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Incantati da Roma
La comunità anglo-americana a Roma, 1890-1914, e la fondazione della Keats-Shelley House.
Comunicato stampa
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La mostra, nata per iniziativa dell’American Academy in Rome e della Keats-Shelley House, vuole celebrare il centenario della fondazione del museo della Keats-Shelley House, avvenuta nella prima decade del secolo scorso, grazie all’impegno del poeta americano Robert Underwood Johnson con l’aiuto del diplomatico e poeta inglese James Rennell Rodd e di H. Nelson Gay, diplomatico e storico americano. L’edificio in piazza di Spagna, dove il poeta John Keats morì di tisi nel 1821, fu acquistata dalla Keats-Shelley Memorial Association nel 1906 e inaugurata come museo dal re Vittorio Emanuele III nel 1909. Da allora, essa costituisce un polo di attrazione non soltanto per gli studiosi e i cultori dei poeti romantici inglesi e dei loro legami con l’Italia, ma anche per i semplici turisti.
Con questa mostra gli organizzatori hanno dunque inteso focalizzare l’attenzione sulla variegata comunità intellettuale di artisti, letterari e collezionisti inglesi e americani che vissero o transitarono a Roma, giovane capitale d’Italia, tra l’ultimo decennio del secolo XIX e il primo del XX, immediatamente a ridosso della prima guerra mondiale. In essa figurano scrittori quali F.Marion Crawford, Henry James, Rudyard Kipling, Edith Wharton; inoltre artisti quali George William Breck, Moses Ezekiel, Frederic Crowninshield, Hendrik C.Andersen, Paul Manship, Augustus Saint-Gaudens, Elihu Vedder. E, accanto a questi, gli amici artisti italiani quali Enrico Coleman, Nino Costa, Adolfo de Carolis e altri.
Se il fulcro della mostra sarà nel bell’edificio novecentesco dell’ American Academy in Rome di via Angelo Masina al Gianicolo, il percorso complessivo dell’iniziativa comprenderà la Keats-Shelley House, la Chiesa Americana di St. Paul in via Nazionale e il Museo Hendrik C.Andersen in via P.S. Mancini al quartiere Flaminio. L’itinerario si completerà con la segnalazione di tutti quei luoghi della città che furono punti di ritrovo della comunità anglo-americana e dei loro amici a Roma, dalla All Saints Church in via del Babuino al Tea-room Babington in piazza di Spagna, dal Caffè Greco in via Condotti agli studi di via Margutta, dal Grand Hotel di via Vittorio Emanuele Orlando al Cimitero Acattolico del Testaccio.
Il catalogo della mostra, edito da Palombi, contiene saggi di Christina Huemer, Catherine Payling, Anna Bruno, Frank Dabell, Gertrude Wilmers, Sarah Moore, Regina Soria, Elena di Majo.
************
L’American Academy in Rome fu fondata dall’architetto Charles Follen McKim nel 1894 e trasferita sulla collina del Gianicolo nel 1913. Di fatto, la sua prima storia coincide con il periodo della mostra e l’edificio stesso – opera degli architetti Mc Kim, Mead & White – ne fa parte integrante. Sono esposti in mostra dipinti dei primi due direttori dell’Accademia - George Willam Breck e Frederick Crowninshield, ambedue noti per i loro contributi al “Rinascimento Americano” - come pure alcuni dipinti di Elihu Vedder, grande amico dell’Accademia nei suoi primi anni, e di altri artisti loro contemporanei, sia italiani che inglesi. Ai dipinti e ai disegni si aggiungono opere di arte decorativa, come un grande candelabro in bronzo disegnato per la Biblioteca dell’Accademia da Gorham Phillip Stevens e targhe commemorative di Augustus Saint-Gaudens e Paul Manship. Completa il percorso espositivo una sezione sulla committenza e sui ‘conoscitori’, rappresentati da personaggi quali J.Pierpoint Morgan (patrono sia dell’Accademia Americana che della Chiesa di St.Paul) e Richard Norton (direttore della Scuola Americana di Studi Classici dal 1899 al 1907 e collezionista di antichità, ora nelle collezioni dell’Accademia stessa).
Nella Keats-Shelley House si presentano gli aspetti piu’ letterari della mostra, ma anche alcune importanti opere d’arte del periodo preso in esame. Fra queste, il busto-ritratto in marmo di Shelley eseguito da Moses Ezekiel, importante scultore americano espatriato a Roma. Sono anche esposti documenti relativi alla fondazione del Museo, come la lettera autografa del Presidente Theodore Roosevelt (1906) e le lettere dei poeti americani amanti del Romanticismo. La Keats-Shelley House è anche la sede propria per mostrare le illustrazioni dei libri del periodo, come quelle eseguite da Maxfield Parrish per le Italian Villas and their Gardens di Edith Wharton (1904)
Nella chiesa americana di St.Paul’s Within-the-Walls possono ammirarsi due importanti opere monumentali in mosaico dei primi anni del XX secolo: nella parte inferiore dell’abside, i mosaici di Thomas Rooke, assistente di studio di Sir Edward Burne-Jones; sulla facciata e la contro-facciata, i mosaici di George W. Breck, americano. La mostra all’interno della Chiesa presenta i disegni preparatori per questi mosaici, alcuni dei quali di proprietà della Chiesa e altri provenienti da collezioni private romane. Sono inoltre in mostra opere d’arte raccolte dal rev. Robert Jenkins Nevin, rettore della Chiesa dal 1869 al 1906 nonchè autorevole collezionista.
Nella sezione della mostra presso il Museo Hendrik C. Andersen si presentano esclusivamente materiali facenti parte delle collezioni del Museo, il quale di per sè costituisce un capitolo molto significativo della comunità anglo-americana a Roma tra fine Otto e primi decenni del Novecento. Nei due vasti atelier al piano terra dell’edificio, fatto edificare dallo stesso Andersen (Bergen, 1872 – Roma, 1940) tra il 1922 e il 1924 come suo studio-abitazione, sono collocati in permanenza i grandi disegni e le sculture monumentali dell’artista relativi al suo visionario progetto di ‘Città mondiale’, progetto che nel suo complesso rappresenta un esito di straordinario interesse nel panorama culturale di quegli anni, soprattutto in quanto frutto dell’utopia di un artista americano a contatto con la storia e la tradizione dell’Europa. Al primo piano, già abitazione di Andersen e della sua famiglia, sono invece esposti quei materiali (sculture, dipinti, disegni) piu’ strettamente relativi alle frequentazioni dell’artista, e selezionati in base al taglio cronologico della mostra stessa. Fotografie, libri e documenti illustrano inoltre il suo lavoro, la sua vita quotidiana, le sue letture.
Con questa mostra gli organizzatori hanno dunque inteso focalizzare l’attenzione sulla variegata comunità intellettuale di artisti, letterari e collezionisti inglesi e americani che vissero o transitarono a Roma, giovane capitale d’Italia, tra l’ultimo decennio del secolo XIX e il primo del XX, immediatamente a ridosso della prima guerra mondiale. In essa figurano scrittori quali F.Marion Crawford, Henry James, Rudyard Kipling, Edith Wharton; inoltre artisti quali George William Breck, Moses Ezekiel, Frederic Crowninshield, Hendrik C.Andersen, Paul Manship, Augustus Saint-Gaudens, Elihu Vedder. E, accanto a questi, gli amici artisti italiani quali Enrico Coleman, Nino Costa, Adolfo de Carolis e altri.
Se il fulcro della mostra sarà nel bell’edificio novecentesco dell’ American Academy in Rome di via Angelo Masina al Gianicolo, il percorso complessivo dell’iniziativa comprenderà la Keats-Shelley House, la Chiesa Americana di St. Paul in via Nazionale e il Museo Hendrik C.Andersen in via P.S. Mancini al quartiere Flaminio. L’itinerario si completerà con la segnalazione di tutti quei luoghi della città che furono punti di ritrovo della comunità anglo-americana e dei loro amici a Roma, dalla All Saints Church in via del Babuino al Tea-room Babington in piazza di Spagna, dal Caffè Greco in via Condotti agli studi di via Margutta, dal Grand Hotel di via Vittorio Emanuele Orlando al Cimitero Acattolico del Testaccio.
Il catalogo della mostra, edito da Palombi, contiene saggi di Christina Huemer, Catherine Payling, Anna Bruno, Frank Dabell, Gertrude Wilmers, Sarah Moore, Regina Soria, Elena di Majo.
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L’American Academy in Rome fu fondata dall’architetto Charles Follen McKim nel 1894 e trasferita sulla collina del Gianicolo nel 1913. Di fatto, la sua prima storia coincide con il periodo della mostra e l’edificio stesso – opera degli architetti Mc Kim, Mead & White – ne fa parte integrante. Sono esposti in mostra dipinti dei primi due direttori dell’Accademia - George Willam Breck e Frederick Crowninshield, ambedue noti per i loro contributi al “Rinascimento Americano” - come pure alcuni dipinti di Elihu Vedder, grande amico dell’Accademia nei suoi primi anni, e di altri artisti loro contemporanei, sia italiani che inglesi. Ai dipinti e ai disegni si aggiungono opere di arte decorativa, come un grande candelabro in bronzo disegnato per la Biblioteca dell’Accademia da Gorham Phillip Stevens e targhe commemorative di Augustus Saint-Gaudens e Paul Manship. Completa il percorso espositivo una sezione sulla committenza e sui ‘conoscitori’, rappresentati da personaggi quali J.Pierpoint Morgan (patrono sia dell’Accademia Americana che della Chiesa di St.Paul) e Richard Norton (direttore della Scuola Americana di Studi Classici dal 1899 al 1907 e collezionista di antichità, ora nelle collezioni dell’Accademia stessa).
Nella Keats-Shelley House si presentano gli aspetti piu’ letterari della mostra, ma anche alcune importanti opere d’arte del periodo preso in esame. Fra queste, il busto-ritratto in marmo di Shelley eseguito da Moses Ezekiel, importante scultore americano espatriato a Roma. Sono anche esposti documenti relativi alla fondazione del Museo, come la lettera autografa del Presidente Theodore Roosevelt (1906) e le lettere dei poeti americani amanti del Romanticismo. La Keats-Shelley House è anche la sede propria per mostrare le illustrazioni dei libri del periodo, come quelle eseguite da Maxfield Parrish per le Italian Villas and their Gardens di Edith Wharton (1904)
Nella chiesa americana di St.Paul’s Within-the-Walls possono ammirarsi due importanti opere monumentali in mosaico dei primi anni del XX secolo: nella parte inferiore dell’abside, i mosaici di Thomas Rooke, assistente di studio di Sir Edward Burne-Jones; sulla facciata e la contro-facciata, i mosaici di George W. Breck, americano. La mostra all’interno della Chiesa presenta i disegni preparatori per questi mosaici, alcuni dei quali di proprietà della Chiesa e altri provenienti da collezioni private romane. Sono inoltre in mostra opere d’arte raccolte dal rev. Robert Jenkins Nevin, rettore della Chiesa dal 1869 al 1906 nonchè autorevole collezionista.
Nella sezione della mostra presso il Museo Hendrik C. Andersen si presentano esclusivamente materiali facenti parte delle collezioni del Museo, il quale di per sè costituisce un capitolo molto significativo della comunità anglo-americana a Roma tra fine Otto e primi decenni del Novecento. Nei due vasti atelier al piano terra dell’edificio, fatto edificare dallo stesso Andersen (Bergen, 1872 – Roma, 1940) tra il 1922 e il 1924 come suo studio-abitazione, sono collocati in permanenza i grandi disegni e le sculture monumentali dell’artista relativi al suo visionario progetto di ‘Città mondiale’, progetto che nel suo complesso rappresenta un esito di straordinario interesse nel panorama culturale di quegli anni, soprattutto in quanto frutto dell’utopia di un artista americano a contatto con la storia e la tradizione dell’Europa. Al primo piano, già abitazione di Andersen e della sua famiglia, sono invece esposti quei materiali (sculture, dipinti, disegni) piu’ strettamente relativi alle frequentazioni dell’artista, e selezionati in base al taglio cronologico della mostra stessa. Fotografie, libri e documenti illustrano inoltre il suo lavoro, la sua vita quotidiana, le sue letture.
16
febbraio 2005
Incantati da Roma
Dal 16 febbraio al 16 aprile 2005
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO HENDRIK CHRISTIAN ANDERSEN
Roma, Via Pasquale Stanislao Mancini, 20, (Roma)
Roma, Via Pasquale Stanislao Mancini, 20, (Roma)
Orario di apertura
9.00 – 19.30 ; lunedì, chiuso (ingresso fino alle 19)
Vernissage
16 Febbraio 2005, ore 18
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