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Inside India
Nelle sontuose stanze dell’Appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo di Paesana alcuni tra i più autorevoli artisti dello scenario contemporaneo indiano vestono Inside India con le loro opere. La mostra si inserisce in una fase cruciale della storia indiana, esaltandone il prestigio ed esplorandone la straordinaria vivacità del panorama culturale ed estetico.
Comunicato stampa
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Nelle sontuose stanze dell’Appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo di Paesana alcuni tra i più autorevoli artisti dello scenario contemporaneo indiano vestono Inside India con le loro opere. La mostra si inserisce in una fase cruciale della storia indiana, esaltandone il prestigio ed esplorandone la straordinaria vivacità del panorama culturale ed estetico.
Il sistema dell’arte contemporanea indiana ha conosciuto negli ultimi cinque anni uno sviluppo senza precedenti. Il collezionismo autoctono, alimentato dall’ incalzante interesse dei “nuovi ricchi”, ha infatti raggiunto in poco tempo notevole autonomia e risonanza suscitando di riflesso l’attrattiva internazionale.
Nonostante la crescita in loco dell'arte contemporanea indiana sia testimoniata dalla presenza sempre più numerosa di accademie ed instituzioni pubbliche, il vero successo commerciale ed internazionale è dato dal fatto che le piccole botteghe di un tempo si sono trasformate in fiorenti ed importanti gallerie d’arte con avamposti altrettanto significativi in tutto il mondo.
Nell’era della globalizzazione l’India conosce dunque la sua fortuna, ma è proprio in questo contesto che il Paese riflette con inedita fermezza sulle contraddizioni attuali. Sospeso tra continuità e modernizzazione esso si specchia nella propria complessità, sceglie la forza della tradizione e muove una chiara denuncia contro la logica occidentale del progresso.
Immersi nel clima appena descritto, gli artisti indiani sperimentano e perlustrano diverse possibilità estetiche - dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla videoarte, per finire con le installazioni più ardite - rimanendo in totale sintonia con la cornice multiforme che abbraccia il 21esimo secolo. Osservandone le opere è facile apprezzare come alcuni artisti abbiano raccolto in eredità l’utopia negata di Gandhi e di Nehru; altri, al contrario, hanno saputo concentrarsi - e si concentrano tuttora - sull’incredibile espansione urbana del Paese, sulle sue tentacolari baraccopoli e sulle questioni migratorie che coinvolgono buona parte della popolazione.
Inside India si propone di raccontare i colori e i profumi di una terra affascinante e pregna di cultura, mettendo in luce le sue trasformazioni attraverso il linguaggio dell'arte contemporanea. Intento ambizioso se si pensa alla direzione che molta arte d'avanguardia, spesso oscillante tra il banale e l'assurdo, sta prendendo negli ultimi anni. Ad ogni modo l’arte indiana prende le distanze dagli espedienti di superficie, e volge il suo sguardo privilegiato all’uomo e al desiderio che lo spinge ad elevarsi fino alle vette più alte dell’esistenza.
Non si tratta quindi di celebrare una cultura in quanto tale, ma di ritrovare nelle opere di Atul Dodiya, Riyas Komu, Jagannath Panda, Justin Ponmany, T V Santhosh, e Thukral & Tagra la sublime dignità nazionale di un Paese che, pur nell’umiltà, ha saputo conferire alla propria storia una ragion d'essere tanto umana quanto estetica.
Atul Dodiya
1959 Mumbai, vive e lavora a Mumbai.
Eclettico e sorprendentemente attuale, Atul Dodiya sperimenta l'ibridazione dei linguaggi artistici evocando un'incontro tra Oriente e Occidente sia estetico che sostanziale. Tra prerinascimentale e postmoderno, arte classica e kitsch, si inserisce tutta l'innovatività di quello che è stato definito “uno dei più grandi maestri dell'arte contemporanea indiana”.
Mostre selezionate: Vadehra Gallery, New Delhi; Tyler Print Institute, Singapore; Bose Pacia Gallery, New York; Reina Sofia Museum, Madrid; Japan Foundation Asia Center, Berlin; Yokohama Triennale, Japan; Documenta XII, Kassel.
Riyas Komu
1971 Kerala, vive e lavora a Mumbai.
Le sculture monumentali e le tele di RK scandagliano le implicazioni politiche legate ai cambiamenti dell'India moderna e ne simbolizzano la protesta.
Mostre selezionate: Guild Art Gallery, Mumbai; Visual Art Center, Hong Kong; National Gallery of Modern Art, New Delhi; 52nd Venice Biennial.
Jagannath Panda
1970 Bhubaneswar, vive e lavora a Delhi.
Le opere di Jagannath Panda parlano all'uomo della metropoli contemporanea. Raffinati dipinti e sculture ricoperte da broccato aderente mostrano animali di ogni genere sperduti nel contesto alieno dell'urbanità, ed è nella costante contrapposizione tra natura e città, tradizione e tecnologia, sacro e profano, che si estrinseca la critica dell'artista nei confronti del progresso.
Mostre selezionate: Nature Morte, New Delhi; Moca Foundation Gallery, Tokyo; Birla Academy of Art & Culture, Kolkata; Museum of Contemporary Art, Shanghai; Mori Art Museum, Tokyo; Essl Museum, Vienna; Contemporary Art Museum, Seoul; Alexia Goethe Gallery, London; Studio La Citta, Verona; Chemould Gallery, Mumbai.
Justin Ponmany
1974 Kerala, vive e lavora a Mumbai.
La produzione di Justin Ponmany riflette con rigore digitale sulla rapida trasformazione sociale che sta investendo Mumbai negli ultimi anni, interrogandosi sul futuro dell'India nell'era della globalizzazione.
Mostre selezionate: Nature Morte, New Delhi; Bose Pacia Gallery, New York; Loop Gallery, Seoul; Sakshi Gallery, Mumbai; Experimenta, Kolkata.
T V Santhosh
1968 Kerala, vive e lavora a Mumbai.
L’arte di TV Santhosh, nei dipinti come nelle sculture, racconta la straziante lotta umana contro le ingiustizie del mondo contemporaneo e muove un'esplicita denuncia contro la spettacolarizzazione della violenza esercitata da media e governi.
Mostre selezionate: Devi Art Foundation, New Delhi; Guild Art Gallery, Mumbai; Museum of Contemporary Art, Shanghai; Grosvenor Gallery, London; Avanthay Contemporary, Zurich; Nature Morte, New Delhi; Jack Shainman Gallery, New York.
Jiten Thukral
1976 Jalandar, vive e lavora a Delhi
Sumir Tagra
1978 Delhi, vive e lavora Delhi
Surreali ed ironici, i lavori di Jiten Thukral e Sumir Tagra affrontano le tematiche del branding e del consumismo attraverso un corpo di lavoro che comprende pittura, scultura, installazione, video e design grafico.
Mostre selezionate: Arario Gallery, Seoul; UCCA, Beijing; Mori Art Museum, Tokyo; Essl Museum, Vienna; Nature Morte, Berlin and New Delhi; Chatterjee & Lal, Mumbai; Gallery Barry Keldoulis, Sydney; Bose Pacia, New York.
English Version
Press Release
Some of the most outstanding artists on the Indian contemporary scene garb the sumptuous rooms of the Appartamento Padronale of Palazzo Saluzzo di Paesana with their works in the exhibition Inside India. The show sheds light on a crucial phase of Indian history, with the growing prestige and extraordinary vivacity of the Indian cultural and aesthetic panorama.
The Indian contemporary art system has gone through a period of unprecedented growth over the last five years. The phenomenon of local art collecting, fed by the burgeoning interest of the “nouveaux riches”, has rapidly achieved autonomy and importance, generating international appeal in its wake.
Though the local growth of Indian contemporary art is borne out by the increasing presence of public institutions and academies, an idea of its true international commercial success is conveyed by the fact that the small workshops of the past have been transformed into flourishing, influential art galleries, with equally active outposts all over the world.
The fortunes of India go hand in hand with the rise of globalization, then, but it is precisely in this context that the country reflects on its present contradictions, with unusual resolve. Suspended between continuity and modernization, India gazes into the mirror of its own complexity, chooses the force of tradition and expresses a clear critique of the occidental logic of progress.
Immersed in the atmosphere described above, Indian artists experiment with and explore different aesthetic options – from painting to sculpture, photography to video art, all the way to the most daring forms of installation – remaining totally in tune with the framework of multiple forms specific to the 21st century. Observing the works, it is easy to understand how certain artists have absorbed the legacy of the denied utopia of Gandhi and Nehru; others, instead, have begun and continued to concentrate on the incredible urban growth of the country, its sprawling shantytowns, and the issues of migration that have an impact on a large portion of the population.
Inside India sets out to narrate the colors and aromas of a fascinating land laden with culture, shedding light on its transformations through the language of contemporary art. An ambitious program, if we consider the direction taken by much of the avant-garde art of recent years, often balanced between the banal and the absurd. In any case, Indian art shuns superficial expedients, focusing on man and the desire that motivates him to reach for the loftiest goals of life.
The idea is not to pay homage to a culture as such, but to rediscover, in the works of Atul Dodiya, Riyas Komu, Jagannath Panda, Justin Ponmany, T V Santhosh and Thukral & Tagra, the sublime dignity of a nation that, even in humble circumstances, has been able to perceive a reason for being in its history, based on both human and aesthetic parameters.
Atul Dodiya
1959 Mumbai, lives and works in Mumbai.
Eclectic and surprisingly timely, Atul Dodiya experiments with the crossing of artistic languages, triggering an encounter between East and West that is both aesthetic and substantial. Between Pre-Renaissance and Post-Modern, classical and kitsch, we find all the innovative drive of a talent who has been described as “one of the greatest masters of Indian contemporary art”.
Selected exhibitions: Vadehra Gallery, New Delhi; Tyler Print Institute, Singapore; Bose Pacia Gallery, New York; Reina Sofia Museum, Madrid; Japan Foundation Asia Center, Berlin; Yokohama Triennale, Japan; Documenta XII, Kassel.
Riyas Komu
1971 Kerala, lives and works in Mumbai.
The monumental sculptures and canvases of RK probe the political implications connected with the changes of modern India, formulating positions of critique and protest.
Selected exhibitions: Guild Art Gallery, Mumbai; Visual Art Center, Hong Kong; National Gallery of Modern Art, New Delhi; 52nd Venice Biennial.
Jagannath Panda
1970 Bhubaneswar, lives and works in Delhi.
The works of Jagannath Panda address contemporary metropolitan man. Refined paintings and sculptures covered with brocade show animals of all kinds lost in the alien context of the city. The artist’s critical stance with respect to progress concentrates on the constant opposition between nature and settlement, tradition and technology, sacred and profane.
Selected exhibitions: Nature Morte, New Delhi; Moca Foundation Gallery, Tokyo; Birla Academy of Art & Culture, Kolkata; Museum of Contemporary Art, Shanghai; Mori Art Museum, Tokyo; Essl Museum, Vienna; Contemporary Art Museum, Seoul; Alexia Goethe Gallery, London; Studio La Citta, Verona; Chemould Gallery, Mumbai.
Justin Ponmany
1974 Kerala, lives and works in Mumbai.
The output of Justin Ponmany reflects, with digital rigor, on the rapid social transformation that has impacted Mumbai in recent years, questioning the future of India in the age of globalization.
Selected exhibitions: Nature Morte, New Delhi; Bose Pacia Gallery, New York; Loop Gallery, Seoul; Sakshi Gallery, Mumbai; Experimenta, Kolkata.
T V Santhosh
1968 Kerala, lives and works in Mumbai.
The art of T V Santhosh, in the paintings and in the sculptures, narrates the anguishing human struggle against the injustices of the contemporary world, explicitly protesting against the spectacularization of violence propagated by the media and by governments.
Selected exhibitions: Devi Art Foundation, New Delhi; Guild Art Gallery, Mumbai; Museum of Contemporary Art, Shanghai; Grosvenor Gallery, London; Avanthay Contemporary, Zurich; Nature Morte, New Delhi; Jack Shainman Gallery, New York.
Jiten Thukral
1976 Jalandar, lives and works in Delhi.
Sumir Tagra
1978 Delhi, lives and works in Delhi.
Playful and ironic, Jiten Thukral and Sumir Tagra approach the themes of branding and consumism through a body of work that includes paintings, sculptures, installations, videos and graphic design.
Selected exhibitions: Arario Gallery, Seoul; UCCA, Beijing; Mori Art Museum, Tokyo; Essl Museum, Vienna; Nature Morte, Berlin and New Delhi; Chatterjee & Lal, Mumbai; Gallery Barry Keldoulis, Sydney; Bose Pacia, New York.
Il sistema dell’arte contemporanea indiana ha conosciuto negli ultimi cinque anni uno sviluppo senza precedenti. Il collezionismo autoctono, alimentato dall’ incalzante interesse dei “nuovi ricchi”, ha infatti raggiunto in poco tempo notevole autonomia e risonanza suscitando di riflesso l’attrattiva internazionale.
Nonostante la crescita in loco dell'arte contemporanea indiana sia testimoniata dalla presenza sempre più numerosa di accademie ed instituzioni pubbliche, il vero successo commerciale ed internazionale è dato dal fatto che le piccole botteghe di un tempo si sono trasformate in fiorenti ed importanti gallerie d’arte con avamposti altrettanto significativi in tutto il mondo.
Nell’era della globalizzazione l’India conosce dunque la sua fortuna, ma è proprio in questo contesto che il Paese riflette con inedita fermezza sulle contraddizioni attuali. Sospeso tra continuità e modernizzazione esso si specchia nella propria complessità, sceglie la forza della tradizione e muove una chiara denuncia contro la logica occidentale del progresso.
Immersi nel clima appena descritto, gli artisti indiani sperimentano e perlustrano diverse possibilità estetiche - dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla videoarte, per finire con le installazioni più ardite - rimanendo in totale sintonia con la cornice multiforme che abbraccia il 21esimo secolo. Osservandone le opere è facile apprezzare come alcuni artisti abbiano raccolto in eredità l’utopia negata di Gandhi e di Nehru; altri, al contrario, hanno saputo concentrarsi - e si concentrano tuttora - sull’incredibile espansione urbana del Paese, sulle sue tentacolari baraccopoli e sulle questioni migratorie che coinvolgono buona parte della popolazione.
Inside India si propone di raccontare i colori e i profumi di una terra affascinante e pregna di cultura, mettendo in luce le sue trasformazioni attraverso il linguaggio dell'arte contemporanea. Intento ambizioso se si pensa alla direzione che molta arte d'avanguardia, spesso oscillante tra il banale e l'assurdo, sta prendendo negli ultimi anni. Ad ogni modo l’arte indiana prende le distanze dagli espedienti di superficie, e volge il suo sguardo privilegiato all’uomo e al desiderio che lo spinge ad elevarsi fino alle vette più alte dell’esistenza.
Non si tratta quindi di celebrare una cultura in quanto tale, ma di ritrovare nelle opere di Atul Dodiya, Riyas Komu, Jagannath Panda, Justin Ponmany, T V Santhosh, e Thukral & Tagra la sublime dignità nazionale di un Paese che, pur nell’umiltà, ha saputo conferire alla propria storia una ragion d'essere tanto umana quanto estetica.
Atul Dodiya
1959 Mumbai, vive e lavora a Mumbai.
Eclettico e sorprendentemente attuale, Atul Dodiya sperimenta l'ibridazione dei linguaggi artistici evocando un'incontro tra Oriente e Occidente sia estetico che sostanziale. Tra prerinascimentale e postmoderno, arte classica e kitsch, si inserisce tutta l'innovatività di quello che è stato definito “uno dei più grandi maestri dell'arte contemporanea indiana”.
Mostre selezionate: Vadehra Gallery, New Delhi; Tyler Print Institute, Singapore; Bose Pacia Gallery, New York; Reina Sofia Museum, Madrid; Japan Foundation Asia Center, Berlin; Yokohama Triennale, Japan; Documenta XII, Kassel.
Riyas Komu
1971 Kerala, vive e lavora a Mumbai.
Le sculture monumentali e le tele di RK scandagliano le implicazioni politiche legate ai cambiamenti dell'India moderna e ne simbolizzano la protesta.
Mostre selezionate: Guild Art Gallery, Mumbai; Visual Art Center, Hong Kong; National Gallery of Modern Art, New Delhi; 52nd Venice Biennial.
Jagannath Panda
1970 Bhubaneswar, vive e lavora a Delhi.
Le opere di Jagannath Panda parlano all'uomo della metropoli contemporanea. Raffinati dipinti e sculture ricoperte da broccato aderente mostrano animali di ogni genere sperduti nel contesto alieno dell'urbanità, ed è nella costante contrapposizione tra natura e città, tradizione e tecnologia, sacro e profano, che si estrinseca la critica dell'artista nei confronti del progresso.
Mostre selezionate: Nature Morte, New Delhi; Moca Foundation Gallery, Tokyo; Birla Academy of Art & Culture, Kolkata; Museum of Contemporary Art, Shanghai; Mori Art Museum, Tokyo; Essl Museum, Vienna; Contemporary Art Museum, Seoul; Alexia Goethe Gallery, London; Studio La Citta, Verona; Chemould Gallery, Mumbai.
Justin Ponmany
1974 Kerala, vive e lavora a Mumbai.
La produzione di Justin Ponmany riflette con rigore digitale sulla rapida trasformazione sociale che sta investendo Mumbai negli ultimi anni, interrogandosi sul futuro dell'India nell'era della globalizzazione.
Mostre selezionate: Nature Morte, New Delhi; Bose Pacia Gallery, New York; Loop Gallery, Seoul; Sakshi Gallery, Mumbai; Experimenta, Kolkata.
T V Santhosh
1968 Kerala, vive e lavora a Mumbai.
L’arte di TV Santhosh, nei dipinti come nelle sculture, racconta la straziante lotta umana contro le ingiustizie del mondo contemporaneo e muove un'esplicita denuncia contro la spettacolarizzazione della violenza esercitata da media e governi.
Mostre selezionate: Devi Art Foundation, New Delhi; Guild Art Gallery, Mumbai; Museum of Contemporary Art, Shanghai; Grosvenor Gallery, London; Avanthay Contemporary, Zurich; Nature Morte, New Delhi; Jack Shainman Gallery, New York.
Jiten Thukral
1976 Jalandar, vive e lavora a Delhi
Sumir Tagra
1978 Delhi, vive e lavora Delhi
Surreali ed ironici, i lavori di Jiten Thukral e Sumir Tagra affrontano le tematiche del branding e del consumismo attraverso un corpo di lavoro che comprende pittura, scultura, installazione, video e design grafico.
Mostre selezionate: Arario Gallery, Seoul; UCCA, Beijing; Mori Art Museum, Tokyo; Essl Museum, Vienna; Nature Morte, Berlin and New Delhi; Chatterjee & Lal, Mumbai; Gallery Barry Keldoulis, Sydney; Bose Pacia, New York.
English Version
Press Release
Some of the most outstanding artists on the Indian contemporary scene garb the sumptuous rooms of the Appartamento Padronale of Palazzo Saluzzo di Paesana with their works in the exhibition Inside India. The show sheds light on a crucial phase of Indian history, with the growing prestige and extraordinary vivacity of the Indian cultural and aesthetic panorama.
The Indian contemporary art system has gone through a period of unprecedented growth over the last five years. The phenomenon of local art collecting, fed by the burgeoning interest of the “nouveaux riches”, has rapidly achieved autonomy and importance, generating international appeal in its wake.
Though the local growth of Indian contemporary art is borne out by the increasing presence of public institutions and academies, an idea of its true international commercial success is conveyed by the fact that the small workshops of the past have been transformed into flourishing, influential art galleries, with equally active outposts all over the world.
The fortunes of India go hand in hand with the rise of globalization, then, but it is precisely in this context that the country reflects on its present contradictions, with unusual resolve. Suspended between continuity and modernization, India gazes into the mirror of its own complexity, chooses the force of tradition and expresses a clear critique of the occidental logic of progress.
Immersed in the atmosphere described above, Indian artists experiment with and explore different aesthetic options – from painting to sculpture, photography to video art, all the way to the most daring forms of installation – remaining totally in tune with the framework of multiple forms specific to the 21st century. Observing the works, it is easy to understand how certain artists have absorbed the legacy of the denied utopia of Gandhi and Nehru; others, instead, have begun and continued to concentrate on the incredible urban growth of the country, its sprawling shantytowns, and the issues of migration that have an impact on a large portion of the population.
Inside India sets out to narrate the colors and aromas of a fascinating land laden with culture, shedding light on its transformations through the language of contemporary art. An ambitious program, if we consider the direction taken by much of the avant-garde art of recent years, often balanced between the banal and the absurd. In any case, Indian art shuns superficial expedients, focusing on man and the desire that motivates him to reach for the loftiest goals of life.
The idea is not to pay homage to a culture as such, but to rediscover, in the works of Atul Dodiya, Riyas Komu, Jagannath Panda, Justin Ponmany, T V Santhosh and Thukral & Tagra, the sublime dignity of a nation that, even in humble circumstances, has been able to perceive a reason for being in its history, based on both human and aesthetic parameters.
Atul Dodiya
1959 Mumbai, lives and works in Mumbai.
Eclectic and surprisingly timely, Atul Dodiya experiments with the crossing of artistic languages, triggering an encounter between East and West that is both aesthetic and substantial. Between Pre-Renaissance and Post-Modern, classical and kitsch, we find all the innovative drive of a talent who has been described as “one of the greatest masters of Indian contemporary art”.
Selected exhibitions: Vadehra Gallery, New Delhi; Tyler Print Institute, Singapore; Bose Pacia Gallery, New York; Reina Sofia Museum, Madrid; Japan Foundation Asia Center, Berlin; Yokohama Triennale, Japan; Documenta XII, Kassel.
Riyas Komu
1971 Kerala, lives and works in Mumbai.
The monumental sculptures and canvases of RK probe the political implications connected with the changes of modern India, formulating positions of critique and protest.
Selected exhibitions: Guild Art Gallery, Mumbai; Visual Art Center, Hong Kong; National Gallery of Modern Art, New Delhi; 52nd Venice Biennial.
Jagannath Panda
1970 Bhubaneswar, lives and works in Delhi.
The works of Jagannath Panda address contemporary metropolitan man. Refined paintings and sculptures covered with brocade show animals of all kinds lost in the alien context of the city. The artist’s critical stance with respect to progress concentrates on the constant opposition between nature and settlement, tradition and technology, sacred and profane.
Selected exhibitions: Nature Morte, New Delhi; Moca Foundation Gallery, Tokyo; Birla Academy of Art & Culture, Kolkata; Museum of Contemporary Art, Shanghai; Mori Art Museum, Tokyo; Essl Museum, Vienna; Contemporary Art Museum, Seoul; Alexia Goethe Gallery, London; Studio La Citta, Verona; Chemould Gallery, Mumbai.
Justin Ponmany
1974 Kerala, lives and works in Mumbai.
The output of Justin Ponmany reflects, with digital rigor, on the rapid social transformation that has impacted Mumbai in recent years, questioning the future of India in the age of globalization.
Selected exhibitions: Nature Morte, New Delhi; Bose Pacia Gallery, New York; Loop Gallery, Seoul; Sakshi Gallery, Mumbai; Experimenta, Kolkata.
T V Santhosh
1968 Kerala, lives and works in Mumbai.
The art of T V Santhosh, in the paintings and in the sculptures, narrates the anguishing human struggle against the injustices of the contemporary world, explicitly protesting against the spectacularization of violence propagated by the media and by governments.
Selected exhibitions: Devi Art Foundation, New Delhi; Guild Art Gallery, Mumbai; Museum of Contemporary Art, Shanghai; Grosvenor Gallery, London; Avanthay Contemporary, Zurich; Nature Morte, New Delhi; Jack Shainman Gallery, New York.
Jiten Thukral
1976 Jalandar, lives and works in Delhi.
Sumir Tagra
1978 Delhi, lives and works in Delhi.
Playful and ironic, Jiten Thukral and Sumir Tagra approach the themes of branding and consumism through a body of work that includes paintings, sculptures, installations, videos and graphic design.
Selected exhibitions: Arario Gallery, Seoul; UCCA, Beijing; Mori Art Museum, Tokyo; Essl Museum, Vienna; Nature Morte, Berlin and New Delhi; Chatterjee & Lal, Mumbai; Gallery Barry Keldoulis, Sydney; Bose Pacia, New York.
05
novembre 2010
Inside India
Dal 05 al 21 novembre 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO SALUZZO PAESANA
Torino, Via Della Consolata, 1/bis, (Torino)
Torino, Via Della Consolata, 1/bis, (Torino)
Orario di apertura
Sabato 6 novembre 10.00 24.00
Domenica 7 novembre 10.00 20.00
Mostra dall’8 al 24 novembre 2010
lunedì - venerdì 15.00 19.00 e sabato 10.00 19.00 e su appuntamento telefonico
Vernissage
5 Novembre 2010, ore 18
Autore
Curatore