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Inner Code
inner code è un progetto che sceglie di agire nella sede di Dryphoto arte contemporanea. In coerenza con la storia dello spazio, nasce un contenitore per discutere e approfondire le diverse specificità della fotografia contemporanea.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo quasi quaranta anni di attività, Dryphoto arte contemporanea offre uno spazio a due giovani curatori per dare loro una concreta possibilità di sperimentarsi nella progettazione e nell'organizzazione di una programmazione di eventi. In una pratica che, negli ultimi anni, ha spesso privilegiato l’azione nello spazio pubblico o in spazi altri anche non deputati all’arte, inner code è un progetto di Luca Carradori e Chiara Ruberti che sceglie di agire nella sede di via delle Segherie. In coerenza con la storia dello spazio, nasce un contenitore per discutere e approfondire le diverse specificità della fotografia contemporanea. La programmazione di inner code si sviluppa in completa autonomia, ma anche in continuità con la progettualità e le modalità che Dryphoto arte contemporanea porta avanti da oltre trent’anni.
L’esperienza di Dryphoto arte contemporanea prende corpo nelle riflessioni di quella che oggi viene definita “scuola italiana di paesaggio”, un fronte culturale di fotografi che ha sovvertito i modelli della visione del paesaggio, unendo alla “osservazione” dei luoghi un’indagine profonda della relazione tra l’uomo e il territorio che abita. Interrogarsi su cosa è cambiato a seguito di quell’importante stagione della fotografia italiana nella produzione contemporanea e individuare tra le diverse modalità di approccio al paesaggio quelle in grado di attivare nuovi percorsi di pensiero ci sembrava un doveroso punto di partenza.
Il lavoro di Martina della Valle muove da una riflessione sul mezzo fotografico e approda in Wabi-Sabi che inner code presenta nella sua prima mostra in settembre, a un interessante confronto col tema del paesaggio, nel quale cerca le tracce lasciate dal tempo e dalla manipolazione umana. Quegli “aspetti minori e nascosti, temporanei ed effimeri” (Leonard Koren) che il Wabi-Sabi celebra e che invita a osservare con lentezza, pazienza e molto da vicino.
Le conversazioni, pensate in forma conviviale con un aperitivo cena, vogliono essere un momento di approfondimento e discussione ma anche un’occasione di scambio e di relazione. Il primo incontro è dedicato alla storia di Dryphoto arte contemporanea, da ripercorrere attraverso le immagini degli autori che negli anni ha scelto di proporre e con i quali ha scelto di lavorare. Massimo Mastrorillo presenta Aliqual, un progetto che in sei anni di lavoro ha scavato dentro la vita interrotta della città de L’Aquila dopo il terremoto del 2009: una ricerca visiva che sospende l’approccio documentario per tracciare una topografia della città fatta di frammenti. Martino Lombezzi ci introduce alla proiezione integrale del suo film Rapido 904 La strage di Natale che attraverso materiali d’archivio e immagini contemporanee, restituisce attenzione a una delle stragi dimenticate del nostre paese, quella che nel dicembre 1984 avvenne tra Vernio e San Benedetto Val di Sambro provocando la morte di 16 passeggeri del Rapido 904 Napoli-Milano. Infine Marcella Manni e Luca Panaro presentano il volume di Generazione critica #3 che indaga dinamiche ed effetti dei nuovi media sulla pratica artistica e sulla fotografia in particolare.
Trovano spazio nel progetto anche momenti dedicati alla didattica, con una serie di workshop che cercano di approfondire aspetti quando autoriali/teorici di approccio al mezzo fotografico quando tecnici/pratici. Il primo è un workshop di tre giorni con Moira Ricci: un’occasione per approfondire l’approccio alla fotografia di una delle più interessanti giovani autrici italiane e per lavorare con lei allo sviluppo di un progetto personale. Il secondo è un workshop tecnico di videomaking con Sara Bargiacchi, che permetterà di acquisire le basi per la progettazione e la realizzazione di un video. In settembre, Martina della Valle insieme a una maestra di Ikebana terrà invece un workshop sull’arte giapponese di disporre fiori, piante ed elementi naturali raccolti durante la ricerca sul territorio, corpo centrale della costruzione concettuale del lavoro dell’artista che negli stessi giorni sarà in mostra a Dryphoto arte contemporanea.
MOSTRE
Dryphoto arte contemporanea, via delle Segherie 33a
Wabi-Sabi. Martina della Valle
30 settembre – 30 ottobre 2016
Il Wabi-Sabi è “la bellezza delle cose imperfette, temporanee e incompiute” (Leonard Koren), un concetto profondo quanto sfuggente che è parte integrante della cultura giapponese e che Martina della Valle celebra in una serie composta da dittici di piccolo formato in bianco e nero e da fotografie a colori di grande formato.
La ricerca dell’artista parte dal ritrovamento di alcuni negativi non datati che ritraggono, tra gli altri soggetti, composizioni di Ikebana. Appartenuti probabilmente a un artista o a uno studio fotografico, i materiali trovati – scatti di vari formati, lastre di vetro e contenitori di carta pergamena scritti a mano – sono stampati a contatto in scala 1:1 con la loro polvere e i graffi inalterati. Da questo primo nucleo di immagini scaturisce un’ulteriore riflessione che indaga le tracce e le possibilità dell’intervento umano sulla natura, i tentativi di piegare le forme naturali, da complesse a schematiche, cercando di regolare l’imprevedibile.
CONVERSAZIONI
Sede: Giardino Melampo, via delle Segherie 33a
Orario: dalle ore 19:00, con aperitivo-cena
Un momento conviviale dà avvio alle serate, pensate come momenti di discussione e occasioni di confronto e relazione che, a partire da singoli progetti, lavori e pubblicazioni, permettano di discutere e approfondire direzioni e istanze della fotografia italiana, con particolare attenzione ai giovani autori.
Un editing improbabile
9 giugno 2016
La storia di Dryphoto arte contemporanea inizia nel 1977 e nel 1981 si inaugura lo spazio espositivo di via Pugliesi 23 con due mostre di Luigi Ghirri. Da quel momento in poi Dryphoto ha presentato il lavoro di artisti giovani e affermati, da Olivo Barbieri a Guido Guidi, Vittore Fossati e Andrea Abati, da Francesca Woodman a Michael Schmidt e Thomas Ruff, da Robert Pettena, Gea Casolaro a Giovanni Ozzola, Tancredi Mangano e molti altri. Le esperienze e le riflessioni che hanno animato la storia trentennale di Dryphoto sono parte fondamentale del bagaglio con il quale inner code comincia il suo viaggio. Ci piace perciò cominciare questa serie di Conversazioni ripercorrendo la storia di Dryphoto attraverso le immagini degli artisti che negli anni ha scelto di proporre e con i quali ha scelto di lavorare. E farlo in un modo non convenzionale, attraverso quello che abbiamo definito “un editing improbabile”, da realizzare insieme.
Aliqual con Massimo Mastrorillo
16 giugno 2016
Dal 2009 al 2015 Massimo Mastrorillo è tornato più volte a L’Aquila, passando dalla documentazione del post-terremoto a una ricerca visiva che si sofferma su una zona d’ombra, dove un mondo ora inabitabile sembra riprendere vita. Con Aliqual Massimo Mastrorillo torna nel centro della città, dove frammenti e rovine sembrano prender vita, come in un improbabile futuro distopico che si fa metafora di una crisi di più ampia portata, oltre gli effetti di un evento – il terremoto – ancora lontano dall’essere superato. Tutto è soggetto a continue metamorfosi, l’organico si confonde con il disorganico. Non si fa in tempo a immergersi in questi ambienti che ci si trova altrove, come in un gioco di specchi dove la percezione delle cose va alla deriva.
Aliqual è un progetto a cura di D.O.O.R. e un libro, a cura di 3/3 ed edito da Skinnerboox.
Rapido 904. La strage di Natale con Martino Lombezzi
23 giugno 2016
Nell’attentato del 23 dicembre 1984 al treno Rapido 904 Napoli Milano morirono sedici persone e più di duecento rimasero ferite. Il film di Martino Lombezzi va alla ricerca delle tracce che quella strage ha lasciato nei corpi e nella memoria dei protagonisti, dei sopravvissuti e dei soccorritori. Le memorie personali, che formano il corpo del film, si intrecciano alla cronaca del processo, conclusosi nell’aprile 2015, di Firenze a Totò Riina, accusato di essere il mandante della strage. Spezzoni d’epoca, tratti dagli archivi della Fondazione FS e dalle Teche RAI, ci riportano ai momenti immediatamente successivi all’attentato. Queste immagini dialogano con altre, contemporanee, dei luoghi dove si è consumata la strage, riprese dai finestrini del treno, nelle vicinanze della linea ferroviaria e su un plastico che riproduce la tratta appenninica.
Rapido 904. La strage di Natale (2015, 53 min) è una produzione di Zona, realizzata con il sostegno di Toscana Film Commission, Regione Toscana, Comune di Vernio.
Generazione Critica #3 con Luca Panaro e Marcella Manni
29 giugno 2016
Generazione critica, che quest’anno giunge alla terza edizione, è un’iniziativa nata con l’obiettivo di approfondire le tematiche della critica d’arte prendendo in considerazione le esperienze artistiche, e in particolare fotografiche, degli ultimi decenni, promuovendo il dibattito e lo scambio di idee. Un workshop e un convegno riflettono ogni anno su un tema diverso e gli interventi sono poi raccolti in una pubblicazione. Il tema scelto per l’edizione 2015 riguarda le dinamiche della pratica artistica in relazione ai nuovi media: come Internet e i nuovi media costituiscano e forniscano allo stesso tempo il terreno e il materiale per potenzialmente infinite storie da raccontare. I relatori invitati a discutere sul tema sono stati: Frida Carazzato, Discipula, Sara Dolfi Agostini, Giorgio Di Noto, Paola Paleari, Luca Panaro, Valerio Rocco Orlando e Elena Giulia Rossi.
Il volume Generazione Critica #3 (2016) è a cura di Marcella Manni e Luca Panaro, edito da Danilo Montanari Editore.
WORKSHOP
sede: Dryphoto arte contemporanea, via delle Segherie 33a
Una storia mancata. Invenzione di un'immagine assente
Workshop con Moira Ricci
Date: 7, 21 e 22 maggio 2016 – ore 10:00-18:00
L’ambiguità del mezzo fotografico, il suo intrinseco oscillare tra documento e finzione, è sicuramente uno degli aspetti sui quali la fotografia contemporanea maggiormente si interroga. La finalità del workshop, condotto da una delle più interessanti giovani autrici della fotografia italiana, è quella di esplorare le diverse tecniche di ricostruzione della realtà attraverso la fotografia e il video, dall’appropriazione di materiali d’archivio alla messa in scena, alla manipolazione digitale delle immagini.
Basi di Videomaking
Workshop con Sara Bargiacchi
Date: 11 e 12 giugno 2016 – ore 10:00-18:00
Il workshop di videomaking si rivolge a coloro che intendono approfondire la produzione video. Nel corso delle due giornate, si affronteranno e analizzeranno le tre principali fasi del videomaking: pre-produzione, produzione e post-produzione. Si forniranno le basi per la creazione di uno storyboard, per la progettazione e la realizzazione delle riprese, di un montaggio fino all’esportazione del video finale. Il workshop, sia teorico sia pratico, permetterà di acquisire le conoscenze e gli strumenti di base per chi vuole imparare a realizzare di un video.
“One flower, one leaf”. Ikebana applicata al territorio
Workshop con Martina della Valle e Rie Ono
Date: 24 e 25 settembre 2016 – ore 11:00-18:00
Il workshop vuole ricollegare il concetto fondante del lavoro Wabi-Sabi di Martina della Valle con il territorio specifico in cui essa ha luogo. Attraverso la ricerca di materiali vegetali spontanei (rami, fiori, legni, sassi, ecc.) a disposizione nel territorio nei dintorni di Dryphoto e nella zona urbana di Prato, i partecipanti potranno conoscere alcuni dei principi basilari dell’arte dell’Ikebana e realizzare sculture vegetali guidati da Rie Ono (artista e docente di Ikebana) che attraverso pochi elementi potranno rappresentare il paesaggio naturale dell’area.
NOTE BIOGRAFICHE CURATORI
Luca Carradori (Firenze, 1981) si laurea in Ingegneria e studia fotografia presso l'istituto CFP Bauer di Milano. Come fotografo si è inizialmente concentrato sulle trasformazioni urbane per poi proseguire in una ricerca più intima e personale attraverso la realizzazione di video. Con il lavoro Sequence_01 è stato finalista del Premio Combat 2014. Dal 2015 collabora con Dryphoto arte contemporanea.
Chiara Ruberti (Pisa, 1981) dopo la laurea in Storia dell'Arte, ha lavorato sei anni per la Fondazione Alinari (Firenze). Dal 2014 è coordinatore del Photolux Festival di Lucca e collabora stabilmente con Dryphoto arte contemporanea. Come curatore ha lavorato in contesti indipendenti e collaborato con istituzioni come Fondazione Fotografia (Modena) e il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (Prato).
BIOGRAFIE AUTORI
Martina della Valle (Firenze, 1981) si diploma nel 2003 al corso triennale di fotografia all’Istituto Europeo di Design di Milano. E’ stata selezionata nel 2007 per partecipare al CSAV della Fondazione Ratti a Como e per una residenza di due mesi offerta dalla DENA Foundation al Centre des Recollets a Parigi. Invitata nell’ottobre 2009 al programma di residenza Air Onomichi a Onomichi (Hiroshima, Japan). Nel 2014 ha trascorso nuovamente un mese a Parigi grazie alla residenza offerta dall’Istituto Italiano di Cultura con il Mois de la Photo. La sua ricerca muove dalle basi della tecnica fotografica, dallo studio delle tracce fisiche e emotive lasciate dalla luce, nel tempo e nello spazio. Il suo lavoro si sviluppa spesso attraverso linguaggi differenti, assumendo la forma di immagine fotografica, video o anche installazione site-specific. Attualmente vive e lavora a Berlino. Ha esposto il suo lavoro in vari spazi sia in Italia che all’estero, tra gli altri: Italian cultural Institute (Parigi), Festival Circulation(s) (Parigi), Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), Galleria Civica (Modena), EX3 (Firenze), Metronom Gallery (Modena), Artopia Gallery (Milano), Kuhn Gallery (Berlino).
Massimo Mastrorillo ha lavorato principalmente a progetti fotografici a lungo termine dedicandosi all’analisi delle profonde conseguenze dei conflitti e dei disastri naturali nella società. Tra i suoi principali progetti: Mozambique, a nation in balance between poverty and dream, Indonesia: Just Another Day, The Width of the Line “White Murder”, Bosnia and Herzegovina: if Chaos awakens the Madness, Life after Zero Hour, Aliqual. Ha vinto numerosi premi internazionali, tra gli altri: World Press Photo, Pictures of the Year International e Best of Photojournalism, Sony World Photography Awards. Attualmente sta lavorando a The Sea is Us, un progetto sui beni confiscati alle organizzazioni criminali mafiose in Italia, selezionato tra i finalisti del premio Vevey Images 2015. È stato Talent Manager dell’agenzia LUZ e fondatore e docente della Luz Academy. È Leica Ambassador e docente presso la Leica Akademie e la Scuola Romana di Fotografia. È uno dei fondatori di D.O.O.R., una factory romana che lavora con la fotografia, le arti visive e l’editoria.
Martino Lombezzi (Genova, 1977) si è laureato in Storia Contemporanea all’Università di Bologna. Durante gli studi ha iniziato a lavorare come fotografo. Nei suoi progetti si è sempre occupato di tematiche legate al territorio, alla memoria, all’identità. Oltre che in Italia, ha lavorato in Medio Oriente e nei Balcani. Nel 2006 entra nell’agenzia Contrasto, collaborando con i principali periodici nazionali, con importanti testate estere e realizzando progetti di corporate per realtà aziendali italiane di primo piano in diversi settori. Tra i suoi progetti ricordiamo Una giornata estiva, Bologna 2 agosto 1980 trent’anni dopo, una mostra fotografica e installazione video sulla strage esposti nel 2010 anche al Parlamento Europeo a Bruxelles, e Blue Line, sul confine tra Libano e Israele, finalista di Aftermath project 2013.
Marcella Manni (Modena, 1972) dal 2008 cura l’attività di Metronom a Modena seguendo progetti dedicati alla cultura visiva contemporanea con una particolare attenzione alla fotografia. Collabora con enti e organizzazioni culturali portando avanti attività di ricerca e laboratori di pratica filosofica applicata all’arte contemporanea.
Luca Panaro (Firenze, 1975) è critico d'arte e curatore. Insegna “Storia della critica fotografica” all’Accademia di Belle Arti di Brera. Tra i suoi libri: L’occultamento dell’autore. La ricerca artistica di Franco Vaccari (2007), Tre strade per la fotografia (2011), Conversazioni sull’immagine (2013), Casualità e controllo. Fotografia, video e web (2014), Visite brevi (2015), Photo Ad Hoc (2016). Ha pubblicato su Enciclopedia Treccani XXI Secolo il saggio Realtà e finzione nell'arte contemporanea (2010) e co-curato i volumi Generazione critica (2014-2016).
Moira Ricci (Orbetello, 1977), nata nella campagna maremmana, è sempre rimasta fedele alla cultura della sua terra, studiandone le tradizioni più antiche e radicate, approfondendone i significati simbolici e costruendo storie immaginarie intorno ad essa. Impiegando la fotografia, il video, l’installazione come media privilegiati, Moira Ricci recupera vecchie immagini da album di famiglia e piccoli archivi privati, raccoglie testimonianze visive e sonore, riprende personali ricordi infantili per destinarli a nuovi significati. Nelle sue storie, spesso di impronta autobiografica, intreccia la propria identità individuale a quella della comunità a cui appartiene, studia il legame originario con il territorio, unisce l’invenzione tecnologica alla rivisitazione delle immagini popolari.
Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni, musei e gallerie in Italia e all’estero, tra gli altri Museo di Fototografia Contemporanea e Spazio Oberdan (Milano), Mambo. Museo d’arte moderna di Bologna (Bologna), CCC Strozzina (Firenze), Galleria d’Arte Contemporanea Laveronica, (Modica, RG), Song Eun Art Space (Seoul), Location1’s gallery (New York, NY).
Sara Bargiacchi (Pistoia, 1984) si laurea in Design della Comunicazione e del Prodotto all’ISIA di Firenze. Dal 2006 si occupa professionalmente di regia, riprese, audio e video editing, animazione 2D. Si è specializzata in post produzione e produzione video, con una predilezione per la motion graphic, il compositing e gli effetti speciali. Ha lavorato a spot pubblicitari, corporate aziendali, video culturali, artistici, musicali, e progetti cinematografici. Tra le aziende e le realtà per cui ha lavorato ricordiamo: General Electric, Pirelli, Sergio Tacchini, Magnum Algida, Coop Italia, Publiacqua, Four Season Hotel, Pitti Immagine, Fondazione Sistema Toscana, Museo di Palazzo Vecchio a Firenze, AFAM-MiUR.
L’esperienza di Dryphoto arte contemporanea prende corpo nelle riflessioni di quella che oggi viene definita “scuola italiana di paesaggio”, un fronte culturale di fotografi che ha sovvertito i modelli della visione del paesaggio, unendo alla “osservazione” dei luoghi un’indagine profonda della relazione tra l’uomo e il territorio che abita. Interrogarsi su cosa è cambiato a seguito di quell’importante stagione della fotografia italiana nella produzione contemporanea e individuare tra le diverse modalità di approccio al paesaggio quelle in grado di attivare nuovi percorsi di pensiero ci sembrava un doveroso punto di partenza.
Il lavoro di Martina della Valle muove da una riflessione sul mezzo fotografico e approda in Wabi-Sabi che inner code presenta nella sua prima mostra in settembre, a un interessante confronto col tema del paesaggio, nel quale cerca le tracce lasciate dal tempo e dalla manipolazione umana. Quegli “aspetti minori e nascosti, temporanei ed effimeri” (Leonard Koren) che il Wabi-Sabi celebra e che invita a osservare con lentezza, pazienza e molto da vicino.
Le conversazioni, pensate in forma conviviale con un aperitivo cena, vogliono essere un momento di approfondimento e discussione ma anche un’occasione di scambio e di relazione. Il primo incontro è dedicato alla storia di Dryphoto arte contemporanea, da ripercorrere attraverso le immagini degli autori che negli anni ha scelto di proporre e con i quali ha scelto di lavorare. Massimo Mastrorillo presenta Aliqual, un progetto che in sei anni di lavoro ha scavato dentro la vita interrotta della città de L’Aquila dopo il terremoto del 2009: una ricerca visiva che sospende l’approccio documentario per tracciare una topografia della città fatta di frammenti. Martino Lombezzi ci introduce alla proiezione integrale del suo film Rapido 904 La strage di Natale che attraverso materiali d’archivio e immagini contemporanee, restituisce attenzione a una delle stragi dimenticate del nostre paese, quella che nel dicembre 1984 avvenne tra Vernio e San Benedetto Val di Sambro provocando la morte di 16 passeggeri del Rapido 904 Napoli-Milano. Infine Marcella Manni e Luca Panaro presentano il volume di Generazione critica #3 che indaga dinamiche ed effetti dei nuovi media sulla pratica artistica e sulla fotografia in particolare.
Trovano spazio nel progetto anche momenti dedicati alla didattica, con una serie di workshop che cercano di approfondire aspetti quando autoriali/teorici di approccio al mezzo fotografico quando tecnici/pratici. Il primo è un workshop di tre giorni con Moira Ricci: un’occasione per approfondire l’approccio alla fotografia di una delle più interessanti giovani autrici italiane e per lavorare con lei allo sviluppo di un progetto personale. Il secondo è un workshop tecnico di videomaking con Sara Bargiacchi, che permetterà di acquisire le basi per la progettazione e la realizzazione di un video. In settembre, Martina della Valle insieme a una maestra di Ikebana terrà invece un workshop sull’arte giapponese di disporre fiori, piante ed elementi naturali raccolti durante la ricerca sul territorio, corpo centrale della costruzione concettuale del lavoro dell’artista che negli stessi giorni sarà in mostra a Dryphoto arte contemporanea.
MOSTRE
Dryphoto arte contemporanea, via delle Segherie 33a
Wabi-Sabi. Martina della Valle
30 settembre – 30 ottobre 2016
Il Wabi-Sabi è “la bellezza delle cose imperfette, temporanee e incompiute” (Leonard Koren), un concetto profondo quanto sfuggente che è parte integrante della cultura giapponese e che Martina della Valle celebra in una serie composta da dittici di piccolo formato in bianco e nero e da fotografie a colori di grande formato.
La ricerca dell’artista parte dal ritrovamento di alcuni negativi non datati che ritraggono, tra gli altri soggetti, composizioni di Ikebana. Appartenuti probabilmente a un artista o a uno studio fotografico, i materiali trovati – scatti di vari formati, lastre di vetro e contenitori di carta pergamena scritti a mano – sono stampati a contatto in scala 1:1 con la loro polvere e i graffi inalterati. Da questo primo nucleo di immagini scaturisce un’ulteriore riflessione che indaga le tracce e le possibilità dell’intervento umano sulla natura, i tentativi di piegare le forme naturali, da complesse a schematiche, cercando di regolare l’imprevedibile.
CONVERSAZIONI
Sede: Giardino Melampo, via delle Segherie 33a
Orario: dalle ore 19:00, con aperitivo-cena
Un momento conviviale dà avvio alle serate, pensate come momenti di discussione e occasioni di confronto e relazione che, a partire da singoli progetti, lavori e pubblicazioni, permettano di discutere e approfondire direzioni e istanze della fotografia italiana, con particolare attenzione ai giovani autori.
Un editing improbabile
9 giugno 2016
La storia di Dryphoto arte contemporanea inizia nel 1977 e nel 1981 si inaugura lo spazio espositivo di via Pugliesi 23 con due mostre di Luigi Ghirri. Da quel momento in poi Dryphoto ha presentato il lavoro di artisti giovani e affermati, da Olivo Barbieri a Guido Guidi, Vittore Fossati e Andrea Abati, da Francesca Woodman a Michael Schmidt e Thomas Ruff, da Robert Pettena, Gea Casolaro a Giovanni Ozzola, Tancredi Mangano e molti altri. Le esperienze e le riflessioni che hanno animato la storia trentennale di Dryphoto sono parte fondamentale del bagaglio con il quale inner code comincia il suo viaggio. Ci piace perciò cominciare questa serie di Conversazioni ripercorrendo la storia di Dryphoto attraverso le immagini degli artisti che negli anni ha scelto di proporre e con i quali ha scelto di lavorare. E farlo in un modo non convenzionale, attraverso quello che abbiamo definito “un editing improbabile”, da realizzare insieme.
Aliqual con Massimo Mastrorillo
16 giugno 2016
Dal 2009 al 2015 Massimo Mastrorillo è tornato più volte a L’Aquila, passando dalla documentazione del post-terremoto a una ricerca visiva che si sofferma su una zona d’ombra, dove un mondo ora inabitabile sembra riprendere vita. Con Aliqual Massimo Mastrorillo torna nel centro della città, dove frammenti e rovine sembrano prender vita, come in un improbabile futuro distopico che si fa metafora di una crisi di più ampia portata, oltre gli effetti di un evento – il terremoto – ancora lontano dall’essere superato. Tutto è soggetto a continue metamorfosi, l’organico si confonde con il disorganico. Non si fa in tempo a immergersi in questi ambienti che ci si trova altrove, come in un gioco di specchi dove la percezione delle cose va alla deriva.
Aliqual è un progetto a cura di D.O.O.R. e un libro, a cura di 3/3 ed edito da Skinnerboox.
Rapido 904. La strage di Natale con Martino Lombezzi
23 giugno 2016
Nell’attentato del 23 dicembre 1984 al treno Rapido 904 Napoli Milano morirono sedici persone e più di duecento rimasero ferite. Il film di Martino Lombezzi va alla ricerca delle tracce che quella strage ha lasciato nei corpi e nella memoria dei protagonisti, dei sopravvissuti e dei soccorritori. Le memorie personali, che formano il corpo del film, si intrecciano alla cronaca del processo, conclusosi nell’aprile 2015, di Firenze a Totò Riina, accusato di essere il mandante della strage. Spezzoni d’epoca, tratti dagli archivi della Fondazione FS e dalle Teche RAI, ci riportano ai momenti immediatamente successivi all’attentato. Queste immagini dialogano con altre, contemporanee, dei luoghi dove si è consumata la strage, riprese dai finestrini del treno, nelle vicinanze della linea ferroviaria e su un plastico che riproduce la tratta appenninica.
Rapido 904. La strage di Natale (2015, 53 min) è una produzione di Zona, realizzata con il sostegno di Toscana Film Commission, Regione Toscana, Comune di Vernio.
Generazione Critica #3 con Luca Panaro e Marcella Manni
29 giugno 2016
Generazione critica, che quest’anno giunge alla terza edizione, è un’iniziativa nata con l’obiettivo di approfondire le tematiche della critica d’arte prendendo in considerazione le esperienze artistiche, e in particolare fotografiche, degli ultimi decenni, promuovendo il dibattito e lo scambio di idee. Un workshop e un convegno riflettono ogni anno su un tema diverso e gli interventi sono poi raccolti in una pubblicazione. Il tema scelto per l’edizione 2015 riguarda le dinamiche della pratica artistica in relazione ai nuovi media: come Internet e i nuovi media costituiscano e forniscano allo stesso tempo il terreno e il materiale per potenzialmente infinite storie da raccontare. I relatori invitati a discutere sul tema sono stati: Frida Carazzato, Discipula, Sara Dolfi Agostini, Giorgio Di Noto, Paola Paleari, Luca Panaro, Valerio Rocco Orlando e Elena Giulia Rossi.
Il volume Generazione Critica #3 (2016) è a cura di Marcella Manni e Luca Panaro, edito da Danilo Montanari Editore.
WORKSHOP
sede: Dryphoto arte contemporanea, via delle Segherie 33a
Una storia mancata. Invenzione di un'immagine assente
Workshop con Moira Ricci
Date: 7, 21 e 22 maggio 2016 – ore 10:00-18:00
L’ambiguità del mezzo fotografico, il suo intrinseco oscillare tra documento e finzione, è sicuramente uno degli aspetti sui quali la fotografia contemporanea maggiormente si interroga. La finalità del workshop, condotto da una delle più interessanti giovani autrici della fotografia italiana, è quella di esplorare le diverse tecniche di ricostruzione della realtà attraverso la fotografia e il video, dall’appropriazione di materiali d’archivio alla messa in scena, alla manipolazione digitale delle immagini.
Basi di Videomaking
Workshop con Sara Bargiacchi
Date: 11 e 12 giugno 2016 – ore 10:00-18:00
Il workshop di videomaking si rivolge a coloro che intendono approfondire la produzione video. Nel corso delle due giornate, si affronteranno e analizzeranno le tre principali fasi del videomaking: pre-produzione, produzione e post-produzione. Si forniranno le basi per la creazione di uno storyboard, per la progettazione e la realizzazione delle riprese, di un montaggio fino all’esportazione del video finale. Il workshop, sia teorico sia pratico, permetterà di acquisire le conoscenze e gli strumenti di base per chi vuole imparare a realizzare di un video.
“One flower, one leaf”. Ikebana applicata al territorio
Workshop con Martina della Valle e Rie Ono
Date: 24 e 25 settembre 2016 – ore 11:00-18:00
Il workshop vuole ricollegare il concetto fondante del lavoro Wabi-Sabi di Martina della Valle con il territorio specifico in cui essa ha luogo. Attraverso la ricerca di materiali vegetali spontanei (rami, fiori, legni, sassi, ecc.) a disposizione nel territorio nei dintorni di Dryphoto e nella zona urbana di Prato, i partecipanti potranno conoscere alcuni dei principi basilari dell’arte dell’Ikebana e realizzare sculture vegetali guidati da Rie Ono (artista e docente di Ikebana) che attraverso pochi elementi potranno rappresentare il paesaggio naturale dell’area.
NOTE BIOGRAFICHE CURATORI
Luca Carradori (Firenze, 1981) si laurea in Ingegneria e studia fotografia presso l'istituto CFP Bauer di Milano. Come fotografo si è inizialmente concentrato sulle trasformazioni urbane per poi proseguire in una ricerca più intima e personale attraverso la realizzazione di video. Con il lavoro Sequence_01 è stato finalista del Premio Combat 2014. Dal 2015 collabora con Dryphoto arte contemporanea.
Chiara Ruberti (Pisa, 1981) dopo la laurea in Storia dell'Arte, ha lavorato sei anni per la Fondazione Alinari (Firenze). Dal 2014 è coordinatore del Photolux Festival di Lucca e collabora stabilmente con Dryphoto arte contemporanea. Come curatore ha lavorato in contesti indipendenti e collaborato con istituzioni come Fondazione Fotografia (Modena) e il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (Prato).
BIOGRAFIE AUTORI
Martina della Valle (Firenze, 1981) si diploma nel 2003 al corso triennale di fotografia all’Istituto Europeo di Design di Milano. E’ stata selezionata nel 2007 per partecipare al CSAV della Fondazione Ratti a Como e per una residenza di due mesi offerta dalla DENA Foundation al Centre des Recollets a Parigi. Invitata nell’ottobre 2009 al programma di residenza Air Onomichi a Onomichi (Hiroshima, Japan). Nel 2014 ha trascorso nuovamente un mese a Parigi grazie alla residenza offerta dall’Istituto Italiano di Cultura con il Mois de la Photo. La sua ricerca muove dalle basi della tecnica fotografica, dallo studio delle tracce fisiche e emotive lasciate dalla luce, nel tempo e nello spazio. Il suo lavoro si sviluppa spesso attraverso linguaggi differenti, assumendo la forma di immagine fotografica, video o anche installazione site-specific. Attualmente vive e lavora a Berlino. Ha esposto il suo lavoro in vari spazi sia in Italia che all’estero, tra gli altri: Italian cultural Institute (Parigi), Festival Circulation(s) (Parigi), Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), Galleria Civica (Modena), EX3 (Firenze), Metronom Gallery (Modena), Artopia Gallery (Milano), Kuhn Gallery (Berlino).
Massimo Mastrorillo ha lavorato principalmente a progetti fotografici a lungo termine dedicandosi all’analisi delle profonde conseguenze dei conflitti e dei disastri naturali nella società. Tra i suoi principali progetti: Mozambique, a nation in balance between poverty and dream, Indonesia: Just Another Day, The Width of the Line “White Murder”, Bosnia and Herzegovina: if Chaos awakens the Madness, Life after Zero Hour, Aliqual. Ha vinto numerosi premi internazionali, tra gli altri: World Press Photo, Pictures of the Year International e Best of Photojournalism, Sony World Photography Awards. Attualmente sta lavorando a The Sea is Us, un progetto sui beni confiscati alle organizzazioni criminali mafiose in Italia, selezionato tra i finalisti del premio Vevey Images 2015. È stato Talent Manager dell’agenzia LUZ e fondatore e docente della Luz Academy. È Leica Ambassador e docente presso la Leica Akademie e la Scuola Romana di Fotografia. È uno dei fondatori di D.O.O.R., una factory romana che lavora con la fotografia, le arti visive e l’editoria.
Martino Lombezzi (Genova, 1977) si è laureato in Storia Contemporanea all’Università di Bologna. Durante gli studi ha iniziato a lavorare come fotografo. Nei suoi progetti si è sempre occupato di tematiche legate al territorio, alla memoria, all’identità. Oltre che in Italia, ha lavorato in Medio Oriente e nei Balcani. Nel 2006 entra nell’agenzia Contrasto, collaborando con i principali periodici nazionali, con importanti testate estere e realizzando progetti di corporate per realtà aziendali italiane di primo piano in diversi settori. Tra i suoi progetti ricordiamo Una giornata estiva, Bologna 2 agosto 1980 trent’anni dopo, una mostra fotografica e installazione video sulla strage esposti nel 2010 anche al Parlamento Europeo a Bruxelles, e Blue Line, sul confine tra Libano e Israele, finalista di Aftermath project 2013.
Marcella Manni (Modena, 1972) dal 2008 cura l’attività di Metronom a Modena seguendo progetti dedicati alla cultura visiva contemporanea con una particolare attenzione alla fotografia. Collabora con enti e organizzazioni culturali portando avanti attività di ricerca e laboratori di pratica filosofica applicata all’arte contemporanea.
Luca Panaro (Firenze, 1975) è critico d'arte e curatore. Insegna “Storia della critica fotografica” all’Accademia di Belle Arti di Brera. Tra i suoi libri: L’occultamento dell’autore. La ricerca artistica di Franco Vaccari (2007), Tre strade per la fotografia (2011), Conversazioni sull’immagine (2013), Casualità e controllo. Fotografia, video e web (2014), Visite brevi (2015), Photo Ad Hoc (2016). Ha pubblicato su Enciclopedia Treccani XXI Secolo il saggio Realtà e finzione nell'arte contemporanea (2010) e co-curato i volumi Generazione critica (2014-2016).
Moira Ricci (Orbetello, 1977), nata nella campagna maremmana, è sempre rimasta fedele alla cultura della sua terra, studiandone le tradizioni più antiche e radicate, approfondendone i significati simbolici e costruendo storie immaginarie intorno ad essa. Impiegando la fotografia, il video, l’installazione come media privilegiati, Moira Ricci recupera vecchie immagini da album di famiglia e piccoli archivi privati, raccoglie testimonianze visive e sonore, riprende personali ricordi infantili per destinarli a nuovi significati. Nelle sue storie, spesso di impronta autobiografica, intreccia la propria identità individuale a quella della comunità a cui appartiene, studia il legame originario con il territorio, unisce l’invenzione tecnologica alla rivisitazione delle immagini popolari.
Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni, musei e gallerie in Italia e all’estero, tra gli altri Museo di Fototografia Contemporanea e Spazio Oberdan (Milano), Mambo. Museo d’arte moderna di Bologna (Bologna), CCC Strozzina (Firenze), Galleria d’Arte Contemporanea Laveronica, (Modica, RG), Song Eun Art Space (Seoul), Location1’s gallery (New York, NY).
Sara Bargiacchi (Pistoia, 1984) si laurea in Design della Comunicazione e del Prodotto all’ISIA di Firenze. Dal 2006 si occupa professionalmente di regia, riprese, audio e video editing, animazione 2D. Si è specializzata in post produzione e produzione video, con una predilezione per la motion graphic, il compositing e gli effetti speciali. Ha lavorato a spot pubblicitari, corporate aziendali, video culturali, artistici, musicali, e progetti cinematografici. Tra le aziende e le realtà per cui ha lavorato ricordiamo: General Electric, Pirelli, Sergio Tacchini, Magnum Algida, Coop Italia, Publiacqua, Four Season Hotel, Pitti Immagine, Fondazione Sistema Toscana, Museo di Palazzo Vecchio a Firenze, AFAM-MiUR.
07
maggio 2016
Inner Code
Dal 07 maggio al 31 dicembre 2016
fotografia
Location
DRYPHOTO
Prato, Via Delle Segherie, 33/a, (Prato)
Prato, Via Delle Segherie, 33/a, (Prato)
Orario di apertura
10-18 e 19-23
Vernissage
7 Maggio 2016, h 10
Autore
Curatore