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Intorno all’autoritratto – L’impronta e il corpo/L’ombra e lo specchio
Ne discutono Lucilla Catania, Elisa Montessori, Cloti Ricciardi, muovendo da una condivisa riflessione sui propri lavori.
Comunicato stampa
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INTORNO ALL’AUTORITRATTO
Ciclo di seminari, febbraio-maggio 2005
Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19, Roma
Giovedì 24 febbraio 2005, ore 18. Autobiografia/Autoritratto. La scrittura, nei suoi moventi, appare per lo più un esercizio privato, anche effusivo, mentre il ritrarsi sembra implicare il lavoro su una propria identità visibile al mondo. Sulle incongruenze, parallelismi, paradossi del reciproco interferire dei due generi intervengono Marilù Eustachio e Marisa Volpi.
Giovedì 31 marzo 2005, ore 18. L’impronta e il corpo/L’ombra e lo specchio. Anche, se come ha detto Leonardo, in ogni opera l’artista ritrae se stesso, l’autoritratto appare mobilitare specifiche modalità operative, coinvolgendo principalmente il corpo, in una sinestesia tattile-motoria, oppure l’immagine di esso, colta e costruita dallo sguardo. Ne discutono Lucilla Catania, Elisa Montessori, Cloti Ricciardi, muovendo da una condivisa riflessione sui propri lavori.
Giovedì 28 aprile 2005, ore 18. Davanti e dietro la macchina. L’occhio fotografico, nel suo isolare e fissare il frammento, denuda verità imbarazzanti o conferma pose esibite, testimonia o mistifica, suscita ricezioni contraddittorie della propria identità. Le esperienze di due artiste, Francesca Woodman e Daniela Monaci, valgono come referenti per un’analisi delle sotterranee valenze dell’autoritratto fotografico, estesa fino all’ambito espressivo della video art.
Giovedì 26 maggio 2005, ore 18. Giochi di ruolo. Per le artiste fra Rinascimento e Ottocento l’autoritratto ha rivestito un senso di autopromozione e insieme di conferma rassicurante di una propria, socialmente subordinata, femminilità. Le avanguardie, in specie il surrealismo, hanno avviato il gioco delle identità incerte o fuggevoli, per indagarsi con sofferta problematicità, o proporsi in pubblico secondo una provocatoria sovversione di attese. L’orizzonte è esteso, dai primi travestimenti di Claude Cahun, ai casi estremi di Jenny Saville, Cindy Sherman, Orlan. Intervengono Cristiana Perrella e la performer Myriam Laplante.
I seminari saranno introdotti e condotti da Silvia Bordini, Laura Iamurri, Maria Grazia Messina, Sabrina Spinazzé
Cosa implica, nell’ottica della differenza di genere, l’intenzionalità del ritrarsi? Qualche suggerimento può venirci già dall'osservazione di opere del passato rapportate al nostro presente.
La prima rappresentazione di un pittore al lavoro sull’autoritratto coincide con una prima effigie di donna artista, in un’illustrazione, da un codice francese del 1402, dell’opera di Boccaccio De claris mulieribus, riproducente la leggendaria pittrice Marcia, mentre, guardandosi in uno specchio, riporta i propri tratti sulla tavola. Tale precoce convergenza di pittrice/ritratto/specchio riveste nel Rinascimento plurime valenze di senso, valide ancora oggi. Lo statuto diminutivo del ritratto, ritenuto allora solo documentario, appariva consono a un esercizio femminile dell’arte; lo specchio, suo strumento specifico, appariva per il suo essere elusivo fra verosomiglianza e apparenza, l’attributo caratterizzante per eccellenza la figura femminile, nei due aspetti di Verità e Vanità. Rimirandosi nello specchio, oltre che come autore, l’artista si esperiva come modello, secondo uno sdoppiamento tanto più reciso per la donna, che proprio con il Rinascimento si delinea quale oggetto privilegiato della pittura, ambito invece pressoché esclusivo di uno sguardo e di un fare maschile. Già artiste riconosciute, come Anguissola o Gentileschi, dovevano venire a patti con l’evidenza che il proprio autoritratto venisse recepito non come effigie di un soggetto, quanto di un oggetto rispondente a una gamma di attese, socialmente codificate. Attese che persistono tuttora, in declinazioni antropologicamente mutate, e che ci sono apparse valide per un’interrogazione su quanto la pratica dell'autoritratto riveli dello statuto di donna-artista.
info: Sabrina Spinazzè (spinazze@tin.it); Laura Iamurri (iamurri@uniroma3.it)
Ciclo di seminari, febbraio-maggio 2005
Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19, Roma
Giovedì 24 febbraio 2005, ore 18. Autobiografia/Autoritratto. La scrittura, nei suoi moventi, appare per lo più un esercizio privato, anche effusivo, mentre il ritrarsi sembra implicare il lavoro su una propria identità visibile al mondo. Sulle incongruenze, parallelismi, paradossi del reciproco interferire dei due generi intervengono Marilù Eustachio e Marisa Volpi.
Giovedì 31 marzo 2005, ore 18. L’impronta e il corpo/L’ombra e lo specchio. Anche, se come ha detto Leonardo, in ogni opera l’artista ritrae se stesso, l’autoritratto appare mobilitare specifiche modalità operative, coinvolgendo principalmente il corpo, in una sinestesia tattile-motoria, oppure l’immagine di esso, colta e costruita dallo sguardo. Ne discutono Lucilla Catania, Elisa Montessori, Cloti Ricciardi, muovendo da una condivisa riflessione sui propri lavori.
Giovedì 28 aprile 2005, ore 18. Davanti e dietro la macchina. L’occhio fotografico, nel suo isolare e fissare il frammento, denuda verità imbarazzanti o conferma pose esibite, testimonia o mistifica, suscita ricezioni contraddittorie della propria identità. Le esperienze di due artiste, Francesca Woodman e Daniela Monaci, valgono come referenti per un’analisi delle sotterranee valenze dell’autoritratto fotografico, estesa fino all’ambito espressivo della video art.
Giovedì 26 maggio 2005, ore 18. Giochi di ruolo. Per le artiste fra Rinascimento e Ottocento l’autoritratto ha rivestito un senso di autopromozione e insieme di conferma rassicurante di una propria, socialmente subordinata, femminilità. Le avanguardie, in specie il surrealismo, hanno avviato il gioco delle identità incerte o fuggevoli, per indagarsi con sofferta problematicità, o proporsi in pubblico secondo una provocatoria sovversione di attese. L’orizzonte è esteso, dai primi travestimenti di Claude Cahun, ai casi estremi di Jenny Saville, Cindy Sherman, Orlan. Intervengono Cristiana Perrella e la performer Myriam Laplante.
I seminari saranno introdotti e condotti da Silvia Bordini, Laura Iamurri, Maria Grazia Messina, Sabrina Spinazzé
Cosa implica, nell’ottica della differenza di genere, l’intenzionalità del ritrarsi? Qualche suggerimento può venirci già dall'osservazione di opere del passato rapportate al nostro presente.
La prima rappresentazione di un pittore al lavoro sull’autoritratto coincide con una prima effigie di donna artista, in un’illustrazione, da un codice francese del 1402, dell’opera di Boccaccio De claris mulieribus, riproducente la leggendaria pittrice Marcia, mentre, guardandosi in uno specchio, riporta i propri tratti sulla tavola. Tale precoce convergenza di pittrice/ritratto/specchio riveste nel Rinascimento plurime valenze di senso, valide ancora oggi. Lo statuto diminutivo del ritratto, ritenuto allora solo documentario, appariva consono a un esercizio femminile dell’arte; lo specchio, suo strumento specifico, appariva per il suo essere elusivo fra verosomiglianza e apparenza, l’attributo caratterizzante per eccellenza la figura femminile, nei due aspetti di Verità e Vanità. Rimirandosi nello specchio, oltre che come autore, l’artista si esperiva come modello, secondo uno sdoppiamento tanto più reciso per la donna, che proprio con il Rinascimento si delinea quale oggetto privilegiato della pittura, ambito invece pressoché esclusivo di uno sguardo e di un fare maschile. Già artiste riconosciute, come Anguissola o Gentileschi, dovevano venire a patti con l’evidenza che il proprio autoritratto venisse recepito non come effigie di un soggetto, quanto di un oggetto rispondente a una gamma di attese, socialmente codificate. Attese che persistono tuttora, in declinazioni antropologicamente mutate, e che ci sono apparse valide per un’interrogazione su quanto la pratica dell'autoritratto riveli dello statuto di donna-artista.
info: Sabrina Spinazzè (spinazze@tin.it); Laura Iamurri (iamurri@uniroma3.it)
31
marzo 2005
Intorno all’autoritratto – L’impronta e il corpo/L’ombra e lo specchio
31 marzo 2005
incontro - conferenza
Location
CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE
Roma, Via Della Lungara, 19, (Roma)
Roma, Via Della Lungara, 19, (Roma)
Vernissage
31 Marzo 2005, ore 18