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Inquadrare il Moderno
Un viaggio che racconta 40 anni di architettura italiana, attraverso l’evoluzione della visione fotografica: dall’immagine del Lingotto di Torino dei primi anni Venti, icona del Movimento Moderno Italiano, a quella del Palazzo dello sport a Roma di Pier Luigi Nervi, degli anni Sessanta.
Comunicato stampa
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Roma 23 marzo 2011 - Nata in collaborazione con il Royal Institute of British Architects (RIBA) di Londra, che nel 2010 ha premiato Zaha Hadid per il MAXXI, il 24 marzo apre al pubblico la mostra INQUADRARE IL MODERNO. Architettura e fotografia in Italia 1926 – 1965, curata da Robert Elwall e Valeria Carullo.
Un viaggio che racconta 40 anni di architettura italiana, attraverso l’evoluzione della visione fotografica: dall’immagine del Lingotto di Torino dei primi anni Venti, icona del Movimento Moderno Italiano, a quella del Palazzo dello sport a Roma di Pier Luigi Nervi, degli anni Sessanta.
Con oltre 100 foto d’epoca provenienti dalle raccolte del RIBA e curata dalla British Architectural Library Photographs Collection, la mostra indaga come la fotografia abbia documentato e influenzato lo sviluppo dell’architettura italiana, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni Venti, nel periodo del Movimento Moderno, quando le due discipline attivarono uno scambio reciproco di influenze senza precedenti.
In mostra i lavori di oltre 60 fotografi: da quelli locali per lo più anonimi, ai professionisti specializzati che lavoravano per architetti e riviste, agli stessi architetti che producevano scatti amatoriali, fino ai fotografi stranieri il cui lavoro fu fondamentale per il riconoscimento dell’architettura italiana all’estero.
LA MOSTRA (MAXXI, SALA CARLO SCARPA)
Allestita nella sala Carlo Scarpa, con il coordinamento di Francesca Fabiani, la mostra espone le immagini di una vasta gamma di tipologie di edifici fra cui il Foro Mussolini di Enrico del Debbio, Roma (1929); la Stazione Santa Maria Novella, Firenze (1935) di Giovanni Michelucci le aerorimesse di Pier Luigi Nervi come quella di Orbetello (1940); la Torre Velasca di BBPR, Milano (1957).
Una sezione è dedicata alle fotografie scattate dagli architetti Giovanni Michelucci (1891-1990), Giuseppe Pagano (1890-1945) - influente direttore di Casabella - e Carlo Mollino (1905-1973), certamente da considerare tra gli scatti più innovativi dell’epoca. Grande spontaneità, dinamismo e una più sentita adesione allo stile della Nuova Fotografia, li portano ad esplorare non solo gli edifici ma anche la natura e il patrimonio architettonico italiano.
In mostra i lavori di fotografi specializzati come Mario Crimella e Gino Barsotti, che lavoravano su commissione per architetti e riviste, fotografi stranieri in visita come G.E. Kidder Smith, il cui libro Italy Builds (1955) fu strumentale allo sviluppo di un più ampio riconoscimento dell’architettura italiana all’estero. L’Italia del dopoguerra è presente nelle immagini di Giorgio Casali e Oscar Savio, fotografi ufficiali delle riviste di architettura, che documentano la ricostruzione del Paese e nel lavoro dei
fotografi d’oltremare tra i quali gli architetti inglesi Bryan e Norman Westwood, Hubert de Cronin Hastings che ha evidenziato le virtù dei paesaggi urbani italiani come modello per gli architetti britannici nel suo eccentrico Italian Townscape (1963).
Una sezione specifica illustra il ruolo giocato dalla fotografia, nei libri e nelle riviste come Domus e Casabella, con una straordinaria esplorazione visiva dell’architettura moderna italiana.
Le fotografie in mostra dimostrano come a partire dagli Anni Trenta diventi fondamentale la descrizione dello spazio, la trasparenza e l’esaltazione delle superfici spoglie. Con l’utilizzo di materiali innovativi come l’acciaio, il cemento, il vetro e il cromo, gli architetti moderni offrono ai fotografi nuove possibilità espressive, come nel caso delle immagini notturne, favorite dall’impiego dell’illuminazione artificiale a neon.
“Grazie alla fotografia – afferma Margherita Guccione, direttore del MAXXI Architettura – l’architettura italiana è stato oggetto di interesse e di un particolare riconoscimento della critica e del pubblico internazionale. La mostra documenta lo stretto legame e il rapporto vitale, ancora oggi in atto, tra architettura e fotografia, che costituisce infatti uno specifico settore delle collezioni del museo”
Un viaggio che racconta 40 anni di architettura italiana, attraverso l’evoluzione della visione fotografica: dall’immagine del Lingotto di Torino dei primi anni Venti, icona del Movimento Moderno Italiano, a quella del Palazzo dello sport a Roma di Pier Luigi Nervi, degli anni Sessanta.
Con oltre 100 foto d’epoca provenienti dalle raccolte del RIBA e curata dalla British Architectural Library Photographs Collection, la mostra indaga come la fotografia abbia documentato e influenzato lo sviluppo dell’architettura italiana, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni Venti, nel periodo del Movimento Moderno, quando le due discipline attivarono uno scambio reciproco di influenze senza precedenti.
In mostra i lavori di oltre 60 fotografi: da quelli locali per lo più anonimi, ai professionisti specializzati che lavoravano per architetti e riviste, agli stessi architetti che producevano scatti amatoriali, fino ai fotografi stranieri il cui lavoro fu fondamentale per il riconoscimento dell’architettura italiana all’estero.
LA MOSTRA (MAXXI, SALA CARLO SCARPA)
Allestita nella sala Carlo Scarpa, con il coordinamento di Francesca Fabiani, la mostra espone le immagini di una vasta gamma di tipologie di edifici fra cui il Foro Mussolini di Enrico del Debbio, Roma (1929); la Stazione Santa Maria Novella, Firenze (1935) di Giovanni Michelucci le aerorimesse di Pier Luigi Nervi come quella di Orbetello (1940); la Torre Velasca di BBPR, Milano (1957).
Una sezione è dedicata alle fotografie scattate dagli architetti Giovanni Michelucci (1891-1990), Giuseppe Pagano (1890-1945) - influente direttore di Casabella - e Carlo Mollino (1905-1973), certamente da considerare tra gli scatti più innovativi dell’epoca. Grande spontaneità, dinamismo e una più sentita adesione allo stile della Nuova Fotografia, li portano ad esplorare non solo gli edifici ma anche la natura e il patrimonio architettonico italiano.
In mostra i lavori di fotografi specializzati come Mario Crimella e Gino Barsotti, che lavoravano su commissione per architetti e riviste, fotografi stranieri in visita come G.E. Kidder Smith, il cui libro Italy Builds (1955) fu strumentale allo sviluppo di un più ampio riconoscimento dell’architettura italiana all’estero. L’Italia del dopoguerra è presente nelle immagini di Giorgio Casali e Oscar Savio, fotografi ufficiali delle riviste di architettura, che documentano la ricostruzione del Paese e nel lavoro dei
fotografi d’oltremare tra i quali gli architetti inglesi Bryan e Norman Westwood, Hubert de Cronin Hastings che ha evidenziato le virtù dei paesaggi urbani italiani come modello per gli architetti britannici nel suo eccentrico Italian Townscape (1963).
Una sezione specifica illustra il ruolo giocato dalla fotografia, nei libri e nelle riviste come Domus e Casabella, con una straordinaria esplorazione visiva dell’architettura moderna italiana.
Le fotografie in mostra dimostrano come a partire dagli Anni Trenta diventi fondamentale la descrizione dello spazio, la trasparenza e l’esaltazione delle superfici spoglie. Con l’utilizzo di materiali innovativi come l’acciaio, il cemento, il vetro e il cromo, gli architetti moderni offrono ai fotografi nuove possibilità espressive, come nel caso delle immagini notturne, favorite dall’impiego dell’illuminazione artificiale a neon.
“Grazie alla fotografia – afferma Margherita Guccione, direttore del MAXXI Architettura – l’architettura italiana è stato oggetto di interesse e di un particolare riconoscimento della critica e del pubblico internazionale. La mostra documenta lo stretto legame e il rapporto vitale, ancora oggi in atto, tra architettura e fotografia, che costituisce infatti uno specifico settore delle collezioni del museo”
23
marzo 2011
Inquadrare il Moderno
Dal 23 marzo al 22 maggio 2011
architettura
fotografia
fotografia
Location
MAXXI – MUSEO DELLE ARTI DEL XXI SECOLO
Roma, Via Guido Reni, 4a, (Roma)
Roma, Via Guido Reni, 4a, (Roma)
Orario di apertura
orario di apertura: 11.00 – 19.00
giovedì e sabato: 11.00 – 22.00
giorni di chiusura: chiuso il lunedì, il 1° maggio e il 25 dicembre
Vernissage
23 Marzo 2011, ore 18.30
Autore
Curatore