Prato, Via Galcianese, (Prato)
Prato, Via Galcianese, (Prato)
Autore