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Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante
Apre venerdì 11 settembre alle 17 in Biblioteca Classense la mostra Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante. Si tratta della prima di tre mostre che compongono Il progetto espositivo Dante. Gli occhi e la mente, ideato dal Comune di Ravenna – Assessorato alla cultura, dal MAR – Museo dArte della città di Ravenna e dalla Biblioteca Classense in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri. Le mostre si svolgeranno da settembre 2020 fino a luglio 2021 presso il MAR, la chiesa di San Romualdo e la Classense.
Comunicato stampa
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Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante, a cura di Benedetto Gugliotta, responsabile dellUfficio Tutela e Valorizzazione della Biblioteca Classense, è un percorso di documentazione storica che ha il suo nucleo centrale nelle celebrazioni nazionali per il VI centenario dantesco del 1921, inaugurate lanno prima proprio in Classense alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce.
Saranno esposti libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e numerosi oggetti d'arte conferiti come omaggio a Dante e alla città "ultimo rifugio" del poeta. Ciascuno degli oggetti, testimonianze della storia ufficiale, offrirà spunti per raccontare anche storie particolari, spesso sconosciute al grande pubblico e a volte sorprendenti.
Il Secentenario del 1921 fu preceduto da altri momenti celebrativi di valenza nazionale, come per esempio le Feste dantesche del settembre 1908, organizzate dalla Società Dantesca Italiana, che riunirono a Ravenna rappresentanti di città e territori allora sotto la sovranità dellImpero asburgico. In quellanno si ritrovarono in un fraterno abbraccio Ravenna, Firenze, Trieste, Trento e le città della Venezia Giulia, dellIstria e della Dalmazia che dopo la Grande Guerra completarono lUnità dItalia fino al Golfo del Quarnero. Nacque in quelloccasione la Cerimonia dellolio, in cui annualmente Firenze offre lolio destinato ad ardere nella lampada allinterno della tomba, simbolico atto di espiazione per lesilio inflitto al poeta.
E fu proprio nel settembre 1908 che venne presentata al pubblico la Collezione Dantesca Olschki, uno dei fondi bibliografici a soggetto dantesco più importanti al mondo. Acquisita nel 1905 dal libraio antiquario ed editore Leo Samuel Olschki, è ricca di oltre 4.000 volumi alcuni dei quali molto rari. Grazie alla collaborazione con la Casa editrice Olschki e con il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna, sarà possibile vedere riuniti due esemplari di unedizione pregiatissima e a tiratura limitata (solo 306 esemplari) della Commedia, insieme al manoscritto autografo del proemio, scritto da Gabriele DAnnunzio. Si tratta delledizione celebrativa per i 50 anni dellUnità dItalia (1911). La copia prestata da Olschki (laltra è della biblioteca) è stampata su pergamena poi miniata e ha una legatura con borchie dargento: un monumento dellarte tipografica, stampata in soli 6 esemplari.
È stata inoltre stabilita una collaborazione con lArchivio Chini di Lido di Camaiore (LU), custode della memoria di Galileo Chini (1873-1956), forse il maggior interprete italiano dello stile Liberty. È lui lautore del manifesto ufficiale del Secentenario, di grande formato (cm 200x150) recentemente restaurato ed esposto a Ravenna per la prima volta dopo il 1921. Oltre a quanto già citato, tra i pezzi più importanti in mostra saranno visibili il modello in bronzo del monumento di Dante a Trento, realizzato da Cesare Zocchi nel 1896; Dante nella pineta e I funerali di Dante, opere del triestino Carlo Wostry (1865-1943) e i celebri sacchi donati da Gabriele DAnnunzio e decorati da Adolfo De Carolis col motto Inclusa est flamma (la fiamma è allinterno) che dà il titolo alla mostra. I sacchi in tela di juta, contenenti foglie di alloro in omaggio a Dante, furono trasportati in aereo a Ravenna da tre aviatori che avevano partecipato a famose imprese militari di DAnnunzio, come il volo su Vienna del 1918 o lImpresa di Fiume. Il Vate stabilì un parallelo tra la fiamma che ardeva sulla tomba di Dante e la fiamma perenne che veniva custodita presso il santuario di Apollo a Delfi, considerato dagli antichi Greci il cuore vivo della loro civiltà. Una simbologia iniziatica che intendeva rappresentare Dante visto come profeta della Nazione oltre che padre della lingua italiana.
A scandire il percorso saranno diversi Albi di firme della Tomba di Dante e della Classense, che raccolgono autografi di visitatori e visitatrici illustri ma anche di comuni cittadini e cittadine che, tra XIX e XX secolo, intendevano testimoniare i loro sentimenti durante la visita al sepolcro di Dante. Curiosi, su tutti, gli autografi di papa Pio IX, che trascrisse dei versi danteschi ma non lasciò firma, e di quellanonima fiorentina che, scossa dai sensi di colpa, chiese perdono al poeta quasi fosse stata lei stessa, cinque o sei secoli prima, a decretarne lesilio dalla sua città natale.
Un calendario di eventi e iniziative collaterali, curati insieme alla Fondazione Alfredo Oriani di Ravenna e allIstituto Storico per la Resistenza e lEtà contemporanea della Provincia di Ravenna, approfondirà di volta in volta alcuni aspetti del percorso espositivo.
Saranno esposti libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e numerosi oggetti d'arte conferiti come omaggio a Dante e alla città "ultimo rifugio" del poeta. Ciascuno degli oggetti, testimonianze della storia ufficiale, offrirà spunti per raccontare anche storie particolari, spesso sconosciute al grande pubblico e a volte sorprendenti.
Il Secentenario del 1921 fu preceduto da altri momenti celebrativi di valenza nazionale, come per esempio le Feste dantesche del settembre 1908, organizzate dalla Società Dantesca Italiana, che riunirono a Ravenna rappresentanti di città e territori allora sotto la sovranità dellImpero asburgico. In quellanno si ritrovarono in un fraterno abbraccio Ravenna, Firenze, Trieste, Trento e le città della Venezia Giulia, dellIstria e della Dalmazia che dopo la Grande Guerra completarono lUnità dItalia fino al Golfo del Quarnero. Nacque in quelloccasione la Cerimonia dellolio, in cui annualmente Firenze offre lolio destinato ad ardere nella lampada allinterno della tomba, simbolico atto di espiazione per lesilio inflitto al poeta.
E fu proprio nel settembre 1908 che venne presentata al pubblico la Collezione Dantesca Olschki, uno dei fondi bibliografici a soggetto dantesco più importanti al mondo. Acquisita nel 1905 dal libraio antiquario ed editore Leo Samuel Olschki, è ricca di oltre 4.000 volumi alcuni dei quali molto rari. Grazie alla collaborazione con la Casa editrice Olschki e con il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna, sarà possibile vedere riuniti due esemplari di unedizione pregiatissima e a tiratura limitata (solo 306 esemplari) della Commedia, insieme al manoscritto autografo del proemio, scritto da Gabriele DAnnunzio. Si tratta delledizione celebrativa per i 50 anni dellUnità dItalia (1911). La copia prestata da Olschki (laltra è della biblioteca) è stampata su pergamena poi miniata e ha una legatura con borchie dargento: un monumento dellarte tipografica, stampata in soli 6 esemplari.
È stata inoltre stabilita una collaborazione con lArchivio Chini di Lido di Camaiore (LU), custode della memoria di Galileo Chini (1873-1956), forse il maggior interprete italiano dello stile Liberty. È lui lautore del manifesto ufficiale del Secentenario, di grande formato (cm 200x150) recentemente restaurato ed esposto a Ravenna per la prima volta dopo il 1921. Oltre a quanto già citato, tra i pezzi più importanti in mostra saranno visibili il modello in bronzo del monumento di Dante a Trento, realizzato da Cesare Zocchi nel 1896; Dante nella pineta e I funerali di Dante, opere del triestino Carlo Wostry (1865-1943) e i celebri sacchi donati da Gabriele DAnnunzio e decorati da Adolfo De Carolis col motto Inclusa est flamma (la fiamma è allinterno) che dà il titolo alla mostra. I sacchi in tela di juta, contenenti foglie di alloro in omaggio a Dante, furono trasportati in aereo a Ravenna da tre aviatori che avevano partecipato a famose imprese militari di DAnnunzio, come il volo su Vienna del 1918 o lImpresa di Fiume. Il Vate stabilì un parallelo tra la fiamma che ardeva sulla tomba di Dante e la fiamma perenne che veniva custodita presso il santuario di Apollo a Delfi, considerato dagli antichi Greci il cuore vivo della loro civiltà. Una simbologia iniziatica che intendeva rappresentare Dante visto come profeta della Nazione oltre che padre della lingua italiana.
A scandire il percorso saranno diversi Albi di firme della Tomba di Dante e della Classense, che raccolgono autografi di visitatori e visitatrici illustri ma anche di comuni cittadini e cittadine che, tra XIX e XX secolo, intendevano testimoniare i loro sentimenti durante la visita al sepolcro di Dante. Curiosi, su tutti, gli autografi di papa Pio IX, che trascrisse dei versi danteschi ma non lasciò firma, e di quellanonima fiorentina che, scossa dai sensi di colpa, chiese perdono al poeta quasi fosse stata lei stessa, cinque o sei secoli prima, a decretarne lesilio dalla sua città natale.
Un calendario di eventi e iniziative collaterali, curati insieme alla Fondazione Alfredo Oriani di Ravenna e allIstituto Storico per la Resistenza e lEtà contemporanea della Provincia di Ravenna, approfondirà di volta in volta alcuni aspetti del percorso espositivo.
11
settembre 2020
Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante
Dall'undici settembre 2020 al 10 gennaio 2021
documentaria
Location
BIBLIOTECA CLASSENSE
Ravenna, Via Alfredo Baccarini, 3, (Ravenna)
Ravenna, Via Alfredo Baccarini, 3, (Ravenna)
Vernissage
11 Settembre 2020, h 17
Sito web
www.classense.ra.it
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI