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Irena Kalodjera & Stefano Tondo
installazione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Al centro di una sala di palazzo Pandolfini, storicamente ed
esteticamente connotata per la presenza delle sinopie “degli uomini e
delle donne illustri” (ora agli Uffizi) che Andrea del Castagno dipinse
ad affresco nel 1455, Irena Kalodjera e Stefano Tondo hanno collocato
la loro installazione, Senza Titolo.
A terra, nel cerchio-base del cono di luce che scende dall’ alto, un
pulviscolo d’oro, in continuo movimento, crea un alone che splende
nella luce, e si muove lentamente, come un respiro lieve di speranza,
di poesia, carico di una simbologia sacrale fastosa, ispirata alle
filosofie orientali, di cui fanno fede quattro piccoli tappeti da
preghiera islamici disposti ai bordi del cerchio luminoso. Si viene
così a creare un confronto, che i due giovani artisti affrontano con
coraggio e rispetto, e, almeno nella scelta del titolo del lavoro, con
un minimo di ironia: il confronto con una presenza di forte contenuto,
le affocate
sinopie, fantasmi di un passato carico di significato, di un modello di
classicità occidentale, quello della Firenze del Rinascimento, nella
sua dura, lucida razionalità politica, nel suo senso di un potere
tetragono, chiuso nel cerchio di una città murata.
L’ installazione di Irena Kalodjera e Stefano Tondo parla invece del
nostro presente, che non può più essere circoscritto in una concezione
bloccata, ma si apre alla presenza (speranza ?) di nuovo umanesimo
universale, che si stempera in un’ astrazione di carattere
antirazionalista, più libero, che non ha niente a che vedere con la
globalizzazione, ma parla di libertà condivisa.
dal testo di Lara-Vinca Masini
esteticamente connotata per la presenza delle sinopie “degli uomini e
delle donne illustri” (ora agli Uffizi) che Andrea del Castagno dipinse
ad affresco nel 1455, Irena Kalodjera e Stefano Tondo hanno collocato
la loro installazione, Senza Titolo.
A terra, nel cerchio-base del cono di luce che scende dall’ alto, un
pulviscolo d’oro, in continuo movimento, crea un alone che splende
nella luce, e si muove lentamente, come un respiro lieve di speranza,
di poesia, carico di una simbologia sacrale fastosa, ispirata alle
filosofie orientali, di cui fanno fede quattro piccoli tappeti da
preghiera islamici disposti ai bordi del cerchio luminoso. Si viene
così a creare un confronto, che i due giovani artisti affrontano con
coraggio e rispetto, e, almeno nella scelta del titolo del lavoro, con
un minimo di ironia: il confronto con una presenza di forte contenuto,
le affocate
sinopie, fantasmi di un passato carico di significato, di un modello di
classicità occidentale, quello della Firenze del Rinascimento, nella
sua dura, lucida razionalità politica, nel suo senso di un potere
tetragono, chiuso nel cerchio di una città murata.
L’ installazione di Irena Kalodjera e Stefano Tondo parla invece del
nostro presente, che non può più essere circoscritto in una concezione
bloccata, ma si apre alla presenza (speranza ?) di nuovo umanesimo
universale, che si stempera in un’ astrazione di carattere
antirazionalista, più libero, che non ha niente a che vedere con la
globalizzazione, ma parla di libertà condivisa.
dal testo di Lara-Vinca Masini
29
giugno 2006
Irena Kalodjera & Stefano Tondo
Dal 29 giugno al 25 luglio 2006
arte contemporanea
Location
VILLA PANDOLFINI
Firenze, Via Guardavia, 18, (Firenze)
Firenze, Via Guardavia, 18, (Firenze)
Orario di apertura
Mercoledì 16-18; su appuntamento tutti gli altri giorni esclusi i festivi
Vernissage
29 Giugno 2006, ore 18
Autore
Curatore