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Incontrarsi al Vittoriano
La splendida cornice del Complesso del Vittoriano fa da sfondo all’evento espositivo che vede la presenza dell’artista Orazio Cordischi e dei suoi ospiti, tra i quali l’artista Roberta Pugno
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La splendida cornice del Complesso del Vittoriano fa da sfondo all’evento espositivo che vede la presenza dell’artista Orazio Cordischi e dei suoi ospiti, tra i quali l’artista Roberta Pugno.
L’arte di Cordischi, dinamica e inquieta, mette in scena un universo in cui l’uomo e la natura, eterni amanti - antagonisti, si incontrano e si scontrano a colpi di colore.
Partita da una matrice cubo - futurista, immersa in una atmosfera onirica memore di Chagall, Mirò, Klee, Kandinskij, della Metafisica e del Surrealismo, la pittura di Cordischi ha sperimentato le possibilità della materia, mantenendo sempre il colore come punto di forza delle composizioni.
Abbandonato l’aspetto figurativo protagonista delle prime opere, i quadri di Cordischi si sono riempiti di strutture vegetali, sorta di rovi che invadono la superficie della tela, che inquietano e affascinano allo stesso tempo, coinvolgendoci nel loro vorticoso espandersi nello spazio.
Le forme sono invece protagoniste delle sue ultime opere, realizzate con il gesso, materia che esige velocità e precisione nell’esecuzione. Create direttamente sulla superficie della tela, e ricoperte di colore e inserti materici come pietre e cuoio, materiali caldi e austeri al tempo stesso, queste forme danno vita a composizioni dinamiche, dalla forte valenza coloristica.
Nelle opere di Cordischi l’eterna lotta tra l’uomo e la natura vede fasi alterne in cui primeggia l’uno o l’altra. Nei palazzi squarciati del primo periodo è la natura che si riappropria dei suoi spazi, che invade ciò che a sua volta l’ha invasa. Anche nella vegetazione creata a colpi di spatola del periodo successivo è la natura a vincere, mentre nelle ultime opere si nota un ammorbidimento tra le due realtà che convivono in maniera più armonica, sopraffatte dal colore che domina su tutto.
Le donne rivestono un ruolo importante nell’arte di Cordischi. Create da leggere stratificazioni di colore o con tarsie cromatiche vivaci e brillanti, dissolte e ridestate, simboleggiano il legame con la natura ma anche il dualismo che le vede protagoniste nella caotica società contemporanea, madri e manager, creature fragili e determinate al tempo stesso, risucchiate dal vortice degli eventi ma in grado di guardare positivamente verso l’avvenire.
Negli acquerelli la materia deborda, uomo e natura si fondono in un primigenio caos che tutto ingloba. Se gli spunti artistici si possono cercare anche nel movimento graffitista newyorkese per l’immediatezza d’esecuzione dovuta anche alla tecnica usata, l’etica che impregna queste opere è più vicina all’arte di Hieronymus Bosch. Come nei dipinti del pittore olandese, vissuto a cavallo tra il XV e il XVI secolo, l’umanità peccatrice soggiace alle tentazioni del demonio ed è condannata all’Inferno a causa della sua stoltezza, l’uomo contemporaneo, a causa della sua cupidigia è destinato a distruggere la natura che lo ha creato e di conseguenza sé stesso.
Ma la speranza è sempre presente nelle opere di Cordischi, la speranza del riscatto dell’uomo nel futuro.
L’artista opera anche nel campo del design, realizzando mobili, in particolare sedie e tavoli, lineari e minimalisti, apparentemente distanti ma in realtà paralleli alla sua pittura. E proprio alcune particolari sedie da lui realizzate, grandi sculture disposte intorno ad un tavolo, hanno segnato l’incontro con l’artista Roberta Pugno che le ha volute, nere e minacciose, per il suo progetto espositivo su Giordano Bruno nel Castello Aragonese di L’Aquila. Le sedie dell’Inquisizione, simboli tetri della violenza dell’ideologia che giudica e condanna al rogo il grande filosofo, segnano il confine tra il passato e il futuro, tra l’oscurità e la luce, verso un destino che è nelle mani dell’essere umano.
Ospite di Cordischi negli Incontri al Vittoriano, Roberta Pugno lascia anche lei che le sue opere, materiche e raffinate, siano un messaggio d’amore per l’uomo e la conoscenza. Il suo Voltodoro ne è l’enigmatica conclusione, un volto femminile che affiora dalla materia e che possiede tutta la forza ancestrale e primordiale della natura.
Come nelle opere di Cordischi è ancora una volta la donna la depositaria della speranza nel domani.
Orazio Cordischi nasce a Pescara nel 1956 e si diploma al Liceo Artistico di Roma. Viaggia molto ed espone le sue opere in Italia e all’estero, ad Amsterdam, Parigi, Stoccarda.
L’arte di Cordischi, dinamica e inquieta, mette in scena un universo in cui l’uomo e la natura, eterni amanti - antagonisti, si incontrano e si scontrano a colpi di colore.
Partita da una matrice cubo - futurista, immersa in una atmosfera onirica memore di Chagall, Mirò, Klee, Kandinskij, della Metafisica e del Surrealismo, la pittura di Cordischi ha sperimentato le possibilità della materia, mantenendo sempre il colore come punto di forza delle composizioni.
Abbandonato l’aspetto figurativo protagonista delle prime opere, i quadri di Cordischi si sono riempiti di strutture vegetali, sorta di rovi che invadono la superficie della tela, che inquietano e affascinano allo stesso tempo, coinvolgendoci nel loro vorticoso espandersi nello spazio.
Le forme sono invece protagoniste delle sue ultime opere, realizzate con il gesso, materia che esige velocità e precisione nell’esecuzione. Create direttamente sulla superficie della tela, e ricoperte di colore e inserti materici come pietre e cuoio, materiali caldi e austeri al tempo stesso, queste forme danno vita a composizioni dinamiche, dalla forte valenza coloristica.
Nelle opere di Cordischi l’eterna lotta tra l’uomo e la natura vede fasi alterne in cui primeggia l’uno o l’altra. Nei palazzi squarciati del primo periodo è la natura che si riappropria dei suoi spazi, che invade ciò che a sua volta l’ha invasa. Anche nella vegetazione creata a colpi di spatola del periodo successivo è la natura a vincere, mentre nelle ultime opere si nota un ammorbidimento tra le due realtà che convivono in maniera più armonica, sopraffatte dal colore che domina su tutto.
Le donne rivestono un ruolo importante nell’arte di Cordischi. Create da leggere stratificazioni di colore o con tarsie cromatiche vivaci e brillanti, dissolte e ridestate, simboleggiano il legame con la natura ma anche il dualismo che le vede protagoniste nella caotica società contemporanea, madri e manager, creature fragili e determinate al tempo stesso, risucchiate dal vortice degli eventi ma in grado di guardare positivamente verso l’avvenire.
Negli acquerelli la materia deborda, uomo e natura si fondono in un primigenio caos che tutto ingloba. Se gli spunti artistici si possono cercare anche nel movimento graffitista newyorkese per l’immediatezza d’esecuzione dovuta anche alla tecnica usata, l’etica che impregna queste opere è più vicina all’arte di Hieronymus Bosch. Come nei dipinti del pittore olandese, vissuto a cavallo tra il XV e il XVI secolo, l’umanità peccatrice soggiace alle tentazioni del demonio ed è condannata all’Inferno a causa della sua stoltezza, l’uomo contemporaneo, a causa della sua cupidigia è destinato a distruggere la natura che lo ha creato e di conseguenza sé stesso.
Ma la speranza è sempre presente nelle opere di Cordischi, la speranza del riscatto dell’uomo nel futuro.
L’artista opera anche nel campo del design, realizzando mobili, in particolare sedie e tavoli, lineari e minimalisti, apparentemente distanti ma in realtà paralleli alla sua pittura. E proprio alcune particolari sedie da lui realizzate, grandi sculture disposte intorno ad un tavolo, hanno segnato l’incontro con l’artista Roberta Pugno che le ha volute, nere e minacciose, per il suo progetto espositivo su Giordano Bruno nel Castello Aragonese di L’Aquila. Le sedie dell’Inquisizione, simboli tetri della violenza dell’ideologia che giudica e condanna al rogo il grande filosofo, segnano il confine tra il passato e il futuro, tra l’oscurità e la luce, verso un destino che è nelle mani dell’essere umano.
Ospite di Cordischi negli Incontri al Vittoriano, Roberta Pugno lascia anche lei che le sue opere, materiche e raffinate, siano un messaggio d’amore per l’uomo e la conoscenza. Il suo Voltodoro ne è l’enigmatica conclusione, un volto femminile che affiora dalla materia e che possiede tutta la forza ancestrale e primordiale della natura.
Come nelle opere di Cordischi è ancora una volta la donna la depositaria della speranza nel domani.
Orazio Cordischi nasce a Pescara nel 1956 e si diploma al Liceo Artistico di Roma. Viaggia molto ed espone le sue opere in Italia e all’estero, ad Amsterdam, Parigi, Stoccarda.
17
gennaio 2007
Incontrarsi al Vittoriano
Dal 17 al 21 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
COMPLESSO DEL VITTORIANO
Roma, Via Di San Pietro In Carcere, (Roma)
Roma, Via Di San Pietro In Carcere, (Roma)
Orario di apertura
Mercoledì - Giovedì 9.30 - 19.30; Venerdì e Sabato 9.30 - 23.30; Domenica 9.30 - 20.30 (ingresso consentito fino ad un’ora prima della chiusura)
Vernissage
17 Gennaio 2007, ore 18
Autore
Curatore