Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Inaugurazione
inaugura uno spazio espositivo per l’arte giovane e per giovani artisti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Come ci insegna la studiosa americana Rosalind Krauss, la nozione di “opera d’arte” non va più vista come oggetto estetico ma come luogo d’incontro tra elementi disparati. Nell’opera contemporanea convergono visioni personali, emergenze sociali, il peso della tradizione, il fluido giovane delle nuove letture del mondo (che è vecchio e stanco).
L’estetica del bello, in molti casi, passa in secondo piano. E’ sempre l’etica che predomina. Il concettuale, inteso come pensiero che muove all’azione, sta sempre dietro ogni scelta artistica giovanile.
L’io si misura con il noi. L’artista parla di sé ma usa un linguaggio che vuole raggiungere gli altri, non è un solipsista. L’artista dà conto delle sue riflessioni sul tempo che si sta dipanando ma è conscio che il suo posto è in un flusso continuo che travalica i confini della propria cronologia, dello spazio e del tempo.
L’artista si esprime sempre di più all’interno di un gruppo, di una associazione, di una aggregazione anche temporanea, rinunciando in parte alla propria “individualità” ma mai alla propria “identità”. Stare in compagnia con quelli che condividono principi e valori, aiuta ad approfondire e favorisce il confronto. Qualche volta aiuta anche a farsi aprire qualche spiraglio nel sistema granitico e chiuso del sistema dell’arte, spesso sprangato ai non addetti, ai divergenti, ai critici della società di massa.
Il concetto di mutuo soccorso, storicamente consolidato, riprende con vitalità.
LETTURA DELLE OPERE IN MOSTRA
Totem e tabù, figure corrusche di ferro che ricordano statue africane sono i lavori di GIUSEPPE MASCHERETTI, realizzati con materiali di fusione e di recupero ferroso. Il cavallo ha un muso di martello, come a sottolineare la barbaricità della scultura, il forte impatto emotivo della radice antica dell’odio e della violenza. C’è spazio anche per una dolcezza ironica nell’accostamento tra il nero del piccolo S. Giorgio e il bianco cartapesta del drago, che si affrontano in una storia poco credibile del mito e del racconto ancestrale, ammantato di sapore fiabesco.
Il suono della terra sembra scaturire dalla scultura fatta di rami naturali, opera di CRISTIAN MUELA. La natura dei suoni emana anche dai finissimi guazzi azzurri, come volute di partiture aeree. La scultura del satiro (o Pan) si torce attorno al suo flauto come il jazzman che muove il corpo in sintonia con la musica. I suoni si espandono ma scaturiscono dalla terra, come in una sorta di contrappasso tra elementi concreti ed elementi astratti. Aerei e assolutamente provvisori sono anche i confini della Mesopotamia, in un guazzo color terra.
Natura virtuale e natura artificiale sono i soggetti di DARIO TIRONI, raccolti in solidi oggetti materiali di immediata riconoscibilità. Un televisore proietta l’immagine della terra, confondendoci le idee sulla naturalità e artificialità dell’immagine, mentre spuntano fiori di ferro in cima all’apparecchio. Una culla (o cesto) diventa la sede di un ipotetico neonato ma è nello stesso tempo ricettacolo di rifiuti. I resti del petrolio alimentano un insetto mostruoso costruito assemblando scarti di idraulica. L’ape minacciosa si nutre in una nuova apocalisse.
Dove si cerca l’anima delle cose o l’anima dell’uomo? Dentro l’encefalo, sembra concludere l’opera di SCANDE, ma l’operazione dolorosa si può guardare solo attraverso la croce, simbolo religioso e nello stesso tempo emblema di un pronto soccorso stampato sulla cassetta dei medicinali. Le installazioni di Scande cercano il fondo delle cose, l’origine dell’uovo primordiale che ha un guscio di schede elettroniche di scarto. E il tempo attrae e respinge come in un orologio impazzito e minaccioso che muove la lama all’indietro come una mannaia.
Sem Galimberti
L’estetica del bello, in molti casi, passa in secondo piano. E’ sempre l’etica che predomina. Il concettuale, inteso come pensiero che muove all’azione, sta sempre dietro ogni scelta artistica giovanile.
L’io si misura con il noi. L’artista parla di sé ma usa un linguaggio che vuole raggiungere gli altri, non è un solipsista. L’artista dà conto delle sue riflessioni sul tempo che si sta dipanando ma è conscio che il suo posto è in un flusso continuo che travalica i confini della propria cronologia, dello spazio e del tempo.
L’artista si esprime sempre di più all’interno di un gruppo, di una associazione, di una aggregazione anche temporanea, rinunciando in parte alla propria “individualità” ma mai alla propria “identità”. Stare in compagnia con quelli che condividono principi e valori, aiuta ad approfondire e favorisce il confronto. Qualche volta aiuta anche a farsi aprire qualche spiraglio nel sistema granitico e chiuso del sistema dell’arte, spesso sprangato ai non addetti, ai divergenti, ai critici della società di massa.
Il concetto di mutuo soccorso, storicamente consolidato, riprende con vitalità.
LETTURA DELLE OPERE IN MOSTRA
Totem e tabù, figure corrusche di ferro che ricordano statue africane sono i lavori di GIUSEPPE MASCHERETTI, realizzati con materiali di fusione e di recupero ferroso. Il cavallo ha un muso di martello, come a sottolineare la barbaricità della scultura, il forte impatto emotivo della radice antica dell’odio e della violenza. C’è spazio anche per una dolcezza ironica nell’accostamento tra il nero del piccolo S. Giorgio e il bianco cartapesta del drago, che si affrontano in una storia poco credibile del mito e del racconto ancestrale, ammantato di sapore fiabesco.
Il suono della terra sembra scaturire dalla scultura fatta di rami naturali, opera di CRISTIAN MUELA. La natura dei suoni emana anche dai finissimi guazzi azzurri, come volute di partiture aeree. La scultura del satiro (o Pan) si torce attorno al suo flauto come il jazzman che muove il corpo in sintonia con la musica. I suoni si espandono ma scaturiscono dalla terra, come in una sorta di contrappasso tra elementi concreti ed elementi astratti. Aerei e assolutamente provvisori sono anche i confini della Mesopotamia, in un guazzo color terra.
Natura virtuale e natura artificiale sono i soggetti di DARIO TIRONI, raccolti in solidi oggetti materiali di immediata riconoscibilità. Un televisore proietta l’immagine della terra, confondendoci le idee sulla naturalità e artificialità dell’immagine, mentre spuntano fiori di ferro in cima all’apparecchio. Una culla (o cesto) diventa la sede di un ipotetico neonato ma è nello stesso tempo ricettacolo di rifiuti. I resti del petrolio alimentano un insetto mostruoso costruito assemblando scarti di idraulica. L’ape minacciosa si nutre in una nuova apocalisse.
Dove si cerca l’anima delle cose o l’anima dell’uomo? Dentro l’encefalo, sembra concludere l’opera di SCANDE, ma l’operazione dolorosa si può guardare solo attraverso la croce, simbolo religioso e nello stesso tempo emblema di un pronto soccorso stampato sulla cassetta dei medicinali. Le installazioni di Scande cercano il fondo delle cose, l’origine dell’uovo primordiale che ha un guscio di schede elettroniche di scarto. E il tempo attrae e respinge come in un orologio impazzito e minaccioso che muove la lama all’indietro come una mannaia.
Sem Galimberti
18
gennaio 2007
Inaugurazione
Dal 18 gennaio al 04 febbraio 2007
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
ASSOCIAZIONE ESTRO
Bergamo, Via Zambonate, 33, (Bergamo)
Bergamo, Via Zambonate, 33, (Bergamo)
Vernissage
18 Gennaio 2007, ore 19
Autore