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Incontri di frontiera
Dieci artisti, non solo campani, ma anche provenienti da altre regioni d’Italia, sono chiamati non più ad un’elaborazione metaforica del contesto, ma all’interazione con esso in presa diretta, nel suo quotidiano divenire.
Comunicato stampa
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Il progetto “Incontri di frontiera”, a cura di Pina Capobianco e Stefano Taccone si caratterizza come una prosecuzione dell’esperienza del ciclo “Corrispondenze di frontiera” (Centro Hurtado, ottobre 2007 – maggio 2008), ma anche come un passo ulteriore. Nell’ambito di quest’ultimo otto artisti campani, tutti provvisti di una profonda esperienza della realtà del quartiere, sono stati invitati a tenere a turno un’esposizione personale che elevasse il contesto, identificato come “zona di frontiera”, a materia prima del loro lavoro. In questa occasione invece dieci artisti, non solo campani, ma anche provenienti da altre regioni d’Italia, sono chiamati non più ad un’elaborazione metaforica del contesto, ma all’interazione con esso in presa diretta, nel suo quotidiano divenire. Da qui la sostituzione del concetto di “corrispondenza” con quello di “incontro”, nonché il passaggio dagli spazi interni a quelli prettamente esterni del centro e a quelli ad esso limitrofi.
Katia Alicante realizza, in collaborazione con i bambini di Scampia e dei loro genitori, un sito web far conoscere il quartiere e i suoi abitanti; Giacomo Faiella continua la sua decostruzione del sistema dell’economia traslando il motivo del parallelismo tra sistema monetario e sistema metrico decimale nello spazio da cui originariamente l’idea era scaturita; Rosa Futuro conduce la sua consueta satira sociale invitando gli spettatori ad unire i puntini di un ampio cartellone per scoprire la figura che vi si cela; Rosaria Iazzetta e MaraM inscenano una vera e propria doppia festa nuziale ritagliandosi la parte delle due spose, ma perdendo prematuramente i loro rispettivi sposi; Salvatore Manzi propone una sorta di punto di ascolto, una postazione in cui gli spettatori possono discutere dei propri problemi ed individuare soluzioni insieme all’artista; Giuditta Nelli insegna ai bambini di Scampia a costruire macchine fotografiche rudimentali con scatole di latta ed ad usarle per ritrarre quelli che loro considerano “luoghi impossibili”; Maria Vittoria Perrelli innesca un cortocircuito cerebrale tra la nobiltà dei toni della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e la consunzione delle poltrone che accolgono gli spettatori che la ascoltano recitata in cuffia; Alessandro Ratti pone nello spazio pubblico i suoi oggetti in plastica al fine di trasformarli in propulsori di socialità; Ur5o riflette su come la coatta e materialistica concretezza del nostro cammino conduca ad un distacco dai bisogni autentici, ma anche, una volta conseguito il picco più alto dell’alienazione, ad un moto di ribellione radicale.
Questa volta però gli incontri avvengono non solo sul piano degli interventi artistici, ma anche per mezzo momenti di dibattito a tema, ove alcuni degli artisti, ma anche intellettuali ed operatori di differente estrazione e formazione, rendono testimonianza della loro “esperienza di frontiera”, intendendo il concetto di “frontiera”, come già nell’evento del 2007-2008, in quanto limite che separa due ambiti distinti. Il 28, 29 ed il 30 aprile si svolgono così, dalle ore 18,30, i dibattiti incentrati rispettivamente sulla Frontiera africana, sulla Frontiera economica e sulla Frontiera mentale.
L’iniziativa rientra nel progetto "Costruiamoci un orizzonte", che ha come promotrice e finanziatrice la Fondazione Vodafone Italia congiuntamente alla Regione Campania, la Provincia di Napoli, il Comune di Napoli e la Compagnia di Gesù con il Centro Hurtado, centro di formazione per i giovani del quartiere, per la loro crescita culturale e l'avviamento al lavoro.
"Costruiamoci un orizzonte" mira a sperimentare un modello di sviluppo e di crescita per il territorio attraverso tre linee di azione: sostenere iniziative di educazione di strada destinate a ragazzi in dispersione e a rischio; offrire opportunità culturali, attraverso l'arte visiva, musicale e la lettura; attivare la formazione di professionalità, in particolare con la costituzione di un laboratorio di legatoria e di restauro del libro.
Katia Alicante realizza, in collaborazione con i bambini di Scampia e dei loro genitori, un sito web far conoscere il quartiere e i suoi abitanti; Giacomo Faiella continua la sua decostruzione del sistema dell’economia traslando il motivo del parallelismo tra sistema monetario e sistema metrico decimale nello spazio da cui originariamente l’idea era scaturita; Rosa Futuro conduce la sua consueta satira sociale invitando gli spettatori ad unire i puntini di un ampio cartellone per scoprire la figura che vi si cela; Rosaria Iazzetta e MaraM inscenano una vera e propria doppia festa nuziale ritagliandosi la parte delle due spose, ma perdendo prematuramente i loro rispettivi sposi; Salvatore Manzi propone una sorta di punto di ascolto, una postazione in cui gli spettatori possono discutere dei propri problemi ed individuare soluzioni insieme all’artista; Giuditta Nelli insegna ai bambini di Scampia a costruire macchine fotografiche rudimentali con scatole di latta ed ad usarle per ritrarre quelli che loro considerano “luoghi impossibili”; Maria Vittoria Perrelli innesca un cortocircuito cerebrale tra la nobiltà dei toni della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e la consunzione delle poltrone che accolgono gli spettatori che la ascoltano recitata in cuffia; Alessandro Ratti pone nello spazio pubblico i suoi oggetti in plastica al fine di trasformarli in propulsori di socialità; Ur5o riflette su come la coatta e materialistica concretezza del nostro cammino conduca ad un distacco dai bisogni autentici, ma anche, una volta conseguito il picco più alto dell’alienazione, ad un moto di ribellione radicale.
Questa volta però gli incontri avvengono non solo sul piano degli interventi artistici, ma anche per mezzo momenti di dibattito a tema, ove alcuni degli artisti, ma anche intellettuali ed operatori di differente estrazione e formazione, rendono testimonianza della loro “esperienza di frontiera”, intendendo il concetto di “frontiera”, come già nell’evento del 2007-2008, in quanto limite che separa due ambiti distinti. Il 28, 29 ed il 30 aprile si svolgono così, dalle ore 18,30, i dibattiti incentrati rispettivamente sulla Frontiera africana, sulla Frontiera economica e sulla Frontiera mentale.
L’iniziativa rientra nel progetto "Costruiamoci un orizzonte", che ha come promotrice e finanziatrice la Fondazione Vodafone Italia congiuntamente alla Regione Campania, la Provincia di Napoli, il Comune di Napoli e la Compagnia di Gesù con il Centro Hurtado, centro di formazione per i giovani del quartiere, per la loro crescita culturale e l'avviamento al lavoro.
"Costruiamoci un orizzonte" mira a sperimentare un modello di sviluppo e di crescita per il territorio attraverso tre linee di azione: sostenere iniziative di educazione di strada destinate a ragazzi in dispersione e a rischio; offrire opportunità culturali, attraverso l'arte visiva, musicale e la lettura; attivare la formazione di professionalità, in particolare con la costituzione di un laboratorio di legatoria e di restauro del libro.
24
aprile 2009
Incontri di frontiera
Dal 24 al 30 aprile 2009
arte contemporanea
Location
CENTRO HURTADO
Napoli, Viale Della Resistenza, (Napoli)
Napoli, Viale Della Resistenza, (Napoli)
Vernissage
24 Aprile 2009, ore 18.30
Autore
Curatore