Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Irina Ojovan – Pastelli
Una ventina di pastelli, della giovanissima moldava Irina Ojovan, verranno presentati in una mostra personale alla Galleria degli Archi di Comiso. Dopo una esperienza artistica dedicata al segno grafico dell’incisione, ha voluto sfidarsi con l’uso del pastello grasso per questo esordio siciliano.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal testo di Savatore Schembari
Irina Ojovan, giovanissima moldava, compirà ad ottobre ventidue anni, ha una sensibilità spiccata nell’uso della tecnica del pastello. Irina ci ha consegnato una ventina di pastelli ad olio su carta tutti senza titolo tranne uno che ha voluto chiamare "Orizzonte". Ecco ci basta questo per collegarli tutti al tema della ricerca dell’orizzonte come infinito leopardiano, a quei gesti lirici e musicali che lei stessa compone e che sa estremamente cogliere tra le linee assegnate nel sottosopra di un foglio di carta. Se è vero, infatti, che questi lavori di Irina Ojovan risentono di una impostazione classica figurativa del paesaggio, come ovvi esercizi accademici, già visti, il pregio di essi risiede proprio nell’uso formale di accogliere i colori in accordi musicali, di ricordarci lo spessore del suo timbro poetico foriero di futuri sviluppi nella ricerca di iconografie e di possibili nuovi temi, già in parte delineati, fra le trame grasse del suo pastello ad olio. In nuce nei suoi pastelli c’è, quello che io chiamo, la sostanza della forma, che corrisponde anche alla bellezza intima e alla mansuetudine stessa di Irina, una forma che non si riduce a puro formalismo, ma che fonda la propria ricerca nell’etica dell’estetica. Un’artista che percorrerà la propria strada, ritrovandosi a contemplare le suggestioni malinconiche che ci trasfonde il tempo. Quella dimensione illimitata, incommensurabile che troviamo, guardando l’infinito, fra lo spazio vuoto e l’esistenza. Qualcosa di indefinito che è sempre tra noi e la vita stessa, come l’arte per l’appunto. E tutto questo, nel caso di Irina, deve essere riprodotto senza sconti nella materia imperfetta, debole e delicata del pastello. Irina, però, ha un temperamento forte e gagliardo. Se noi ci limitassimo ad osservare superficialmente i suoi pastelli non ci accorgeremmo che essi scaturiscono da un combattimento sentimentale, da una passione grande e matura per la pittura. Di questo dichiarato amore, nei confronti della pittura, bisogna farne la forza di chi vuole continuare ad annoverarla, senza alcun timore di essere accusato di nostalgia o di atteggiamento retrò, tra l’arte contemporanea. Irina Ojovan, Catalin Pislaru, Fabio Romano, giovanissimi artisti che si sono trovati quasi per un destino, a studiare assieme all’Accademia delle Belle Arti di Roma, rappresentano sicuramente insieme ad altri una nuova generazione di pittori, vivi e vegeti, fra l’ammorbata arte che vuole dissimulare le qualità intrinseche dei tempi creativi e insostituibili del dipingere. Un’arte che ha sviluppato i virus letali del gusto dell’orrido del trash, della pornografia del corpo esibito e tatuato, che si dichiara tribale sforzandosi di apparire selvaggia ed originale ma che, in verità, rifiutando lo statuto di persistente continuità che vi è nella forma del linguaggio degli oggetti e della loro trasformazione, è conforme solo alla creatività effimera e esplicitamente suddita ad un regime dell’estica cosiddetto alla "Moda".
Salvatore Schembari
Biografia
Ojovan Irina è nata nel 1988 a Chisinau (Moldavia) e ha compiuto i suoi studi presso il Liceo d’Arte di Chisinau. Frequenta per un anno l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Dal 2010 vive a Roma, dove sta frequentando l’Accademia di Belle Arti. Nel suo paese ha partecipato a diverse mostre collettive e concorsi e anche in Russia, Romania, Italia e Francia. Nell'ottobre del 2010 la Galleria degli Archi di Comiso la invita ad esporre la sua prima personale in Italia.
Irina Ojovan, giovanissima moldava, compirà ad ottobre ventidue anni, ha una sensibilità spiccata nell’uso della tecnica del pastello. Irina ci ha consegnato una ventina di pastelli ad olio su carta tutti senza titolo tranne uno che ha voluto chiamare "Orizzonte". Ecco ci basta questo per collegarli tutti al tema della ricerca dell’orizzonte come infinito leopardiano, a quei gesti lirici e musicali che lei stessa compone e che sa estremamente cogliere tra le linee assegnate nel sottosopra di un foglio di carta. Se è vero, infatti, che questi lavori di Irina Ojovan risentono di una impostazione classica figurativa del paesaggio, come ovvi esercizi accademici, già visti, il pregio di essi risiede proprio nell’uso formale di accogliere i colori in accordi musicali, di ricordarci lo spessore del suo timbro poetico foriero di futuri sviluppi nella ricerca di iconografie e di possibili nuovi temi, già in parte delineati, fra le trame grasse del suo pastello ad olio. In nuce nei suoi pastelli c’è, quello che io chiamo, la sostanza della forma, che corrisponde anche alla bellezza intima e alla mansuetudine stessa di Irina, una forma che non si riduce a puro formalismo, ma che fonda la propria ricerca nell’etica dell’estetica. Un’artista che percorrerà la propria strada, ritrovandosi a contemplare le suggestioni malinconiche che ci trasfonde il tempo. Quella dimensione illimitata, incommensurabile che troviamo, guardando l’infinito, fra lo spazio vuoto e l’esistenza. Qualcosa di indefinito che è sempre tra noi e la vita stessa, come l’arte per l’appunto. E tutto questo, nel caso di Irina, deve essere riprodotto senza sconti nella materia imperfetta, debole e delicata del pastello. Irina, però, ha un temperamento forte e gagliardo. Se noi ci limitassimo ad osservare superficialmente i suoi pastelli non ci accorgeremmo che essi scaturiscono da un combattimento sentimentale, da una passione grande e matura per la pittura. Di questo dichiarato amore, nei confronti della pittura, bisogna farne la forza di chi vuole continuare ad annoverarla, senza alcun timore di essere accusato di nostalgia o di atteggiamento retrò, tra l’arte contemporanea. Irina Ojovan, Catalin Pislaru, Fabio Romano, giovanissimi artisti che si sono trovati quasi per un destino, a studiare assieme all’Accademia delle Belle Arti di Roma, rappresentano sicuramente insieme ad altri una nuova generazione di pittori, vivi e vegeti, fra l’ammorbata arte che vuole dissimulare le qualità intrinseche dei tempi creativi e insostituibili del dipingere. Un’arte che ha sviluppato i virus letali del gusto dell’orrido del trash, della pornografia del corpo esibito e tatuato, che si dichiara tribale sforzandosi di apparire selvaggia ed originale ma che, in verità, rifiutando lo statuto di persistente continuità che vi è nella forma del linguaggio degli oggetti e della loro trasformazione, è conforme solo alla creatività effimera e esplicitamente suddita ad un regime dell’estica cosiddetto alla "Moda".
Salvatore Schembari
Biografia
Ojovan Irina è nata nel 1988 a Chisinau (Moldavia) e ha compiuto i suoi studi presso il Liceo d’Arte di Chisinau. Frequenta per un anno l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Dal 2010 vive a Roma, dove sta frequentando l’Accademia di Belle Arti. Nel suo paese ha partecipato a diverse mostre collettive e concorsi e anche in Russia, Romania, Italia e Francia. Nell'ottobre del 2010 la Galleria degli Archi di Comiso la invita ad esporre la sua prima personale in Italia.
02
ottobre 2010
Irina Ojovan – Pastelli
Dal 02 al 20 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEGLI ARCHI
Comiso, Via E. Calogero, 22, (Ragusa)
Comiso, Via E. Calogero, 22, (Ragusa)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 17-21 (o su appuntamento)
Vernissage
2 Ottobre 2010, ore 20.00
Autore
Curatore