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India. I volti del sacro
Il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ ha recentemente ricevuto in donazione dall’architetto Giacomo Mutti (marzo 2008) una pregevole collezione di 506 opere di arte indiana, comprendenti bronzi, oggetti in metallo, miniature, disegni e pagine di manoscritti illustrati.
Comunicato stampa
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Il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ ha recentemente ricevuto in donazione
dall’architetto Giacomo Mutti (marzo 2008) una pregevole collezione di 506 opere di arte indiana,
comprendenti bronzi, oggetti in metallo, miniature, disegni e pagine di manoscritti illustrati. La
straordinaria ricchezza e varietà di tematiche, di soggetti iconografici e di scuole rappresentate
fanno della collezione Mutti una sorta di ‘compendio’ dell’arte metallurgica e pittorica indiana tra
il XV e il XX secolo.
La collezione può essere suddivisa in tre nuclei tematici: una sezione dedicata all’arte popolare,
talora più specificatamente tribale, in particolar modo bronzi, ma anche dipinti che interpretano i
soggetti classici della tradizione hindu e rivisitano i miti raccontati nell’epica e nei Purana; un
secondo nucleo di opere pittoriche - per lo più miniature di ambito aulico -, che raffigurano scene
di carattere religioso o secolare, o rari disegni preparatori di grande raffinatezza esecutiva; infine
una importante raccolta di arte jaina comprendente pagine di manoscritti di carattere agiografico
narranti le vite dei tirthankara (i costruttori del guado) e di rare opere di carattere astrologico e
cosmologico.
Una buona parte della Collezione ha come sfondo il tema religioso: la maggior parte delle opere
raffigura, infatti, le divinità del pantheon hindu, divinità locali a queste assimilate, i loro miti, i vari
episodi narrati nell’epica, e comprende testi di carattere agiografico, cosmologico, talora connessi
alla pratica ascetica. È così nata l’idea di una mostra: ‘India, i volti del sacro’, che esplori la
visione del trascendente nel subcontinente indiano anche nei suoi aspetti meno conosciuti,
approfondendo i fenomeni di interdipendenza tra la concezione religiosa del tempio e della corte e
quella della tradizione autoctona sopravissuta nei piccoli centri, una relazione vitale che è alla base
della evoluzione della civiltà e della cultura indiana. A tal fine, nell’ambito dell’esposizione
appaiono presentate fianco a fianco, in un controcanto continuo, opere della tradizione artistica
classica - già nucleo della raccolta di arte indiana conservata presso il Museo - e quelle della
collezione Mutti giunte ad integrare questo fondo originario, di periodo più recente e talora di
sapore più specificatamente popolare, nel tentativo di evidenziare gli elementi di continuità e quelli
di cambiamento e di rottura tra opere di provenienza ‘colta’ ed oggetti della produzione folk, tra
l’esperienza estetica ‘classica’ e quella delle piccole tradizioni locali, tra l’arte del tempio e quella
del villaggio.
La mostra, articolata in tre sezioni, vede nella prima la ricostruzione evocativa di un percorso
templare, dedicato alla religiosità hindu e alle sue principali divinità (Shiva, Vishnu e la Devi), ai
fenomeni dell’ascesi e del tantra e alla rivisitazione che questo pensiero religioso riceve nell’ambito
dell’arte popolare; alcuni di questi temi, in particolar modo quelli legati alle divinità del pantheon
shivaita e alla religiosità della Madre, sono ripresi nella seconda sezione dedicata all’arte del
villaggio, ove sono esposte anche opere più specificatamente tribali; la terza sezione della mostra è
stata infine dedicata alla raccolta di arte jaina della collezione Mutti. Anche in questo caso, opere di
provenienza ‘colta’, come i fogli manoscritti dal Kalpasutra ed espressivi dipinti di gusto più
immediato sono esposti gli uni accanto agli altri a dimostrare la complessità e la vivacità della
cultura indiana.
Durante il periodo dell’esposizione saranno organizzati incontri e performances dedicati alla civiltà e
alla cultura indiana, il cui calendario sarà diffuso a mezzo stampa e sul sito web del Museo
(www.museorientale.beniculturali.it).
dall’architetto Giacomo Mutti (marzo 2008) una pregevole collezione di 506 opere di arte indiana,
comprendenti bronzi, oggetti in metallo, miniature, disegni e pagine di manoscritti illustrati. La
straordinaria ricchezza e varietà di tematiche, di soggetti iconografici e di scuole rappresentate
fanno della collezione Mutti una sorta di ‘compendio’ dell’arte metallurgica e pittorica indiana tra
il XV e il XX secolo.
La collezione può essere suddivisa in tre nuclei tematici: una sezione dedicata all’arte popolare,
talora più specificatamente tribale, in particolar modo bronzi, ma anche dipinti che interpretano i
soggetti classici della tradizione hindu e rivisitano i miti raccontati nell’epica e nei Purana; un
secondo nucleo di opere pittoriche - per lo più miniature di ambito aulico -, che raffigurano scene
di carattere religioso o secolare, o rari disegni preparatori di grande raffinatezza esecutiva; infine
una importante raccolta di arte jaina comprendente pagine di manoscritti di carattere agiografico
narranti le vite dei tirthankara (i costruttori del guado) e di rare opere di carattere astrologico e
cosmologico.
Una buona parte della Collezione ha come sfondo il tema religioso: la maggior parte delle opere
raffigura, infatti, le divinità del pantheon hindu, divinità locali a queste assimilate, i loro miti, i vari
episodi narrati nell’epica, e comprende testi di carattere agiografico, cosmologico, talora connessi
alla pratica ascetica. È così nata l’idea di una mostra: ‘India, i volti del sacro’, che esplori la
visione del trascendente nel subcontinente indiano anche nei suoi aspetti meno conosciuti,
approfondendo i fenomeni di interdipendenza tra la concezione religiosa del tempio e della corte e
quella della tradizione autoctona sopravissuta nei piccoli centri, una relazione vitale che è alla base
della evoluzione della civiltà e della cultura indiana. A tal fine, nell’ambito dell’esposizione
appaiono presentate fianco a fianco, in un controcanto continuo, opere della tradizione artistica
classica - già nucleo della raccolta di arte indiana conservata presso il Museo - e quelle della
collezione Mutti giunte ad integrare questo fondo originario, di periodo più recente e talora di
sapore più specificatamente popolare, nel tentativo di evidenziare gli elementi di continuità e quelli
di cambiamento e di rottura tra opere di provenienza ‘colta’ ed oggetti della produzione folk, tra
l’esperienza estetica ‘classica’ e quella delle piccole tradizioni locali, tra l’arte del tempio e quella
del villaggio.
La mostra, articolata in tre sezioni, vede nella prima la ricostruzione evocativa di un percorso
templare, dedicato alla religiosità hindu e alle sue principali divinità (Shiva, Vishnu e la Devi), ai
fenomeni dell’ascesi e del tantra e alla rivisitazione che questo pensiero religioso riceve nell’ambito
dell’arte popolare; alcuni di questi temi, in particolar modo quelli legati alle divinità del pantheon
shivaita e alla religiosità della Madre, sono ripresi nella seconda sezione dedicata all’arte del
villaggio, ove sono esposte anche opere più specificatamente tribali; la terza sezione della mostra è
stata infine dedicata alla raccolta di arte jaina della collezione Mutti. Anche in questo caso, opere di
provenienza ‘colta’, come i fogli manoscritti dal Kalpasutra ed espressivi dipinti di gusto più
immediato sono esposti gli uni accanto agli altri a dimostrare la complessità e la vivacità della
cultura indiana.
Durante il periodo dell’esposizione saranno organizzati incontri e performances dedicati alla civiltà e
alla cultura indiana, il cui calendario sarà diffuso a mezzo stampa e sul sito web del Museo
(www.museorientale.beniculturali.it).
08
giugno 2010
India. I volti del sacro
Dall'otto giugno 2010 al 09 gennaio 2011
arte etnica
Location
MUSEO NAZIONALE D’ARTE ORIENTALE GIUSEPPE TUCCI – PALAZZO BRANCACCIO
Roma, Via Merulana, 248, (Roma)
Roma, Via Merulana, 248, (Roma)
Biglietti
intero € 6.00; ridotto € 3.00
Orario di apertura
Mar. Mer. Ven. 9.00 - 14.00 / Giov. Sab. Dom. e festivi 9.00 - 19.30 / Lun. chiuso
Vernissage
8 Giugno 2010, ore 17
Editore
ARTEMIDE
Curatore