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Isabella d’Ortona – Esistenze al bivio
Artista coerente, mai succube del mercato e delle mode, ormai da diversi anni Isabella porta avanti, con tenacia e costanza, la sua ricerca scavando nel profondo dell’animo umano, dentro le avversità della vita, nelle grandi ingiustizie e contraddizioni dei nostri giorni.
Comunicato stampa
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Alla galleria d’Arte Contemporanea “STUDIO C” di via Giovanni Campesio 39 si inaugura sabato 16 febbraio, alle ore 18, la mostra personale di Isabella d’Ortona dal titolo “Esistenze al bivio”.
Ritorna allo “STUDIO C”, Isabella d’Ortona, e vi ritorna dopo le belle mostre tenute in precedenza, con le sue caratteristiche tematiche tutte legate alla vita e all’esistenza, con le sue approfondite riflessioni su di una società in profonda e continua trasformazione dove appare sempre più difficile, se non impossibile, trovare solidi ancoraggi e punti di riferimento stabili e definiti. In questa rassegna, dunque, l’artista presenta uno dei suoi cicli espressivi più intensi e significativi, quello che ha fortemente segnato e contraddistinto un lungo periodo della sua produzione e che non ha mai abbandonato del tutto anche se, saltuariamente, lo ha alternato con soggetti di più serena e pacata visione fatti di delicate e poetiche creazioni di carattere naturalistico e paesaggistico, quasi momenti di pausa e intervallo dopo tanto crudo e spietato realismo.
“Esistenze al bivio” è il titolo scelto da Isabella per quest’ultima mostra personale e, ancora una volta, ecco tornare in mezzo a noi i suoi personaggi aggrediti dal destino, sconvolti dal male della vita, al limite tra l’ironia e la pietà.
Nata a Cremona, attiva per lunghi anni a Roma e attualmente residente a Piacenza, Isabella D'Ortona è un'artista dal lungo curriculum e dall'intensa attività, con mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e di molte capitali d'Europa.
Numerose anche le sue opere entrate a far parte di importanti collezioni ed Enti Istituzionali: tra queste è senza dubbio da segnalare una grande “Deposizione” collocata a Montecitorio, sede del Parlamento Italiano.
Di tutto riguardo anche il suo bagaglio critico con nomi di rilevanza nazionale: Elda Fezzi, Mario Monteverdi, Giorgio Mascherpa e poi l’indimenticabile Mario Ghilardi, il mio più stretto collaboratore degli anni settanta e ottanta. Nomi che hanno lasciato una traccia indelebile e che, con le loro critiche e i loro saggi, hanno profondamente inciso sul percorso dell'arte moderna e contemporanea.
Artista di grande coerenza, mai succube del mercato e delle mode, ormai da diversi anni Isabella porta avanti, con tenacia e costanza, la sua ricerca scavando nel profondo dell'animo umano, dentro le avversità della vita, nelle grandi ingiustizie e contraddizioni dei nostri giorni.
Isabella D'Ortona ha senza dubbio sentito il fascino e l'attrazione dell'Espressionismo tedesco, di nomi come Schiele, Munch, Ensor, Nolde, ma anche del nostro Realismo Esistenziale e di artisti come Ferroni, Banchieri, Romagnoni, Cappelli, Zigaina: nomi di “nicchia” e forse riservati solo a pochi ed eletti collezionisti, ma importanti per il rigore morale e intellettuale, per la loro filosofia di vita tutta incentrata sull’uomo, il senso dell’esistere, sul destino finale del tutto.
Da tutto ciò, da questi importanti e fondamentali agganci culturali di respiro nazionale ed europeo , nasce e si sviluppa la pittura di questa bravissima artista. E dei suoi quadri mi colpiscono le atmosfere magiche e silenti, le penombre raccolte e ovattate, le luci calde e sfuggenti che, come lame taglienti, attraversano uomini e cose creando uno stato d’attesa e sospensione: pittura di forte impatto scenografico ed emotivo, di chiara ed evidente denuncia esistenziale che molto spesso diventa grido di dolore e di sbigottito silenzio. In effetti, la nostra artista sente come pochi il tema della sofferenza e della solitudine, dell’incomprensione e dell’indifferenza e tutto si riversa sul corpo, grande e sconfinato contenitore di vittorie e sconfitte, di gioie e dolori, ansie e delusioni. Ne sono testimoni alcuni dipinti dove i personaggi sono stati letteralmente prosciugati e scarnificati, trasformandosi in crude e impietose radiografie della carne e dello spirito. Espressione “Osseo viscerale” è stata definita da eminenti critici, proprio per la capacità dell’artista di rendere il senso tragico della morte e del disfacimento fisico, i volti corrosi e deteriorati dallo scorrere implacabile del tempo, gli ammassi informi e pietrificati di visceri lasciati appositamente in bella mostra per scuotere le menti e muovere la generale indifferenza. Espressione intensa e senza cedimenti, questa di Isabella d’Ortona, tutta concentrata sull’uomo moderno e il suo progressivo arrendersi di fronte alla vita contemporanea. “Esistenze al bivio” allora, diventa simbolo e metafora dei nostri complicati giorni e della quotidiana scelta tra bene e male, gioia e dolore, vita e morte.
La rassegna, che sarà presentata dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, terminerà il 28 febbraio.
Ritorna allo “STUDIO C”, Isabella d’Ortona, e vi ritorna dopo le belle mostre tenute in precedenza, con le sue caratteristiche tematiche tutte legate alla vita e all’esistenza, con le sue approfondite riflessioni su di una società in profonda e continua trasformazione dove appare sempre più difficile, se non impossibile, trovare solidi ancoraggi e punti di riferimento stabili e definiti. In questa rassegna, dunque, l’artista presenta uno dei suoi cicli espressivi più intensi e significativi, quello che ha fortemente segnato e contraddistinto un lungo periodo della sua produzione e che non ha mai abbandonato del tutto anche se, saltuariamente, lo ha alternato con soggetti di più serena e pacata visione fatti di delicate e poetiche creazioni di carattere naturalistico e paesaggistico, quasi momenti di pausa e intervallo dopo tanto crudo e spietato realismo.
“Esistenze al bivio” è il titolo scelto da Isabella per quest’ultima mostra personale e, ancora una volta, ecco tornare in mezzo a noi i suoi personaggi aggrediti dal destino, sconvolti dal male della vita, al limite tra l’ironia e la pietà.
Nata a Cremona, attiva per lunghi anni a Roma e attualmente residente a Piacenza, Isabella D'Ortona è un'artista dal lungo curriculum e dall'intensa attività, con mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e di molte capitali d'Europa.
Numerose anche le sue opere entrate a far parte di importanti collezioni ed Enti Istituzionali: tra queste è senza dubbio da segnalare una grande “Deposizione” collocata a Montecitorio, sede del Parlamento Italiano.
Di tutto riguardo anche il suo bagaglio critico con nomi di rilevanza nazionale: Elda Fezzi, Mario Monteverdi, Giorgio Mascherpa e poi l’indimenticabile Mario Ghilardi, il mio più stretto collaboratore degli anni settanta e ottanta. Nomi che hanno lasciato una traccia indelebile e che, con le loro critiche e i loro saggi, hanno profondamente inciso sul percorso dell'arte moderna e contemporanea.
Artista di grande coerenza, mai succube del mercato e delle mode, ormai da diversi anni Isabella porta avanti, con tenacia e costanza, la sua ricerca scavando nel profondo dell'animo umano, dentro le avversità della vita, nelle grandi ingiustizie e contraddizioni dei nostri giorni.
Isabella D'Ortona ha senza dubbio sentito il fascino e l'attrazione dell'Espressionismo tedesco, di nomi come Schiele, Munch, Ensor, Nolde, ma anche del nostro Realismo Esistenziale e di artisti come Ferroni, Banchieri, Romagnoni, Cappelli, Zigaina: nomi di “nicchia” e forse riservati solo a pochi ed eletti collezionisti, ma importanti per il rigore morale e intellettuale, per la loro filosofia di vita tutta incentrata sull’uomo, il senso dell’esistere, sul destino finale del tutto.
Da tutto ciò, da questi importanti e fondamentali agganci culturali di respiro nazionale ed europeo , nasce e si sviluppa la pittura di questa bravissima artista. E dei suoi quadri mi colpiscono le atmosfere magiche e silenti, le penombre raccolte e ovattate, le luci calde e sfuggenti che, come lame taglienti, attraversano uomini e cose creando uno stato d’attesa e sospensione: pittura di forte impatto scenografico ed emotivo, di chiara ed evidente denuncia esistenziale che molto spesso diventa grido di dolore e di sbigottito silenzio. In effetti, la nostra artista sente come pochi il tema della sofferenza e della solitudine, dell’incomprensione e dell’indifferenza e tutto si riversa sul corpo, grande e sconfinato contenitore di vittorie e sconfitte, di gioie e dolori, ansie e delusioni. Ne sono testimoni alcuni dipinti dove i personaggi sono stati letteralmente prosciugati e scarnificati, trasformandosi in crude e impietose radiografie della carne e dello spirito. Espressione “Osseo viscerale” è stata definita da eminenti critici, proprio per la capacità dell’artista di rendere il senso tragico della morte e del disfacimento fisico, i volti corrosi e deteriorati dallo scorrere implacabile del tempo, gli ammassi informi e pietrificati di visceri lasciati appositamente in bella mostra per scuotere le menti e muovere la generale indifferenza. Espressione intensa e senza cedimenti, questa di Isabella d’Ortona, tutta concentrata sull’uomo moderno e il suo progressivo arrendersi di fronte alla vita contemporanea. “Esistenze al bivio” allora, diventa simbolo e metafora dei nostri complicati giorni e della quotidiana scelta tra bene e male, gioia e dolore, vita e morte.
La rassegna, che sarà presentata dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, terminerà il 28 febbraio.
16
febbraio 2019
Isabella d’Ortona – Esistenze al bivio
Dal 16 al 28 febbraio 2019
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO C
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Orario di apertura
Feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura
Vernissage
16 Febbraio 2019, ore 18.00
Autore
Curatore