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Inaugurazione
Un museo che racconta le origini del territorio del Chianti, risultato di un secolo di ricerche archeologiche e dall’impegno profuso dalle amministrazioni comunali dell’area nell’elaborazione di progetti educativi e didattici sulla valorizzazione del patrimonio locale
Comunicato stampa
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Un museo che racconta le origini del territorio del Chianti, risultato di un secolo di ricerche archeologiche e dall’impegno profuso dalle amministrazioni comunali dell’area nell’elaborazione di progetti educativi e didattici sulla valorizzazione del patrimonio locale. Un museo non solo archeologico ma anche antropologico, un museo che vede il paesaggio e l’interazione tra l’uomo e l’ambiente come i principali protagonisti. Sono queste, in sintesi, le caratteristiche del Museo Archeologico del Chianti Senese che sarà inaugurato venerdì 21 aprile a Castellina in Chianti, in provincia di Siena.
La nuova struttura, situata in uno dei borghi più suggestivi della campagna toscana, raccoglie le testimonianze archeologiche e storiche di tutto il comprensorio del Chianti, conservando al suo interno i reperti e i risultati degli scavi effettuati sul territorio: dai siti di Monte Calvario e del Poggino a Castellina in Chianti, a quelli di Cetamura e Rietine a Gaiole in Chianti. Il Museo costituisce una vetrina della complessa realtà archeologica di un’area che è stata luogo privilegiato dell’incontro tra genti di stirpe e cultura diversa. I centri rurali etruschi si svilupparono un po' ovunque a partire dalla fine del VII secolo a.C. sul territorio, come confermano i numerosi ritrovamenti (centri abitati e necropoli) avvenuti in molte località del Chianti. Tramite le tracce rinvenute negli scavi di Poggio la Croce, iniziati nel 1990 e tutt’ora in corso, è stato possibile ricostruire, ad esempio, alcuni aspetti della vita etrusca: dalla loro vocazione alla coltivazione della terra fino alla loro capacità di produrre vino. Il legame ancestrale della terra del Chianti con la vite e con il vino è, infatti, stato confermato dal ritrovamento di alcuni semi di “Vitis Vinifera”, risalenti a ventitre secoli fa nel sito di Poggio la Croce nei pressi di Radda in Chianti. Il binomio vino ed etruschi è stato ulteriormente rafforzato dal rinvenimento, all’interno dello stesso scavo archeologico, di alcuni resti attribuibili alla presenza di un torchio a pressione per la spremitura dell’uva. Tali indizi farebbero propendere per una produzione vinicola non solo legata all’autoconsumo, bensì ad una produzione intensiva e commerciale.
Gli etruschi e le modalità di gestione del territorio da parte di questa antica popolazione saranno i fili conduttori non solo dell’allestimento e dell’esposizione, ma anche delle attività didattiche e delle visite personalizzate, organizzate dal Museo Archeologico del Chianti senese. La proposta museale si basa, inoltre, sull’intento di ricostruire, attraverso l’archeologia del paesaggio, l’origine e la storia del territorio chiantigiano, come risultato dell’interazione dei gruppi umani che lì hanno vissuto ed interagito, fino a determinare l’attuale configurazione del territorio. La struttura sarà contraddistinta da una stretta integrazione fra componenti tradizionali ed interattive: ai reperti archeologici verrà infatti affiancata un’ampia e dettagliata documentazione didascalica ed audiovisiva di suggestivo impatto sensoriale. Totem tecnologici, collocati all’ingresso della struttura, elaboreranno per ogni singolo visitatore guide cartacee personalizzate, di carattere informativo e didattico. Un software innovativo, infatti, sulla base delle peculiarità dell’utente, come ad esempio l’età, il livello di competenza, l’interesse, il tempo a disposizione per la visita o la nazione di provenienza, realizzerà percorsi di visita specifici.
Il Museo Archeologico, articolato su due piani, è allestito secondo un criterio cronologico e territoriale che offre al visitatore un quadro generale sull'archeologia paesaggistica dell'intera area ed un approfondimento sui ritrovamenti del territorio. Al piano terra sono situati l’ingresso e l’accoglienza: spazi di sosta, che rappresentano idealmente il prolungamento della piazza antistante e che sono stati concepiti per accogliere il pubblico e stimolarne la curiosità. Un grande schermo, suddiviso per finestre visive, introduce i visitatori al percorso espositivo, ai metodi archeologici di ricerca utilizzati nell’area e ai reperti situati al piano superiore. Al piano terra sono situati, inoltre, i laboratori, dove i visitatori e gli alunni interessati potranno realizzare, con l’aiuto di esperti archeologi e attraverso un tornio a pedale, oggetti, armi e calchi in argilla, per riprodurre le opere esposte nel Museo. Il laboratorio sarà, quindi, utilizzato per attività di archeologia sperimentale, organizzate per approfondire, di volta in volta, un aspetto diverso della cultura etrusca grazie anche alla possibilità di consultare manuali e libri. Da questo spazio si può poi raggiungere un’area esterna, prolungamento del laboratorio e luogo ideale per effettuare simulazioni legate alla metodologia dello scavo archeologico.
La nuova struttura, situata in uno dei borghi più suggestivi della campagna toscana, raccoglie le testimonianze archeologiche e storiche di tutto il comprensorio del Chianti, conservando al suo interno i reperti e i risultati degli scavi effettuati sul territorio: dai siti di Monte Calvario e del Poggino a Castellina in Chianti, a quelli di Cetamura e Rietine a Gaiole in Chianti. Il Museo costituisce una vetrina della complessa realtà archeologica di un’area che è stata luogo privilegiato dell’incontro tra genti di stirpe e cultura diversa. I centri rurali etruschi si svilupparono un po' ovunque a partire dalla fine del VII secolo a.C. sul territorio, come confermano i numerosi ritrovamenti (centri abitati e necropoli) avvenuti in molte località del Chianti. Tramite le tracce rinvenute negli scavi di Poggio la Croce, iniziati nel 1990 e tutt’ora in corso, è stato possibile ricostruire, ad esempio, alcuni aspetti della vita etrusca: dalla loro vocazione alla coltivazione della terra fino alla loro capacità di produrre vino. Il legame ancestrale della terra del Chianti con la vite e con il vino è, infatti, stato confermato dal ritrovamento di alcuni semi di “Vitis Vinifera”, risalenti a ventitre secoli fa nel sito di Poggio la Croce nei pressi di Radda in Chianti. Il binomio vino ed etruschi è stato ulteriormente rafforzato dal rinvenimento, all’interno dello stesso scavo archeologico, di alcuni resti attribuibili alla presenza di un torchio a pressione per la spremitura dell’uva. Tali indizi farebbero propendere per una produzione vinicola non solo legata all’autoconsumo, bensì ad una produzione intensiva e commerciale.
Gli etruschi e le modalità di gestione del territorio da parte di questa antica popolazione saranno i fili conduttori non solo dell’allestimento e dell’esposizione, ma anche delle attività didattiche e delle visite personalizzate, organizzate dal Museo Archeologico del Chianti senese. La proposta museale si basa, inoltre, sull’intento di ricostruire, attraverso l’archeologia del paesaggio, l’origine e la storia del territorio chiantigiano, come risultato dell’interazione dei gruppi umani che lì hanno vissuto ed interagito, fino a determinare l’attuale configurazione del territorio. La struttura sarà contraddistinta da una stretta integrazione fra componenti tradizionali ed interattive: ai reperti archeologici verrà infatti affiancata un’ampia e dettagliata documentazione didascalica ed audiovisiva di suggestivo impatto sensoriale. Totem tecnologici, collocati all’ingresso della struttura, elaboreranno per ogni singolo visitatore guide cartacee personalizzate, di carattere informativo e didattico. Un software innovativo, infatti, sulla base delle peculiarità dell’utente, come ad esempio l’età, il livello di competenza, l’interesse, il tempo a disposizione per la visita o la nazione di provenienza, realizzerà percorsi di visita specifici.
Il Museo Archeologico, articolato su due piani, è allestito secondo un criterio cronologico e territoriale che offre al visitatore un quadro generale sull'archeologia paesaggistica dell'intera area ed un approfondimento sui ritrovamenti del territorio. Al piano terra sono situati l’ingresso e l’accoglienza: spazi di sosta, che rappresentano idealmente il prolungamento della piazza antistante e che sono stati concepiti per accogliere il pubblico e stimolarne la curiosità. Un grande schermo, suddiviso per finestre visive, introduce i visitatori al percorso espositivo, ai metodi archeologici di ricerca utilizzati nell’area e ai reperti situati al piano superiore. Al piano terra sono situati, inoltre, i laboratori, dove i visitatori e gli alunni interessati potranno realizzare, con l’aiuto di esperti archeologi e attraverso un tornio a pedale, oggetti, armi e calchi in argilla, per riprodurre le opere esposte nel Museo. Il laboratorio sarà, quindi, utilizzato per attività di archeologia sperimentale, organizzate per approfondire, di volta in volta, un aspetto diverso della cultura etrusca grazie anche alla possibilità di consultare manuali e libri. Da questo spazio si può poi raggiungere un’area esterna, prolungamento del laboratorio e luogo ideale per effettuare simulazioni legate alla metodologia dello scavo archeologico.
21
aprile 2006
Inaugurazione
21 aprile 2006
archeologia
Location
MUSEO ARCHEOLOGICO DEL CHIANTI SENESE
Castellina In Chianti, Piazza Del Comune, 18, (Siena)
Castellina In Chianti, Piazza Del Comune, 18, (Siena)
Vernissage
21 Aprile 2006, ore 17
Ufficio stampa
ROBERSPIERRE