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Inkyung Hwang – Rumore bianco
In occasione dell’inaugurazione l’artista realizzerà una performance nei locali della mostra, l’antica e affascinante prigione del Castello, in cui sarà allestito un percorso video, multimediale e interattivo sul tema del silenzio e del rumore
Comunicato stampa
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Il progetto multimediale messo a punto dall’artista coreana Inkyung Hwang, intende essere un invito a riflettere sui concetti di rumore e silenzio, di tempo e di attesa e insieme un omaggio ai maestri che hanno più influenzato la sua poetica artistica. In primo luogo quel ‘geniale inventore’, come lo definiva Shöenberg, che fu John Cage (1912-1992), catalizzatore della compagine Fluxus, creatore di happenings ante-litteram, compositore che diede inizio a un nuovo corso per la storia della musica occidentale. Ispirato dagli insegnamenti della filosofia zen, introdusse nella sua musica il silenzio e il rumore in quanto presenze della vita, ma anche il caso, quando stabiliva la posizione delle note sullo spartito con il lancio di dadi e monete. Nel 1952 riuscì a esaudire il suo desiderio di realizzare una composizione in silenzio con 4’33’’, eseguita per la prima volta a Woodstock da David Tudor. A John Cage si ispira la performance realizzata da Inkyung Hwang a Milano in occasione del Fuori Salone (Salone del Mobile 2007), di cui l’artista presenta il video inedito.
Se si domandava a John Cage quale fosse l’elemento più importante della sua musica egli rispondeva il tempo, l’altro tema attorno a cui ruotano i lavori dell’artista coreana.
La musica è un’arte del tempo così come tutto il cinema di Michael Snow (1929), poliedrico artista canadese molto amato dalla Hwang. Esponente di punta del New American Cinema che aveva il suo centro a New York a stretto contatto con l’ambiente socioculturale del Free Jazz e della Beat Generation, Snow utilizzava il cinema come analisi del medium stesso, la sua era un’indagine sull’essenza cinematografica (la luce, la durata, il movimento). To Snow è un omaggio a questo grande artista attraverso la ripresa lenta e silenziosa delle vette innevate dell’Alta Valtellina.
Il legame della Hwang con la musica è molto forte, il rapporto tra arte e musica è stato spesso al centro dei suoi interessi, ed ha finito col diventare il comune denominatore delle sue opere.
Trombista è un video in cui, nel rappresentare un maldestro trombettista, la Hwang ironizza proprio sulla passione per la musica riferendosi alle parole di Davide Mosconi (1941-2002), fotografo e compositore milanese.
Infine, due lavori nascono in stretta relazione con l’affascinante spazio che ospita la mostra, la prigione del Castello dei Pico di Mirandola.
A Il segno dei giorni, una riflessione sul trascorrere del tempo di un carcerato, fa da contraltare Pulp Time che, attraverso una sorta di danza dei semafori, è ancora una meditazione su un attesa regolata da un tempo meccanico e rigido.
Oltre a questi video anche un Giardino sonoro, installazione sonora interattiva sui temi della mostra realizzato con sculture dell’artista, che sottolinea il coinvolgimento attivo dello spettatore invitato a ragionare sul ruolo e sui significati dei suoni e dei silenzi.
Se si domandava a John Cage quale fosse l’elemento più importante della sua musica egli rispondeva il tempo, l’altro tema attorno a cui ruotano i lavori dell’artista coreana.
La musica è un’arte del tempo così come tutto il cinema di Michael Snow (1929), poliedrico artista canadese molto amato dalla Hwang. Esponente di punta del New American Cinema che aveva il suo centro a New York a stretto contatto con l’ambiente socioculturale del Free Jazz e della Beat Generation, Snow utilizzava il cinema come analisi del medium stesso, la sua era un’indagine sull’essenza cinematografica (la luce, la durata, il movimento). To Snow è un omaggio a questo grande artista attraverso la ripresa lenta e silenziosa delle vette innevate dell’Alta Valtellina.
Il legame della Hwang con la musica è molto forte, il rapporto tra arte e musica è stato spesso al centro dei suoi interessi, ed ha finito col diventare il comune denominatore delle sue opere.
Trombista è un video in cui, nel rappresentare un maldestro trombettista, la Hwang ironizza proprio sulla passione per la musica riferendosi alle parole di Davide Mosconi (1941-2002), fotografo e compositore milanese.
Infine, due lavori nascono in stretta relazione con l’affascinante spazio che ospita la mostra, la prigione del Castello dei Pico di Mirandola.
A Il segno dei giorni, una riflessione sul trascorrere del tempo di un carcerato, fa da contraltare Pulp Time che, attraverso una sorta di danza dei semafori, è ancora una meditazione su un attesa regolata da un tempo meccanico e rigido.
Oltre a questi video anche un Giardino sonoro, installazione sonora interattiva sui temi della mostra realizzato con sculture dell’artista, che sottolinea il coinvolgimento attivo dello spettatore invitato a ragionare sul ruolo e sui significati dei suoni e dei silenzi.
14
luglio 2007
Inkyung Hwang – Rumore bianco
Dal 14 al 29 luglio 2007
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
CASTELLO DEI PICO
Mirandola, Piazza Guglielmo Marconi, 23, (Modena)
Mirandola, Piazza Guglielmo Marconi, 23, (Modena)
Orario di apertura
ven. 16-19; sab-dom 10-13/16-19. Per tutta la durata del Festival ‘La fortezza delle donne’, la mostra sarà aperta dalle ore 18:00 fino alla fine degli eventi
Vernissage
14 Luglio 2007, ore 18; alle ore 19 performance dell’artista
Autore
Curatore