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Isole mai trovate/Undiscovered Islands
L’esposizione coinvolge 30 artisti di fama internazionale, chiamati a interpretare, con alcune opere inedite, la propria isola mai trovata, attraverso una navigazione eterna, pervasa comunque dal dubbio se davvero quell’isola esista.
Comunicato stampa
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L’isola come metafora di vita e di ricerca è il tema che ispira la mostra “Isole mai trovate/Undiscovered Islands”, che Palazzo Ducale ospita nell’Appartamento del Doge dal 13 marzo al 13 giugno.
Curata da Lóránd Hegyi, Direttore Generale del Musée d’Art Moderne di St-Etienne – museo che ospita la seconda collezione più importante di Arte Moderna di Francia – e da Katarina Koskina, Presidente del Museo di Stato di Arte Contemporanea di Salonicco, l’esposizione coinvolge 30 artisti di fama internazionale, chiamati a interpretare, con alcune opere inedite, la propria isola mai trovata, attraverso una navigazione eterna, pervasa comunque dal dubbio se davvero quell’isola esista.
Le “isole” sono infatti zone creative specifiche, uniche e individuali, nelle quali ciascuno di essi cerca di rendere oggettivo e di comunicare con il proprio linguaggio, una visione del mondo, ideologica, filosofica ed estetica. L’artista interpreta così la propria vita e il proprio lavoro con simbolismi che sono veri e propri “luoghi altri”, in uno scorrere continuo e appassionato di espressioni e incertezze, di curiosità e speranze, di attitudini e competenze. Sentimenti ed emozioni che spingono ogni artista a intraprendere una sorta di viaggio – o meglio di navigazione – seguendo la propria rotta verso nuove “isole”, alla ricerca continua del proprio spazio interiore.
Come scrive Lóránd Hegyi: “Al di là di tutto, questa mostra vuole rendere omaggio a quegli artisti, uomini e donne, che sulla scia della loro creatività, illimitata e piena di impegno, e del loro inesorabile radicalismo e stravagante libertà intellettuale, sono in grado di creare situazioni e attitudini mentali innovative, e di conseguenza nuovi territori i quali, come le isole dell’immenso oceano fluttuante, evocano al tempo stesso riparo e prigionia, casa e inferno, liberazione
e dissolvimento.”
Oltre 70 opere, tra installazioni, video, fotografie, sculture, disegni e dipinti, conducono il visitatore in un arcipelago, dove ogni isola, trova, attraverso la rappresentazione artistica del singolo autore, i motivi, le domande, i dubbi e forse i rimandi ai significati dell’essere.
Anselm Kiefer, in un dialogo fra due opere, propone la drammaticità dell’isola scomparsa, della fine dell’utopia e allo stesso tempo lancia un segno di speranza nell’indicare la capacità dell’artista di creare, di immaginare al limite della stessa utopia.
Pistoletto costruisce un labirinto, forse di piccole isole immaginarie, dove il dubbio è l’elemento conduttore, la tensione intellettuale che ci spinge in una metafora continua al navigare, alla ricerca dell’isola che non c’è.
Kimsooja, dà invece un’interpretazione “politica” dell’isola da trovare e con le sue opere ci rimanda al tema dell’emigrazione. La sua donna seduta su un cumulo di fardelli accatastati su un carro, vista di spalle, è costretta ad abbandonare per necessità il proprio luogo verso un altro, sconosciuto ma carico di desideri e speranze.
E così in una navigazione eterna, ogni artista, Marina Abramovic, Kutluğ Ataman, Alice Aycock, Marina Bolla, Louise Bourgeois Toni Cragg, Danika Dakic, Latifa Echackch, Jan Fabre, Gloria Friedmann, Carlos Garaicoa, Gilbert & George, Siobhan Hapaska, Ilya Kabakov, Jannis Kounellis, Rebecca Horn, Maria Loizidou, Richard Long, Natsuyuki Nakanishi, Maurizio Nannucci, Luigi Ontani, Dennis Oppenheim, Orlan, Lucas Samaras, Barthelemy Toguo, Stefanos Tsivopoulos, Costas Tsoclis, Mamoru Tsukada, Gunther Uecker, Lois Weinberger intraprende, per questa occasione, un viaggio senza rotta, se non la propria, soggetta all’incertezza e al dubbio, libera di approdare in un territorio del desiderio, che come tale può essere irraggiungibile.
Curata da Lóránd Hegyi, Direttore Generale del Musée d’Art Moderne di St-Etienne – museo che ospita la seconda collezione più importante di Arte Moderna di Francia – e da Katarina Koskina, Presidente del Museo di Stato di Arte Contemporanea di Salonicco, l’esposizione coinvolge 30 artisti di fama internazionale, chiamati a interpretare, con alcune opere inedite, la propria isola mai trovata, attraverso una navigazione eterna, pervasa comunque dal dubbio se davvero quell’isola esista.
Le “isole” sono infatti zone creative specifiche, uniche e individuali, nelle quali ciascuno di essi cerca di rendere oggettivo e di comunicare con il proprio linguaggio, una visione del mondo, ideologica, filosofica ed estetica. L’artista interpreta così la propria vita e il proprio lavoro con simbolismi che sono veri e propri “luoghi altri”, in uno scorrere continuo e appassionato di espressioni e incertezze, di curiosità e speranze, di attitudini e competenze. Sentimenti ed emozioni che spingono ogni artista a intraprendere una sorta di viaggio – o meglio di navigazione – seguendo la propria rotta verso nuove “isole”, alla ricerca continua del proprio spazio interiore.
Come scrive Lóránd Hegyi: “Al di là di tutto, questa mostra vuole rendere omaggio a quegli artisti, uomini e donne, che sulla scia della loro creatività, illimitata e piena di impegno, e del loro inesorabile radicalismo e stravagante libertà intellettuale, sono in grado di creare situazioni e attitudini mentali innovative, e di conseguenza nuovi territori i quali, come le isole dell’immenso oceano fluttuante, evocano al tempo stesso riparo e prigionia, casa e inferno, liberazione
e dissolvimento.”
Oltre 70 opere, tra installazioni, video, fotografie, sculture, disegni e dipinti, conducono il visitatore in un arcipelago, dove ogni isola, trova, attraverso la rappresentazione artistica del singolo autore, i motivi, le domande, i dubbi e forse i rimandi ai significati dell’essere.
Anselm Kiefer, in un dialogo fra due opere, propone la drammaticità dell’isola scomparsa, della fine dell’utopia e allo stesso tempo lancia un segno di speranza nell’indicare la capacità dell’artista di creare, di immaginare al limite della stessa utopia.
Pistoletto costruisce un labirinto, forse di piccole isole immaginarie, dove il dubbio è l’elemento conduttore, la tensione intellettuale che ci spinge in una metafora continua al navigare, alla ricerca dell’isola che non c’è.
Kimsooja, dà invece un’interpretazione “politica” dell’isola da trovare e con le sue opere ci rimanda al tema dell’emigrazione. La sua donna seduta su un cumulo di fardelli accatastati su un carro, vista di spalle, è costretta ad abbandonare per necessità il proprio luogo verso un altro, sconosciuto ma carico di desideri e speranze.
E così in una navigazione eterna, ogni artista, Marina Abramovic, Kutluğ Ataman, Alice Aycock, Marina Bolla, Louise Bourgeois Toni Cragg, Danika Dakic, Latifa Echackch, Jan Fabre, Gloria Friedmann, Carlos Garaicoa, Gilbert & George, Siobhan Hapaska, Ilya Kabakov, Jannis Kounellis, Rebecca Horn, Maria Loizidou, Richard Long, Natsuyuki Nakanishi, Maurizio Nannucci, Luigi Ontani, Dennis Oppenheim, Orlan, Lucas Samaras, Barthelemy Toguo, Stefanos Tsivopoulos, Costas Tsoclis, Mamoru Tsukada, Gunther Uecker, Lois Weinberger intraprende, per questa occasione, un viaggio senza rotta, se non la propria, soggetta all’incertezza e al dubbio, libera di approdare in un territorio del desiderio, che come tale può essere irraggiungibile.
12
marzo 2010
Isole mai trovate/Undiscovered Islands
Dal 12 marzo al 13 giugno 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO DUCALE
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Biglietti
8 euro intero 6 ridotto 3 scuole mercoledì ingresso a prezzo speciale 3 euro
Orario di apertura
dalle 9.00 alle 19.00 Lunedì chiuso
Vernissage
12 Marzo 2010, ore 18 su invito
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore