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Indifferente
Andrea Aquilanti, Andrea Fogli , Michaela M. Langenstein, Marina Paris, quattro artisti, quattro differenti mezzi espressivi, quattro sguardi “indifferenti” su un vissuto comune, che presentano in questa occasione dei nuovi lavori
Comunicato stampa
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Andrea Aquilanti, Andrea Fogli , Michaela M. Langenstein, Marina Paris, quattro artisti, quattro differenti mezzi espressivi, quattro sguardi “indifferenti” su un vissuto comune, che presentano in questa occasione dei nuovi lavori.
L’indifferenza, non guarda il mondo, anche quando lo vede. Semmai lo rispecchia o lo riproduce fedelmente, senza sentire l’esigenza di intervenirvi con il pensiero o con il corpo.
Il suo sguardo è assente, distratto. L’indifferenza fa parte del mondo.
Tutti noi siamo indifferenti a qualcosa in un certo momento e , forse, in qualche momento a tutto, o in tutti i momenti a qualcosa. Ma non si può essere indifferenti a tutto in tutti i momenti, poiché al di qua e al di là del confine che separa la natura dalla cultura, indifferentemente, non è possibile vivere l’indifferenza assoluta; ma è possibile aspirarvi, immaginarla e viverla nella massima intensità, per qualche istante.
Un’arte che vive e si nutre in se stessa, indifferente a tutto ciò che intorno ad essa si muove nel ritmico e continuo scorgere del tempo; un’arte che è oggi più che mai indifferente alle cose del mondo.
Gli artisti presentano qui, lavori che trovano in se stessi la propria ragion d’essere. E’ questo il tratto comune che lega i lavori dei singoli artisti, quasi a rompere quella tradizione che vede l’arte “prima” e più autorevole portavoce dei mutamenti storici e sociali.
Andrea Aquilanti, già da diversi anni ha intrapreso una rigorosa linea di ricerca che intreccia, l’abilità manuale della pittura con le infinite applicazioni dei media tecnologici. Qui presenta una video-installazione di un’immagine tridimensionale che, proiettata su un angolo della parete, è ridisegnata dall’artista tramite una stesura pittorica cromatica ed un disegno che continua oltre la video- proiezione. Nella parete opposta, dove è situato il disegno originale, l’artista attraverso un video proiettore ripropone la stessa immagine sottraendola al suo cromatismo, per lasciare al bianco ed alle ombre della proiezione gli unici elementi visibili. Il lavoro che Aquilanti presenta, implica ancora una volta un coinvolgimento totale dello spettatore, creando un’interazione con l’opera attraverso la sua ombra.
Andrea Fogli presenta una scultura in gesso in cui si evidenzia la sua costante ricerca di una fedeltà ad un’arte intesa non come registrazione della realtà o mero procedimento concettuale, ma come atto di visione, proiezione di un luogo metafisico, psichico ed immaginale.
In quest’opera emerge la visione di un luogo disabitato dalla presenza umana; una sorta di organismo-isola che invita lo spettatore a girargli intorno per cogliere il metafisico susseguirsi degli orizzonti e dei paesaggi. E’ una natura polimorfa, una sorta di essere ibrido, ove la materia è viva.
L’informe che diviene forma. L’isola non poggia solidamente su se stessa, ma è un essere sospeso dove si ricrea una distanza da ciò che è reale e da ciò che non lo è; c’è l’idea onirica del guardare oltre. L’arte vuole rispecchiare il mondo, Andrea Fogli segue invece una strada visionaria, romantica.
Michaela M. Langenstein , attraverso un originale utilizzo del mezzo fotografico,affronta un itinerario che percorre, in direzioni alterne immagini realistiche a immagini astratte, fino a mettere in discussione il significato stesso di questa dicotomia. Lavori di formati differenti, immagini “indifferenti” una all’altra che pur convivono in maniera autonoma trovando un giusto equilibrio. La sperimentazione del suo lavoro arriva a spaziare nel vasto universo cosmico riproponendo una visione trasfigurata della realtà.
Marina Paris continua a portare avanti da due anni, un lavoro di ricerca improntato sull’analisi di luoghi transitori, sale d’attesa, periferie suburbane, bagni di scuole,di caserme, di treni, di tutti quei luoghi non luoghi dove la moltitudine degli esseri che vi circolano ,sono indifferenti a quanto accade intorno.
Sono luoghi legati ad una realtà comune; tutto è vuoto, silenzioso ed impersonale. Manca ogni elemento significativo degno di una nota interessante, emozionante o che sia in grado di attirare l’attenzione. Sono immagini in cui si percepiscono solo allusioni a vari avvenimenti possibili, ad attività immaginabili, ad azioni logicamente previste, ma senza manifestazioni visive. L’indifferenza che si stacca dai contenuti fa si che l’artista riesce realisticamente a descrivere il luogo. Da questa oggettività fredda, quasi documentaria, emerge anche una certa ironia, celata dietro ai fatti reali. L’artista partendo da uno studio reale dei luoghi con l’utilizzo del mezzo fotografico, arriva poi tramite la manipolazione di queste immagini, ad un commento emotivo con una capacità di farsi partecipe alle varie situazioni della realtà attraverso questi disegni a china. Il tratto fragile delle linee sottili indica proprio una smaterializzazione dell’oggetto, del luogo d’origine, continuando ad esistere solo idealmente. Queste immagini mostrano frammenti di una banale routine, di quelle nostre intime situazioni, di quei luoghi proibiti.
Maurizio Faraoni
L’indifferenza, non guarda il mondo, anche quando lo vede. Semmai lo rispecchia o lo riproduce fedelmente, senza sentire l’esigenza di intervenirvi con il pensiero o con il corpo.
Il suo sguardo è assente, distratto. L’indifferenza fa parte del mondo.
Tutti noi siamo indifferenti a qualcosa in un certo momento e , forse, in qualche momento a tutto, o in tutti i momenti a qualcosa. Ma non si può essere indifferenti a tutto in tutti i momenti, poiché al di qua e al di là del confine che separa la natura dalla cultura, indifferentemente, non è possibile vivere l’indifferenza assoluta; ma è possibile aspirarvi, immaginarla e viverla nella massima intensità, per qualche istante.
Un’arte che vive e si nutre in se stessa, indifferente a tutto ciò che intorno ad essa si muove nel ritmico e continuo scorgere del tempo; un’arte che è oggi più che mai indifferente alle cose del mondo.
Gli artisti presentano qui, lavori che trovano in se stessi la propria ragion d’essere. E’ questo il tratto comune che lega i lavori dei singoli artisti, quasi a rompere quella tradizione che vede l’arte “prima” e più autorevole portavoce dei mutamenti storici e sociali.
Andrea Aquilanti, già da diversi anni ha intrapreso una rigorosa linea di ricerca che intreccia, l’abilità manuale della pittura con le infinite applicazioni dei media tecnologici. Qui presenta una video-installazione di un’immagine tridimensionale che, proiettata su un angolo della parete, è ridisegnata dall’artista tramite una stesura pittorica cromatica ed un disegno che continua oltre la video- proiezione. Nella parete opposta, dove è situato il disegno originale, l’artista attraverso un video proiettore ripropone la stessa immagine sottraendola al suo cromatismo, per lasciare al bianco ed alle ombre della proiezione gli unici elementi visibili. Il lavoro che Aquilanti presenta, implica ancora una volta un coinvolgimento totale dello spettatore, creando un’interazione con l’opera attraverso la sua ombra.
Andrea Fogli presenta una scultura in gesso in cui si evidenzia la sua costante ricerca di una fedeltà ad un’arte intesa non come registrazione della realtà o mero procedimento concettuale, ma come atto di visione, proiezione di un luogo metafisico, psichico ed immaginale.
In quest’opera emerge la visione di un luogo disabitato dalla presenza umana; una sorta di organismo-isola che invita lo spettatore a girargli intorno per cogliere il metafisico susseguirsi degli orizzonti e dei paesaggi. E’ una natura polimorfa, una sorta di essere ibrido, ove la materia è viva.
L’informe che diviene forma. L’isola non poggia solidamente su se stessa, ma è un essere sospeso dove si ricrea una distanza da ciò che è reale e da ciò che non lo è; c’è l’idea onirica del guardare oltre. L’arte vuole rispecchiare il mondo, Andrea Fogli segue invece una strada visionaria, romantica.
Michaela M. Langenstein , attraverso un originale utilizzo del mezzo fotografico,affronta un itinerario che percorre, in direzioni alterne immagini realistiche a immagini astratte, fino a mettere in discussione il significato stesso di questa dicotomia. Lavori di formati differenti, immagini “indifferenti” una all’altra che pur convivono in maniera autonoma trovando un giusto equilibrio. La sperimentazione del suo lavoro arriva a spaziare nel vasto universo cosmico riproponendo una visione trasfigurata della realtà.
Marina Paris continua a portare avanti da due anni, un lavoro di ricerca improntato sull’analisi di luoghi transitori, sale d’attesa, periferie suburbane, bagni di scuole,di caserme, di treni, di tutti quei luoghi non luoghi dove la moltitudine degli esseri che vi circolano ,sono indifferenti a quanto accade intorno.
Sono luoghi legati ad una realtà comune; tutto è vuoto, silenzioso ed impersonale. Manca ogni elemento significativo degno di una nota interessante, emozionante o che sia in grado di attirare l’attenzione. Sono immagini in cui si percepiscono solo allusioni a vari avvenimenti possibili, ad attività immaginabili, ad azioni logicamente previste, ma senza manifestazioni visive. L’indifferenza che si stacca dai contenuti fa si che l’artista riesce realisticamente a descrivere il luogo. Da questa oggettività fredda, quasi documentaria, emerge anche una certa ironia, celata dietro ai fatti reali. L’artista partendo da uno studio reale dei luoghi con l’utilizzo del mezzo fotografico, arriva poi tramite la manipolazione di queste immagini, ad un commento emotivo con una capacità di farsi partecipe alle varie situazioni della realtà attraverso questi disegni a china. Il tratto fragile delle linee sottili indica proprio una smaterializzazione dell’oggetto, del luogo d’origine, continuando ad esistere solo idealmente. Queste immagini mostrano frammenti di una banale routine, di quelle nostre intime situazioni, di quei luoghi proibiti.
Maurizio Faraoni
16
marzo 2007
Indifferente
Dal 16 marzo al 18 maggio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA UGO FERRANTI
Roma, Via Dei Soldati, 25a, (Roma)
Roma, Via Dei Soldati, 25a, (Roma)
Orario di apertura
11-13 e 16-20, sabato e festivi chiuso
Vernissage
16 Marzo 2007, ore 18
Autore
Curatore