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Invisible Traces
Cinque giovani artisti italiani lavorano sul concetto stesso di “luogo”, lasciando segni più o meno visibili attraverso opere che ri-creano gli spazi dell’Hotel in modo inedito e talvolta spiazzante
Comunicato stampa
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Sabato 28 gennaio, in concomitanza con l’apertura delle gallerie bolognesi, si inaugura IN_VISIBLE TRACES, un progetto artistico pensato per gli spazi dell'UNA HOTEL BOLOGNA, un luogo ideale dove si possono incontrare e confrontare differenti espressioni artistiche: architettura, design e arte contemporanea. Cinque giovani artisti italiani lavorano sul concetto stesso di “luogo”, lasciando segni più o meno visibili attraverso opere che ri-creano gli spazi dell’Hotel in modo inedito e talvolta spiazzante. All’interno dell’UNA HOTEL BOLOGNA, negli ambienti comuni e in alcune sale, verrà, infatti, costruito un percorso di fruizione “altro” in cui il visitatore è chiamato a scoprire gli interventi disseminati da ogni artista che ha lasciato una personale interpretazione di come vede e percepisce quel particolare spazio.
Un’ideale punto di partenza si ha con il lavoro di Patrizio Travagli, artista da sempre impegnato in una ricerca artistico-scientifica sulla luce (la sua opera ha meritato il Targetti Art Light Award) e che, attraverso una serie di installazioni e video, intende rompere le convenzioni visive, aprendo illusorie dimensioni spaziali negli ambienti dell’hotel. L’intuizione di Travagli è animata dalla ricerca di un sincretismo tra tempo e spazio, in quanto l’artista re-inventa dimensioni percettive in cui anche il tempo segue un suo singolare movimento: una tematica, quello dell’angosciante scorrere del tempo, che si ritrova in modo forte anche nel lavoro di Fabio Gianni, ideatore con Gigliola Caridi, di una vera e propria “arte sincretica”. Le schede sincretiche di Fabio Gianni sono forme di un futuro già presente, consumate dal perenne divenire, uno specchio nel continuum spazio-tempo; si tratta sovente di strutture composte da due elementi alla ricerca di un equilibrio e che presentano delle date di scadenza: una testimonianza che anche l’opera d’arte è sottoposta ad una transitorietà, destinata ad essere fagocitata dal Nulla, inteso anche come punto di inizio primordiale e di ritorno all’Assoluto. Quelli di Gianni sono creazioni provenienti da un lontano futuro, ma visibili qui e ora, come avviene nelle sculture di Emiliano Moretti, che, partendo da un materiale tradizionale come il marmo, arriva a plasmare singolari forme marine appartenenti ad una improbabile flora post-moderna. Forme come cristallizzate che si snodano nello spazio e sembrano agitate da un proprio dinamismo interno. Sempre forme apparentemente naturali caratterizzano le sculture di Francesca Bernardini che realizza crisalidi, nidi e abitazioni destinate a forme di vita che possiamo a stento immaginare. Piccole architetture in marmo, costruzioni da cui si aprono spazi e cavità disabitate o semplicemente illuminate metafisicamente dall’interno: una sorta di materia primordiale per costruire architetture organiche, luoghi dove hanno abitato o abiteranno altre forme di vita. Chiude il percorso il lavoro di Gian Luca Maggiani in cui la gestualità espressiva dell’artista si rivela determinante nella creazione di complesse texture: superfici pittoriche dense di impasti cromatici sono attraversate da crepe e avvallamenti da cui emergono segni minimali o sottili linee in pura foglia oro. Quelli di Maggiani sono spazi senza confini, deserti arsi dal tempo da cui si intravedono forme geometriche elementari, passaggi verso altre dimensioni e nuovi orizzonti, anche personali, relativi allo stesso artista.
Un itinerario attraverso opere e spazi che non mancheranno di far riscoprire in modo nuovo gli spazi di questo particolare Design Hotel. Sono inoltre attesi In-Visible Guest Stars, celebrities e personaggi del mondo musicale che con la loro presenza potranno arricchire la serata inaugurale.
Un’ideale punto di partenza si ha con il lavoro di Patrizio Travagli, artista da sempre impegnato in una ricerca artistico-scientifica sulla luce (la sua opera ha meritato il Targetti Art Light Award) e che, attraverso una serie di installazioni e video, intende rompere le convenzioni visive, aprendo illusorie dimensioni spaziali negli ambienti dell’hotel. L’intuizione di Travagli è animata dalla ricerca di un sincretismo tra tempo e spazio, in quanto l’artista re-inventa dimensioni percettive in cui anche il tempo segue un suo singolare movimento: una tematica, quello dell’angosciante scorrere del tempo, che si ritrova in modo forte anche nel lavoro di Fabio Gianni, ideatore con Gigliola Caridi, di una vera e propria “arte sincretica”. Le schede sincretiche di Fabio Gianni sono forme di un futuro già presente, consumate dal perenne divenire, uno specchio nel continuum spazio-tempo; si tratta sovente di strutture composte da due elementi alla ricerca di un equilibrio e che presentano delle date di scadenza: una testimonianza che anche l’opera d’arte è sottoposta ad una transitorietà, destinata ad essere fagocitata dal Nulla, inteso anche come punto di inizio primordiale e di ritorno all’Assoluto. Quelli di Gianni sono creazioni provenienti da un lontano futuro, ma visibili qui e ora, come avviene nelle sculture di Emiliano Moretti, che, partendo da un materiale tradizionale come il marmo, arriva a plasmare singolari forme marine appartenenti ad una improbabile flora post-moderna. Forme come cristallizzate che si snodano nello spazio e sembrano agitate da un proprio dinamismo interno. Sempre forme apparentemente naturali caratterizzano le sculture di Francesca Bernardini che realizza crisalidi, nidi e abitazioni destinate a forme di vita che possiamo a stento immaginare. Piccole architetture in marmo, costruzioni da cui si aprono spazi e cavità disabitate o semplicemente illuminate metafisicamente dall’interno: una sorta di materia primordiale per costruire architetture organiche, luoghi dove hanno abitato o abiteranno altre forme di vita. Chiude il percorso il lavoro di Gian Luca Maggiani in cui la gestualità espressiva dell’artista si rivela determinante nella creazione di complesse texture: superfici pittoriche dense di impasti cromatici sono attraversate da crepe e avvallamenti da cui emergono segni minimali o sottili linee in pura foglia oro. Quelli di Maggiani sono spazi senza confini, deserti arsi dal tempo da cui si intravedono forme geometriche elementari, passaggi verso altre dimensioni e nuovi orizzonti, anche personali, relativi allo stesso artista.
Un itinerario attraverso opere e spazi che non mancheranno di far riscoprire in modo nuovo gli spazi di questo particolare Design Hotel. Sono inoltre attesi In-Visible Guest Stars, celebrities e personaggi del mondo musicale che con la loro presenza potranno arricchire la serata inaugurale.
28
gennaio 2006
Invisible Traces
Dal 28 gennaio al 09 marzo 2006
arte contemporanea
Location
UNA HOTEL
Bologna, Viale Pietro Pietramellara, 41, (Bologna)
Bologna, Viale Pietro Pietramellara, 41, (Bologna)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10 alle 22
Vernissage
28 Gennaio 2006, ore 18
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore
Curatore