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Ipercorpo. La pratica quotidiana
Ipercorpo, festival internazionale delle arti dal vivo, dedica anche quest’anno una sezione speciale alle arti visive che accoglierà al suo interno e farà proprio il tema di questa XVI edizione: La pratica quotidiana. Sono invitati a esporre sei artisti: Bekhbaatar Enkhtur, Marta Mancini, Gabriele Picco, Federico Pietrella, Nazzarena Poli Maramotti, Alessandro Sarra, i cui interventi saranno affidati alla curatela di Davide Ferri.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 30 Maggio al 2 Giugno | 19.00 – 24.00
La pratica quotidiana
Inaugurazione:
Oratorio di San Sebastiano, Forlì | Giovedì 30 Maggio | ore 19.00
A cura di: Davide Ferri
Assistenza curatoriale: Francesca Bertazzoni
Interventi di: Bekhbaatar Enkhtur, Marta Mancini, Gabriele Picco, Federico Pietrella, Nazzarena Poli Maramotti, Alessandro Sarra
Tavola rotonda con il curatore e gli artisti:
Oratorio di San Sebastiano | Domenica 2 Giugno | ore 15.00
Con Davide Ferri, Bekhbaatar Enkhtur, Marta Mancini, Gabriele Picco, Federico Pietrella, Nazzarena Poli Maramotti, Alessandro Sarra
Ipercorpo, festival internazionale delle arti dal vivo, dedica anche quest’anno una sezione speciale alle arti visive che accoglierà al suo interno e farà proprio il tema di questa XVI edizione: La pratica quotidiana. Sono invitati a esporre sei artisti: Bekhbaatar Enkhtur, Marta Mancini, Gabriele Picco, Federico Pietrella, Nazzarena Poli Maramotti, Alessandro Sarra, i cui interventi saranno affidati alla curatela di Davide Ferri.
La sezione arte del festival non proporrà una vera e propria mostra, ma si articolerà in uno spazio di lavoro quotidiano, dove le opere degli artisti – in gran parte interventi site specific – costituiranno una specie di controcanto, di contrappunto, ad alcuni momenti dialogici: tra gli artisti, presenti all’interno dello spazio per tutta la durata del festival, e tra gli artisti e il pubblico, invitato ad una lunga e reiterata frequentazione dello spazio.
Le opere reagiranno quindi alle sollecitazioni del luogo – l’Oratorio di San Sebastiano – e alle sue articolazioni, talvolta contaminandosi e attivandosi reciprocamente: un grande tavolo posto al centro dello spazio, ad esempio, ospita lavori di piccolo formato (disegni e pagine di appunti, ma anche frammenti di opere non finite o irrisolte) anche eccentrici rispetto alle poetiche di ognuno degli artisti, e rievoca la dimensione dello studio, lo spazio della pratica quotidiana, il luogo di un procedere incerto, frammentario, sorprendente, di un fare non progettato.
La sezione include i lavori di Federico Pietrella, veri e propri “racconti del tempo”, in cui l’artista, utilizzando un timbro datario come pennello (che registra ogni giornata di lavoro) traduce in pittura immagini che appartengono alla quotidianità e al tranquillo svolgersi della vita famigliare. I dipinti di Nazzarena Poli Maramotti, attraversati da forze e movimenti che preludono a diverse potenzialità dell’immagine, a paesaggi – con cose riconducibili al reale che si addensano nei bordi come in un affresco settecentesco – che possono facilmente virare verso l’astrazione. I lavori di Alessandro Sarra, che nascono per via di stratificazioni successive (alcune cancellano, altre costruiscono l’immagine con segni che sembrano attraversare la superficie come forme instabili e volatili) e in cui l’ultima velatura conserva le tracce, rilanciandole in superficie, di quelle che l’hanno preceduta. I disegni di Gabriele Picco, realizzati in un modo rapido e dimesso che nel tempo, sin dagli esordi dell’artista, non è mai mutato, con tratti da diario adolescenziali, figure al limite della caricatura che tendono sempre all’autoritratto – immagini sghembe che collassano in una forma a metà tra lo scarabocchio e la vignetta. I dipinti di Marta Mancini, percorsi da un ritmo sincopato di tratti spessi e vibratili, forme sopravvissute a un atto di negazione, quello di una campitura monocroma che, come uno sfondo che copre, ha cancellato, interrotto, ridefinito l’andamento di una pennellata larga e sinuosa. Un’installazione, infine, di Bekhbaatar Enkhtur, capace di abitare lo spazio con progressive espansioni, e attraverso l’utilizzo di materiali trovati, di recupero (sedie, assi di legno, bancali, imballi...) e figure di animali – modellati di getto con l’argilla cruda – che sembrano esalare l’ultimo respiro e sprigionare un potente residuo di vitalità.
La pratica quotidiana
Inaugurazione:
Oratorio di San Sebastiano, Forlì | Giovedì 30 Maggio | ore 19.00
A cura di: Davide Ferri
Assistenza curatoriale: Francesca Bertazzoni
Interventi di: Bekhbaatar Enkhtur, Marta Mancini, Gabriele Picco, Federico Pietrella, Nazzarena Poli Maramotti, Alessandro Sarra
Tavola rotonda con il curatore e gli artisti:
Oratorio di San Sebastiano | Domenica 2 Giugno | ore 15.00
Con Davide Ferri, Bekhbaatar Enkhtur, Marta Mancini, Gabriele Picco, Federico Pietrella, Nazzarena Poli Maramotti, Alessandro Sarra
Ipercorpo, festival internazionale delle arti dal vivo, dedica anche quest’anno una sezione speciale alle arti visive che accoglierà al suo interno e farà proprio il tema di questa XVI edizione: La pratica quotidiana. Sono invitati a esporre sei artisti: Bekhbaatar Enkhtur, Marta Mancini, Gabriele Picco, Federico Pietrella, Nazzarena Poli Maramotti, Alessandro Sarra, i cui interventi saranno affidati alla curatela di Davide Ferri.
La sezione arte del festival non proporrà una vera e propria mostra, ma si articolerà in uno spazio di lavoro quotidiano, dove le opere degli artisti – in gran parte interventi site specific – costituiranno una specie di controcanto, di contrappunto, ad alcuni momenti dialogici: tra gli artisti, presenti all’interno dello spazio per tutta la durata del festival, e tra gli artisti e il pubblico, invitato ad una lunga e reiterata frequentazione dello spazio.
Le opere reagiranno quindi alle sollecitazioni del luogo – l’Oratorio di San Sebastiano – e alle sue articolazioni, talvolta contaminandosi e attivandosi reciprocamente: un grande tavolo posto al centro dello spazio, ad esempio, ospita lavori di piccolo formato (disegni e pagine di appunti, ma anche frammenti di opere non finite o irrisolte) anche eccentrici rispetto alle poetiche di ognuno degli artisti, e rievoca la dimensione dello studio, lo spazio della pratica quotidiana, il luogo di un procedere incerto, frammentario, sorprendente, di un fare non progettato.
La sezione include i lavori di Federico Pietrella, veri e propri “racconti del tempo”, in cui l’artista, utilizzando un timbro datario come pennello (che registra ogni giornata di lavoro) traduce in pittura immagini che appartengono alla quotidianità e al tranquillo svolgersi della vita famigliare. I dipinti di Nazzarena Poli Maramotti, attraversati da forze e movimenti che preludono a diverse potenzialità dell’immagine, a paesaggi – con cose riconducibili al reale che si addensano nei bordi come in un affresco settecentesco – che possono facilmente virare verso l’astrazione. I lavori di Alessandro Sarra, che nascono per via di stratificazioni successive (alcune cancellano, altre costruiscono l’immagine con segni che sembrano attraversare la superficie come forme instabili e volatili) e in cui l’ultima velatura conserva le tracce, rilanciandole in superficie, di quelle che l’hanno preceduta. I disegni di Gabriele Picco, realizzati in un modo rapido e dimesso che nel tempo, sin dagli esordi dell’artista, non è mai mutato, con tratti da diario adolescenziali, figure al limite della caricatura che tendono sempre all’autoritratto – immagini sghembe che collassano in una forma a metà tra lo scarabocchio e la vignetta. I dipinti di Marta Mancini, percorsi da un ritmo sincopato di tratti spessi e vibratili, forme sopravvissute a un atto di negazione, quello di una campitura monocroma che, come uno sfondo che copre, ha cancellato, interrotto, ridefinito l’andamento di una pennellata larga e sinuosa. Un’installazione, infine, di Bekhbaatar Enkhtur, capace di abitare lo spazio con progressive espansioni, e attraverso l’utilizzo di materiali trovati, di recupero (sedie, assi di legno, bancali, imballi...) e figure di animali – modellati di getto con l’argilla cruda – che sembrano esalare l’ultimo respiro e sprigionare un potente residuo di vitalità.
30
maggio 2019
Ipercorpo. La pratica quotidiana
Dal 30 maggio al 02 giugno 2019
arte contemporanea
Location
ORATORIO DI SAN SEBASTIANO
Forlì, Piazza Guido Da Montefeltro, 249, (Forlì-cesena)
Forlì, Piazza Guido Da Montefeltro, 249, (Forlì-cesena)
Biglietti
Ingresso alla mostra 5 € (costo del biglietto per ogni singolo spettacolo di teatro e danza del Festival Ipercorpo 10 €. Con il biglietto di qualsiasi spettacolo / concerto è inclusa la visione del progetto video “La danza in 1 minuto” alla Chiesa di San Giacomo e la visita alla mostra “La pratica quotidiana”). Per ulteriori info: www.ipercorpo.it
Orario di apertura
19.00 – 24.00
Vernissage
30 Maggio 2019, ore 19.00
Sito web
www.ipercorpo.it
Autore
Curatore