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(in)visibilia. Omaggio a Xavier Carbonell
Omaggio al pittore catalano attraverso una selezione ragionata di dipinti composta da circa trenta oli su tela di piccolo, medio e grande formato, simili ad appunti di viaggio, a riflessioni sui luoghi visitati, archivio storico di memorie collettive che hanno scandito la vita dell’artista.
Comunicato stampa
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Si inaugura venerdì 19 giugno 2015, alle ore 18.30, presso gli spazi espositivi di Forte Mezzacapo a Zelarino - Venezia (via Scaramuzza 82; vedi scheda evento allegata) (in)visibilia – omaggio a Xavier Carbonell, personale del pittore catalano Xavier Carbonell, a cura di Bruno Francisci e Gaetano Salerno.
La mostra, visitabile fino a domenica 28 giugno 2015, realizzata in collaborazione con Segnoperenne, Museum of the Americas (Miami), Porto d’Arti e con il patrocinio della Municipalità di Chirignago-Zelarino, vuole essere un omaggio all’importante artista catalano del quale rilegge, attraverso una selezione mirata e antologica dei lavori, la lunga e complessa ricerca, da sempre fedele all’osservazione e documentazione del paesaggio (alternando ambienti naturali e urbani) evocato da atmosfere sentimentali e fortemente emozionali, rese attraverso un particolare e distintivo uso della luce.
In occasione dell’appuntamento espositivo veneziano verrà infatti presentata al pubblico una selezione di dipinti composta da circa trenta oli su tela di piccolo, medio e grande formato, simili ad appunti di viaggio, a riflessioni sui luoghi visitati, archivio storico di memorie collettive che hanno scandito la vita dell’artista, non unicamente sotto il profilo artistico quanto soprattutto su quello umano ed esistenziale.
Xavier Carbonell nasce nel 1942 a Olot (Spagna), piccola città d’arte nel cuore della Comunità Autonoma della Catalogna, dove tuttora vive e lavora.
Si forma come pittore nella bottega del padre la cui pittura influisce fortemente sulla sua ricerca futura. Fin da giovane si dedica alla pittura, al disegno, alla ceramica studiando svariate tecniche artistiche. Inizia fin da giovane a partecipare a vari concorsi e all’età di ventidue anni riceve il suo primo premio di pittura vincendo un concorso organizzato nella sua città natale.
Grazie ad un talento riconosciuto ormai dalla critica internazionale e affinato nel corso della lunga carriera, l’artista sviluppa una ricerca basata su selezionate e ripetute serie pittoriche, raccogliendo in ciascuna il frutto delle esperienze di viaggi compiuti.
La serie più conosciuta è probabilmente quella dedicata alla città di New York ma l’attenzione dell’artista si sofferma spesso sui paesaggi urbani e naturali, con interventi di osservazione, riflessione e resa di una realtà in cui la presenza umana è spesso marginale o assente. Tratto caratteristico dell’artista è l’uso particolare di una luce pallida e diffusa che ne permea i lavori, avvolgendoli in atmosfere poetiche e atemporali.
Dalle opere dell’artista traspare così una particolare e raffinata sensibilità cromatica, necessaria per uniformarne le visioni e trasportare queste osservazioni del reale verso situazioni oniriche, immaginarie, sospese in tempi e luoghi eterni che divengono presto luoghi dell’anima.
L’artista partecipa a numerose esposizioni personali e collettive; molte sue opere sono presenti in collezioni private. Alcuni lavori sono inoltre esposti in spazi pubblici quali il Museo Olimpico di Losanna e nella sede del Parlamento Europeo di Strasburgo.
Scrive il critico d’arte e curatore Gaetano Salerno a proposito della pittura di Xavier Carbonell nel testo critico Reminiscenze antropiche:
“Sembra quasi che nell’assenza di vocio giunga a consesso tutto il vibrare del mondo e per un momento si acquieti, rimanendo sommessamente sottomesso agli strati di colore, subordinato a rigori pittorici imperturbabili e inalterabili, sospeso come l’aria ferma trafitta da un tondo e pallido sole che sorge e tramonta assoluto oltre lo skyline dei grattacieli della metropoli così come oltre le punte aguzze delle montagne, uniformando nei toni delle velature ogni atomo in composizioni armoniche, in potenziali utopie incapaci di sfuggire sia alla pittura sia alla memoria.
La lunga periegesi dell’artista muta questi territori antropizzati in spazi delle assenze, schizzandone rapidamente i ritratti come appunti nel voluminoso cahier de voyage per condurre l’osservatore a una rivalutazione del proprio reale e a un riconoscimento dello stesso, come posto di fronte a porzioni di vita conosciuti eppure pregni di nuove piacevolezze e nuovi di spunti di analisi.
Calma, pace, silenzio, brusio, rumori, frastuono sono gli espedienti sinestetici di questa narrazione multisensoriale che spersonalizza gli ambienti, muta il luogo in non-luogo sottraendolo alle peculiarità geografiche, entropiche, sociali per vincolarlo invece alle vibrazioni dell’anima che lì, per un attimo, si è ricongiunta al corpo, evidenziando attraverso gamme cromatiche languide e struggenti, mediante luminosità contenute e diffuse le sensazioni timbriche che al viaggiatore è concesso di serbare nel cuore, al di là degli arrivi e delle ripartenze.
Ogni visione di Xavier Carbonell diventa così latrice di un’emozione che trascende la percezione tattile del guardare, che oltrepassa il rigore vedutista degli alti palazzi degli scorci urbani così come delle piatte porzioni di campagna incontrate in questo lento girovagare poco fuori dal confine astratto della città; la tela ne raccoglie le impressioni e le riverbera, amplificandone la valenza oltre il dato visivo, tracciando un filo sentimentale che ora emerge forte e visibile nella realtà pretestuosa dei paesaggi, ora si rende invisibile nella metafora di un pensiero o di un ricordo che la pittura, spazio eterno della memoria, libera oltre ogni forma temporale chiusa e limitante”
Osserva il curatore e critico d'arte Bruno Francisci a proposito dell’artista:
“Rendere visibile l’invisibile attraverso il visibile, : “Rendere visibile l’invisibile attraverso il visibile, dovremmo dunque dire, chiedendo venia per la ridondanza lessicale. Ma è ciò che va detto per rendere chiaro quanto contrassegna la cifra estetica della lunga attività artistica di Xavier Carbonell, artista di fama internazionale che dalla natia Catalogna ha elaborato una propria originale e affascinante via alla conoscenza dell’invisibile tramite il visibile della pittura.
Egli apre sulla realtà squarci fatti ora di dettagli ora di ampie visioni e si tiene sul filo di un delicatissimo equilibrio tra ciò che si vede (visibilia) e ciò che non si vede (invisibilia), inducendo i curatori di questa mostra – che è anche un omaggio alla straordinaria finezza e profondità che promanano dalla diuturna ricerca dell’artista spagnolo – a formulare per essa il titolo di (in)visibilia”.
Il titolo della mostra è mutuato dalle città invisibili di Italo Calvino, all’utopia cioè di luoghi magici e mitici manifestati ora dalla rievocazione di un ricordo, ora dalla fantasia della narrazione, come i luoghi tracciati da Xavier Carbonell, apparentemente visibili negli appunti di un segno pittorico dettagliato e preciso eppure costantemente prossimi all’invisibile ed eterna suggestione della reminiscenza. La mostra riconduce così l’attenzione sul valore eterno della memoria; sembra infatti possibile rileggere i luoghi pittorici dell’artista attraverso le parole dello scrittore a proposito del romanzo pubblicato nel 1972, composto come un diario… scrivendo ora solo città contente, ora solo città tristi... uno stato d’animo, una riflessione, una lettura, una suggestione visiva, trasformata in un’immagine di città.
La serata proseguirà poi con l’intervento musicale e performativo di Giorgio Ricci, compositore, produttore e sound designer, da oltre vent’anni protagonista del panorama della musica elettronica.
L’artista presenterà il progetto TEMPLEZoNE, in collaborazione con Simone Scar (percussioni elettroniche), sperimentazione di sonorità ambientali e minimali, in cui emerge forte, oltre l’elemento musicale, il tema del viaggio esistenziale. Scrive il critico musicale Mirko Salvadori a proposito del progetto: “Come viaggiatori insaziabili raggiungere le terre indistinte ai margini del ricordo. Affacciarsi sul ciglio del confine invisibile che unisce il presente con il passato e ciò che ancora non è, con la percezione viva di poter lasciarsi andare nel vuoto senza tema di cadere dentro un nulla senza fine. Allungare le braccia e volare, tuffandosi dentro un'essenza colma, pregna, viva, intensa, epica, lisergica, che trabocca di commozione e violenta connessione tardo romantica. Un viaggio che riesce a sconvolgere per l'impatto sonoro creato da macchine che sanno accelerare la visione, circuiti che conoscono lo scorrere violento delle emozioni […]”.
Il maestro Xavier Carbonell e Raul Oyuela, direttore del Museum of the Americas di Miami, partner culturale del progetto, saranno presenti a Forte Mezzacapo in occasione della vernice di venerdì 19 giugno 2015 (introduzione critica della mostra a cura di Gaetano Salerno, a partire dalle ore 18.30).
Durante la serata verrà presentato inoltre il catalogo (in)visibilia – omaggio a Xavier Carbonell, con interventi critici di Bruno Francisci e Gaetano Salerno.
La mostra, visitabile fino a domenica 28 giugno 2015, realizzata in collaborazione con Segnoperenne, Museum of the Americas (Miami), Porto d’Arti e con il patrocinio della Municipalità di Chirignago-Zelarino, vuole essere un omaggio all’importante artista catalano del quale rilegge, attraverso una selezione mirata e antologica dei lavori, la lunga e complessa ricerca, da sempre fedele all’osservazione e documentazione del paesaggio (alternando ambienti naturali e urbani) evocato da atmosfere sentimentali e fortemente emozionali, rese attraverso un particolare e distintivo uso della luce.
In occasione dell’appuntamento espositivo veneziano verrà infatti presentata al pubblico una selezione di dipinti composta da circa trenta oli su tela di piccolo, medio e grande formato, simili ad appunti di viaggio, a riflessioni sui luoghi visitati, archivio storico di memorie collettive che hanno scandito la vita dell’artista, non unicamente sotto il profilo artistico quanto soprattutto su quello umano ed esistenziale.
Xavier Carbonell nasce nel 1942 a Olot (Spagna), piccola città d’arte nel cuore della Comunità Autonoma della Catalogna, dove tuttora vive e lavora.
Si forma come pittore nella bottega del padre la cui pittura influisce fortemente sulla sua ricerca futura. Fin da giovane si dedica alla pittura, al disegno, alla ceramica studiando svariate tecniche artistiche. Inizia fin da giovane a partecipare a vari concorsi e all’età di ventidue anni riceve il suo primo premio di pittura vincendo un concorso organizzato nella sua città natale.
Grazie ad un talento riconosciuto ormai dalla critica internazionale e affinato nel corso della lunga carriera, l’artista sviluppa una ricerca basata su selezionate e ripetute serie pittoriche, raccogliendo in ciascuna il frutto delle esperienze di viaggi compiuti.
La serie più conosciuta è probabilmente quella dedicata alla città di New York ma l’attenzione dell’artista si sofferma spesso sui paesaggi urbani e naturali, con interventi di osservazione, riflessione e resa di una realtà in cui la presenza umana è spesso marginale o assente. Tratto caratteristico dell’artista è l’uso particolare di una luce pallida e diffusa che ne permea i lavori, avvolgendoli in atmosfere poetiche e atemporali.
Dalle opere dell’artista traspare così una particolare e raffinata sensibilità cromatica, necessaria per uniformarne le visioni e trasportare queste osservazioni del reale verso situazioni oniriche, immaginarie, sospese in tempi e luoghi eterni che divengono presto luoghi dell’anima.
L’artista partecipa a numerose esposizioni personali e collettive; molte sue opere sono presenti in collezioni private. Alcuni lavori sono inoltre esposti in spazi pubblici quali il Museo Olimpico di Losanna e nella sede del Parlamento Europeo di Strasburgo.
Scrive il critico d’arte e curatore Gaetano Salerno a proposito della pittura di Xavier Carbonell nel testo critico Reminiscenze antropiche:
“Sembra quasi che nell’assenza di vocio giunga a consesso tutto il vibrare del mondo e per un momento si acquieti, rimanendo sommessamente sottomesso agli strati di colore, subordinato a rigori pittorici imperturbabili e inalterabili, sospeso come l’aria ferma trafitta da un tondo e pallido sole che sorge e tramonta assoluto oltre lo skyline dei grattacieli della metropoli così come oltre le punte aguzze delle montagne, uniformando nei toni delle velature ogni atomo in composizioni armoniche, in potenziali utopie incapaci di sfuggire sia alla pittura sia alla memoria.
La lunga periegesi dell’artista muta questi territori antropizzati in spazi delle assenze, schizzandone rapidamente i ritratti come appunti nel voluminoso cahier de voyage per condurre l’osservatore a una rivalutazione del proprio reale e a un riconoscimento dello stesso, come posto di fronte a porzioni di vita conosciuti eppure pregni di nuove piacevolezze e nuovi di spunti di analisi.
Calma, pace, silenzio, brusio, rumori, frastuono sono gli espedienti sinestetici di questa narrazione multisensoriale che spersonalizza gli ambienti, muta il luogo in non-luogo sottraendolo alle peculiarità geografiche, entropiche, sociali per vincolarlo invece alle vibrazioni dell’anima che lì, per un attimo, si è ricongiunta al corpo, evidenziando attraverso gamme cromatiche languide e struggenti, mediante luminosità contenute e diffuse le sensazioni timbriche che al viaggiatore è concesso di serbare nel cuore, al di là degli arrivi e delle ripartenze.
Ogni visione di Xavier Carbonell diventa così latrice di un’emozione che trascende la percezione tattile del guardare, che oltrepassa il rigore vedutista degli alti palazzi degli scorci urbani così come delle piatte porzioni di campagna incontrate in questo lento girovagare poco fuori dal confine astratto della città; la tela ne raccoglie le impressioni e le riverbera, amplificandone la valenza oltre il dato visivo, tracciando un filo sentimentale che ora emerge forte e visibile nella realtà pretestuosa dei paesaggi, ora si rende invisibile nella metafora di un pensiero o di un ricordo che la pittura, spazio eterno della memoria, libera oltre ogni forma temporale chiusa e limitante”
Osserva il curatore e critico d'arte Bruno Francisci a proposito dell’artista:
“Rendere visibile l’invisibile attraverso il visibile, : “Rendere visibile l’invisibile attraverso il visibile, dovremmo dunque dire, chiedendo venia per la ridondanza lessicale. Ma è ciò che va detto per rendere chiaro quanto contrassegna la cifra estetica della lunga attività artistica di Xavier Carbonell, artista di fama internazionale che dalla natia Catalogna ha elaborato una propria originale e affascinante via alla conoscenza dell’invisibile tramite il visibile della pittura.
Egli apre sulla realtà squarci fatti ora di dettagli ora di ampie visioni e si tiene sul filo di un delicatissimo equilibrio tra ciò che si vede (visibilia) e ciò che non si vede (invisibilia), inducendo i curatori di questa mostra – che è anche un omaggio alla straordinaria finezza e profondità che promanano dalla diuturna ricerca dell’artista spagnolo – a formulare per essa il titolo di (in)visibilia”.
Il titolo della mostra è mutuato dalle città invisibili di Italo Calvino, all’utopia cioè di luoghi magici e mitici manifestati ora dalla rievocazione di un ricordo, ora dalla fantasia della narrazione, come i luoghi tracciati da Xavier Carbonell, apparentemente visibili negli appunti di un segno pittorico dettagliato e preciso eppure costantemente prossimi all’invisibile ed eterna suggestione della reminiscenza. La mostra riconduce così l’attenzione sul valore eterno della memoria; sembra infatti possibile rileggere i luoghi pittorici dell’artista attraverso le parole dello scrittore a proposito del romanzo pubblicato nel 1972, composto come un diario… scrivendo ora solo città contente, ora solo città tristi... uno stato d’animo, una riflessione, una lettura, una suggestione visiva, trasformata in un’immagine di città.
La serata proseguirà poi con l’intervento musicale e performativo di Giorgio Ricci, compositore, produttore e sound designer, da oltre vent’anni protagonista del panorama della musica elettronica.
L’artista presenterà il progetto TEMPLEZoNE, in collaborazione con Simone Scar (percussioni elettroniche), sperimentazione di sonorità ambientali e minimali, in cui emerge forte, oltre l’elemento musicale, il tema del viaggio esistenziale. Scrive il critico musicale Mirko Salvadori a proposito del progetto: “Come viaggiatori insaziabili raggiungere le terre indistinte ai margini del ricordo. Affacciarsi sul ciglio del confine invisibile che unisce il presente con il passato e ciò che ancora non è, con la percezione viva di poter lasciarsi andare nel vuoto senza tema di cadere dentro un nulla senza fine. Allungare le braccia e volare, tuffandosi dentro un'essenza colma, pregna, viva, intensa, epica, lisergica, che trabocca di commozione e violenta connessione tardo romantica. Un viaggio che riesce a sconvolgere per l'impatto sonoro creato da macchine che sanno accelerare la visione, circuiti che conoscono lo scorrere violento delle emozioni […]”.
Il maestro Xavier Carbonell e Raul Oyuela, direttore del Museum of the Americas di Miami, partner culturale del progetto, saranno presenti a Forte Mezzacapo in occasione della vernice di venerdì 19 giugno 2015 (introduzione critica della mostra a cura di Gaetano Salerno, a partire dalle ore 18.30).
Durante la serata verrà presentato inoltre il catalogo (in)visibilia – omaggio a Xavier Carbonell, con interventi critici di Bruno Francisci e Gaetano Salerno.
19
giugno 2015
(in)visibilia. Omaggio a Xavier Carbonell
Dal 19 al 28 giugno 2015
arte contemporanea
Location
FORTE MEZZACAPO
Venezia, Via Everardo Scaramuzza, 82, (Venezia)
Venezia, Via Everardo Scaramuzza, 82, (Venezia)
Orario di apertura
mercoledì e venerdì 16.00 – 19.00, sabato e domenica 10.00 – 13.00 | 15.00 – 19.00
Vernissage
19 Giugno 2015, ore 18.30
Autore
Curatore