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Iosif Kiraly – East from the West
Concepito per l’occasione, il progetto è pensato come il risultato di un’azione che avrà luogo il giorno di apertura dell’esposizione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Lunedì 5 giugno 2006 la Galleria Artra inaugura la mostra East from the
West dell’artista rumeno Iosif Király. Con questo appuntamento la
Galleria Artra prosegue la propria programmazione con la presentazione
di un altro artista dell’Est europeo, appena dopo la mostra del giovane
albanese Armando Lulaj. Ma in questo caso Iosif Király, alla sua prima
personale italiana, è uno dei principali protagonisti della scena
artistica rumena contemporanea e partecipa alle maggiori esposizioni
internazionali dagli inizi degli anni Novanta. La mostra presenta
un’ampia selezione di foto del ciclo “Reconstructions” a cui Király
lavora dal 2003. Curata da Marco Scotini, la mostra è accompagnata da
un testo di Ruxandra Balaci, direttore artistico del MNAC di Bucarest.
“Far saltare il continuum della storia” è proprio delle rivoluzioni,
come scriveva Walter Benjamin. Il tempo della rivoluzione è quello
dell’arresto, della interruzione della omogeneità sempre uguale della
storia. C’è una fenditura nella successione dei fatti per cui passato e
futuro non si danno più come tempi separati ma riuniti nel “tempo-ora”
del presente.
In questo senso, non è possibile pensare al lavoro fotografico di Iosif
Király senza collegarlo agli eventi del dicembre 1989 a Bucarest con il
collasso del regime Ceausescu e l’insurrezione del popolo rumeno. Non
perché le fotografie di Király sono una registrazione diretta di quel
momento assunto a soggetto nei suoi avvenimenti più rappresentativi.
Piuttosto perché esse intervengono direttamente sui tempi di
registrazione e documentazione: generano una incrinatura fra storia e
memoria, tra immagine ed evento, tra il tempo del ricordo e la
rappresentazione di “ciò che è stato”. Il soggetto delle sue foto è
sempre quello senza tempo dei cani randagi e addormentati per strada,
del paesaggio urbano di Bucarest alla deriva, degli spazi residuali
abbandonati, del fondo stradale disselciato. Ma ogni foto è, al
contrario, una moltiplicazione di tempi a differenti regimi, una
pluralità di prospettive, un microarchivio di immagini, una
frammentazione spazio-temporale.
Király ha affermato una volta: “La Rivoluzione Rumena è stato un evento
che mi ha rivelato in modo paradigmatico lo scarto tra la mia
percezione degli eventi come si manifestarono in quei giorni e la loro
comprensione da una prospettiva storica”. E non intende solo fare
riferimento alle diverse interpretazioni che sono state date in seguito
sulla rivoluzione - per cui oggi si potrebbe parlare piuttosto di
“rivoluzioni” - quanto confrontarsi con la costruzione della memoria
(quella individuale, quella collettiva e quella ufficiale).
Dopo il diario “Indirect” che raccoglie molto materiale prodotto da
Király negli anni Novanta, il ciclo “Reconstructions”, di cui la mostra
East from the West presenta l’ultima fase, dichiara letteralmente che
ogni evento non può essere attestato, restituito ma - ogni volta -
ricostruito. Le foto attaccate con nastro adesivo dentro una stessa
immagine così come il time code reso visibile in ciascuna di esse ne
sono la dimostrazione più diretta. Ma già con il progetto “Art History
Archive”(1995), fatto con Calin Dan, sotto il nome di subREAL con la
messa in mostra di 2500 immagini dell’archivio della rivista d’arte
ufficiale “Arta” (dal 1953 al 1989) si metteva in discussione la
pretesa oggettività della prospettiva storica unica, affermando la
legittimità di una molteplicità di “altre” storie dell’arte opposte o
parallele. Allora era il tempo in cui, dopo la caduta del muro,
venivano resi noti gli archivi “segreti” di quello che era stato l’Est.
Oggi, dopo l’unificazione europea, è possibile fare cartografie della
tasformazione di quella che è ormai una periferia ad Est dell’Europa,
come appunto recita il titolo di questa mostra. (marco scotini)
GALLERIA ARTRA VIA L.SETTALA 6 20124 MILANO tel. +39 3333260984 +39
3339908044
Aperto dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00
artragalleria@tin.it
IOSIF KIRALY
Il lavoro di Iosif Kiraly esemplifica ciò che Alfredo Paz definisce
come “risonanti variazioni dalla soggettività all’oggettività”,
registrando un’area creativa “intima” dove connotazioni private ed
emozioni personali fanno da filtro per la realtà primaria documentata.
Usando la fotografia sia come mezzo artistico sia come strumento
documentaristico, con un forte impatto sui cambiamenti
socio-antropologici analizzati, contesti urbani o esplorando
l’identità, Kiraly riesce a inserire uno spazio all’interno della
sottile distinzione fra la memoria umana e la memoria fotografica:
questo spazio di mezzo genera le sue “Re-constructions”
(ricostruzioni).
La realtà registrata viene riscoperta parecchi mesi dopo come qualcosa
di incorniciato, congelato, compresso o dilatato, una stasi di una
realtà spazio-temporale che ha perso la sua dimensione oggettiva per
ottenerne una soggettiva. Inoltre, le immagine giocano un ruolo in
entrambi i processi di memoria e storia (documentare o dimenticare /
essere documentati o essere dimenticati) e nella configurazione
dell’identità (registrando un’archeologia dinamica della percezione
dell’artista): “Conoscenza ed identità si fondono con la
rappresentazione come una forma di esperienza” (Druckery).
Nel trasferimento dall’oggettività alla soggettività, le esperienza
emotive, intuitive e concettuali si mescolano.
Sensazioni re-incorniciate / riscoperte portano o ad una
riappropriazione / a una nuova comprensione del vero o, a volte, alla
sua rigenerazione / rimessa in atto. L’operazione del trasferimento
dalla realtà alle immagini appropriate / archiviate, le quali sono
riviste in seguito, è un sinonimo di introversione di fronte alle
esperienze dirette, quasi tangibilmente installando l’intervallo tra il
filmare, sviluppare e incollare / rielaborare.
Pone domande metaforiche su categorie come finzione e documentari,
poesia e inventari, dislocazioni e trasferimenti, identità e contesti.
La relazione con il presente effimero ha di conseguenza fondato
presupposti passati e futuri mescolati, finalmente portando a percepire
tempo e spazio come convenzioni, l’artista come un mediatore tra la
realtà de-costruita e le “virtuali” ricostruzioni. ( Ruxandra Balaci,
direttore del MNAC di Bucarest )
IOSIF KIRALY (b. 1957-Romania) works in photography, installation and
performance.
Beside his individual research, since 1990 he is member of the
collaborative project subREAL* and for the past five years has been
also working with a group of architects** in documentary projects
related with the changes that shake the actual life and visual
environment of the post-communist Romania.
Since 1992 he has taught photography at the University of Arts,
Bucharest, where he became, in 1995, a founding member of the
Photo-Video Department.
Selected solo (S) and group Exhibitions:
2006 - “East from the West” cured by Marco Scotini Galleria Artra
Milano Italy (S)
2006 – “Not Sheep - New Urban Enclosures and Commons, Artspeak Gallery,
Vancouver / Ca(cat)
2005 – “Paradoxes: The Embodied City”, Fundação Calouste Gulbenkian,
Lisbon / P (cat)
“Sous les ponts”, Casino Luxembourg / L* (cat)
“Trans:it. Moving Culture through Europe”, Museale
Veneziano, Venezia / I (book)
“Blau, Die Erfindung der Donau”, Technisches Museum Wien /
A (cat)
2004 – “Cosmopolis 1” State Museum of Contemporary Art, Tessaloniki /
Gr* (cat)
“We Are What We Are”, Minoriten Gallerien, Graz / A** (cat)
“Formate / Moving Patterns”, Kunsthalle Wien, project
space, Vienna / A (cat)
“Romanian Artists (and not only) love Ceausescu’s Palace”,
MNAC, Bucuresti / Ro (cat)
“Triaj”, Galeria Noua, Bucuresti / Ro**(S)
“Collage Europa”, The Netherlands Architectural Institute
(NAI),
Rotterdam /NL** (cat)
“Wiener Linien” - Kunst und Stadtbeobachtung seit 1960,
Wien Museum / A* (cat)
“Communication 1:1:1”, MNAC-Kalinderu Medialab Bucuresti /
Ro* (performance)
“Distance” - Institute of Contemporary Art in Dunaujvaros
/ Hu
“Revolutions Reloaded” – Galleria Artra, Milan / I ;
Play_gallery Berlin / D
2003 – “Reconstructions”, Galeria Noua, Bucuresti / Ro
“In the Gorges of the Balkans”, Kunsthalle Fridericianum
Kassel / D (cat)
“Blood & Honey” , Essl Collection Vienna / A* (cat)
2002 – “In search of Balkania” , Neue Galerie Graz am Landsesmuseum
Joanneum / A** (cat)
“Rest in Space”, Kunstnernes Hus, Oslo / N* (cat)
“Interviewing the Cities”, IASPIS Galleriet, Stockholm / S*
(S)
“Interviewing the Cities”, Galeria Noua, Bucuresti / Ro*
(S)
2001 – “Interviewing the Cities”, Fotogalerie Wien /A* (S_cat)
“Ineterviewing the Cities”,Vox Gallery, Montreal / CA* (S)
“Empathy”, Museum of Art, Pori / Fi* (cat)
“Turrated Mansons”, Center for Contemporary Art, Bucuresti
/ Ro** (S) (poster)
2000 - "Unlimited.Nl-3", Stichting De Appel, Amsterdam / NL* (cat)
"L'Autre Moitié de l'Europe", Galérie Nationale du Jeu de Paume,
Paris /F* (cd-ROM)
Internationale Kurzfilmtages, Oberhausen / D* (cat)
"La Ville / Le Jardin / La Mémoire",
Académie de France, Villa Medicis, Rome/I* (cat)
“Indirect”, Profil Galerie, Bratislava / Sk (S_cat)
“Transitionland” – Muzeul National de Arta, Bucuresti / Ro
(cat)
1999 - “After the Wall “– Art and Culture in Post-Communist Europe –
Moderna Museet,
Stockholm / S ", Nationalgalerie, Berlin / D, Ludwig
Museum Budapest / H* (cat)
- “Biennale di Venezia” Romanian Pavilion / I* (cat)
1998 - Berlin Biennale, Postführamt, Berlin / D* (cat)
- “Serving Art 1&2” Akademie Schloss Solitude, Stuttgart / D*
(S)
1997 - Ludwig Forum für Internationale Kunst, Aachen / D* (cat)
SITE Santa Fe, Santa Fe / USA* (cat)
"2000 - 3.ArtSpace + Interface",
Neue Galerie am Johaneum, Graz / A* (cat+cd-ROM)
- “Biennale di Venezia” Romanian Institute / I” (cat)
1996 – “Le Corps Photographie`” La Filature , Mulhouse / F (cat)
- “Dataroom”, Neuer Berliner Kunstverein / D* (S_cat)
- Manifesta 1, Rotterdam / NL* (cat)
95-97- “Beyond Belief” – Contemporary Art from East Central Europe,
Museum of Contemporary Art Chicago; Allen Memorial Art Museum,
Oberlin; Institute of Contemporary Art, Philadelphia; Joslyn Art
Museum, Omaha / USA (cat)
1994 – “The Castle”, Center for Contemporary Art - Ujazdowski, Warsaw /
PL*(S_poster)
– “010101…” Centrul Soros pentru Arta Contemporana, Bucuresti
/ Ro (cat)
- “Rumanische Avantgarte der 90er Jahre”, Epikur
Galerie, Wuppertal / D (cat)
“22 Bienal Internacional Sao Paulo” / BR (cat)
– “Mesiac Fotografie” Bratislava / SK (cat)
– “Europa, Europa”. Das Jahrhundert der Avantgarde in Mittel
und
Osteuropa, Bonn/ D (cat)
1993 - Biennale di Venezia - Aperto, Corderie dell'Arsenale, / I*
(cat)
1992 – 2. Internatonale Foto-Triennale Esslingen / D (cat)
- Istanbul Biennial, Fezhane, Istanbul / TR* (cat)
- Draculaland, Museum of Art Bistritza / Ro* (cat)
Residencies and Grants:
2006 – Castle Trebesice, artist in residence program / Cz
04-05 New Europe College / Getty Fellow, Bucharest / Ro;
2004 - Foundation BINZ39 Zurich / CH*
2002 – IASPIS, Stockholm / S*
2001 – Light Work, Syracuse, NY / USA
2000 – Nordic Institute for Contemporary Art – Helsinki / Fi*
1999 - Schloss Plüschow - Mecklenburgisches Künstlerhaus, Plüschow / D*
Kultur Kontakt, Vienna / A*
97-198 Akademie "Schloss Solitude", Stuttgart / D*
95-96 - Künstlerhaus Bethanien and Philip Morris Kunstförderung
Berlin / D*
1992 – Kultur Kontakt, Salzburg / A
Bosphorus University Istanbul / T
Invited Professor for Lectures/Workshops:
Gerrit Rietveld Academie, Amsterdam*; School of Film and Photography,
Goteborg University*; The Royal University College of Fine Arts,
Stockholm*; Merz Akademie, Stuttgart*; Kunstakademie, Stuttgart*; Art
& Tech Institute, Linz*. ; University of Art Bergen; Literaturhaus
Berlin*; Goethe Institute Bucharest*, British Council Bucharest, SKC
Beograd; Univrsity of Bucharest; University of Architecture and
Urbanism Bucharest; Mobile Akademie, Berlin; Yazd University; etc.
West dell’artista rumeno Iosif Király. Con questo appuntamento la
Galleria Artra prosegue la propria programmazione con la presentazione
di un altro artista dell’Est europeo, appena dopo la mostra del giovane
albanese Armando Lulaj. Ma in questo caso Iosif Király, alla sua prima
personale italiana, è uno dei principali protagonisti della scena
artistica rumena contemporanea e partecipa alle maggiori esposizioni
internazionali dagli inizi degli anni Novanta. La mostra presenta
un’ampia selezione di foto del ciclo “Reconstructions” a cui Király
lavora dal 2003. Curata da Marco Scotini, la mostra è accompagnata da
un testo di Ruxandra Balaci, direttore artistico del MNAC di Bucarest.
“Far saltare il continuum della storia” è proprio delle rivoluzioni,
come scriveva Walter Benjamin. Il tempo della rivoluzione è quello
dell’arresto, della interruzione della omogeneità sempre uguale della
storia. C’è una fenditura nella successione dei fatti per cui passato e
futuro non si danno più come tempi separati ma riuniti nel “tempo-ora”
del presente.
In questo senso, non è possibile pensare al lavoro fotografico di Iosif
Király senza collegarlo agli eventi del dicembre 1989 a Bucarest con il
collasso del regime Ceausescu e l’insurrezione del popolo rumeno. Non
perché le fotografie di Király sono una registrazione diretta di quel
momento assunto a soggetto nei suoi avvenimenti più rappresentativi.
Piuttosto perché esse intervengono direttamente sui tempi di
registrazione e documentazione: generano una incrinatura fra storia e
memoria, tra immagine ed evento, tra il tempo del ricordo e la
rappresentazione di “ciò che è stato”. Il soggetto delle sue foto è
sempre quello senza tempo dei cani randagi e addormentati per strada,
del paesaggio urbano di Bucarest alla deriva, degli spazi residuali
abbandonati, del fondo stradale disselciato. Ma ogni foto è, al
contrario, una moltiplicazione di tempi a differenti regimi, una
pluralità di prospettive, un microarchivio di immagini, una
frammentazione spazio-temporale.
Király ha affermato una volta: “La Rivoluzione Rumena è stato un evento
che mi ha rivelato in modo paradigmatico lo scarto tra la mia
percezione degli eventi come si manifestarono in quei giorni e la loro
comprensione da una prospettiva storica”. E non intende solo fare
riferimento alle diverse interpretazioni che sono state date in seguito
sulla rivoluzione - per cui oggi si potrebbe parlare piuttosto di
“rivoluzioni” - quanto confrontarsi con la costruzione della memoria
(quella individuale, quella collettiva e quella ufficiale).
Dopo il diario “Indirect” che raccoglie molto materiale prodotto da
Király negli anni Novanta, il ciclo “Reconstructions”, di cui la mostra
East from the West presenta l’ultima fase, dichiara letteralmente che
ogni evento non può essere attestato, restituito ma - ogni volta -
ricostruito. Le foto attaccate con nastro adesivo dentro una stessa
immagine così come il time code reso visibile in ciascuna di esse ne
sono la dimostrazione più diretta. Ma già con il progetto “Art History
Archive”(1995), fatto con Calin Dan, sotto il nome di subREAL con la
messa in mostra di 2500 immagini dell’archivio della rivista d’arte
ufficiale “Arta” (dal 1953 al 1989) si metteva in discussione la
pretesa oggettività della prospettiva storica unica, affermando la
legittimità di una molteplicità di “altre” storie dell’arte opposte o
parallele. Allora era il tempo in cui, dopo la caduta del muro,
venivano resi noti gli archivi “segreti” di quello che era stato l’Est.
Oggi, dopo l’unificazione europea, è possibile fare cartografie della
tasformazione di quella che è ormai una periferia ad Est dell’Europa,
come appunto recita il titolo di questa mostra. (marco scotini)
GALLERIA ARTRA VIA L.SETTALA 6 20124 MILANO tel. +39 3333260984 +39
3339908044
Aperto dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00
artragalleria@tin.it
IOSIF KIRALY
Il lavoro di Iosif Kiraly esemplifica ciò che Alfredo Paz definisce
come “risonanti variazioni dalla soggettività all’oggettività”,
registrando un’area creativa “intima” dove connotazioni private ed
emozioni personali fanno da filtro per la realtà primaria documentata.
Usando la fotografia sia come mezzo artistico sia come strumento
documentaristico, con un forte impatto sui cambiamenti
socio-antropologici analizzati, contesti urbani o esplorando
l’identità, Kiraly riesce a inserire uno spazio all’interno della
sottile distinzione fra la memoria umana e la memoria fotografica:
questo spazio di mezzo genera le sue “Re-constructions”
(ricostruzioni).
La realtà registrata viene riscoperta parecchi mesi dopo come qualcosa
di incorniciato, congelato, compresso o dilatato, una stasi di una
realtà spazio-temporale che ha perso la sua dimensione oggettiva per
ottenerne una soggettiva. Inoltre, le immagine giocano un ruolo in
entrambi i processi di memoria e storia (documentare o dimenticare /
essere documentati o essere dimenticati) e nella configurazione
dell’identità (registrando un’archeologia dinamica della percezione
dell’artista): “Conoscenza ed identità si fondono con la
rappresentazione come una forma di esperienza” (Druckery).
Nel trasferimento dall’oggettività alla soggettività, le esperienza
emotive, intuitive e concettuali si mescolano.
Sensazioni re-incorniciate / riscoperte portano o ad una
riappropriazione / a una nuova comprensione del vero o, a volte, alla
sua rigenerazione / rimessa in atto. L’operazione del trasferimento
dalla realtà alle immagini appropriate / archiviate, le quali sono
riviste in seguito, è un sinonimo di introversione di fronte alle
esperienze dirette, quasi tangibilmente installando l’intervallo tra il
filmare, sviluppare e incollare / rielaborare.
Pone domande metaforiche su categorie come finzione e documentari,
poesia e inventari, dislocazioni e trasferimenti, identità e contesti.
La relazione con il presente effimero ha di conseguenza fondato
presupposti passati e futuri mescolati, finalmente portando a percepire
tempo e spazio come convenzioni, l’artista come un mediatore tra la
realtà de-costruita e le “virtuali” ricostruzioni. ( Ruxandra Balaci,
direttore del MNAC di Bucarest )
IOSIF KIRALY (b. 1957-Romania) works in photography, installation and
performance.
Beside his individual research, since 1990 he is member of the
collaborative project subREAL* and for the past five years has been
also working with a group of architects** in documentary projects
related with the changes that shake the actual life and visual
environment of the post-communist Romania.
Since 1992 he has taught photography at the University of Arts,
Bucharest, where he became, in 1995, a founding member of the
Photo-Video Department.
Selected solo (S) and group Exhibitions:
2006 - “East from the West” cured by Marco Scotini Galleria Artra
Milano Italy (S)
2006 – “Not Sheep - New Urban Enclosures and Commons, Artspeak Gallery,
Vancouver / Ca(cat)
2005 – “Paradoxes: The Embodied City”, Fundação Calouste Gulbenkian,
Lisbon / P (cat)
“Sous les ponts”, Casino Luxembourg / L* (cat)
“Trans:it. Moving Culture through Europe”, Museale
Veneziano, Venezia / I (book)
“Blau, Die Erfindung der Donau”, Technisches Museum Wien /
A (cat)
2004 – “Cosmopolis 1” State Museum of Contemporary Art, Tessaloniki /
Gr* (cat)
“We Are What We Are”, Minoriten Gallerien, Graz / A** (cat)
“Formate / Moving Patterns”, Kunsthalle Wien, project
space, Vienna / A (cat)
“Romanian Artists (and not only) love Ceausescu’s Palace”,
MNAC, Bucuresti / Ro (cat)
“Triaj”, Galeria Noua, Bucuresti / Ro**(S)
“Collage Europa”, The Netherlands Architectural Institute
(NAI),
Rotterdam /NL** (cat)
“Wiener Linien” - Kunst und Stadtbeobachtung seit 1960,
Wien Museum / A* (cat)
“Communication 1:1:1”, MNAC-Kalinderu Medialab Bucuresti /
Ro* (performance)
“Distance” - Institute of Contemporary Art in Dunaujvaros
/ Hu
“Revolutions Reloaded” – Galleria Artra, Milan / I ;
Play_gallery Berlin / D
2003 – “Reconstructions”, Galeria Noua, Bucuresti / Ro
“In the Gorges of the Balkans”, Kunsthalle Fridericianum
Kassel / D (cat)
“Blood & Honey” , Essl Collection Vienna / A* (cat)
2002 – “In search of Balkania” , Neue Galerie Graz am Landsesmuseum
Joanneum / A** (cat)
“Rest in Space”, Kunstnernes Hus, Oslo / N* (cat)
“Interviewing the Cities”, IASPIS Galleriet, Stockholm / S*
(S)
“Interviewing the Cities”, Galeria Noua, Bucuresti / Ro*
(S)
2001 – “Interviewing the Cities”, Fotogalerie Wien /A* (S_cat)
“Ineterviewing the Cities”,Vox Gallery, Montreal / CA* (S)
“Empathy”, Museum of Art, Pori / Fi* (cat)
“Turrated Mansons”, Center for Contemporary Art, Bucuresti
/ Ro** (S) (poster)
2000 - "Unlimited.Nl-3", Stichting De Appel, Amsterdam / NL* (cat)
"L'Autre Moitié de l'Europe", Galérie Nationale du Jeu de Paume,
Paris /F* (cd-ROM)
Internationale Kurzfilmtages, Oberhausen / D* (cat)
"La Ville / Le Jardin / La Mémoire",
Académie de France, Villa Medicis, Rome/I* (cat)
“Indirect”, Profil Galerie, Bratislava / Sk (S_cat)
“Transitionland” – Muzeul National de Arta, Bucuresti / Ro
(cat)
1999 - “After the Wall “– Art and Culture in Post-Communist Europe –
Moderna Museet,
Stockholm / S ", Nationalgalerie, Berlin / D, Ludwig
Museum Budapest / H* (cat)
- “Biennale di Venezia” Romanian Pavilion / I* (cat)
1998 - Berlin Biennale, Postführamt, Berlin / D* (cat)
- “Serving Art 1&2” Akademie Schloss Solitude, Stuttgart / D*
(S)
1997 - Ludwig Forum für Internationale Kunst, Aachen / D* (cat)
SITE Santa Fe, Santa Fe / USA* (cat)
"2000 - 3.ArtSpace + Interface",
Neue Galerie am Johaneum, Graz / A* (cat+cd-ROM)
- “Biennale di Venezia” Romanian Institute / I” (cat)
1996 – “Le Corps Photographie`” La Filature , Mulhouse / F (cat)
- “Dataroom”, Neuer Berliner Kunstverein / D* (S_cat)
- Manifesta 1, Rotterdam / NL* (cat)
95-97- “Beyond Belief” – Contemporary Art from East Central Europe,
Museum of Contemporary Art Chicago; Allen Memorial Art Museum,
Oberlin; Institute of Contemporary Art, Philadelphia; Joslyn Art
Museum, Omaha / USA (cat)
1994 – “The Castle”, Center for Contemporary Art - Ujazdowski, Warsaw /
PL*(S_poster)
– “010101…” Centrul Soros pentru Arta Contemporana, Bucuresti
/ Ro (cat)
- “Rumanische Avantgarte der 90er Jahre”, Epikur
Galerie, Wuppertal / D (cat)
“22 Bienal Internacional Sao Paulo” / BR (cat)
– “Mesiac Fotografie” Bratislava / SK (cat)
– “Europa, Europa”. Das Jahrhundert der Avantgarde in Mittel
und
Osteuropa, Bonn/ D (cat)
1993 - Biennale di Venezia - Aperto, Corderie dell'Arsenale, / I*
(cat)
1992 – 2. Internatonale Foto-Triennale Esslingen / D (cat)
- Istanbul Biennial, Fezhane, Istanbul / TR* (cat)
- Draculaland, Museum of Art Bistritza / Ro* (cat)
Residencies and Grants:
2006 – Castle Trebesice, artist in residence program / Cz
04-05 New Europe College / Getty Fellow, Bucharest / Ro;
2004 - Foundation BINZ39 Zurich / CH*
2002 – IASPIS, Stockholm / S*
2001 – Light Work, Syracuse, NY / USA
2000 – Nordic Institute for Contemporary Art – Helsinki / Fi*
1999 - Schloss Plüschow - Mecklenburgisches Künstlerhaus, Plüschow / D*
Kultur Kontakt, Vienna / A*
97-198 Akademie "Schloss Solitude", Stuttgart / D*
95-96 - Künstlerhaus Bethanien and Philip Morris Kunstförderung
Berlin / D*
1992 – Kultur Kontakt, Salzburg / A
Bosphorus University Istanbul / T
Invited Professor for Lectures/Workshops:
Gerrit Rietveld Academie, Amsterdam*; School of Film and Photography,
Goteborg University*; The Royal University College of Fine Arts,
Stockholm*; Merz Akademie, Stuttgart*; Kunstakademie, Stuttgart*; Art
& Tech Institute, Linz*. ; University of Art Bergen; Literaturhaus
Berlin*; Goethe Institute Bucharest*, British Council Bucharest, SKC
Beograd; Univrsity of Bucharest; University of Architecture and
Urbanism Bucharest; Mobile Akademie, Berlin; Yazd University; etc.
05
giugno 2006
Iosif Kiraly – East from the West
Dal 05 giugno al 25 settembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTRA
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19.30
Vernissage
5 Giugno 2006, ore 19
Autore
Curatore