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Isotta Bellomunno – #labarabarca
Sabato 21 settembre 2013 dalle ore 12.45 il lungomare di via Caracciolo di Napoli sarà scenario de #labarabarca, terza performance della napoletana Isotta Bellomunno.
Comunicato stampa
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Sabato 21 settembre 2013 dalle ore 12.45 il lungomare di via Caracciolo di Napoli sarà scenario de #labarabarca, performance di Isotta Bellomunno che verrà presentata in conferenza stampa mercoledì 18 settembre 2013 alle ore 11.30 presso la sede dell’Associazione Sarajevo Supermarket, in Piazza Gesù e Maria n°13/bis – 80135 Napoli.
L’arte può essere un potente mezzo catartico per l’esorcizzazione dei turbamenti attraverso il processo creativo. Il lavoro artistico di Isotta Bellomunno ha la capacità di colpire al primo impatto per la sua intensità emotiva, per il suo rigore e per il potente contenuto insito nel messaggio.
“Il carattere oggettivo e puntiforme della morte è un fatto scientifico moderno, essa è peculiare della nostra cultura. La morte non è una scadenza ma una sfumatura della vita.” (J. Baudrillard, Lo scambio simbolico e la morte)
In molte culture arcaiche e primitive, la morte di un individuo è ritenuta un “fatto sociale”, un avvenimento che determina un crollo, non soltanto nel gruppo familiare, ma anche in quello più ampio della stirpe, della discendenza, della società. Nel corso delle diverse epoche, le strutture sociali reagiscono al rito del trapasso con un sentimento di forte turbamento, attraverso una serie di mezzi mitici e rituali che inducono gli individui a vivere la “transizione del corpo” secondo i paradigmi offerti dalla società. Nel modello mitico più frequente, invece, la morte assume il valore di un “passaggio”, a volte di una “prova” (The Rites of Passage, Arnold Van Gennep), attraverso cui si accede a una condizione diversa che assicura comunque una continuità di esistenza in un'altra vita. Inoltre, a volte, il transito corporeo può rappresentare la liberazione dai limiti dell'individualità per cui l'essere umano (o il suo spirito), non più inteso come “soggetto personalizzato”, diventa esso stesso atto creativo.
#labarabarca, terza performance della napoletana Isotta Bellomunno, classe 1987, è sublime in quanto ci sconvolge/coinvolge nell’intimità del suo corpus artistico e la bar(c)a è espressione essa stessa del potere di capovolgimento dei significati sociali, etici ed emotivi, capace di trasportarci sino all’emblematico Castel dell’Ovo – punto di arrivo prestabilito della traversata – , luogo mitico nella leggenda dell’uovo nascosto da Virgilio. La giovane artista taglia il pezzo di mare antistante via Caracciolo a bordo di una bar(c)a per esorcizzare i demoni di una città che stenta a “guarire”.
“Quello di Isotta è un viaggio che prosegue con fatica, con la forza e la resistenza di due remi che affondano, spingono con impegno la massa per poi risalire e poi calarsi ancora, affondare, resistere, sopravvivere a una nuova emersione dalle acque che sono lotta e sostegno allo stesso tempo. I remi della fatica, dunque, ma anche della scelta – afferma l'autrice del testo critico Anna Lucia Cagnazzi – La cultura mediterranea si distingue per la volontà innata di stare nelle proprie origini, nel proprio humus, nella propria letteratura. Così questo viaggio è l’ennesima trasgressione di un tabù (la designificazione della morte o, meglio, dell’icona della morte) ed è una prova tanto individuale, intima, quanto tesa alla collettività di una terra in cui i morti non muoiono mai e la vita si svolge per strada, tra le pubbliche vie e non è mai del tutto privata”.
Nel 2003, Isotta Bellomunno partecipa alla collettiva nel complesso archeologico del Rione Terra a Pozzuoli, prima mostra che le permette di scoprire un forte interesse verso le arti plastiche. Un punto di partenza per sviluppare un lavoro caratterizzato dall'amara ironia, a tratti beffarda e perennemente provocatoria tipica del genius loci partenopeo e profondamente segnato dalle proprie origini familiari, motivo che fa da sottofondo a gran parte della sua produzione artistica. Nel 2005 si trasferisce a Milano per studiare scultura all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove si diploma nel 2011 con il massimo dei voti. In questi anni partecipa a numerose esposizioni che le consentono di presentarsi ad un pubblico sempre più vasto.
“La traversata in mare si sviluppa come un percorso di vita, con l’ingresso nelle acque partenopee, che rappresentano proprio il liquido amniotico del grembo materno, in cui risiede il legame indissolubile tra le pulsioni di Eros e Thanatos. La scelta di creare una bara ‘a remi’ non è casuale: avrei potuto decidere di entrare all’interno della bar(c)a e lasciarmi trasportare dalle correnti. Invece ogni dettaglio ha un suo preciso significato – spiega l’artista Bellomunno – gli stessi remi, per esempio, rappresentano la fatica, la lotta, la sopravvivenza. Io decido di remare e faticare per arrivare dove voglio. Questo non vuole essere solo un messaggio di espressione privata, ma assume il carattere di un vero e proprio viaggio propiziatorio per Napoli”.
Mostre principali di Isotta Bellomunno: 2013- Cib'arti, collettiva, Sarajevo Supermarket, Napoli. From the left side/Dal lato sinistro, a cura di Lorenzo Mantile, Sarajevo Supermarket Napoli. 2012- Video al termine della notte, rassegna di video-arte e videoinstallazioni del collettivo Urto!, Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, Napoli. Come se nulla Fosse, Pretending Indifference, Spazio During, Milano. M.A.D, Spazio Sagsa, Milano. Womade, Fabbrica del Vapore, Milano. 6° Premio Arte Laguna, Nappe dell'Arsenale, Venezia. 2011- Inverart, padiglione arte giovane, Inveruno, Milano. Ectonica, workshop di scultura, Delfi. Arte Giovane sull'acqua, con BigSizeArt, Idroscalo, Milano. Fuori Salone, Galleria AccademiaContemporanea, Milano. 2010- Human Rights? II edizione a cura di Roberto Ronca Opera Campana, Rovereto. Subversion on Logic And Impression, Realized in Natural Space, School for artist, Rethmyno, Creta. Startup, Sala Birolli, Verona. Tanexpò Fiera Internazionale d'arte funeraria e cimiteriale, Polo fieristico, Bologna. La giovane Scultura, Strada Sotterranea del Castello di Vigevano. 2009- Quelli di Brera, 12 artisti a confronto, EMPORIO 31, Milano. Human Rights, a cura di Roberto Ronca, Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, Caserta. Venti per Venti, Terza Edizione, Linea d'Arte-OFFICINA CREATIVA, Napoli.
Si ringrazia l’Assessore ai Giovani e alla Creatività Alessandra Clemente per aver appoggiato il progetto artistico, l’ingegnere Antonio Palumbo e tutti i Partner che hanno contribuito alla realizzazione di questa performance.
N.B.: la performance si realizzerà in tale data salvo rinvio per condizioni meteo-marine avverse
Ufficio stampa #labarabarca
Annacarla Tredici
Ph| 333.9513421 Email| annacarlatredici@gmail.com
L’arte può essere un potente mezzo catartico per l’esorcizzazione dei turbamenti attraverso il processo creativo. Il lavoro artistico di Isotta Bellomunno ha la capacità di colpire al primo impatto per la sua intensità emotiva, per il suo rigore e per il potente contenuto insito nel messaggio.
“Il carattere oggettivo e puntiforme della morte è un fatto scientifico moderno, essa è peculiare della nostra cultura. La morte non è una scadenza ma una sfumatura della vita.” (J. Baudrillard, Lo scambio simbolico e la morte)
In molte culture arcaiche e primitive, la morte di un individuo è ritenuta un “fatto sociale”, un avvenimento che determina un crollo, non soltanto nel gruppo familiare, ma anche in quello più ampio della stirpe, della discendenza, della società. Nel corso delle diverse epoche, le strutture sociali reagiscono al rito del trapasso con un sentimento di forte turbamento, attraverso una serie di mezzi mitici e rituali che inducono gli individui a vivere la “transizione del corpo” secondo i paradigmi offerti dalla società. Nel modello mitico più frequente, invece, la morte assume il valore di un “passaggio”, a volte di una “prova” (The Rites of Passage, Arnold Van Gennep), attraverso cui si accede a una condizione diversa che assicura comunque una continuità di esistenza in un'altra vita. Inoltre, a volte, il transito corporeo può rappresentare la liberazione dai limiti dell'individualità per cui l'essere umano (o il suo spirito), non più inteso come “soggetto personalizzato”, diventa esso stesso atto creativo.
#labarabarca, terza performance della napoletana Isotta Bellomunno, classe 1987, è sublime in quanto ci sconvolge/coinvolge nell’intimità del suo corpus artistico e la bar(c)a è espressione essa stessa del potere di capovolgimento dei significati sociali, etici ed emotivi, capace di trasportarci sino all’emblematico Castel dell’Ovo – punto di arrivo prestabilito della traversata – , luogo mitico nella leggenda dell’uovo nascosto da Virgilio. La giovane artista taglia il pezzo di mare antistante via Caracciolo a bordo di una bar(c)a per esorcizzare i demoni di una città che stenta a “guarire”.
“Quello di Isotta è un viaggio che prosegue con fatica, con la forza e la resistenza di due remi che affondano, spingono con impegno la massa per poi risalire e poi calarsi ancora, affondare, resistere, sopravvivere a una nuova emersione dalle acque che sono lotta e sostegno allo stesso tempo. I remi della fatica, dunque, ma anche della scelta – afferma l'autrice del testo critico Anna Lucia Cagnazzi – La cultura mediterranea si distingue per la volontà innata di stare nelle proprie origini, nel proprio humus, nella propria letteratura. Così questo viaggio è l’ennesima trasgressione di un tabù (la designificazione della morte o, meglio, dell’icona della morte) ed è una prova tanto individuale, intima, quanto tesa alla collettività di una terra in cui i morti non muoiono mai e la vita si svolge per strada, tra le pubbliche vie e non è mai del tutto privata”.
Nel 2003, Isotta Bellomunno partecipa alla collettiva nel complesso archeologico del Rione Terra a Pozzuoli, prima mostra che le permette di scoprire un forte interesse verso le arti plastiche. Un punto di partenza per sviluppare un lavoro caratterizzato dall'amara ironia, a tratti beffarda e perennemente provocatoria tipica del genius loci partenopeo e profondamente segnato dalle proprie origini familiari, motivo che fa da sottofondo a gran parte della sua produzione artistica. Nel 2005 si trasferisce a Milano per studiare scultura all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove si diploma nel 2011 con il massimo dei voti. In questi anni partecipa a numerose esposizioni che le consentono di presentarsi ad un pubblico sempre più vasto.
“La traversata in mare si sviluppa come un percorso di vita, con l’ingresso nelle acque partenopee, che rappresentano proprio il liquido amniotico del grembo materno, in cui risiede il legame indissolubile tra le pulsioni di Eros e Thanatos. La scelta di creare una bara ‘a remi’ non è casuale: avrei potuto decidere di entrare all’interno della bar(c)a e lasciarmi trasportare dalle correnti. Invece ogni dettaglio ha un suo preciso significato – spiega l’artista Bellomunno – gli stessi remi, per esempio, rappresentano la fatica, la lotta, la sopravvivenza. Io decido di remare e faticare per arrivare dove voglio. Questo non vuole essere solo un messaggio di espressione privata, ma assume il carattere di un vero e proprio viaggio propiziatorio per Napoli”.
Mostre principali di Isotta Bellomunno: 2013- Cib'arti, collettiva, Sarajevo Supermarket, Napoli. From the left side/Dal lato sinistro, a cura di Lorenzo Mantile, Sarajevo Supermarket Napoli. 2012- Video al termine della notte, rassegna di video-arte e videoinstallazioni del collettivo Urto!, Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, Napoli. Come se nulla Fosse, Pretending Indifference, Spazio During, Milano. M.A.D, Spazio Sagsa, Milano. Womade, Fabbrica del Vapore, Milano. 6° Premio Arte Laguna, Nappe dell'Arsenale, Venezia. 2011- Inverart, padiglione arte giovane, Inveruno, Milano. Ectonica, workshop di scultura, Delfi. Arte Giovane sull'acqua, con BigSizeArt, Idroscalo, Milano. Fuori Salone, Galleria AccademiaContemporanea, Milano. 2010- Human Rights? II edizione a cura di Roberto Ronca Opera Campana, Rovereto. Subversion on Logic And Impression, Realized in Natural Space, School for artist, Rethmyno, Creta. Startup, Sala Birolli, Verona. Tanexpò Fiera Internazionale d'arte funeraria e cimiteriale, Polo fieristico, Bologna. La giovane Scultura, Strada Sotterranea del Castello di Vigevano. 2009- Quelli di Brera, 12 artisti a confronto, EMPORIO 31, Milano. Human Rights, a cura di Roberto Ronca, Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, Caserta. Venti per Venti, Terza Edizione, Linea d'Arte-OFFICINA CREATIVA, Napoli.
Si ringrazia l’Assessore ai Giovani e alla Creatività Alessandra Clemente per aver appoggiato il progetto artistico, l’ingegnere Antonio Palumbo e tutti i Partner che hanno contribuito alla realizzazione di questa performance.
N.B.: la performance si realizzerà in tale data salvo rinvio per condizioni meteo-marine avverse
Ufficio stampa #labarabarca
Annacarla Tredici
Ph| 333.9513421 Email| annacarlatredici@gmail.com
21
settembre 2013
Isotta Bellomunno – #labarabarca
21 settembre 2013
performance - happening
Location
SARAJEVO SUPERMARKET HOME STUDIO
Napoli, Via Matteo Ripa, 7, (Napoli)
Napoli, Via Matteo Ripa, 7, (Napoli)
Orario di apertura
ore 12.45 – partenza Rotonda Diaz
ore 13.00 – Lungomare via Caracciolo
Vernissage
21 Settembre 2013, ore 12.45
Autore
Curatore