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Iran – Percorsi incrociati
Mostra fotografica con le opere delle fotografe Shadi Ghadirian, Malekeh Nayini e Isabelle Eshraghi, realizzata in collaborazione con il Circolo Fotografico Tina Modotti di Bolzano.
Comunicato stampa
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“…paradossalmente la fotografia iraniana, specchio del quotidiano, è ancora poco conosciuta dal pubblico europeo ad eccezione dei fotografi della stampa i cui lavori sono diffusi dai mass media internazionali. Spesso si ignora che a Teheran sono tre le università dove si insegna la fotografia. Ogni anno si immatricolano più di 1500 studenti di cui più della metà sono donne. Esistono due riviste di fotografia ed una biennale. Le opere degli artisti sono esposte in numerose gallerie.
A dispetto dei preconcetti, l’immagine non è sottomessa a nessuna proibizione religiosa in Iran.
Con questa curiosità, che mi spingeva a sollevare il velo dei miei stessi pregiudizi, mi sono rivolto ai fotografi iraniani che vivono sia in Francia che in Iran. Le loro vite sono differenti, forse addirittura opposte, - gli uni vivono nella malinconia del ricordo, gli altri nella speranza del futuro – però perfino nei momenti più duri della loro storia, hanno sempre saputo salvaguardare il vincolo che li manteneva a contatto con le reciproche realtà.
I loro sguardi si concentrano su un’identità ed una cultura che né la lontananza né il tempo hanno mutato. Un nuovo dialogo si crea da ambo le parti. Così, desidero presentare un momento fotografico come se si trattasse di una conversazione su percorsi che si incrociano e si completano.” (Christian Caujolle)
Malekeh Nayini
Nata a Teheran nel 1955. Utilizza la tecnologia informatica per tornare indietro nel tempo e aggiornare il suo album di famiglia, per dargli colore e sfarzo, per attualizzarlo e farlo rivivere. Crea anacronismi come francobolli moderni, decora gli abiti di alcuni antenati, inventa sfondi estranei al contesto dei personaggi, che traspone in un altro tempo, in un altro luogo.
Shadi Ghadirian
Nata a Teheran nel 1974. Ispirandosi alla tradizione dei Qajar, - sotto il cui regno, in un periodo di grande apertura verso le arti occidentali, venne introdotto il ritratto, sia sotto forma di dipinto che di foto - ricrea uno studio fotografico, noleggia e confeziona abiti d’epoca e chiede a persone della sua cerchia di prestarsi al gioco del ritratto d’epoca, di cui copia scrupolosamente le posizioni. Infine introduce nelle foto oggetti di vita quotidiana, adattandoli con un tocco di humor ai ritratti, creando una specie di anacronismo volontario. Questi oggetti scelti con cura sono i simboli della gioventù, che alcuni anni fa erano proibiti “ufficialmente”: caschi da motociclista, lattine di coca cola, biciclette…
Isabelle Eshraghi
Nata a Isfahan nel 1964. Nel 1996 scopre il suo paese natale, lasciato quando aveva tre anni. Sin dal suo primo viaggio si dedica a fotografare la vita quotidiana delle donne al fine di rivelare “quello che lei stessa sarebbe potuta essere”. Con il suo lavoro intende conoscere meglio queste giovani iraniane, andare oltre le idee preconcette. Non intende svelarle, bensì superare il principio dell’invisibilità del loro corpo, vedere e mostrare la loro femminilità attraverso il viso ed i gesti.
A dispetto dei preconcetti, l’immagine non è sottomessa a nessuna proibizione religiosa in Iran.
Con questa curiosità, che mi spingeva a sollevare il velo dei miei stessi pregiudizi, mi sono rivolto ai fotografi iraniani che vivono sia in Francia che in Iran. Le loro vite sono differenti, forse addirittura opposte, - gli uni vivono nella malinconia del ricordo, gli altri nella speranza del futuro – però perfino nei momenti più duri della loro storia, hanno sempre saputo salvaguardare il vincolo che li manteneva a contatto con le reciproche realtà.
I loro sguardi si concentrano su un’identità ed una cultura che né la lontananza né il tempo hanno mutato. Un nuovo dialogo si crea da ambo le parti. Così, desidero presentare un momento fotografico come se si trattasse di una conversazione su percorsi che si incrociano e si completano.” (Christian Caujolle)
Malekeh Nayini
Nata a Teheran nel 1955. Utilizza la tecnologia informatica per tornare indietro nel tempo e aggiornare il suo album di famiglia, per dargli colore e sfarzo, per attualizzarlo e farlo rivivere. Crea anacronismi come francobolli moderni, decora gli abiti di alcuni antenati, inventa sfondi estranei al contesto dei personaggi, che traspone in un altro tempo, in un altro luogo.
Shadi Ghadirian
Nata a Teheran nel 1974. Ispirandosi alla tradizione dei Qajar, - sotto il cui regno, in un periodo di grande apertura verso le arti occidentali, venne introdotto il ritratto, sia sotto forma di dipinto che di foto - ricrea uno studio fotografico, noleggia e confeziona abiti d’epoca e chiede a persone della sua cerchia di prestarsi al gioco del ritratto d’epoca, di cui copia scrupolosamente le posizioni. Infine introduce nelle foto oggetti di vita quotidiana, adattandoli con un tocco di humor ai ritratti, creando una specie di anacronismo volontario. Questi oggetti scelti con cura sono i simboli della gioventù, che alcuni anni fa erano proibiti “ufficialmente”: caschi da motociclista, lattine di coca cola, biciclette…
Isabelle Eshraghi
Nata a Isfahan nel 1964. Nel 1996 scopre il suo paese natale, lasciato quando aveva tre anni. Sin dal suo primo viaggio si dedica a fotografare la vita quotidiana delle donne al fine di rivelare “quello che lei stessa sarebbe potuta essere”. Con il suo lavoro intende conoscere meglio queste giovani iraniane, andare oltre le idee preconcette. Non intende svelarle, bensì superare il principio dell’invisibilità del loro corpo, vedere e mostrare la loro femminilità attraverso il viso ed i gesti.
20
febbraio 2004
Iran – Percorsi incrociati
Dal 20 febbraio al 21 marzo 2004
fotografia
Location
CENTRO TREVI
Bolzano, Via Dei Cappuccini, 28, (Bolzano)
Bolzano, Via Dei Cappuccini, 28, (Bolzano)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-12 / 15-19