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Internation Art
Gli artisti di “Internation-ART” con le loro opere, propongono nuovi spunti di riflessione sull’attuale condizione dell’arte e dell’artista, facendo dialogare il passato con il presente, i linguaggi tradizionali con le nuove tecnologie, attraverso ingegnose manipolazioni ed eclettiche ibridazioni.
Comunicato stampa
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“La grande arte – o la buona arte – è quella che, quando la guardi e ne fai esperienza, ti rimane nella mente. Non penso che l'arte concettuale e l'arte tradizionale siano così diverse. C'è arte concettuale noiosa e arte tradizionale noiosa. La grande arte è quella che non ti fa smettere di pensare, dopodiché diventa memoria”.
(Damien Hirst)
“Ma questo è un quadro?”, “Questa è arte?”. Visitando una mostra o entrando in un museo d’arte contemporanea capita spesso di pensare, dire o sentire domande di questo genere. Anche per gli addetti ai lavori come critici, galleristi, curatori, è sempre più difficile stabilire confini precisi tra cosa possa essere considerato “arte” e cosa in realtà non lo sia.
Il dibattito sull’arte è oggi sempre più acceso e trova stimolanti spunti di riflessione nella nuova mostra “Internation-ART” la cui inaugurazione avrà luogo Giovedì 5 Aprile 2018, alle ore 19.00, in via il Prato 11r, Firenze. Durante la serata inoltre sarà offerto un cocktail di benvenuto mentre musicisti jazz suoneranno dal vivo, animando la serata e creando un felice connubio tra Arte e Musica.
L’arte contemporanea è caratterizzata da un paradosso: da una parte attrae grandi numeri di visitatori, soprattutto in occasione di eventi su scala mondiale come fiere o biennali; dall’altra crea molte perplessità e viene considerata “difficile”. Questo perché all’originaria funzione estetica dell’opera, ovvero al principio millenario della kalokagathìa, l’ideale greco del “bello e buono”, si è sostituito quello del “sensazionale”. Ci vengono così in mente cuori in acciaio, squali in formaldeide e pupazzoni di Jeff Koons, Damien Hirst e Maurizio Cattelan o il gigantismo imperscrutabile di Matthew Barney.
E se dunque le opere di Cattelan, Hirst, Koons o Barney fanno clamore, provocano e si trasformano in veri e propri “proiettili contro l’osservatore” (Walter Benjamin), al tempo stesso riportano la questione al nocciolo del problema: quello di un’arte che, attraverso il “sensazionale”, attraverso la provocazione, denuncia i paradossi di un sistema che troppe volte è costretto a piegarsi alle logiche di mercato, alle esigenze dei curatori e alle aspettative del pubblico.
In una società che ha visto mutare il proprio concetto di identità, i propri confini fisici e culturali, in nome di una “internazionalità” che ha ridefinito nuove geografie artistiche, gli artisti di “Internation-ART” attraverso le loro opere, propongono quindi nuovi spunti di riflessione sull’attuale condizione dell’arte e dell’artista, facendo dialogare il passato con il presente, i linguaggi tradizionali con le nuove tecnologie, attraverso ingegnose manipolazioni ed eclettiche ibridazioni.
Virginia Bazzechi Ganucci Cancellieri
(Damien Hirst)
“Ma questo è un quadro?”, “Questa è arte?”. Visitando una mostra o entrando in un museo d’arte contemporanea capita spesso di pensare, dire o sentire domande di questo genere. Anche per gli addetti ai lavori come critici, galleristi, curatori, è sempre più difficile stabilire confini precisi tra cosa possa essere considerato “arte” e cosa in realtà non lo sia.
Il dibattito sull’arte è oggi sempre più acceso e trova stimolanti spunti di riflessione nella nuova mostra “Internation-ART” la cui inaugurazione avrà luogo Giovedì 5 Aprile 2018, alle ore 19.00, in via il Prato 11r, Firenze. Durante la serata inoltre sarà offerto un cocktail di benvenuto mentre musicisti jazz suoneranno dal vivo, animando la serata e creando un felice connubio tra Arte e Musica.
L’arte contemporanea è caratterizzata da un paradosso: da una parte attrae grandi numeri di visitatori, soprattutto in occasione di eventi su scala mondiale come fiere o biennali; dall’altra crea molte perplessità e viene considerata “difficile”. Questo perché all’originaria funzione estetica dell’opera, ovvero al principio millenario della kalokagathìa, l’ideale greco del “bello e buono”, si è sostituito quello del “sensazionale”. Ci vengono così in mente cuori in acciaio, squali in formaldeide e pupazzoni di Jeff Koons, Damien Hirst e Maurizio Cattelan o il gigantismo imperscrutabile di Matthew Barney.
E se dunque le opere di Cattelan, Hirst, Koons o Barney fanno clamore, provocano e si trasformano in veri e propri “proiettili contro l’osservatore” (Walter Benjamin), al tempo stesso riportano la questione al nocciolo del problema: quello di un’arte che, attraverso il “sensazionale”, attraverso la provocazione, denuncia i paradossi di un sistema che troppe volte è costretto a piegarsi alle logiche di mercato, alle esigenze dei curatori e alle aspettative del pubblico.
In una società che ha visto mutare il proprio concetto di identità, i propri confini fisici e culturali, in nome di una “internazionalità” che ha ridefinito nuove geografie artistiche, gli artisti di “Internation-ART” attraverso le loro opere, propongono quindi nuovi spunti di riflessione sull’attuale condizione dell’arte e dell’artista, facendo dialogare il passato con il presente, i linguaggi tradizionali con le nuove tecnologie, attraverso ingegnose manipolazioni ed eclettiche ibridazioni.
Virginia Bazzechi Ganucci Cancellieri
05
aprile 2018
Internation Art
Dal 05 al 28 aprile 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA 360
Firenze, Il Prato, 11r, (Firenze)
Firenze, Il Prato, 11r, (Firenze)
Orario di apertura
Lunedì dalle 15:00 alle 19:00; da Martedì a Sabato compresi dalle 10:00 -13:00 e dalle 15.00-19.00;
Vernissage
5 Aprile 2018, ore 19.00
Autore
Curatore