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Inaugurazione
Il Museo Leonardiano di Vinci, una delle raccolte più ampie ed originali di macchine e modelli di Leonardo inventore, tecnologo e ingegnere, riapre al pubblico con nuovi allestimenti ed un percorso museale rinnovato.
Comunicato stampa
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il nuovo museo leonardiano di vinci
sabato 22 maggio 2010
INAUGURAZIONE
Il Museo rinnovato
Il Museo Leonardiano di Vinci, una delle raccolte più ampie ed originali di macchine e modelli di Leonardo inventore, tecnologo e ingegnere, riapre al pubblico con nuovi allestimenti ed un percorso museale rinnovato.
Dopo una serie di importanti trasformazioni - iniziata nel 2004 con l’apertura della sede espositiva di Palazzina Uzielli e seguita dall’ inaugurazione della piazza de’ Guidi di Mimmo Paladino che ne segna l’accesso - il progetto di rinnovamento del Museo Leonardiano giunge al termine con la riapertura del Castello dei Conti Guidi e del percorso espositivo aggiornato, reso completamente accessibile.
L’intervento - cofinanziato dalla Regione Toscana e dal Comune di Vinci, con un contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze – ha interessato sia il recupero architettonico dell’antica Rocca dei Conti Guidi che la revisione museografica della collezione leonardiana.
Un nuovo accesso al Castello dei Conti Guidi
L’imponente rocca medievale al centro del borgo di Vinci, nucleo originario del Museo Leonardiano dal 1953, è stata oggetto di un significativo intervento strutturale, condotto dallo Studio Jaff di Firenze, che ha reso possibile l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’adeguamento dei locali agli standard museali delle sedi espositive internazionali. Dopo un intervento di manutenzione straordinaria alle copertura della rocca, progettato e diretto dalla Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, il progetto ha comportato l’installazione di un ascensore nel cavo delle mura, capace di ricongiungere il livello terreno con i due piani della rocca dove si sviluppa principalmente il museo. Il Castello diviene così completamente accessibile mediante l’ingresso facilitato realizzato in piazza Guido Masi e si prepara ad ospitare mostre di grande prestigio grazie all’installazione di una moderna impiantistica, conforme alle grandi sedi museali.
La Torre medievale
Concluso il restauro del Castello dei Conti Guidi, l’intervento strutturale interesserà anche la torre medievale che dal corpo del castello si erge altissima verso il cielo. Punto di osservazione e di controllo per secoli, la sommità della torre offre una terrazza panoramica da cui si apre un panorama spettacolare: da una parte il Montalbano con le sue pendici coperte di boschi e oliveti, dall’altra il caratteristico paesaggio toscano di borghi medievali collinari, immortalati da tanti dipinti medievali e rinascimentali, oltre al profilo dei Monti Pisani, così accuratamente disegnato più volte da Leonardo da Vinci nel Codice di Madrid II e in altri manoscritti.
Adeguatamente attrezzata con strumentazione ottica, la terrazza diviene la postazione per un originale sightseeing sul panorama toscano e un punto di osservazione astronomica nelle ore notturne. Una suggestiva esperienza “dall’alto” dopo la visita del Museo.
La nuova collezione
La storica collezione “delle macchine” si arricchisce di nuove sezioni e si rinnova con una presentazione degli studi di Leonardo ancora più rigorosa, comprensibile e contestualizzata nel Rinascimento. L’obiettivo del Museo, che affianca la ricostruzione dei modelli con animazioni digitali delle macchine e applicazioni interattive, è quello di offrire un approfondimento non solo della tecnologia meccanica di Leonardo, ma anche dei suoi studi scientifico-tecnici, di architettura e di ingegneria civile. E non solo di Leonardo, ma di artisti, architetti ed ingegneri suoi contemporanei, in modo da offrire una presentazione storicamente più esatta di debiti, meriti ed originalità del ‘genio’ di Vinci.
Il progetto museografico, curato e gestito dalla direzione del Leonardiano, ha visto la collaborazione stretta di storici (della tecnica, della scienza, dell’architettura) e di ingegneri e tecnici della modellazione digitale, nonché di istituzioni di ricerca e dipartimenti universitari nazionali e stranieri, tra cui il decisivo apporto del Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali di Firenze.
Il percorso espositivo inizia nella sede di Palazzina Uzielli con le sezioni delle macchine da cantiere, delle macchine della manifattura tessile e degli orologi meccanici per proseguire poi nella vicina sede del Castello dei Conti Guidi in cui ha trovato posto la maggior parte dei nuovi allestimenti. Nelle sale medievali restaurate si visitano al piano terreno le sezioni dell’architettura ed ingegneria civile e delle macchine da guerra con gli studi di Leonardo sulle tecniche di fusione delle artiglierie. Nella lettera di presentazione a Ludovico il Moro, scritta per trovare credito come ingegnere in una delle corti importanti della penisola italica, Leonardo si dice capace di realizzare bombarde, mortai e passavolanti di “bellissime et utili forme, fori del comune uso”. Pur non essendo in grado di dire se Leonardo sia mai stato coinvolto direttamente in attività di fonderia militare, nei suoi manoscritti troviamo disegni e annotazioni che illustrano la tecnica per la fusione delle artiglierie, a partire dai quali, grazie alle odierne tecniche di animazione digitale, è possibile ricostruire le fasi del processo di fusione di un cannone componibile della fine del XV secolo.
Il modello della grande ala battente fa da cornice alla sezione del volo, alloggiata nella Galleria dove sono esposti i modelli più noti della meccanica leonardiana come la macchina volante, proposta anche nella versione a propulsione meccanica, lo studio di ala e la celeberrima vite aerea considerata il prototipo del moderno elicottero. Nella Galleria si vedono anche gli strumenti e i cinematismi: lo strettoio per l’olio, la perforatrice, il ventilatore, l’equalizzatore e, in particolare, i meccanismi per il movimento delle campane disegnati da Leonardo nel Codice Atlantico e nel Codice di Madrid I, straordinariamente somiglianti a quelli esistenti nella quattrocentesca campana della cattedrale St.Etienne di Metz in Francia.
Al primo piano, nella Sala del Podestà, dove è conservata una splendida terracotta policroma del 1523 attribuita a Giovanni Della Robbia, è accolta la grande gru girevole a piattaforma anulare, riprodotto in scala 1:2, progettata da Brunelleschi per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore che rimanda alla storia delle macchine da cantiere, ampiamente documentati nelle sale di Palazzina Uzielli. Il visitatore giunge poi di fronte al modello della bicicletta di Leonardo, e con esso di fronte anche ad un curioso interrogativo: 1818 o 1503? Il singolare disegno della bicicletta, scoperto tra due fogli incollati del Codice Atlantico solo nel 1965, è sempre stato oggetto di discussione. Alcuni ritengono infatti che il modello sia stato disegnato intorno al 1503 da un allievo di Leonardo mentre una parte della critica sostiene che il disegno sia invece di epoca moderna, se non addirittura un’interpolazione recente, compiuta nel periodo del restauro degli anni 60’ del Novecento. In questo caso l’invenzione della bicicletta non potrebbe che risalire al primo modello del 1818 ad opera del barone tedesco Karl von Drais di Sauerbon.
Nella stessa sala della bicicletta è esposto anche il modello del carro automotore, un carro semovente azionato con un dispositivo a molla noto come “l’automobile di Leonardo”.
La sala dell’ottica documenta l’interesse di Leonardo per l’ottica fisica e i suoi studi intrapresi per risolvere problemi legati alla rappresentazione pittorica di figure tridimensionali. Tra i contenuti della sala gli esperimenti di Leonardo sui fenomeni della rifrazione e della riflessione, sull’impiego di “lenticchie” di vetro per migliorare la visione e anche una camera oscura dove sperimentare l’effetto della proiezione dell’immagine capovolta.
Il percorso di conclude con la Sala delle acque in cui sono documentati gli studi di Leonardo sul movimento nell’acqua con particolare riferimento alla navigazione fluviale. La navigazione fluviale è stata infatti nel Medioevo e nel Rinascimento una delle più importanti modalità di trasporto. L’Arno, come via di collegamento tra il porto fluviale di Pisa e Firenze, fu ampiamente sfruttato nel Quattrocento per il trasporto di marmi dalle cave della costa ai cantieri fiorentini, e sollecitò tecnici e istituzioni riguardo alle possibilità della navigazione controcorrente. A questo tema è legata l’invenzione di Filippo Brunelleschi, documentata dal ‘brevetto’ rilasciato nel 1421 dall’Opera del Duomo di Firenze, per lo sfruttamento esclusivo di un’imbarcazione nota come il badalone. Non sappiamo quali fossero le caratteristiche di questo naviglio; ed esso non riuscì a risalire oltre Castelfranco di Sotto ed Empoli. Una ricca tradizione iconografica rende testimonianza comunque dei tentativi reali e delle variazioni fantastiche che hanno interessato l’argomento. I molteplici disegni di Leonardo da Vinci si inseriscono in questa tradizione, ma mirano visibilmente a svilupparla in soluzioni tecniche efficaci e funzionali.
Con la riapertura del 22 maggio 2010, il Museo Leonardiano si presenta al grande pubblico come un centro di documentazione in cui l'esperienza del Leonardo ingegnere, architetto e scienziato, e più in generale la tecnica del Rinascimento, sono documentate con ampiezza e rigore scientifico, tramite una pluralità di modalità comunicative e le numerose attività di approfondimento proposte dalla Sezione didattica del Museo.
sabato 22 maggio 2010
INAUGURAZIONE
Il Museo rinnovato
Il Museo Leonardiano di Vinci, una delle raccolte più ampie ed originali di macchine e modelli di Leonardo inventore, tecnologo e ingegnere, riapre al pubblico con nuovi allestimenti ed un percorso museale rinnovato.
Dopo una serie di importanti trasformazioni - iniziata nel 2004 con l’apertura della sede espositiva di Palazzina Uzielli e seguita dall’ inaugurazione della piazza de’ Guidi di Mimmo Paladino che ne segna l’accesso - il progetto di rinnovamento del Museo Leonardiano giunge al termine con la riapertura del Castello dei Conti Guidi e del percorso espositivo aggiornato, reso completamente accessibile.
L’intervento - cofinanziato dalla Regione Toscana e dal Comune di Vinci, con un contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze – ha interessato sia il recupero architettonico dell’antica Rocca dei Conti Guidi che la revisione museografica della collezione leonardiana.
Un nuovo accesso al Castello dei Conti Guidi
L’imponente rocca medievale al centro del borgo di Vinci, nucleo originario del Museo Leonardiano dal 1953, è stata oggetto di un significativo intervento strutturale, condotto dallo Studio Jaff di Firenze, che ha reso possibile l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’adeguamento dei locali agli standard museali delle sedi espositive internazionali. Dopo un intervento di manutenzione straordinaria alle copertura della rocca, progettato e diretto dalla Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, il progetto ha comportato l’installazione di un ascensore nel cavo delle mura, capace di ricongiungere il livello terreno con i due piani della rocca dove si sviluppa principalmente il museo. Il Castello diviene così completamente accessibile mediante l’ingresso facilitato realizzato in piazza Guido Masi e si prepara ad ospitare mostre di grande prestigio grazie all’installazione di una moderna impiantistica, conforme alle grandi sedi museali.
La Torre medievale
Concluso il restauro del Castello dei Conti Guidi, l’intervento strutturale interesserà anche la torre medievale che dal corpo del castello si erge altissima verso il cielo. Punto di osservazione e di controllo per secoli, la sommità della torre offre una terrazza panoramica da cui si apre un panorama spettacolare: da una parte il Montalbano con le sue pendici coperte di boschi e oliveti, dall’altra il caratteristico paesaggio toscano di borghi medievali collinari, immortalati da tanti dipinti medievali e rinascimentali, oltre al profilo dei Monti Pisani, così accuratamente disegnato più volte da Leonardo da Vinci nel Codice di Madrid II e in altri manoscritti.
Adeguatamente attrezzata con strumentazione ottica, la terrazza diviene la postazione per un originale sightseeing sul panorama toscano e un punto di osservazione astronomica nelle ore notturne. Una suggestiva esperienza “dall’alto” dopo la visita del Museo.
La nuova collezione
La storica collezione “delle macchine” si arricchisce di nuove sezioni e si rinnova con una presentazione degli studi di Leonardo ancora più rigorosa, comprensibile e contestualizzata nel Rinascimento. L’obiettivo del Museo, che affianca la ricostruzione dei modelli con animazioni digitali delle macchine e applicazioni interattive, è quello di offrire un approfondimento non solo della tecnologia meccanica di Leonardo, ma anche dei suoi studi scientifico-tecnici, di architettura e di ingegneria civile. E non solo di Leonardo, ma di artisti, architetti ed ingegneri suoi contemporanei, in modo da offrire una presentazione storicamente più esatta di debiti, meriti ed originalità del ‘genio’ di Vinci.
Il progetto museografico, curato e gestito dalla direzione del Leonardiano, ha visto la collaborazione stretta di storici (della tecnica, della scienza, dell’architettura) e di ingegneri e tecnici della modellazione digitale, nonché di istituzioni di ricerca e dipartimenti universitari nazionali e stranieri, tra cui il decisivo apporto del Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali di Firenze.
Il percorso espositivo inizia nella sede di Palazzina Uzielli con le sezioni delle macchine da cantiere, delle macchine della manifattura tessile e degli orologi meccanici per proseguire poi nella vicina sede del Castello dei Conti Guidi in cui ha trovato posto la maggior parte dei nuovi allestimenti. Nelle sale medievali restaurate si visitano al piano terreno le sezioni dell’architettura ed ingegneria civile e delle macchine da guerra con gli studi di Leonardo sulle tecniche di fusione delle artiglierie. Nella lettera di presentazione a Ludovico il Moro, scritta per trovare credito come ingegnere in una delle corti importanti della penisola italica, Leonardo si dice capace di realizzare bombarde, mortai e passavolanti di “bellissime et utili forme, fori del comune uso”. Pur non essendo in grado di dire se Leonardo sia mai stato coinvolto direttamente in attività di fonderia militare, nei suoi manoscritti troviamo disegni e annotazioni che illustrano la tecnica per la fusione delle artiglierie, a partire dai quali, grazie alle odierne tecniche di animazione digitale, è possibile ricostruire le fasi del processo di fusione di un cannone componibile della fine del XV secolo.
Il modello della grande ala battente fa da cornice alla sezione del volo, alloggiata nella Galleria dove sono esposti i modelli più noti della meccanica leonardiana come la macchina volante, proposta anche nella versione a propulsione meccanica, lo studio di ala e la celeberrima vite aerea considerata il prototipo del moderno elicottero. Nella Galleria si vedono anche gli strumenti e i cinematismi: lo strettoio per l’olio, la perforatrice, il ventilatore, l’equalizzatore e, in particolare, i meccanismi per il movimento delle campane disegnati da Leonardo nel Codice Atlantico e nel Codice di Madrid I, straordinariamente somiglianti a quelli esistenti nella quattrocentesca campana della cattedrale St.Etienne di Metz in Francia.
Al primo piano, nella Sala del Podestà, dove è conservata una splendida terracotta policroma del 1523 attribuita a Giovanni Della Robbia, è accolta la grande gru girevole a piattaforma anulare, riprodotto in scala 1:2, progettata da Brunelleschi per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore che rimanda alla storia delle macchine da cantiere, ampiamente documentati nelle sale di Palazzina Uzielli. Il visitatore giunge poi di fronte al modello della bicicletta di Leonardo, e con esso di fronte anche ad un curioso interrogativo: 1818 o 1503? Il singolare disegno della bicicletta, scoperto tra due fogli incollati del Codice Atlantico solo nel 1965, è sempre stato oggetto di discussione. Alcuni ritengono infatti che il modello sia stato disegnato intorno al 1503 da un allievo di Leonardo mentre una parte della critica sostiene che il disegno sia invece di epoca moderna, se non addirittura un’interpolazione recente, compiuta nel periodo del restauro degli anni 60’ del Novecento. In questo caso l’invenzione della bicicletta non potrebbe che risalire al primo modello del 1818 ad opera del barone tedesco Karl von Drais di Sauerbon.
Nella stessa sala della bicicletta è esposto anche il modello del carro automotore, un carro semovente azionato con un dispositivo a molla noto come “l’automobile di Leonardo”.
La sala dell’ottica documenta l’interesse di Leonardo per l’ottica fisica e i suoi studi intrapresi per risolvere problemi legati alla rappresentazione pittorica di figure tridimensionali. Tra i contenuti della sala gli esperimenti di Leonardo sui fenomeni della rifrazione e della riflessione, sull’impiego di “lenticchie” di vetro per migliorare la visione e anche una camera oscura dove sperimentare l’effetto della proiezione dell’immagine capovolta.
Il percorso di conclude con la Sala delle acque in cui sono documentati gli studi di Leonardo sul movimento nell’acqua con particolare riferimento alla navigazione fluviale. La navigazione fluviale è stata infatti nel Medioevo e nel Rinascimento una delle più importanti modalità di trasporto. L’Arno, come via di collegamento tra il porto fluviale di Pisa e Firenze, fu ampiamente sfruttato nel Quattrocento per il trasporto di marmi dalle cave della costa ai cantieri fiorentini, e sollecitò tecnici e istituzioni riguardo alle possibilità della navigazione controcorrente. A questo tema è legata l’invenzione di Filippo Brunelleschi, documentata dal ‘brevetto’ rilasciato nel 1421 dall’Opera del Duomo di Firenze, per lo sfruttamento esclusivo di un’imbarcazione nota come il badalone. Non sappiamo quali fossero le caratteristiche di questo naviglio; ed esso non riuscì a risalire oltre Castelfranco di Sotto ed Empoli. Una ricca tradizione iconografica rende testimonianza comunque dei tentativi reali e delle variazioni fantastiche che hanno interessato l’argomento. I molteplici disegni di Leonardo da Vinci si inseriscono in questa tradizione, ma mirano visibilmente a svilupparla in soluzioni tecniche efficaci e funzionali.
Con la riapertura del 22 maggio 2010, il Museo Leonardiano si presenta al grande pubblico come un centro di documentazione in cui l'esperienza del Leonardo ingegnere, architetto e scienziato, e più in generale la tecnica del Rinascimento, sono documentate con ampiezza e rigore scientifico, tramite una pluralità di modalità comunicative e le numerose attività di approfondimento proposte dalla Sezione didattica del Museo.
22
maggio 2010
Inaugurazione
22 maggio 2010
Location
MUSEO LEONARDIANO – CASTELLO DEI CONTI GUIDI
Vinci, Piazza Leonardo Da Vinci, 29, (Firenze)
Vinci, Piazza Leonardo Da Vinci, 29, (Firenze)
Vernissage
22 Maggio 2010, ore 17 Vinci, Biblioteca Leonardiana e Castello dei Conti Guidi
Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS