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Incontri ravvicinati
Il Sole Arte Contemporanea apre la stagione espositiva organizzando tutti i venerdì pomeriggio sette incontri ravvicinati tra alcuni artisti della galleria.
Comunicato stampa
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I primi tre appuntamenti della rassegna incontri ravvicinati esplorano la tematica urbana. Se gli attraversamenti pittorici di Oriana Ubaldi propongono visioni simultanee in movimento, in cui umanità si incrociano sull’asfalto di piazze e di viali descrivendo i luoghi storici ed esistenziali della nuova vita collettiva, le città di Ernesto Morales riflettono il tema dell’esilio e del distacco attraverso silenziose architetture svuotate di ogni umanità e avvolte nella nebbia.
Mosaici metropolitani contemporanei rivivono con accenti diversi nelle opere di Riccardo Pocci e Gian Paolo Rabito. Il Primo riscrive lo spazio urbano per estendere la percezione del nostro sguardo su frazioni di palazzi scomposti e ricostruiti in un reticolo dove ogni elemento è un segno distintivo trattato autonomamente. Il secondo isola frammenti urbani e porzioni di interni, restituiti con esattezza fotografica, per riscoprire una nuova idea di spazio sospeso e metafisico in cui l’acquisizione del dato reale è infine trascesa.
Le città di Biagio Castilletti, rappresentate con la nitidezza di una fotografia ritoccata o di una incisione, ad una visione più ravvicinata mostrano ampie campiture di grigio su cui l’artista scrive con un sottile pennello intinto nel bianco file di parole illeggibili per restituire particolari architettonici, strade e palazzi. Le opere di Andrea Marcoccia raccontano fermenti e pulsioni, luci e colori di molteplici realtà urbane italiane. L’eredità del vedutismo si combina al linguaggio fotografico e cinematografico, dando vita a scorci e prospettive vertiginose.
I lavori di Luca Bellandi ed Emanuela Lena, così distanti sul piano formale, rivelano indecifrabili affinità, tese a far emergere dalla memoria del quotidiano, in cui si disperdono i simulacri della nostra esistenza, segnali che attengono al non visibile. Con stile gocciolante Bellandi traccia sulla tela frammenti irripetibili, impressioni sensibili che aprono varchi verso mondi lontani e fluttuanti. Le opere bianche di E. Lena, attraverso il gesto archetipico dell’annodare e del torcere lenzuola, danno voce a memorie sedimentate nell’ inconscio collettivo, costituendo lo svelamento e il nascondimento di un pensiero sul mondo che l’artista vuole condividere.
Alessia Nardi desume dal repertorio visivo anni sessanta le immagini-oggetto al centro della sua ricerca. L’artista gioca con il collage con umorismo e irriverenza, creando bizzarri accostamenti tra immagini e parole. Una passione per la carta stampata, da cui seleziona e ritaglia gli sfondi-collage su cui dipinge tutto il bagaglio stilistico ereditato dalla Pop Art. Stefano Pilato gioca con i materiali extra artistici, setaccia e recupera oggetti di scarto - resti di motore, forchette, tubi, lamiere, antenne - con cui inventa universi fantastici popolati da pesci colorati sbilenchi, cervi strabici e pachidermi curiosi.
Silvio Costabile e Alessandro Reggioli esporranno in galleria opere su carta. I quadri marini del primo, dipinti ad acquarello con pennellate fluide e leggere, rappresentano luoghi ideali in cui perdersi, immersi nella quiete di orizzonti azzurri o persi nelle acque agitate di un mare in burrasca. Nei lavori di Alessandro Reggioli, il sapore informale del gesto pittorico con i suoi non finiti e le sue colature, supera la visione mimetica della realtà per entrare nel territorio dell’immaginazione da cui paesaggi e architetture affiorano come vicende remote e perse nel tempo.
L’opera di Antonio Iemmolo è contrassegnata dall’attenzione verso i materiali e la tecnica: la fisicità potente del ferro e l’ancestrale purezza della sabbia dialogano con la pittura. La lastra di ferro trattato e arrugginito diventa il supporto fisico su cui l’artista interviene per dare voce al suo immaginario figurativo di rovine industriali, vecchie stazioni ferroviarie, relitti navali. Anche Lorenzo Nardelli propone una pittura materica dove il medium tradizionale si arricchisce di garze, carta, bitume, cenere, che apre su orizzonti immaginari in cui il mondo naturale viene condensato e trasceso.
Mosaici metropolitani contemporanei rivivono con accenti diversi nelle opere di Riccardo Pocci e Gian Paolo Rabito. Il Primo riscrive lo spazio urbano per estendere la percezione del nostro sguardo su frazioni di palazzi scomposti e ricostruiti in un reticolo dove ogni elemento è un segno distintivo trattato autonomamente. Il secondo isola frammenti urbani e porzioni di interni, restituiti con esattezza fotografica, per riscoprire una nuova idea di spazio sospeso e metafisico in cui l’acquisizione del dato reale è infine trascesa.
Le città di Biagio Castilletti, rappresentate con la nitidezza di una fotografia ritoccata o di una incisione, ad una visione più ravvicinata mostrano ampie campiture di grigio su cui l’artista scrive con un sottile pennello intinto nel bianco file di parole illeggibili per restituire particolari architettonici, strade e palazzi. Le opere di Andrea Marcoccia raccontano fermenti e pulsioni, luci e colori di molteplici realtà urbane italiane. L’eredità del vedutismo si combina al linguaggio fotografico e cinematografico, dando vita a scorci e prospettive vertiginose.
I lavori di Luca Bellandi ed Emanuela Lena, così distanti sul piano formale, rivelano indecifrabili affinità, tese a far emergere dalla memoria del quotidiano, in cui si disperdono i simulacri della nostra esistenza, segnali che attengono al non visibile. Con stile gocciolante Bellandi traccia sulla tela frammenti irripetibili, impressioni sensibili che aprono varchi verso mondi lontani e fluttuanti. Le opere bianche di E. Lena, attraverso il gesto archetipico dell’annodare e del torcere lenzuola, danno voce a memorie sedimentate nell’ inconscio collettivo, costituendo lo svelamento e il nascondimento di un pensiero sul mondo che l’artista vuole condividere.
Alessia Nardi desume dal repertorio visivo anni sessanta le immagini-oggetto al centro della sua ricerca. L’artista gioca con il collage con umorismo e irriverenza, creando bizzarri accostamenti tra immagini e parole. Una passione per la carta stampata, da cui seleziona e ritaglia gli sfondi-collage su cui dipinge tutto il bagaglio stilistico ereditato dalla Pop Art. Stefano Pilato gioca con i materiali extra artistici, setaccia e recupera oggetti di scarto - resti di motore, forchette, tubi, lamiere, antenne - con cui inventa universi fantastici popolati da pesci colorati sbilenchi, cervi strabici e pachidermi curiosi.
Silvio Costabile e Alessandro Reggioli esporranno in galleria opere su carta. I quadri marini del primo, dipinti ad acquarello con pennellate fluide e leggere, rappresentano luoghi ideali in cui perdersi, immersi nella quiete di orizzonti azzurri o persi nelle acque agitate di un mare in burrasca. Nei lavori di Alessandro Reggioli, il sapore informale del gesto pittorico con i suoi non finiti e le sue colature, supera la visione mimetica della realtà per entrare nel territorio dell’immaginazione da cui paesaggi e architetture affiorano come vicende remote e perse nel tempo.
L’opera di Antonio Iemmolo è contrassegnata dall’attenzione verso i materiali e la tecnica: la fisicità potente del ferro e l’ancestrale purezza della sabbia dialogano con la pittura. La lastra di ferro trattato e arrugginito diventa il supporto fisico su cui l’artista interviene per dare voce al suo immaginario figurativo di rovine industriali, vecchie stazioni ferroviarie, relitti navali. Anche Lorenzo Nardelli propone una pittura materica dove il medium tradizionale si arricchisce di garze, carta, bitume, cenere, che apre su orizzonti immaginari in cui il mondo naturale viene condensato e trasceso.
11
settembre 2009
Incontri ravvicinati
Dall'undici settembre al 30 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL SOLE
Roma, Via Nomentana, 125, (Roma)
Roma, Via Nomentana, 125, (Roma)
Orario di apertura
venerdì ore 15:30/19:30
sabato 10/14 - 15:30/19:30
Vernissage
11 Settembre 2009, ore 17:30
Autore