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Infinitamente vita: quattroartistialcastello
collettiva
Comunicato stampa
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La creatività è la base centrale dell’esistenza di tutti gli uomini anche il primo respiro
del bambino è un atto creativo, il bambino crea la possibilità di essere nel mondo,
quindi crea il mondo. Winnicott, psicoanalista inglese, scrive che la creatività è
costituita dalla “maniera che ha l’individuo di incontrarsi con la realtà esterna”: essa
“è universale, appartiene al fatto di essere vivi” La creatività non può essere mai del
tutto annullata, anche nei casi più estremi di false personalità, tuttavia può restare
nascosta e questo viene a determinare la differenza tra il “vivere creativamente e il
semplice vivere”, l’esperienza culturale comincia con il vivere in modo creativo, ciò
che in primo luogo si manifesta nel gioco”.
Il processo creativo è un momento d’integrazione che, in molte occasioni, è vissuto
come un’esperienza d’unità; gli artisti sono coloro che, per primi, hanno riportato
questo tipo d’esperienze, ma esse appartengono a tutti gli esseri umani. Sono
momenti in cui il pensiero, l’azione e la coscienza di esistere confluiscono in un
unico flusso. Ci sono, nel creare, occasioni magiche nelle quali l’essere non è diverso
del fare o, in altre parole, il fare è esteriorizzazione dell’essere. Tutti conosciamo
la profonda concentrazione del bambino che gioca con i mattoncini di legno; i suoi
gesti fluiscono con sicurezza e armonicamente, la scelta e la collocazione dei pezzi è
fatta con estrema cura e attenzione ed egli sembra sordo ad altri richiami dell’esterno.
Osservandolo si ha l’impressione che egli sia in uno spazio tutto suo e in verità si
tratta di un luogo particolare, dove il mondo interno s’interseca con lui.
La creatività artistica illumina e percorre gli spazi della vita in maniera infinita, dai
primi graffiti alle moderne installazioni o performance gli artisti hanno dato corpo a
una continua esigenza dell’animo umano: tollerare l’angoscia della perdita, del tempo
che inevitabilmente si consuma, della certezza della morte attraverso la creatività e la
genesi continua. Tutto questo movimento ha permesso al genere umano di progredire,
infatti, le scoperte scientifiche, che siano esse mediche o di altro genere, nascono da
un momento di profonda creatività.
La creatività non si sviluppa dal bisogno di ricreare l’oggetto perduto, spesso consiste
nel creare qualcosa di nuovo nel mondo che già esisteva ma che non aveva ancora
un nome. In qualche maniera ogni artista nella sua ricerca infinitamente illumina,
da forma ad altri aspetti del mondo che non conoscevamo: “Un nuovo pezzetto di
mondo esterno, - Scrive la psicoanalista Marion Milner- è stato reso interessante e
significativo, per cui l’originario e intensissimo impulso primario all’unione fisica
con un altro essere vivente è riuscito, mediante il processo della simbolizzazione,
a trasformarsi, in interesse per qualsiasi cosa concepibile o inconcepibile esista
nell’universo”.
Nel processo creativo si annulla la distinzione tra soggetto e oggetto, tra interno
ed esterno, quindi la creatività si situa nell’oscillazione tra un’attività mentale
di superficie e il contenuto indefinito e non differenziato. Non è, dunque, solo il
“sentimento oceanico” freudiano in cui c’è fusione tra il sé e l’altro, come il bambino
nelle braccia della madre, ma è tramite l’oscillazione che si attiva la creatività.
L’atto creativo per svilupparsi deve attraversare un vuoto, allontanarsi da
preconcezioni per accettare ciò che emerge dal profondo, ripristinando la fusionalità
originaria ma senza rimanere imprigionati dentro. E’ come entrare in uno spazio
vuoto dentro di sé, ove può nascere ogni cosa nuova, una sorta di utero, l’inizio di
una trasformazione per poi poter accedere a processi d’integrazione.
“Attraverso l’espressione artistica- dice Winnicott (1958)- noi speriamo di
mantenere il contatto con il nostro Sé primitivo da cui i sentimenti più intensi e anche
le sensazioni tremendamente acute derivano e noi siamo poveri, infatti, se siamo solo
sani”.
L’artista e l’osservatore possono “dialogare” attraverso l’opera stessa e in quanto
soggetti sono entrambi parte attiva della creazione artistica. In tal senso l’osservatore
non è un semplice fruitore o consumatore dell’opera, ma è parte dell’opera stessa
nella misura in cui esercita in modo libero la propria fantasia e attinge dalla propria
interiorità il pensiero, il messaggio che l’artista ha espresso attraverso l’opera, sia
essa un dipinto o una azione.
del bambino è un atto creativo, il bambino crea la possibilità di essere nel mondo,
quindi crea il mondo. Winnicott, psicoanalista inglese, scrive che la creatività è
costituita dalla “maniera che ha l’individuo di incontrarsi con la realtà esterna”: essa
“è universale, appartiene al fatto di essere vivi” La creatività non può essere mai del
tutto annullata, anche nei casi più estremi di false personalità, tuttavia può restare
nascosta e questo viene a determinare la differenza tra il “vivere creativamente e il
semplice vivere”, l’esperienza culturale comincia con il vivere in modo creativo, ciò
che in primo luogo si manifesta nel gioco”.
Il processo creativo è un momento d’integrazione che, in molte occasioni, è vissuto
come un’esperienza d’unità; gli artisti sono coloro che, per primi, hanno riportato
questo tipo d’esperienze, ma esse appartengono a tutti gli esseri umani. Sono
momenti in cui il pensiero, l’azione e la coscienza di esistere confluiscono in un
unico flusso. Ci sono, nel creare, occasioni magiche nelle quali l’essere non è diverso
del fare o, in altre parole, il fare è esteriorizzazione dell’essere. Tutti conosciamo
la profonda concentrazione del bambino che gioca con i mattoncini di legno; i suoi
gesti fluiscono con sicurezza e armonicamente, la scelta e la collocazione dei pezzi è
fatta con estrema cura e attenzione ed egli sembra sordo ad altri richiami dell’esterno.
Osservandolo si ha l’impressione che egli sia in uno spazio tutto suo e in verità si
tratta di un luogo particolare, dove il mondo interno s’interseca con lui.
La creatività artistica illumina e percorre gli spazi della vita in maniera infinita, dai
primi graffiti alle moderne installazioni o performance gli artisti hanno dato corpo a
una continua esigenza dell’animo umano: tollerare l’angoscia della perdita, del tempo
che inevitabilmente si consuma, della certezza della morte attraverso la creatività e la
genesi continua. Tutto questo movimento ha permesso al genere umano di progredire,
infatti, le scoperte scientifiche, che siano esse mediche o di altro genere, nascono da
un momento di profonda creatività.
La creatività non si sviluppa dal bisogno di ricreare l’oggetto perduto, spesso consiste
nel creare qualcosa di nuovo nel mondo che già esisteva ma che non aveva ancora
un nome. In qualche maniera ogni artista nella sua ricerca infinitamente illumina,
da forma ad altri aspetti del mondo che non conoscevamo: “Un nuovo pezzetto di
mondo esterno, - Scrive la psicoanalista Marion Milner- è stato reso interessante e
significativo, per cui l’originario e intensissimo impulso primario all’unione fisica
con un altro essere vivente è riuscito, mediante il processo della simbolizzazione,
a trasformarsi, in interesse per qualsiasi cosa concepibile o inconcepibile esista
nell’universo”.
Nel processo creativo si annulla la distinzione tra soggetto e oggetto, tra interno
ed esterno, quindi la creatività si situa nell’oscillazione tra un’attività mentale
di superficie e il contenuto indefinito e non differenziato. Non è, dunque, solo il
“sentimento oceanico” freudiano in cui c’è fusione tra il sé e l’altro, come il bambino
nelle braccia della madre, ma è tramite l’oscillazione che si attiva la creatività.
L’atto creativo per svilupparsi deve attraversare un vuoto, allontanarsi da
preconcezioni per accettare ciò che emerge dal profondo, ripristinando la fusionalità
originaria ma senza rimanere imprigionati dentro. E’ come entrare in uno spazio
vuoto dentro di sé, ove può nascere ogni cosa nuova, una sorta di utero, l’inizio di
una trasformazione per poi poter accedere a processi d’integrazione.
“Attraverso l’espressione artistica- dice Winnicott (1958)- noi speriamo di
mantenere il contatto con il nostro Sé primitivo da cui i sentimenti più intensi e anche
le sensazioni tremendamente acute derivano e noi siamo poveri, infatti, se siamo solo
sani”.
L’artista e l’osservatore possono “dialogare” attraverso l’opera stessa e in quanto
soggetti sono entrambi parte attiva della creazione artistica. In tal senso l’osservatore
non è un semplice fruitore o consumatore dell’opera, ma è parte dell’opera stessa
nella misura in cui esercita in modo libero la propria fantasia e attinge dalla propria
interiorità il pensiero, il messaggio che l’artista ha espresso attraverso l’opera, sia
essa un dipinto o una azione.
01
agosto 2014
Infinitamente vita: quattroartistialcastello
Dal primo al 31 agosto 2014
arte contemporanea
Location
CASTELLO
Frontone, Piazzale Della Rocca, 1, (Pesaro E Urbino)
Frontone, Piazzale Della Rocca, 1, (Pesaro E Urbino)
Vernissage
1 Agosto 2014, h.18.00
Autore
Curatore