lrene Kung torna a Roma per la sua quarta personale al portico d’Ottavia. In questa mostra presenta un nuovo ciclo di fotografie realizzate durante un recente viaggio in Tibet e Yunnan. L’esposizione consiste di tredici opere di grande e piccolo formato, in cui si alternano immagini di natura e paesaggi insieme ad architetture o semplici tracce lasciate dall’uomo, sempre elaborate secondo la personale tecnica dell’artista.
Irene Kung in questa mostra contempla il paesaggio non solo con la sua usuale attenzione verso il dettaglio, ma anche con un atteggiamento meditativo frutto della convivenza con gli abitanti di quei luoghi, soprattutto monaci buddisti.
L’artista si distingue per le sue immagini sospese nel tempo e nello spazio, visioni evanescenti sottratte al loro contesto che, superando la realtà, entrano a far parte di una dimensione onirica in cui lo spettatore si abbandona con lo sguardo e con la mente. La sua sapiente tecnica realizzata in più tempi, include un’attenta post-produzione digitale che enfatizza i dettagli più belli e significativi delle immagini valorizzando l’essenziale affinché riesca a suscitare un’emozione ancora più intensa nello spettatore. La fotografia perde il suo carattere di pura riproduzione della realtà e si afferma come una diversa forma di espressione che, con l’uso della tecnologia, sovrappone il gesto pittorico all’immagine riprodotta meccanicamente.

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Martina Miccio
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