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Is it my body?
Is it my body? è una mostra che unisce un gruppo di artisti che hanno lavorato sul tema della percezione del corpo (il loro corpo ma anche il corpo degli “altri”) e allo stesso tempo hanno preso ispirazione e collaborato con importanti musicisti, rendendoli spesso protagonisti della loro opera.
Comunicato stampa
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Nel famoso video Rock My Religion, del 1984, Dan Graham crea un collegamento tra il mondo delle sottoculture musicali, come quella punk, e quello delle sottoculture religiose, in particolare il movimento tipicamente americano degli Shaker. Il lavoro è un assemblaggio di musica, storie, testi di canzoni e documentazioni video in cui vediamo come il corpo, sia nell’ambito musicale sia in quello religioso, possa essere uno strumento di comunicazione, estasi e costruzione di una comunità.
Quest’opera riassume al meglio l’idea e le riflessioni attorno a cui si è sviluppata questa mostra: Is It My Body? raccoglie le opere di quattro artisti ( Roger Ballen, Vanessa Beecroft, Jacopo Benassi e Dan Graham, appunto) che hanno fatto della percezione del corpo, proprio e altrui, un elemento centrale del loro lavoro, declinandolo attraverso la collaborazione con musicisti, cantanti e band appartenenti sia alla grande musica pop internazionale, sia ai mondi della ricerca sonora e delle sottoculture.
Il corpo è da ormai molti anni uno strumento cardine per la musica, in particolare per il musicista come performer. E anche la lettura che ne danno coloro che ascoltano e “guardano” la musica oggi rappresenta un punto di vista altrettanto cruciale. Noi tutti ricordiamo come la musica in molti casi abbia costituito, soprattuto nell’adolescenza, il primo linguaggio di scoperta, ricognizione e costruzione della percezione della nostra fisicità. Ma gli stessi lavori presenti in mostra alludono a come spesso questa presa di coscienza possa essere intrecciata ad una non così pacifica accettazione.
Ritratti grotteschi, personaggi borderline, situazioni disturbanti e inquietanti, teatrali e talvolta velate di ironia, sono i soggetti delle fotografie di Roger Ballen, in cui il corpo non risulta mai come elemento piacevole. E’ lo stesso tipo di estetica che contraddistingue uno dei gruppi musicali più interessanti e innovativi degli ultimi anni, i sudafricani Die Antwoord, per i quali Ballen ha diretto il videoclip del brano I fink u freeky, presente in mostra.
Stridente è il confronto con il corpo, soprattutto femminile, ritratto, fotografato o messo in performance da Vanessa Beecroft. L’artista, ormai di base a Los Angeles, negli ultimi anni ha sviluppato un’intensa collaborazione con il musicista Kanye West, per il quale ha realizzato una performance durante la presentazione della sua linea di abbigliamento, oltre ad aver supervisionato la regia di alcuni videoclip. In questa mostra verranno presentati anche una serie di suoi disegni che rappresentano la parte più intima del suo lavoro di ricerca attorno al corpo.
Lungo la sua carriera, Jacopo Benassi ha fotografato instancabilmente musicisti, cantanti e band. Ma non solo: il locale Btomic, che ha creato e gestito a La Spezia per alcuni anni, è stato parte integrante della sua pratica artistica, uno spazio curatoriale/performativo in cui si alternavano i concerti e le “azioni” sonore che lui stesso poi fotografava. Questo utilizzo della dimensione teatrale si ritrova nelle performance vere e proprie che Benassi ha realizzato da solo o in collaborazione con altri artisti, spesso legate all’idea di ritratto e autoritratto.
Il titolo della mostra - Is It My Body? - è tratto da un libro che raccoglie testi di Kim Gordon, cantante e bassista dei Sonic Youth, band con la quale ha realizzato una cover dell’omonima canzone scritta da Alice Cooper.
Quest’opera riassume al meglio l’idea e le riflessioni attorno a cui si è sviluppata questa mostra: Is It My Body? raccoglie le opere di quattro artisti ( Roger Ballen, Vanessa Beecroft, Jacopo Benassi e Dan Graham, appunto) che hanno fatto della percezione del corpo, proprio e altrui, un elemento centrale del loro lavoro, declinandolo attraverso la collaborazione con musicisti, cantanti e band appartenenti sia alla grande musica pop internazionale, sia ai mondi della ricerca sonora e delle sottoculture.
Il corpo è da ormai molti anni uno strumento cardine per la musica, in particolare per il musicista come performer. E anche la lettura che ne danno coloro che ascoltano e “guardano” la musica oggi rappresenta un punto di vista altrettanto cruciale. Noi tutti ricordiamo come la musica in molti casi abbia costituito, soprattuto nell’adolescenza, il primo linguaggio di scoperta, ricognizione e costruzione della percezione della nostra fisicità. Ma gli stessi lavori presenti in mostra alludono a come spesso questa presa di coscienza possa essere intrecciata ad una non così pacifica accettazione.
Ritratti grotteschi, personaggi borderline, situazioni disturbanti e inquietanti, teatrali e talvolta velate di ironia, sono i soggetti delle fotografie di Roger Ballen, in cui il corpo non risulta mai come elemento piacevole. E’ lo stesso tipo di estetica che contraddistingue uno dei gruppi musicali più interessanti e innovativi degli ultimi anni, i sudafricani Die Antwoord, per i quali Ballen ha diretto il videoclip del brano I fink u freeky, presente in mostra.
Stridente è il confronto con il corpo, soprattutto femminile, ritratto, fotografato o messo in performance da Vanessa Beecroft. L’artista, ormai di base a Los Angeles, negli ultimi anni ha sviluppato un’intensa collaborazione con il musicista Kanye West, per il quale ha realizzato una performance durante la presentazione della sua linea di abbigliamento, oltre ad aver supervisionato la regia di alcuni videoclip. In questa mostra verranno presentati anche una serie di suoi disegni che rappresentano la parte più intima del suo lavoro di ricerca attorno al corpo.
Lungo la sua carriera, Jacopo Benassi ha fotografato instancabilmente musicisti, cantanti e band. Ma non solo: il locale Btomic, che ha creato e gestito a La Spezia per alcuni anni, è stato parte integrante della sua pratica artistica, uno spazio curatoriale/performativo in cui si alternavano i concerti e le “azioni” sonore che lui stesso poi fotografava. Questo utilizzo della dimensione teatrale si ritrova nelle performance vere e proprie che Benassi ha realizzato da solo o in collaborazione con altri artisti, spesso legate all’idea di ritratto e autoritratto.
Il titolo della mostra - Is It My Body? - è tratto da un libro che raccoglie testi di Kim Gordon, cantante e bassista dei Sonic Youth, band con la quale ha realizzato una cover dell’omonima canzone scritta da Alice Cooper.
29
maggio 2018
Is it my body?
Dal 29 maggio al 03 agosto 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA FRANCESCA MININI
Milano, Via Massimiano, 25, (Milano)
Milano, Via Massimiano, 25, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 10.30 - 19.00
Vernissage
29 Maggio 2018, ore 19.00
Autore
Curatore