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Incipit
Il progetto espositivo “Incipit” nasce dal desiderio di unire in una mostra le menti creative di otto artisti che indagano la dimensione dell’inizio ricongiungendosi naturalmente nella loro diversità e manifestandosi come parte simbolica di un tutt’uno universale.
Comunicato stampa
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incipit
in my beginning is my end (T. S. Eliot)
Rubare alla poesia, agli incunaboli, agli scritti latini e alla stessa Vita Nova dantesca la parola incipit, consegnando la preziosa refurtiva al mondo dell'arte, vuole essere un auspicio, una libagione simbolica per una galleria d'arte che avvia il suo percorso in un luogo denso di storia, dove gli incipit culturali si sono concatenati e stratificati fino a cristallizzarsi nell'immaginario collettivo; fino, anche, a imbrigliare l'arte presente con possenti radici. Intorno e insieme agli incipit di questa storia, e di una storia infinitamente più estesa e universale, di rinascita e di eterno ritorno, quella che accomuna l'uomo odierno e l'uomo preistorico al di là di ogni conoscenza, evoluzione e stereotipo culturale, altri inizi, più intimi e silenziosi, calati in un mondo riposto, individuale, pullulano quali particelle di un tutt'uno, partecipando della realtà. Così appare, nella sua dimensione artistica e simbolica, anche il microcosmo formato dalle opere degli otto artisti qui presentati: Caterina Arcuri, Fabio Cresci, Giulio De Mitri, Massimo Innocenti, Francesco Landucci, Mauro Manetti, Walter Puppo, Addo L. Trinci. Un insieme dove, attraverso indagini diversificate, espresse in linguaggi altrettanto differenti, l'incipit, spogliandosi della sua definizione di parola iniziale o di attacco del racconto, esprime un cominciamento lato sensu oltre precise coordinate di tempo e spazio. Un insieme all'interno del quale le sinergie non devono assecondare principi estetici, affinità tecniche, armonie cromatiche, ma sperimentare l'unione e il contrasto di diverse visioni dell'inizio, scaturite da una sensibilità e da una riflessione sì personali ma non meramente autobiografiche, tanto che memoria, natura, figure archetipe, spiritualità, ne costituiscono alcuni dei temi ispiratori.
Volendo proporre un percorso virtuale che prenda avvio dall'idea di un mondo al di là di quello sensibile, potremmo iniziare con Caterina Arcuri, la quale individua nel corpo il mezzo attraverso cui la realtà tangibile può comunicare con un universo immateriale, risvegliando miti, linguaggi primitivi, energie latenti, oppure rianimare immagini della storia dell'arte legate a una trascendenza pagana e religiosa. Anche semplici mani nude possono così originare, attraverso un contatto elementare, una luminescenza inattesa che rivela forze nascoste e immanenti. Con Fabio Cresci il processo creativo si avvera come mezzo superiore di scoperta dei significati reconditi delle cose e della materia, e come viatico verso la rappresentazione simbolica di entità concettuali e di condizioni emotive. Pensiero e procedimento intimamente legati seguono lo stesso iter dell'osservazione filosofica dell'artista nel momento in cui si cala, o si eleva, oltre la descrizione e l'apparenza: come quando rivela l'epicità del quotidiano o la valenza divina di una pietra oppure quando vede nel fine una delle identità dell'incipit. Sull'emisfero sepolto della cultura mediterranea si concentra Giulio De Mitri, che di quel mondo riscopre l'eterna vitalità di simboli, archetipi, geometrie, elementi naturali. Mediante una sofisticata tecnologia di rappresentazione, il mare, la luce, il cosmo, come anche conchiglie isolate, figurano come potenze rigeneratrici, immerse nel blu, forte richiamo alle valenze opposte ma complementari delle profondità esistenziali e del silenzio. Sulle tracce della natura si delinea la pittura di paesaggio di Massimo Innocenti, passionalmente preparata con bitumi e foglia d'oro. Il rifugio naturale si pone qui come distacco da una contemporaneità invasiva, secondo uno struggimento che coinvolge lo spirito e i sensi, e che anela alla fusione dell'uomo con il suo ambiente primigenio: sentieri alberati, orizzonti minacciosi, squarci di cielo si pongono come inizio di un nuovo percorso umano e personale, fatto di oscurità, bagliori, silenzi. La tensione al trascendente nutre invece la ricerca di Francesco Landucci, dove la luce, fonte di vita, si coniuga con il cristallo fino a evocare l'esistenza di una nuda verità superiore e di un'energia divina che si cela all'immediata evidenza. Simboli cari all'artista, come il sigillo e l'albero, indicano allora l'origine in un'entità alla cui radice è la simbiosi tra mondo sensibile e mondo spirituale. Le relazioni tra memoria, uomo, natura tracciano un filo conduttore nella ricerca di Mauro Manetti, che nel paziente lavoro del disegno, della scultura e del mosaico riscopre il mistero secolare di boschi, frammenti e ritratti delicatamente sottratti a un tempo ignoto e introspettivo. Il rinvenimento interiorizzato e metaforico di antichi reperti come anche il ritorno alla natura evocano l'idea di una storia altra e carismatica che rinasce attraverso il recupero ideale di una dimensione solo apparentemente perduta. Forme ovoidali vaganti sono quelle che Walter Puppo chiama a rappresentare la 'cellula'. L'insistenza della sua pittura su questo elemento muove dall'idea che infinite vite e presenze possano germogliare da questa struttura primaria, ora pietra, ora isola, ora goccia, e che le immagini da essa suscitate, ricomponendosi, definiscano in un ordine emotivo, piuttosto che casuale, un aspetto subliminale e invisibile del mondo. Un pensiero sofisticato guida infine il lavoro di Addo L. Trinci, retaggio di una percezione del mondo rarefatta e costellata di segnali. Viaggi reali e spostamenti mentali definiscono i segmenti che uniscono culture e latitudini diverse nell'ambito di una condizione che, grazie all'arte, può svelare la costante morfologica di oggetti diversi, le verità dei punti cardinali o, ancora, i mutamenti di uno scatto fotografico: quelli, ad esempio, dove l'infanzia e il mare possono apparire come un orizzonte perduto per chi li guarda da lontano, o un incipit per chi li vive e li osserva da vicino.
Angela Sanna
19
dicembre 2009
Incipit
Dal 19 dicembre 2009 al 20 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA TANNAZ
Firenze, Via Dell'oche, 9-11r, (Firenze)
Firenze, Via Dell'oche, 9-11r, (Firenze)
Orario di apertura
ore 10-13, 16-20 giorno di chiusura: lunedì
Vernissage
19 Dicembre 2009, ore 18
Autore
Curatore