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Io so una cosa che tu non sai
L’artista è a conoscenza di un “quid cognitivo” che al resto degli uomini sfugge ma che può essere recepito grazie ad una lettura emozionale dell’opera d’arte da affiancare ad una lettura tecnica della stessa. Questa lettura comparata rappresenta l’asse fondante delle attività del laboratorio didattico pensato per i bimbi delle scuole primarie che affianca la mostra.
Comunicato stampa
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Io so una cosa che tu non sai
La mia opera sarà portatrice di saperi che riusciranno ad educare il mondo?
Almeno una volta nella propria carriera l’artista contemporaneo ha fatto i conti con questo annoso cruccio. Gli artisti che non si sono ancora posti questa domanda si sono però confrontati con le sezioni didattiche dei musei di tutto il mondo che riescono a rintracciare valenze formative anche dalle opere più “insospettabili”.
L’artista è portatore di un sapere mitico, ancestrale che ha voglia di manifestarsi attraverso i prodotti artistici. Un sapere ignoto a molti che si esplicita solo attraverso l’arte. L’artista è a conoscenza di un “quid cognitivo” che al resto degli uomini sfugge ma che può essere recepito grazie ad una lettura emozionale dell’opera d’arte da affiancare ad una lettura tecnica della stessa. Questa lettura comparata rappresenta l’asse fondante delle attività del laboratorio didattico pensato per i bimbi delle scuole primarie che affianca la mostra.
Gli artisti in mostra provengono da ambienti culturali differenti e vivono la valenza formativa dell’arte con picchi di ironia scrosciante in evoluzione verso un elegante intellettualismo.
A seguire una biografia critica degli artisti.
Flavio Romualdo Garofano, classe 1981, attore, regista e fotografo campano in mostra presenta una serie di opere che affrontano temi relativi all’evanescenza e alle presenze-assenze del genere umano. Le foto di Garofano propongono immagini di uomini e donne riflessi su grosse vetrate pubbliche in un mescolarsi di volti, pensieri e speranze. Le opere mostrano istanti di quotidiana transitorietà, piccoli spunti narrativi per intrecci iconografici da decodificare. La realtà che il giovane artista blocca in foto non è intesa soltanto come fenomenologia di eventi ottici ma manifestazione di accadimenti prima psichici poi fisici.
Michele Miele, classe 1981, fotografo foggiano, in mostra presenta opere dove la dimensione ludica è espressa tramite la forza materica di alcuni oggetti simbolo dell’infanzia. Miele nella propria produzione artistica predilige trattare scorci urbani o interni architettonici dove la presenza umana ha lentamente lasciato il proprio segno.
L’artista in mostra presenta la serie dei “parchetti” , fotografando aree gioco per bambini in piena notte in una solitudine urbana che fa paura ma che apre proprio attraverso il gioco uno scenario probabile di salvezza. Cavalli a dondolo, scivoli e altalene sono sbalzati sulla carta fotografica grazie a neon crudi e diretti che sorprendono un luogo di quotidiana gioia in un momento di precarietà
Dario Molinaro, classe 1985, artista foggiano che presenta in mostra giovani ragazzi e ragazze contemporanei che manifestano le proprie insicurezze, passioni e devastazioni psicologiche attraverso sorrisi tragicomici e sguardi immobili.
Sulla tela Molinaro associa al bianco e nero una cromia unica per lo sfondo su cui si stagliano giovani uomini in pose imperturbabili. L’attenzione cade sui volti che esprimono il dolore provato durante un periodo di oblio cercato, voluto e poi rinnegato in nome di una retta via ritrovata ma ancora da percorrere. L’arte di Molinaro ironizza sulle pose fotografiche tipiche degli autoscatti digitali che vengono glorificati e portati all’esaltazione artistica.
Carmelo Nicotra, classe 1983, agrigentino, presenta una serie composta da sei opere di piccole dimensioni 10 x 15 cm su legno. Le opere sono dei ritratti di donne fortemente caratterizzate nei tratti somatici e nelle espressioni. I visi, che passano dallo sbigottito al rassegnato, dal sognante all’indifferente, ritraggono uno spaccato medio borghese. Le cromie grumose ma compatte e luminose illuminano i volti che gridano sommessamente nell’intimità delle proprie anime. Nicotra manifesta il tipico stato di immobilità creato ad arte da ogni individuo per reprimere il simbolico potenziale distruttivo rappresentato dal dolore.
Jonathan Pappolla, classe 1985, propone ritratti di personaggi a metà tra il fumettistico e il surreale. Pappolla dona ai propri soggetti la posa classica del ritratto sconvolgendo però le fattezze umane di personaggi che sembrano sbucati fuori da un’irradiazione radioattiva. Volti corrosi da cromie acide ma virtuose che deteriorano il viso dei malcapitati ritrattati ma producono un procedimento mimetico che svicola in un formalismo figurale di tipo ornamentale. Le opere abbattano i luoghi comuni tipicamente romantici sul ritratto, palesando delle nuove forme iconiche.
Raffaele Siniscalco, artista tranese, classe 1985, che interpreta poeticamente l’arte di illustrare ciò che non è visibile, in un viaggio cadenzato e ritmico tra figurazioni oniriche,spazi interni ed esterni, emozioni legate al tragitto esistenziale. L’artista crea dei topoi ideali della propria creatività che riporta su carta riformula al computer e propone con stampa digitale. Attraverso le parole Siniscalco forza i limiti della figurazione abbandonandosi nei territori indefiniti della poesia.
Gerardo Di Feo
La mia opera sarà portatrice di saperi che riusciranno ad educare il mondo?
Almeno una volta nella propria carriera l’artista contemporaneo ha fatto i conti con questo annoso cruccio. Gli artisti che non si sono ancora posti questa domanda si sono però confrontati con le sezioni didattiche dei musei di tutto il mondo che riescono a rintracciare valenze formative anche dalle opere più “insospettabili”.
L’artista è portatore di un sapere mitico, ancestrale che ha voglia di manifestarsi attraverso i prodotti artistici. Un sapere ignoto a molti che si esplicita solo attraverso l’arte. L’artista è a conoscenza di un “quid cognitivo” che al resto degli uomini sfugge ma che può essere recepito grazie ad una lettura emozionale dell’opera d’arte da affiancare ad una lettura tecnica della stessa. Questa lettura comparata rappresenta l’asse fondante delle attività del laboratorio didattico pensato per i bimbi delle scuole primarie che affianca la mostra.
Gli artisti in mostra provengono da ambienti culturali differenti e vivono la valenza formativa dell’arte con picchi di ironia scrosciante in evoluzione verso un elegante intellettualismo.
A seguire una biografia critica degli artisti.
Flavio Romualdo Garofano, classe 1981, attore, regista e fotografo campano in mostra presenta una serie di opere che affrontano temi relativi all’evanescenza e alle presenze-assenze del genere umano. Le foto di Garofano propongono immagini di uomini e donne riflessi su grosse vetrate pubbliche in un mescolarsi di volti, pensieri e speranze. Le opere mostrano istanti di quotidiana transitorietà, piccoli spunti narrativi per intrecci iconografici da decodificare. La realtà che il giovane artista blocca in foto non è intesa soltanto come fenomenologia di eventi ottici ma manifestazione di accadimenti prima psichici poi fisici.
Michele Miele, classe 1981, fotografo foggiano, in mostra presenta opere dove la dimensione ludica è espressa tramite la forza materica di alcuni oggetti simbolo dell’infanzia. Miele nella propria produzione artistica predilige trattare scorci urbani o interni architettonici dove la presenza umana ha lentamente lasciato il proprio segno.
L’artista in mostra presenta la serie dei “parchetti” , fotografando aree gioco per bambini in piena notte in una solitudine urbana che fa paura ma che apre proprio attraverso il gioco uno scenario probabile di salvezza. Cavalli a dondolo, scivoli e altalene sono sbalzati sulla carta fotografica grazie a neon crudi e diretti che sorprendono un luogo di quotidiana gioia in un momento di precarietà
Dario Molinaro, classe 1985, artista foggiano che presenta in mostra giovani ragazzi e ragazze contemporanei che manifestano le proprie insicurezze, passioni e devastazioni psicologiche attraverso sorrisi tragicomici e sguardi immobili.
Sulla tela Molinaro associa al bianco e nero una cromia unica per lo sfondo su cui si stagliano giovani uomini in pose imperturbabili. L’attenzione cade sui volti che esprimono il dolore provato durante un periodo di oblio cercato, voluto e poi rinnegato in nome di una retta via ritrovata ma ancora da percorrere. L’arte di Molinaro ironizza sulle pose fotografiche tipiche degli autoscatti digitali che vengono glorificati e portati all’esaltazione artistica.
Carmelo Nicotra, classe 1983, agrigentino, presenta una serie composta da sei opere di piccole dimensioni 10 x 15 cm su legno. Le opere sono dei ritratti di donne fortemente caratterizzate nei tratti somatici e nelle espressioni. I visi, che passano dallo sbigottito al rassegnato, dal sognante all’indifferente, ritraggono uno spaccato medio borghese. Le cromie grumose ma compatte e luminose illuminano i volti che gridano sommessamente nell’intimità delle proprie anime. Nicotra manifesta il tipico stato di immobilità creato ad arte da ogni individuo per reprimere il simbolico potenziale distruttivo rappresentato dal dolore.
Jonathan Pappolla, classe 1985, propone ritratti di personaggi a metà tra il fumettistico e il surreale. Pappolla dona ai propri soggetti la posa classica del ritratto sconvolgendo però le fattezze umane di personaggi che sembrano sbucati fuori da un’irradiazione radioattiva. Volti corrosi da cromie acide ma virtuose che deteriorano il viso dei malcapitati ritrattati ma producono un procedimento mimetico che svicola in un formalismo figurale di tipo ornamentale. Le opere abbattano i luoghi comuni tipicamente romantici sul ritratto, palesando delle nuove forme iconiche.
Raffaele Siniscalco, artista tranese, classe 1985, che interpreta poeticamente l’arte di illustrare ciò che non è visibile, in un viaggio cadenzato e ritmico tra figurazioni oniriche,spazi interni ed esterni, emozioni legate al tragitto esistenziale. L’artista crea dei topoi ideali della propria creatività che riporta su carta riformula al computer e propone con stampa digitale. Attraverso le parole Siniscalco forza i limiti della figurazione abbandonandosi nei territori indefiniti della poesia.
Gerardo Di Feo
18
aprile 2009
Io so una cosa che tu non sai
Dal 18 aprile al 05 maggio 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEL SEDILE
Modugno, Piazza Sedile, 22, (Bari)
Modugno, Piazza Sedile, 22, (Bari)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10,00 alle 13,00 Mar- Giov 10,00-15,00 ; 17,00 –21,00
Vernissage
18 Aprile 2009, ore 18
Autore
Curatore