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Isabella Aquilanti – Il corpo mentale
mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nella serie di bassorilievi in gesso realizzati da Aquilanti, il corpo viene rappresentato contratto e ridotto nelle sue
parti più efficaci. La scelta delle dimensioni del supporto di tela 50x150cm suggerisce la verticalità dell’essere
umano e mira alla realizzazione di una figura umana parziale, tuttavia l’aura del corpo vi rimane attaccata.
Nel lavoro dell’artista in “Il corpo mentale” le varie dissezioni fisiche negli organi particolari del cervello, utero
e stomaco, agiscono come processo di purificazione, di riduzione della forma, trovando la dimensione d’analisi
nell’isolamento dell’oggetto rappresentato, centro d’attrazione di un istinto e di una tensione mentale. L’attenzione
dell’artista, focalizzandosi sui vari e diversi organi interni, sui loro bisogni, esprime la volontà e cerca la via per
interagire con il mondo al di fuori del sé. Gli organi che dovrebbero soddisfare necessità e desideri in una relazione
reciproca, ideale e naturale, ormai divisi e frammentati sono incapaci di risolvere il conflitto tra desiderio e azione.
Il fallimento trae allo scoperto l’organizzazione mostruosa del reale tramite la mutilazione fisica, il frammento
organico e tutte le sue infermità. Nell’opera di Aquilanti il disagio del bisogno inappagato diviene angoscia,
paura, che risponde al pericolo della perdita d’identità come smembramento corporeo, al pari di come viene
formalmente rappresentato.
Attraverso il racconto reificato e antropomorfizzato i demoni della mente cannibalizzano il corpo. Il corpo attraversa
itinerari mentali allucinati, si presenta nelle opere come reliquia organica, ferita e sanguinante si liquefà come
cera. Un corpo mortificato, senza più diritti, di crescere, di procreare, ormai diviso in parti indipendenti l’una
dall’altra. Attraverso l’esperienza della tela, come supporto per i bassorilievi, che il lavoro di Aquilanti genera
come propria condizione e come proprio ambiente, ci si sente trasportati all’interno del territorio pittorico, ma
non è più pittura.
La scelta del materiale gessoso in bilico con il linguaggio scultoreo è considerevolmente tesa all’evocazione
delle viscere corporali. La materia scultorea, così come trattata da Aquilanti, seppur cromaticamente sublimata
dall’utilizzo del bianco, riesce a catturare la reale umidità delle membrane, delle mucose interne organiche e
delle carni. In “Il corpo mentale” emerge e sovrasta l’esperienza della materia ed il campo gravitazionale sia
della pittura che della scultura è sempre esperito come mutevole. E così il proprio sé percepito come disgregato,
imprime la sua immagine sulla materia gessosa inerte. Aquilanti rappresenta ed esibisce un corpo virtualmente
distrutto e smembrato, come invocazione del bisogno di ricostituzione del proprio io, unica strada concepita per
ritrovarsi, che è anche la sottile speranza per maturare una nuova identità psicologica e sociale.
parti più efficaci. La scelta delle dimensioni del supporto di tela 50x150cm suggerisce la verticalità dell’essere
umano e mira alla realizzazione di una figura umana parziale, tuttavia l’aura del corpo vi rimane attaccata.
Nel lavoro dell’artista in “Il corpo mentale” le varie dissezioni fisiche negli organi particolari del cervello, utero
e stomaco, agiscono come processo di purificazione, di riduzione della forma, trovando la dimensione d’analisi
nell’isolamento dell’oggetto rappresentato, centro d’attrazione di un istinto e di una tensione mentale. L’attenzione
dell’artista, focalizzandosi sui vari e diversi organi interni, sui loro bisogni, esprime la volontà e cerca la via per
interagire con il mondo al di fuori del sé. Gli organi che dovrebbero soddisfare necessità e desideri in una relazione
reciproca, ideale e naturale, ormai divisi e frammentati sono incapaci di risolvere il conflitto tra desiderio e azione.
Il fallimento trae allo scoperto l’organizzazione mostruosa del reale tramite la mutilazione fisica, il frammento
organico e tutte le sue infermità. Nell’opera di Aquilanti il disagio del bisogno inappagato diviene angoscia,
paura, che risponde al pericolo della perdita d’identità come smembramento corporeo, al pari di come viene
formalmente rappresentato.
Attraverso il racconto reificato e antropomorfizzato i demoni della mente cannibalizzano il corpo. Il corpo attraversa
itinerari mentali allucinati, si presenta nelle opere come reliquia organica, ferita e sanguinante si liquefà come
cera. Un corpo mortificato, senza più diritti, di crescere, di procreare, ormai diviso in parti indipendenti l’una
dall’altra. Attraverso l’esperienza della tela, come supporto per i bassorilievi, che il lavoro di Aquilanti genera
come propria condizione e come proprio ambiente, ci si sente trasportati all’interno del territorio pittorico, ma
non è più pittura.
La scelta del materiale gessoso in bilico con il linguaggio scultoreo è considerevolmente tesa all’evocazione
delle viscere corporali. La materia scultorea, così come trattata da Aquilanti, seppur cromaticamente sublimata
dall’utilizzo del bianco, riesce a catturare la reale umidità delle membrane, delle mucose interne organiche e
delle carni. In “Il corpo mentale” emerge e sovrasta l’esperienza della materia ed il campo gravitazionale sia
della pittura che della scultura è sempre esperito come mutevole. E così il proprio sé percepito come disgregato,
imprime la sua immagine sulla materia gessosa inerte. Aquilanti rappresenta ed esibisce un corpo virtualmente
distrutto e smembrato, come invocazione del bisogno di ricostituzione del proprio io, unica strada concepita per
ritrovarsi, che è anche la sottile speranza per maturare una nuova identità psicologica e sociale.
04
maggio 2011
Isabella Aquilanti – Il corpo mentale
Dal 04 maggio al 05 giugno 2011
arte contemporanea
Location
DAAD
Roma, Viale Avignone, 100, (Roma)
Roma, Viale Avignone, 100, (Roma)
Vernissage
4 Maggio 2011, ore 18
Autore
Curatore