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Inaugurazione
Si inaugura al Castello Falletti di Barolo (Cn) il WiMu – Wine Museum (wimubarolo.it), l’innovativo museo del vino nato dalla fantasia di François
Confino, autore di numerosi e apprezzati allestimenti museali in tutto il mondo fra cui, a Torino, il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana e il restyling del Museo dell’Automobile.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura domenica 12 settembre 2010 alle 18.00 al Castello Falletti di Barolo (Cn) il WiMu
– Wine Museum (wimubarolo.it), l’innovativo museo del vino nato dalla fantasia di François
Confino, autore di numerosi e apprezzati allestimenti museali in tutto il mondo fra cui, a Torino,
il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana e il restyling del Museo dell’Automobile. Confino
accompagnerà la visita al Museo per i giornalisti sabato 11 settembre alle ore 16.
Anteprima, venerdì 10 settembre alle 21.30, con il concerto di Simone Cristicchi + GnuQuartet in
Piazza della Libertà. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.
Apertura al pubblico da lunedì 13 settembre.
Inaugurano il WiMu domenica 12 alle 18.00 nel cortile del Castello rappresentanti del Governo
e degli Enti iocali. Presenta Elisa Isoardi, conduttrice su RaiUno de La prova del cuoco e da
ottobre della nuova serie di Linea Verde. Fra gli ospiti, Alba Parietti. A seguire, l’allestimento in
prima assoluta di Pierino, il Lupo e la tournée più lunga del mondo, un’inedita rilettura jazz +
electronics della celebre fiaba musicale di Sergej Prokof’ev in affidata alla voce del mattatore
Franco Branciaroli e alla performance dal vivo di alcuni fra i più prestigiosi musicisti della scena
italiana diretti da Enrico Blatti: Mario Arcari, oboe; Stefano Cabrera, violoncello; Davide “Boosta”
Dileo, piano e electronics; Roberto Izzo, violino; Salvatore Majore, contrabbasso; Gabriele
Mirabassi, clarinetto; Alessio Pisani, fagotto; Francesca Rapetti, flauto; Raffaele Rebaudengo,
viola. L’ingresso è a inviti.
Il WiMu – Wine Museum non poteva che sorgere a Barolo. Qui, fra ordinate colline pettinate a
vigneto, è nato oltre due secoli fa quello che è riconosciuto come il «re dei vini», nell’Ottocento
divenuto vino ufficiale della Corte dei Savoia e oggi fra i più prestigiosi ambasciatori internazionali
del made in Italy. Qui, quello che non c’era adesso c’è. Il castello dei marchesi Falletti nel cuore
dell’abitato riapre le sue storiche sale per ospitare un museo che aggiunge un importante tassello
all’offerta turistica, culturale ed enogastronomica di questa terra acclamata come meta da
visitatori e buongustai di tutto il mondo.
Il WiMu – Museo del Vino è nato dall’accordo tra Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comune
di Barolo e Unione di Comuni «Colline di Langa e Barolo», con il sostegno di Fondazione Cassa
di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Compagnia di San Paolo,
il contributo della Camera di Commercio di Cuneo, la partnership dell’Enoteca Regionale del
Barolo, la collaborazione di Atl Langhe Roero e Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero
per la promozione e della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura per la comunicazione, la
direzione artistica e l’organizzazione dell’evento inaugurale.
I commenti delle istituzioni. «Il Museo del Vino a Barolo rappresenta una realtà unica al mondo -
dichiara il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota - il cui valore turistico è strettamente
connesso con quello enologico e culturale che ruota attorno all'intero mondo del vino. Un viaggio
intenso, che parte dal Piemonte per raccontare una storia fatta dei colori e dei profumi della terra
e di uomini e donne che hanno dedicato la propria vita alle vigne».
«Il Museo di Barolo sarà non solo un'attrazione per gli enoturisti di tutto il mondo – aggiungono
l'assessore al Turismo della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura della Regione
Piemonte Michele Coppola - ma anche una tappa imperdibile per coloro che in viaggio su queste
splendide colline, candidate a diventare Patrimonio dell’Umanità Unesco, vogliano conoscerne a
fondo il prodotto simbolo che le ha rese celebri nel mondo».
La presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia: «La produzione vinicola è tassello
fondamentale del patrimonio di saperi della Granda. Rappresenta, inoltre, parte importante nella
storia dell'economia locale che merita adeguato rilievo. Per questo il nascere di un Museo del
Vino nel castello di Barolo è iniziativa doppiamente apprezzabile: alla valorizzazione di un bene
architettonico di pregio unisce, infatti, la promozione dei saperi locali indispensabile per quella
crescente fruibilità turistica del nostro territorio che è obiettivo prioritario per la Provincia di
Cuneo. Il museo costituirà – sono certa – adeguato completamento all'offerta enogastronomica di
un'area riconosciuta a livello internazionale».
E Walter Mazzocchi, Sindaco di Barolo: «Il WiMu è il frutto di un impegno corale, a partire dalla
partecipazione della Regione Piemonte, degli enti locali e delle fondazioni bancarie. François
Confino ci consegna un museo innovativo e coinvolgente che, attraverso le emozioni, trasmette
messaggi sulla civiltà enoica e sul territorio del vino. Il Museo del Vino vuole costituire un motore di
azioni culturali e promozionali, al servizio delle Langhe e di tutto il Piemonte, e saprà interagire con
gli altri castelli e le strutture che si prefiggono le medesime finalità».
Dimenticatevi il classico «museo del vino» con i tini, le botti e le bacheche zeppe di tappi e vecchie
bottiglie. Il WiMu non è una statica collezione di memorabilia, ma un viaggio emozionale tra la
produzione, la cultura e la tradizione del vino, attraverso un percorso di evocazioni e suggestioni
che partono dal ruolo che il vino come archetipo di vita riveste da millenni nella cultura umana,
nelle religioni, nell’immaginario delle arti e della creatività.
Il WiMu è pensato per offrire un complemento ludico all’esperienza del turista che da queste
parti - nello spazio di pochi chilometri - può godere di un’esperienza indimenticabile che va
dalla visita alle cantine e produttori del territorio alla scoperta di un paesaggio punteggiato di
castelli medievali, da un sistema ricettivo che spazia dal b&b familiare al resort a cinque stelle a
un’offerta enogastronomica fra le più celebrate d’Italia, con i suoi 14 vini Doc e Docg e un gioiello
come il Tartufo bianco d’Alba.
Il percorso di visita del WiMu è una celebrazione del vino in venticinque sale disposte su cinque
piani. Un viaggio emozionale fra buio e luce, suoni e colore, fra realtà e mito attraverso i colori e
i suoni delle stagioni, dei tempi del giorno e dell’anno. L’allestimento – come sempre in Confino
– mescola rigore scientifico e divertissement puro, citazioni colte e ironiche, trovate a volte
spiazzanti ma mai banali. Non un museo dove si «guarda» soltanto, ma dove si viene immersi
in atmosfere avvolgenti, colpiti dalle suggestioni di installazioni multimediali, diorami, teatrini e
cappellette, macchine e pulsanti che il visitatore può mettere in moto e azionare di persona.
Si parte dall’ultimo piano. Una discesa fra buio e luce, fra suono e colore, sopra e sotto le zolle
di questo suolo miracoloso. Il clima, la terra, i tempi delle stagioni, i colori dell’autunno e i silenzi
dell’inverno, la sapienza della mano. Il vino nella storia e nell’arte, in cucina e nel cinema, nella
musica e nella letteratura, nei miti universali e nelle tradizioni locali.
Il WiMu è anche un omaggio alla storia del castello e ai personaggi illustri che lo hanno abitato. Il
marchese Carlo Tancredi Falletti e la consorte, la marchesa Juliette Colbert, più nota come Giulia
di Barolo. Il patriota Silvio Pellico, uno dei grandi protagonisti del Risorgimento italiano, che qui fu
bibliotecario e di cui è conservata intatta la camera-studio.
E dopo il vino evocato e narrato, ecco il vino da vivere e gustare. Si scende al Tempio
dell’Enoturista dove si scatena la pienezza del piacere sensoriale. Qui incontriamo il Barolo e
i grandi vini. Qui possiamo degustarli da soli o sotto la guida di esperti. Impariamo giocando a
riconoscerne profumi, aromi, personalità. Scopriamo il legame fra il vino e il suo territorio. E di
qui possiamo continuare il nostro viaggio di esplorazione virtuale e reale alla scoperta di una terra
ricca e generosa. Una finestra sul paesaggio, i riti, i segreti dei vini del Piemonte scandita dalle
immagini emozionali del videoclip appositamente scritto e realizzato da Maurizio Bonino.
L’itinerario si conclude nel modo più appagante all’Enoteca Regionale del Barolo, rappresentativa
degli 11 paesi del Barolo, sita nelle antiche cantine marchionali del castello che tennero a
battesimo questo vino leggendario. Lo spettacolo delle grandi etichette e delle annate memorabili.
Qui potremo scegliere le nostre bottiglie e portarcele a casa.
Completamente nuovo è anche il sito internet wimubarolo.it. Qui è possibile fra l’altro fare una
passeggiata virtuale fra le sale del museo, prenotare on line la propria visita e scaricare con codice
a barre sul proprio smartphone l’applicazione interattiva con contenuti multimediali.
– Wine Museum (wimubarolo.it), l’innovativo museo del vino nato dalla fantasia di François
Confino, autore di numerosi e apprezzati allestimenti museali in tutto il mondo fra cui, a Torino,
il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana e il restyling del Museo dell’Automobile. Confino
accompagnerà la visita al Museo per i giornalisti sabato 11 settembre alle ore 16.
Anteprima, venerdì 10 settembre alle 21.30, con il concerto di Simone Cristicchi + GnuQuartet in
Piazza della Libertà. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.
Apertura al pubblico da lunedì 13 settembre.
Inaugurano il WiMu domenica 12 alle 18.00 nel cortile del Castello rappresentanti del Governo
e degli Enti iocali. Presenta Elisa Isoardi, conduttrice su RaiUno de La prova del cuoco e da
ottobre della nuova serie di Linea Verde. Fra gli ospiti, Alba Parietti. A seguire, l’allestimento in
prima assoluta di Pierino, il Lupo e la tournée più lunga del mondo, un’inedita rilettura jazz +
electronics della celebre fiaba musicale di Sergej Prokof’ev in affidata alla voce del mattatore
Franco Branciaroli e alla performance dal vivo di alcuni fra i più prestigiosi musicisti della scena
italiana diretti da Enrico Blatti: Mario Arcari, oboe; Stefano Cabrera, violoncello; Davide “Boosta”
Dileo, piano e electronics; Roberto Izzo, violino; Salvatore Majore, contrabbasso; Gabriele
Mirabassi, clarinetto; Alessio Pisani, fagotto; Francesca Rapetti, flauto; Raffaele Rebaudengo,
viola. L’ingresso è a inviti.
Il WiMu – Wine Museum non poteva che sorgere a Barolo. Qui, fra ordinate colline pettinate a
vigneto, è nato oltre due secoli fa quello che è riconosciuto come il «re dei vini», nell’Ottocento
divenuto vino ufficiale della Corte dei Savoia e oggi fra i più prestigiosi ambasciatori internazionali
del made in Italy. Qui, quello che non c’era adesso c’è. Il castello dei marchesi Falletti nel cuore
dell’abitato riapre le sue storiche sale per ospitare un museo che aggiunge un importante tassello
all’offerta turistica, culturale ed enogastronomica di questa terra acclamata come meta da
visitatori e buongustai di tutto il mondo.
Il WiMu – Museo del Vino è nato dall’accordo tra Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comune
di Barolo e Unione di Comuni «Colline di Langa e Barolo», con il sostegno di Fondazione Cassa
di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Compagnia di San Paolo,
il contributo della Camera di Commercio di Cuneo, la partnership dell’Enoteca Regionale del
Barolo, la collaborazione di Atl Langhe Roero e Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero
per la promozione e della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura per la comunicazione, la
direzione artistica e l’organizzazione dell’evento inaugurale.
I commenti delle istituzioni. «Il Museo del Vino a Barolo rappresenta una realtà unica al mondo -
dichiara il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota - il cui valore turistico è strettamente
connesso con quello enologico e culturale che ruota attorno all'intero mondo del vino. Un viaggio
intenso, che parte dal Piemonte per raccontare una storia fatta dei colori e dei profumi della terra
e di uomini e donne che hanno dedicato la propria vita alle vigne».
«Il Museo di Barolo sarà non solo un'attrazione per gli enoturisti di tutto il mondo – aggiungono
l'assessore al Turismo della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura della Regione
Piemonte Michele Coppola - ma anche una tappa imperdibile per coloro che in viaggio su queste
splendide colline, candidate a diventare Patrimonio dell’Umanità Unesco, vogliano conoscerne a
fondo il prodotto simbolo che le ha rese celebri nel mondo».
La presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia: «La produzione vinicola è tassello
fondamentale del patrimonio di saperi della Granda. Rappresenta, inoltre, parte importante nella
storia dell'economia locale che merita adeguato rilievo. Per questo il nascere di un Museo del
Vino nel castello di Barolo è iniziativa doppiamente apprezzabile: alla valorizzazione di un bene
architettonico di pregio unisce, infatti, la promozione dei saperi locali indispensabile per quella
crescente fruibilità turistica del nostro territorio che è obiettivo prioritario per la Provincia di
Cuneo. Il museo costituirà – sono certa – adeguato completamento all'offerta enogastronomica di
un'area riconosciuta a livello internazionale».
E Walter Mazzocchi, Sindaco di Barolo: «Il WiMu è il frutto di un impegno corale, a partire dalla
partecipazione della Regione Piemonte, degli enti locali e delle fondazioni bancarie. François
Confino ci consegna un museo innovativo e coinvolgente che, attraverso le emozioni, trasmette
messaggi sulla civiltà enoica e sul territorio del vino. Il Museo del Vino vuole costituire un motore di
azioni culturali e promozionali, al servizio delle Langhe e di tutto il Piemonte, e saprà interagire con
gli altri castelli e le strutture che si prefiggono le medesime finalità».
Dimenticatevi il classico «museo del vino» con i tini, le botti e le bacheche zeppe di tappi e vecchie
bottiglie. Il WiMu non è una statica collezione di memorabilia, ma un viaggio emozionale tra la
produzione, la cultura e la tradizione del vino, attraverso un percorso di evocazioni e suggestioni
che partono dal ruolo che il vino come archetipo di vita riveste da millenni nella cultura umana,
nelle religioni, nell’immaginario delle arti e della creatività.
Il WiMu è pensato per offrire un complemento ludico all’esperienza del turista che da queste
parti - nello spazio di pochi chilometri - può godere di un’esperienza indimenticabile che va
dalla visita alle cantine e produttori del territorio alla scoperta di un paesaggio punteggiato di
castelli medievali, da un sistema ricettivo che spazia dal b&b familiare al resort a cinque stelle a
un’offerta enogastronomica fra le più celebrate d’Italia, con i suoi 14 vini Doc e Docg e un gioiello
come il Tartufo bianco d’Alba.
Il percorso di visita del WiMu è una celebrazione del vino in venticinque sale disposte su cinque
piani. Un viaggio emozionale fra buio e luce, suoni e colore, fra realtà e mito attraverso i colori e
i suoni delle stagioni, dei tempi del giorno e dell’anno. L’allestimento – come sempre in Confino
– mescola rigore scientifico e divertissement puro, citazioni colte e ironiche, trovate a volte
spiazzanti ma mai banali. Non un museo dove si «guarda» soltanto, ma dove si viene immersi
in atmosfere avvolgenti, colpiti dalle suggestioni di installazioni multimediali, diorami, teatrini e
cappellette, macchine e pulsanti che il visitatore può mettere in moto e azionare di persona.
Si parte dall’ultimo piano. Una discesa fra buio e luce, fra suono e colore, sopra e sotto le zolle
di questo suolo miracoloso. Il clima, la terra, i tempi delle stagioni, i colori dell’autunno e i silenzi
dell’inverno, la sapienza della mano. Il vino nella storia e nell’arte, in cucina e nel cinema, nella
musica e nella letteratura, nei miti universali e nelle tradizioni locali.
Il WiMu è anche un omaggio alla storia del castello e ai personaggi illustri che lo hanno abitato. Il
marchese Carlo Tancredi Falletti e la consorte, la marchesa Juliette Colbert, più nota come Giulia
di Barolo. Il patriota Silvio Pellico, uno dei grandi protagonisti del Risorgimento italiano, che qui fu
bibliotecario e di cui è conservata intatta la camera-studio.
E dopo il vino evocato e narrato, ecco il vino da vivere e gustare. Si scende al Tempio
dell’Enoturista dove si scatena la pienezza del piacere sensoriale. Qui incontriamo il Barolo e
i grandi vini. Qui possiamo degustarli da soli o sotto la guida di esperti. Impariamo giocando a
riconoscerne profumi, aromi, personalità. Scopriamo il legame fra il vino e il suo territorio. E di
qui possiamo continuare il nostro viaggio di esplorazione virtuale e reale alla scoperta di una terra
ricca e generosa. Una finestra sul paesaggio, i riti, i segreti dei vini del Piemonte scandita dalle
immagini emozionali del videoclip appositamente scritto e realizzato da Maurizio Bonino.
L’itinerario si conclude nel modo più appagante all’Enoteca Regionale del Barolo, rappresentativa
degli 11 paesi del Barolo, sita nelle antiche cantine marchionali del castello che tennero a
battesimo questo vino leggendario. Lo spettacolo delle grandi etichette e delle annate memorabili.
Qui potremo scegliere le nostre bottiglie e portarcele a casa.
Completamente nuovo è anche il sito internet wimubarolo.it. Qui è possibile fra l’altro fare una
passeggiata virtuale fra le sale del museo, prenotare on line la propria visita e scaricare con codice
a barre sul proprio smartphone l’applicazione interattiva con contenuti multimediali.
12
settembre 2010
Inaugurazione
12 settembre 2010
Location
CASTELLO FALLETTI – WIMU WINE MUSEUM
Barolo, Piazza Falletti, (Cuneo)
Barolo, Piazza Falletti, (Cuneo)
Vernissage
12 Settembre 2010, ore 18