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Interessi Zero! Strategie artistiche per un’economia in crisi
In questa fase storica – in cui stanno emergendo contraddizioni interne al sistema economico globale che sembrano essere più strutturali che occasionali – l’arte può suggerire riflessioni e pratiche innovative rispetto alle logiche economiche dominanti.
Comunicato stampa
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Interessi Zero! la mostra allestita presso la Galleria Civica di Arte Contemporanea dii Trento, dal 12 marzo al 29 maggio 2005, a cura di Marco Senaldi e Pier Luigi Sacco, indaga sulle interferenze esistono tra arte ed economia. Attraverso un percorso che da celebri opere storiche arriva all’arte dei nostri giorni, con alcuni lavori ideati ad hoc per la mostra, si intuisce come nella nostra epoca spesso l’arte abbia tentato non solo di interferire con l’economia analizzandone i principi e le strutture che la sorreggono, bensì abbia creato anche dei corto circuiti rispetto alle logiche economiche dominanti.
Fin dall’inizio del ventesimo secolo l’arte e gli artisti non hanno potuto esimersi dal riflettere a lungo sulla natura del loro coinvolgimento nell’ambito economico: decisivi sono i lavori di artisti quali Marcel Duchamp, come l’Assegno Tzank, assegno realizzato a mano dall’artista in pagamento di cure dentistiche, di Yves Klein con il lavoro Carnet de reçus pour les Zones de sensibilité picturale immatérielle del 1959, una serie di assegni stampati che fungevano da ricevuta a testimonianza dell’acquisto di una porzione di “sensibilità immateriale” in cambio di un certo quantitativo di oro… senonchè il compratore doveva poi bruciare la ricevuta a mo’ di rituale; e ancora si può citare Joseph Beuys, che attraverso le vecchie monete di carta diffondeva lo slogan KUNST=CAPITAL. Da queste illustri posizioni pionieristiche, oggi gli artisti internazionali si sono concentrati su nuovi elementi. Nel percorso espositivo articolato in Galleria Civica e presso la Facoltà di Economia dell’Università di Trento, si leggono le posizioni di chi, con un approccio descrittivo, mette in luce i meccanismi latenti e le strategie che strutturano oggi il sistema di scambio della “nostra” società globale o di chi dall’altra parte, assume posizioni critiche mettendo in moto attraverso l’arte veri e propri meccanismi economici alternativi. Tra le opere in mostra si può assistere a diversificati rituali del denaro: c’è chi brucia i dollari, come nel video Hell Bank di Marianne Heier, o chi trasforma i supermercati in ideale terreno di caccia, come Christian Jankowski nel video Die Jagd. E se a Vienna, la storica Karlsplatz diventa Nikeplatz (con tanto di monumento allo swoosh, l’inconfondibile logo della Nike – lungo ben 36 metri e largo 18, in acciaio rivestito di una speciale resina rossa ricavata da suole di scarpe Nike usate - e punto informativo posto in un angolo della piazza - realizzato in materiale trasparente - che fornisce ai cittadini tutti i dettagli dell’operazione) lo dobbiamo all’opera “burla” realizzata con grandi capacità comunicative dal collettivo 0100101110101101.org . Ed è ancora un attacco alla produzione delle “multinazionali” il video di Michael Blum My sneakers, in cui l’artista illustra l’odissea produttiva delle sue scarpe da tennis: al video si assiste da una seduta in legno rigorosamente a forma di swoosh della Nike. Un vero e proprio intervento sul mercato è, invece, il progetto di Superflex Guaranà Power, realizzato per la prima volta nel 2003 e riadattato in occasione di questa mostra. Guaranà Power è una bevanda a base di guaranà prodotta in Brasile dagli artisti in collaborazione con una cooperativa di agricoltori locali, in risposta allo sfruttamento delle risorse del territorio in corso da parte delle grandi multinazionali. La bevanda è più pura e ricca di sostanze primarie rispetto a quelle normalmente in commercio e le sue vendite hanno registrato un discreto successo. Dalla mostra nasce anche una nuova moneta: l’Afro. Afro project è il progetto che Pascale Marthine Tayou ha ideato specificatamente per la mostra. Afro può essere una moneta, un simbolo politico di propaganda, una comunità geografica. Sarà la sala d’ingresso della galleria ad essere allestita completamente per questo progetto: uno spazio che riassume molteplici significati, topos rappresentativo di un’area geografica dove il valore economico si valuta in Afro. L’Afro come moneta unica si propone come simbolo del sogno di una nuova unione africana. Sarà ideata anche una bandiera che farà da insegna di questa nuova comunità: a rappresentanza di un insieme di stati riprodotti in una nuova carta geopolitica del continente africano. A dimostrazione di come si possono abbattere i prezzi degli affitti, invece, Michael Rakowitz, giovane artista di origine irachena che esplora e critica le lacune essenziali del nostro sistema economico e sociale, installa nel parcheggio esterno alla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento un nuovo sistema abitativo: (P)lot è una tenda a forma di automobile che occupa esattamente lo spazio di un parcheggio a pagamento… durante il periodo di mostra la tenda sarà effettivamente abitata. Underground di Marianne Heier sarà il lavoro sonoro installato presso la Facoltà di Economia: nel grande atrio dell’ingresso e nel cortile si potranno udire, ritmate in una sorta di continua cantilena dal tono lamentoso, le registrazioni delle richieste di carità effettuate dall’artista nella metropolitana di Milano.
Questi sono solo alcuni esempi tra le opere in mostra che dimostrano come oggi se si va ad indagare nel rapporto arte ed economia si riescono a scorgere posizioni diversificate e inattese interferenze tra chi oggi gioca al gioco del mercato e chi lo stravolge e inventa nuove forme economiche.
In occasione dell’inaugurazione avrà luogo una lettura a tema di Marco Vaglieri e Filippo Pretolani, a cui segue una performance di Carlos Amorales che si esibirà con il suo gruppo musicale (e suo ultimo progetto artistico) Nuevos Ricos.
Ad un approfondimento critico della mostra, sarà dedicato il numero 12 di “Work. Art in progress” rivista della Galleria Civica, che conterrà, oltre al testo di presentazione dei curatori dell'esposizione, immagini e schede critiche relative alle opere degli artisti coinvolti nel progetto.
Fin dall’inizio del ventesimo secolo l’arte e gli artisti non hanno potuto esimersi dal riflettere a lungo sulla natura del loro coinvolgimento nell’ambito economico: decisivi sono i lavori di artisti quali Marcel Duchamp, come l’Assegno Tzank, assegno realizzato a mano dall’artista in pagamento di cure dentistiche, di Yves Klein con il lavoro Carnet de reçus pour les Zones de sensibilité picturale immatérielle del 1959, una serie di assegni stampati che fungevano da ricevuta a testimonianza dell’acquisto di una porzione di “sensibilità immateriale” in cambio di un certo quantitativo di oro… senonchè il compratore doveva poi bruciare la ricevuta a mo’ di rituale; e ancora si può citare Joseph Beuys, che attraverso le vecchie monete di carta diffondeva lo slogan KUNST=CAPITAL. Da queste illustri posizioni pionieristiche, oggi gli artisti internazionali si sono concentrati su nuovi elementi. Nel percorso espositivo articolato in Galleria Civica e presso la Facoltà di Economia dell’Università di Trento, si leggono le posizioni di chi, con un approccio descrittivo, mette in luce i meccanismi latenti e le strategie che strutturano oggi il sistema di scambio della “nostra” società globale o di chi dall’altra parte, assume posizioni critiche mettendo in moto attraverso l’arte veri e propri meccanismi economici alternativi. Tra le opere in mostra si può assistere a diversificati rituali del denaro: c’è chi brucia i dollari, come nel video Hell Bank di Marianne Heier, o chi trasforma i supermercati in ideale terreno di caccia, come Christian Jankowski nel video Die Jagd. E se a Vienna, la storica Karlsplatz diventa Nikeplatz (con tanto di monumento allo swoosh, l’inconfondibile logo della Nike – lungo ben 36 metri e largo 18, in acciaio rivestito di una speciale resina rossa ricavata da suole di scarpe Nike usate - e punto informativo posto in un angolo della piazza - realizzato in materiale trasparente - che fornisce ai cittadini tutti i dettagli dell’operazione) lo dobbiamo all’opera “burla” realizzata con grandi capacità comunicative dal collettivo 0100101110101101.org . Ed è ancora un attacco alla produzione delle “multinazionali” il video di Michael Blum My sneakers, in cui l’artista illustra l’odissea produttiva delle sue scarpe da tennis: al video si assiste da una seduta in legno rigorosamente a forma di swoosh della Nike. Un vero e proprio intervento sul mercato è, invece, il progetto di Superflex Guaranà Power, realizzato per la prima volta nel 2003 e riadattato in occasione di questa mostra. Guaranà Power è una bevanda a base di guaranà prodotta in Brasile dagli artisti in collaborazione con una cooperativa di agricoltori locali, in risposta allo sfruttamento delle risorse del territorio in corso da parte delle grandi multinazionali. La bevanda è più pura e ricca di sostanze primarie rispetto a quelle normalmente in commercio e le sue vendite hanno registrato un discreto successo. Dalla mostra nasce anche una nuova moneta: l’Afro. Afro project è il progetto che Pascale Marthine Tayou ha ideato specificatamente per la mostra. Afro può essere una moneta, un simbolo politico di propaganda, una comunità geografica. Sarà la sala d’ingresso della galleria ad essere allestita completamente per questo progetto: uno spazio che riassume molteplici significati, topos rappresentativo di un’area geografica dove il valore economico si valuta in Afro. L’Afro come moneta unica si propone come simbolo del sogno di una nuova unione africana. Sarà ideata anche una bandiera che farà da insegna di questa nuova comunità: a rappresentanza di un insieme di stati riprodotti in una nuova carta geopolitica del continente africano. A dimostrazione di come si possono abbattere i prezzi degli affitti, invece, Michael Rakowitz, giovane artista di origine irachena che esplora e critica le lacune essenziali del nostro sistema economico e sociale, installa nel parcheggio esterno alla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento un nuovo sistema abitativo: (P)lot è una tenda a forma di automobile che occupa esattamente lo spazio di un parcheggio a pagamento… durante il periodo di mostra la tenda sarà effettivamente abitata. Underground di Marianne Heier sarà il lavoro sonoro installato presso la Facoltà di Economia: nel grande atrio dell’ingresso e nel cortile si potranno udire, ritmate in una sorta di continua cantilena dal tono lamentoso, le registrazioni delle richieste di carità effettuate dall’artista nella metropolitana di Milano.
Questi sono solo alcuni esempi tra le opere in mostra che dimostrano come oggi se si va ad indagare nel rapporto arte ed economia si riescono a scorgere posizioni diversificate e inattese interferenze tra chi oggi gioca al gioco del mercato e chi lo stravolge e inventa nuove forme economiche.
In occasione dell’inaugurazione avrà luogo una lettura a tema di Marco Vaglieri e Filippo Pretolani, a cui segue una performance di Carlos Amorales che si esibirà con il suo gruppo musicale (e suo ultimo progetto artistico) Nuevos Ricos.
Ad un approfondimento critico della mostra, sarà dedicato il numero 12 di “Work. Art in progress” rivista della Galleria Civica, che conterrà, oltre al testo di presentazione dei curatori dell'esposizione, immagini e schede critiche relative alle opere degli artisti coinvolti nel progetto.
11
marzo 2005
Interessi Zero! Strategie artistiche per un’economia in crisi
Dall'undici marzo al 29 maggio 2005
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE GALLERIA CIVICA – CENTRO DI RICERCA SULLA CONTEMPORANEITA’ DI TRENTO
Trento, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 19, (Trento)
Trento, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 19, (Trento)
Biglietti
intero € 2,70; ridotto € 1,70
Orario di apertura
10-18, chiuso lunedì
Vernissage
11 Marzo 2005, ore 18.30
Ufficio stampa
ARTLINK
Autore
Curatore