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Incontri Mediterranei Nord – Ovest
Il trait d’union di “Incontri Mediterranei Nord – Ovest” è il segno, che migra dalla pittura alla scultura, dalle ricerche sul passato e il paesaggio eoliano fino alle esperienze attuali del Mediterraneo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 6 maggio al 15 ottobre Lipari spalanca le porte all’arte
contemporanea con la mostra “Incontri Mediterranei Nord – Ovest”. L’esposizione, organizzata
dalla Fondazione Horcynus Orca in collaborazione con la cooperativa sociale Fsc Group e la
Fundación Frax de la Comunidad Valenciana di L’Alfàs del Pi (Alicante, España), porta grandi nomi
dell'arte contemporanea europea in una delle aree meno note e più suggestive delle isole Eolie: le
Terme di San Calogero. Un sito immerso nel verde delle colline eoliane, impreziosito da un palazzo
ottocentesco con adiacente parco archeologico risalente al XV secolo a. C. ritenuto dagli archeologi
la sede del più antico edificio termale del Mediterraneo e l'unico esempio di architettura micenea
al di fuori della Grecia.
L'evento segna la seconda tappa della trasformazione in polo espositivo d’arte contemporanea per
il sito, chiuso per 30 anni e riaperto nel 2011 con l'esposizione “Incontri Mediterranei. D'acqua e di
storia” a cura della Fondazione Horcynus Orca e della cooperativa sociale Fsc Group.
“Lo scorso anno abbiamo puntato sui giovani artisti, quest'anno torniamo ai maestri. Per la prima
volta la Fondazione, che ha il Mediterraneo come vocazione, contenuto e territorio di indagine e
sperimentazione fin dal 2004, guarda alla Spagna, paese estremamente ricco sotto il profilo
dell’arte contemporanea. E lo fa – spiega la curatrice della mostra Martina Corgnati, storica
dell’arte dell’Accademia Albertina di Torino e responsabile del settore Arti Visive della Horcynus
Orca – assolvendo a un preciso dovere: far dialogare passato e presente. Le opere esposte sono
state concepite come installazioni per permettere al visitatore di rapportarsi con un sito
archeologico a lungo inaccessibile, come tanti luoghi meravigliosi che spesso giacciono dimenticati
in favore di nuovi, eccessivi musei che sottraggono risorse alla valorizzazione del nostro patrimonio
artistico”.
Il trait d’union di “Incontri Mediterranei Nord - Ovest” è il segno, che migra dalla pittura alla
scultura, dalle ricerche sul passato e il paesaggio eoliano fino alle esperienze attuali del
Mediterraneo.
L'esposizione si apre con le tele del pittore milanese Agostino Ferrari. “Da allievo di Fontana –
racconta la curatrice – dal 1963 l'artista si dedica ad esplorare i valori visivi, estetici ed emozionali
del segno, memoria della prima traccia dell'uomo, elaborata fino a trasformarla in una vera e
propria scrittura non significante”. Una grafia policroma, dinamica che emerge distintamente dalla
serie “Interno-esterno” e da “Oltre la soglia”, la tela a più mani realizzata nel febbraio scorso con
un nutrito gruppo di artisti tunisini, in occasione della performance realizzata al Musée de l’Art
Vivant di Tunisi, come atto di apertura, di amicizia e di omaggio alla libertà e
all’autodeterminazione dei popoli della Riva Sud. L'opera, presentata per la prima volta dall'artista,
è stata donata alla Fondazione Horcynus.
A seguire, la mostra dedica un omaggio ad Anselmo (nome d’arte dello scultore italiano Anselmo2
Francesconi). L'esposizione delle sue sculture ispirate a Panarea, quasi astratte, essenziali ed
affascinanti, straordinariamente originali per l’epoca e in anticipo di quasi vent’anni sulla land art e
la cultura delle “cose in sé” che avrebbe coinvolto tanti artisti dagli anni Settanta in avanti, segna
ad otto anni dalla sua morte l'abbraccio tra l'artista la terra che lo ha ispirato, il “ritorno a casa” di
opere che recuperano le suggestioni delle rocce di Panarea e la colmano di umanità traboccante.
L'esposizione volge lo sguardo a Nord – Ovest con l'installazione di Ramón de Soto Arándiga, uno
dei più importanti scultori spagnoli contemporanei, interprete sottile e profondo di quella linea
astratta che in Spagna vanta una tradizione ininterrotta in tutto il secolo. ”De Soto interpreta
l'artista come un ruolo di responsabilità sociale. Nel corso degli anni – continua Corgnati – ha
insegnato ai giovani a trovare nel metallo la sintesi tra la razionalità del segno e l'emotività
dell'artista”. A Lipari espone la serie, “Homenaje a las aguas del Leteo” (Omaggio alle acque del
Lete), un'installazione piena di uno spirito che val la pena di chiamare sacro, che combina elementi
della tradizione cristiana e della cultura greca in un'atmosfera quasi zen. Una sintesi arricchita da
ricordi tattili del paesaggio, da frammenti di memoria incastonati in dischi di bronzo disposti lungo
le pareti della stanza. L'opera è stata donata dall'artista alla Fondazione Horcynus Orca che ne
curerà l'installazione permanente.
Allievo di De Soto, Vicente Barón Linares ha sviluppato la tecnica e l’estetica dell’acciaio e del ferro
ossidato in installazioni dedicate a una riflessione sul tema del luogo, in particolare della città. A
questo filo conduttore della sua ricerca si ricollegano le opere esposte alle Terme di San Calogero,
sculture in acciaio che partono dalla progressiva opera di marginalizzazione del luogo, dai paesaggi
idealizzati di “Arcadia” per approdare a momenti di efficace sintesi plastica.
In chiusura, lo sguardo marcatamente femminile di sette lavori della serie “Da Madri a Figlie” di
Natividad Navalón. Attraverso il codice delle favole, l'artista indaga il tema, delicato e universale,
del rapporto fra madre e figlia, declinato in fotografie dotate di una profondità quasi
tridimensionale e colori brillanti.
“Incontri Mediterranei – Nord Ovest” non è solo arte, ma anche impegno sociale. Dietro
l'allestimento della mostra c'è il lavoro di dodici ex internati dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario
di Barcellona Pozzo di Gotto (beneficiari del progetto “Luce è Libertà” che ha come obiettivo
portare fuori dall’Opg 56 persone) che, bissando l'esperienza dell'anno scorso, hanno contribuito a
trasformare le Terme di San Calogero in un polo espositivo. “ Il percorso di rinascita di questo luogo
è avvenuto grazie a persone che hanno alle spalle storie di fragilità, persone scartate dalla società,
– ha dichiarato Gaetano Giunta, presidente della Fondazione Horcynus Orca, nel corso della
cerimonia di inaugurazione – pietre di scarto che sono diventate testate d'angolo per trasformare
quella che era diventata una micro discarica in un polo espositivo. Bellezza e liberazione o
camminano insieme o non esistono perché risiedono nell’intimo della nostra umanità”.
La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Info e prenotazioni al
n. 338 2317511, mail info@termesancalogerolipari.com.
Sul sito www.incontrimediterranei.it ulteriori dettagli sulla mostra e le interviste ai protagonisti.
contemporanea con la mostra “Incontri Mediterranei Nord – Ovest”. L’esposizione, organizzata
dalla Fondazione Horcynus Orca in collaborazione con la cooperativa sociale Fsc Group e la
Fundación Frax de la Comunidad Valenciana di L’Alfàs del Pi (Alicante, España), porta grandi nomi
dell'arte contemporanea europea in una delle aree meno note e più suggestive delle isole Eolie: le
Terme di San Calogero. Un sito immerso nel verde delle colline eoliane, impreziosito da un palazzo
ottocentesco con adiacente parco archeologico risalente al XV secolo a. C. ritenuto dagli archeologi
la sede del più antico edificio termale del Mediterraneo e l'unico esempio di architettura micenea
al di fuori della Grecia.
L'evento segna la seconda tappa della trasformazione in polo espositivo d’arte contemporanea per
il sito, chiuso per 30 anni e riaperto nel 2011 con l'esposizione “Incontri Mediterranei. D'acqua e di
storia” a cura della Fondazione Horcynus Orca e della cooperativa sociale Fsc Group.
“Lo scorso anno abbiamo puntato sui giovani artisti, quest'anno torniamo ai maestri. Per la prima
volta la Fondazione, che ha il Mediterraneo come vocazione, contenuto e territorio di indagine e
sperimentazione fin dal 2004, guarda alla Spagna, paese estremamente ricco sotto il profilo
dell’arte contemporanea. E lo fa – spiega la curatrice della mostra Martina Corgnati, storica
dell’arte dell’Accademia Albertina di Torino e responsabile del settore Arti Visive della Horcynus
Orca – assolvendo a un preciso dovere: far dialogare passato e presente. Le opere esposte sono
state concepite come installazioni per permettere al visitatore di rapportarsi con un sito
archeologico a lungo inaccessibile, come tanti luoghi meravigliosi che spesso giacciono dimenticati
in favore di nuovi, eccessivi musei che sottraggono risorse alla valorizzazione del nostro patrimonio
artistico”.
Il trait d’union di “Incontri Mediterranei Nord - Ovest” è il segno, che migra dalla pittura alla
scultura, dalle ricerche sul passato e il paesaggio eoliano fino alle esperienze attuali del
Mediterraneo.
L'esposizione si apre con le tele del pittore milanese Agostino Ferrari. “Da allievo di Fontana –
racconta la curatrice – dal 1963 l'artista si dedica ad esplorare i valori visivi, estetici ed emozionali
del segno, memoria della prima traccia dell'uomo, elaborata fino a trasformarla in una vera e
propria scrittura non significante”. Una grafia policroma, dinamica che emerge distintamente dalla
serie “Interno-esterno” e da “Oltre la soglia”, la tela a più mani realizzata nel febbraio scorso con
un nutrito gruppo di artisti tunisini, in occasione della performance realizzata al Musée de l’Art
Vivant di Tunisi, come atto di apertura, di amicizia e di omaggio alla libertà e
all’autodeterminazione dei popoli della Riva Sud. L'opera, presentata per la prima volta dall'artista,
è stata donata alla Fondazione Horcynus.
A seguire, la mostra dedica un omaggio ad Anselmo (nome d’arte dello scultore italiano Anselmo2
Francesconi). L'esposizione delle sue sculture ispirate a Panarea, quasi astratte, essenziali ed
affascinanti, straordinariamente originali per l’epoca e in anticipo di quasi vent’anni sulla land art e
la cultura delle “cose in sé” che avrebbe coinvolto tanti artisti dagli anni Settanta in avanti, segna
ad otto anni dalla sua morte l'abbraccio tra l'artista la terra che lo ha ispirato, il “ritorno a casa” di
opere che recuperano le suggestioni delle rocce di Panarea e la colmano di umanità traboccante.
L'esposizione volge lo sguardo a Nord – Ovest con l'installazione di Ramón de Soto Arándiga, uno
dei più importanti scultori spagnoli contemporanei, interprete sottile e profondo di quella linea
astratta che in Spagna vanta una tradizione ininterrotta in tutto il secolo. ”De Soto interpreta
l'artista come un ruolo di responsabilità sociale. Nel corso degli anni – continua Corgnati – ha
insegnato ai giovani a trovare nel metallo la sintesi tra la razionalità del segno e l'emotività
dell'artista”. A Lipari espone la serie, “Homenaje a las aguas del Leteo” (Omaggio alle acque del
Lete), un'installazione piena di uno spirito che val la pena di chiamare sacro, che combina elementi
della tradizione cristiana e della cultura greca in un'atmosfera quasi zen. Una sintesi arricchita da
ricordi tattili del paesaggio, da frammenti di memoria incastonati in dischi di bronzo disposti lungo
le pareti della stanza. L'opera è stata donata dall'artista alla Fondazione Horcynus Orca che ne
curerà l'installazione permanente.
Allievo di De Soto, Vicente Barón Linares ha sviluppato la tecnica e l’estetica dell’acciaio e del ferro
ossidato in installazioni dedicate a una riflessione sul tema del luogo, in particolare della città. A
questo filo conduttore della sua ricerca si ricollegano le opere esposte alle Terme di San Calogero,
sculture in acciaio che partono dalla progressiva opera di marginalizzazione del luogo, dai paesaggi
idealizzati di “Arcadia” per approdare a momenti di efficace sintesi plastica.
In chiusura, lo sguardo marcatamente femminile di sette lavori della serie “Da Madri a Figlie” di
Natividad Navalón. Attraverso il codice delle favole, l'artista indaga il tema, delicato e universale,
del rapporto fra madre e figlia, declinato in fotografie dotate di una profondità quasi
tridimensionale e colori brillanti.
“Incontri Mediterranei – Nord Ovest” non è solo arte, ma anche impegno sociale. Dietro
l'allestimento della mostra c'è il lavoro di dodici ex internati dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario
di Barcellona Pozzo di Gotto (beneficiari del progetto “Luce è Libertà” che ha come obiettivo
portare fuori dall’Opg 56 persone) che, bissando l'esperienza dell'anno scorso, hanno contribuito a
trasformare le Terme di San Calogero in un polo espositivo. “ Il percorso di rinascita di questo luogo
è avvenuto grazie a persone che hanno alle spalle storie di fragilità, persone scartate dalla società,
– ha dichiarato Gaetano Giunta, presidente della Fondazione Horcynus Orca, nel corso della
cerimonia di inaugurazione – pietre di scarto che sono diventate testate d'angolo per trasformare
quella che era diventata una micro discarica in un polo espositivo. Bellezza e liberazione o
camminano insieme o non esistono perché risiedono nell’intimo della nostra umanità”.
La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Info e prenotazioni al
n. 338 2317511, mail info@termesancalogerolipari.com.
Sul sito www.incontrimediterranei.it ulteriori dettagli sulla mostra e le interviste ai protagonisti.
06
maggio 2012
Incontri Mediterranei Nord – Ovest
Dal 06 maggio al 15 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
TERME DI SAN CALOGERO
Lipari, - , (Messina)
Lipari, - , (Messina)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19
Sito web
www.incontrimediterranei.it
Autore
Curatore