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Incursioni Quotidiane
Dal disegno, alla tela, all’arte applicata: la mostra presenta i lavori di cinque giovani artisti, creando un percorso artistico-progettuale di grande impatto, una vera incursione nell’esecuzione dell’opera, dal suo studio iniziale alla sua completa realizzazione.
Comunicato stampa
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Volenti o nolenti le immagini e la cultura di oggi ci contaminano, e contaminano gli artisti che a loro volta creano opere che riattivano questo circuito comunicativo. L’artista può fare arte nel senso tradizionale del termine, ma anche generare forme d’arte applicata. Spesso sceglie forme artistiche strettamente congiunte all’ambiente quotidiano (murales, installazioni ambientali,…) fino ad arrivare a produrre, o spesso auto-produrre, oggetti utilizzabili nella vita di tutti i giorni. Se la cultura si muove trasversalmente in tutti i settori l’obiettivo di qualsiasi creatività diventa necessariamente quello di capire queste traiettorie, farle proprie ed ricomprenderle al suo interno.
“Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo” (Alessandro Baricco, “I Barbari. Saggio sulla mutazione”)
Andrea Guerzoni (Torino, 1969) coltiva l’arte dell’aforisma per consegnare in pochi istanti un frammento dell’esistenza. Gli aforismi, scritti e disegnati con brevitas e concinnitas di spirito latino, sono raccolti nei suoi “Librini”, comodi contenitori portatili d’immagini e di pensieri. Le tele di piccole e medie dimensioni, i disegni e le brevi sentenze dell’artista torinese propongono con ironia e ambigua leggerezza contenuti nient’affatto frivoli: sospesi tra riso e pianto, servono a trasmettere e condividere gli aspetti meno piacevoli della vita ed il disagio degli individui, soprattutto dei più fragili.
108 (Alessandria, 1978), apprezza l’uso di diversi media e considera la multidisciplinarietà un valore. Artigianato popolare, il design del Bauhaus, grafica underground punk e paesaggi urbani abbandonati contribuiscono ad alimentare la sua carica creativa. Può capitare di trovare la sua arte applicata anche a muri, pali della luce, tombini: si tratta solo di una proposta per lo spettatore, che può scegliere se soffermarsi sulle immagini e farsi soggiogare dal loro effetto di fascinazione. Prevalentemente, però, i suoi lavori sono tele e disegni. In mostra ci presenta alcuni grandi acrilici su sfondo a tecnica mista e delle chine su carta in cui l’alternanza tra nero e chiaro degli sfondi ed il gioco di vuoti e pieni, di forme semplici eppure complesse, volutamente ambigue nella loro decifrazione, ci proiettano in una dimensione enigmatica e tridimensionale.
Elena Rapa (Fano, 1978), vive a Milano. Lei stessa accetta di buon grado la definizione di artista eclettica. Le sue creature e le sue ambientazioni frutto di una fantasia infantile, pervadono indistintamente le tele e i più disparati oggetti e supporti, dalla carta agli oggetti riciclati. Sperimentazione per lei è sinonimo di crescita artistica contro la stasi generata dalla velocità produttiva e dalla banale ripetizione di una cifra stilistica sempre riconoscibile. Anche in fase di realizzazione Elena ama lasciarsi aperte più strade, fino all’ultimo: davanti alle sue fonti d’ispirazione (libri, giochi, oggetti) prepara un bozzetto, solo a quel punti decide la tecnica da utilizzare, scegliendo olii o acrilici anche in base all’atmosfera ricercata, ed infine torna sul lavoro ultimato anche a distanza di mesi.
Etnik (Stoccolma, 1972), ha lasciato traccia dei sui 'lettering' e 'prospettive-scenografiche' in molti spazi urbani sia in citta' italiane che europee. Nel suo fare artistico contaminazioni extra-pittoriche (design, illustrazione) si affiancano ad un bagaglio professionale variegato (moda, restauro e scenografia), da tutto ciò scaturiscono con esiti stimolanti tele (in mostra un acrilico su legno), serie di disegni (acquerelli e penna bic), ma anche sculture, puppets-toys (in resina e vernice) e street wear (con pezzi unici realizzati artigianalmente nel suo Bunker di Firenze). L’adozione di nuovi mezzi e canali, nel fare e distribuire arte, sono vissuti come “sintomo di creatività e attenzione al mondo”. Le sue opere d’arte conservano una certa ambiguità, tra divertimento puro e sottile denuncia di relazioni conflittuali intrattenute con oggetti e ambienti esterni.
Oscar Colombo (Cagliari, 1978), da tempo vive a Genova, ma ha in programma di trasferirsi a Berlino. Anche per lui arte e vita sono indissociabili, per cui il mondo della street art, la musica, i tatuaggi, lo skateboard, sono tutte esperienze che hanno plasmato il suo immaginario una volta allontanato dal writing e approdato al suo mondo di personaggi inventati. Con pochi, ma incisivi, tratti queste creazioni appaiono in bilico tra disegni giovanili e illustrazioni per fumetti o cartoni. Nelle tele Oscar impiega spesso colori brillanti e smalti, per questa mostra, però, la sua attenzione è incentrata sui disegni realizzati a penna, matita e flatting su carta, pensati come schizzi, ispirazioni improvvise frutto di un’arte veramente immediata.
(Elisa Scuto)
“Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo” (Alessandro Baricco, “I Barbari. Saggio sulla mutazione”)
Andrea Guerzoni (Torino, 1969) coltiva l’arte dell’aforisma per consegnare in pochi istanti un frammento dell’esistenza. Gli aforismi, scritti e disegnati con brevitas e concinnitas di spirito latino, sono raccolti nei suoi “Librini”, comodi contenitori portatili d’immagini e di pensieri. Le tele di piccole e medie dimensioni, i disegni e le brevi sentenze dell’artista torinese propongono con ironia e ambigua leggerezza contenuti nient’affatto frivoli: sospesi tra riso e pianto, servono a trasmettere e condividere gli aspetti meno piacevoli della vita ed il disagio degli individui, soprattutto dei più fragili.
108 (Alessandria, 1978), apprezza l’uso di diversi media e considera la multidisciplinarietà un valore. Artigianato popolare, il design del Bauhaus, grafica underground punk e paesaggi urbani abbandonati contribuiscono ad alimentare la sua carica creativa. Può capitare di trovare la sua arte applicata anche a muri, pali della luce, tombini: si tratta solo di una proposta per lo spettatore, che può scegliere se soffermarsi sulle immagini e farsi soggiogare dal loro effetto di fascinazione. Prevalentemente, però, i suoi lavori sono tele e disegni. In mostra ci presenta alcuni grandi acrilici su sfondo a tecnica mista e delle chine su carta in cui l’alternanza tra nero e chiaro degli sfondi ed il gioco di vuoti e pieni, di forme semplici eppure complesse, volutamente ambigue nella loro decifrazione, ci proiettano in una dimensione enigmatica e tridimensionale.
Elena Rapa (Fano, 1978), vive a Milano. Lei stessa accetta di buon grado la definizione di artista eclettica. Le sue creature e le sue ambientazioni frutto di una fantasia infantile, pervadono indistintamente le tele e i più disparati oggetti e supporti, dalla carta agli oggetti riciclati. Sperimentazione per lei è sinonimo di crescita artistica contro la stasi generata dalla velocità produttiva e dalla banale ripetizione di una cifra stilistica sempre riconoscibile. Anche in fase di realizzazione Elena ama lasciarsi aperte più strade, fino all’ultimo: davanti alle sue fonti d’ispirazione (libri, giochi, oggetti) prepara un bozzetto, solo a quel punti decide la tecnica da utilizzare, scegliendo olii o acrilici anche in base all’atmosfera ricercata, ed infine torna sul lavoro ultimato anche a distanza di mesi.
Etnik (Stoccolma, 1972), ha lasciato traccia dei sui 'lettering' e 'prospettive-scenografiche' in molti spazi urbani sia in citta' italiane che europee. Nel suo fare artistico contaminazioni extra-pittoriche (design, illustrazione) si affiancano ad un bagaglio professionale variegato (moda, restauro e scenografia), da tutto ciò scaturiscono con esiti stimolanti tele (in mostra un acrilico su legno), serie di disegni (acquerelli e penna bic), ma anche sculture, puppets-toys (in resina e vernice) e street wear (con pezzi unici realizzati artigianalmente nel suo Bunker di Firenze). L’adozione di nuovi mezzi e canali, nel fare e distribuire arte, sono vissuti come “sintomo di creatività e attenzione al mondo”. Le sue opere d’arte conservano una certa ambiguità, tra divertimento puro e sottile denuncia di relazioni conflittuali intrattenute con oggetti e ambienti esterni.
Oscar Colombo (Cagliari, 1978), da tempo vive a Genova, ma ha in programma di trasferirsi a Berlino. Anche per lui arte e vita sono indissociabili, per cui il mondo della street art, la musica, i tatuaggi, lo skateboard, sono tutte esperienze che hanno plasmato il suo immaginario una volta allontanato dal writing e approdato al suo mondo di personaggi inventati. Con pochi, ma incisivi, tratti queste creazioni appaiono in bilico tra disegni giovanili e illustrazioni per fumetti o cartoni. Nelle tele Oscar impiega spesso colori brillanti e smalti, per questa mostra, però, la sua attenzione è incentrata sui disegni realizzati a penna, matita e flatting su carta, pensati come schizzi, ispirazioni improvvise frutto di un’arte veramente immediata.
(Elisa Scuto)
12
dicembre 2009
Incursioni Quotidiane
Dal 12 dicembre 2009 al 06 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
OPENLAB IN COMPAGNIA UNICA
Genova, Vico San Vincenzo, 102/104 r, (Genova)
Genova, Vico San Vincenzo, 102/104 r, (Genova)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato ore 15.30 - 19.30
Vernissage
12 Dicembre 2009, ore 18.00
Autore
Curatore