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Italico Brass – La Grande Guerra
In esposizione il pubblico potrà ammirare una cinquantina circa di opere, realizzate da Brass fra il 1911 ed il 1922, con alcuni preziosi omaggi pittorici alla città di Venezia, dove l’artista – nato nel 1870 a Gorizia – si spense, improvvisamente, il 16 agosto 1943. Alla prima Guerra mondiale Italico Brass partecipò appunto come pittore di guerra, facendo schizzi e studi al fronte su incarico del Comando Supremo e della Regia Marina.
Comunicato stampa
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GORIZIA – Si inaugura DOMANI, martedì 13 gennaio, alle 18, a Palazzo Attems Petzenstein, la mostra “La Grande Guerra vista da Italico Brass”, visitabile fino al 15 febbraio (da martedì a domenica, orario continuato 9 – 19), promossa a Gorizia dai Musei Provinciali con la Provincia, curata da Maurizio Buora, Enrico Ferrara, Enzo Savoia e Andreina Zatta, e nelle scorse settimane presentata a Udine dai Civici Musei con il Comune di Udine. INFO: Palazzo Attems-Petzenstein, 0481_547541 musei@provincia.gorizia.it Alla vernice saranno presenti la vicepresidente della Provincia di Gorizia e Assessore alla Cultura, Roberta Demartin, insieme con la sovrintendente dei Musei Provinciali di Gorizia Raffaella Sgubin e con i curatori della mostra. In esposizione il pubblico potrà ammirare una cinquantina circa di opere, realizzate da Brass fra il 1911 ed il 1922, con alcuni preziosi omaggi pittorici alla città di Venezia, dove l’artista – nato nel 1870 a Gorizia – si spense, improvvisamente, il 16 agosto 1843. Alla prima Guerra mondiale Italico Brass partecipò appunto come pittore di guerra, facendo schizzi e studi al fronte su incarico del Comando Supremo e della Regia Marina. Pur continuando a sollecitare le pratiche per un effettivo riconoscimento come cittadino effettivo del regno d’Italia, gli venne permesso inizialmente di esercitare pittura all’aria aperta solo nella città di Venezia; solo successivamente ottenne l’autorizzazione a viaggiare su autocarri di servizio della zona della 3° armata, quella al comando del Duca d’Aosta, e infine di accedere al campo di aviazione di Medeuzza per ritrarre da vicino soggetti militari relativi all’aviazione. Nel 1917 pubblicò le sue opere di guerra più significative, frutto di quei due anni di lavoro, in una pubblicazione intitolata “Sulle Orme di San Marco”. Nel 1918 partecipò anche a Milano ad una mostra alla Galleria Pesaro intitolata “Arte di guerra marinara” ed organizzata dall’Ufficio Speciale della Marina, assieme ad Anselmo Bucci, Aldo Carpi, Lulo de Blaas, Cipriano Oppo e Donato Frisia. Il percorso della mostra ospiterà anche opere degli artisti Achille Beltrame, Giuseppe Montanari, Giulio Aristide Sartorio.
Del pittore Italico Brass fu estimatore, fra gli altri, lo scrittore Mario Rigoni Stern, che all’opera di Brass ispirata dal primo conflitto mondiale dedicò queste considerazioni: «Come poteva Italico Brass dipingere la “Grande Guerra” dopo essere vissuto a Parigi e, stabilitosi a Venezia, dipinto quel mirabile Ottocento con gai colori e cieli di primavere amorose? Brass non sentiva la “Grande Guerra” come Otto Dix, George Gross, come Albin Egger-Lienz che denunciavano l’orrida morte sul campo di battaglia e le inutili stragi. I racconti pittorici sulla “Grande Guerra” sono per Brass paesaggi alpini della Carnia, dove muli e alpini salgono i tornanti delle mulattiere, o fanti che marciano sulle strade del Friuli, o una pattuglia di cavalleggeri che galoppa per le vie di un paese tra lo stupore divertito dei bambini e il rispetto di un vecchio che saluta levandosi il cappello. Le trincee di Brass sono tranquille, non si sente l’odore della morte (...) Era qui, dalle parti del Carso, che aveva visto la guerra. Forse era quell’agosto del 1916, dopo la sesta battaglia dell’Isonzo, quando in Italia si festeggiava per la presa di Gorizia, la città deve era nato».
«La vicenda biografica di Italico Brass, nato a Gorizia nel 1870 e morto a Venezia nel 1943 – spiega la vicepresidente della Provincia di Gorizia Roberta Demartin - prefigura il destino di molti artisti nati nel capoluogo isontino tra fine Otto e inizi Novecento, che però elessero a propria dimora un’altra città italiana. E il pensiero corre, ad esempio, a Edoardo Del Neri, che riparò a Roma prima dello scoppio della guerra mondiale, a Luigi Spazzapan, caricato in macchina – come ricorda Veno Pilon – dall’architetto Cuzzi destinazione Torino, o, infine, ad Anton Zoran Mušič, che trovò dimora a Venezia nell’anno stesso della dipartita del Brass. Sono tutti artisti, quelli citati, accomunati da una formazione centro europea, legata alle Accademie di Monaco e Vienna, che diede loro un originale bagaglio culturale grazie al quale seppero affermarsi nelle città d’adozione. A Italico Brass la Provincia di Gorizia ha sempre dedicato una particolare attenzione: basti ricordare la mostra antologica del 1991 che ne rivalutò l’opera e la presenza di dipinti dell’artista nelle successive mostre dedicate all’arte del Novecento organizzate dai Musei Provinciali. È stato pertanto un grande piacere accogliere la proposta del Comune di Udine di poter ospitare una piccola, ma pur significativa raccolta di dipinti di Italico Brass, anche nelle vesti di reporter di guerra, di fervente patriota al seguito della III Armata del Duca d’Aosta. È certo un’ulteriore testimonianza di quegli anni che mutarono in modo tragico il destino dell’Europa, una testimonianza che trova il proprio corollario nelle altre opere esposte di artisti quali Aristide Sartorio, Montanari e Beltrame. La presenza di dipinti del dopoguerra di soggetto veneziano ci riporta però all’essenza dell’arte di Italico Brass, a una pittura che incontrò il favore dello stesso imperatore Francesco Giuseppe quando nel 1900 visitò i Musei Provinciali: un aneddoto a suo modo esplicativo di quella guerra che sarebbe stata “un’inutile strage”.
Del pittore Italico Brass fu estimatore, fra gli altri, lo scrittore Mario Rigoni Stern, che all’opera di Brass ispirata dal primo conflitto mondiale dedicò queste considerazioni: «Come poteva Italico Brass dipingere la “Grande Guerra” dopo essere vissuto a Parigi e, stabilitosi a Venezia, dipinto quel mirabile Ottocento con gai colori e cieli di primavere amorose? Brass non sentiva la “Grande Guerra” come Otto Dix, George Gross, come Albin Egger-Lienz che denunciavano l’orrida morte sul campo di battaglia e le inutili stragi. I racconti pittorici sulla “Grande Guerra” sono per Brass paesaggi alpini della Carnia, dove muli e alpini salgono i tornanti delle mulattiere, o fanti che marciano sulle strade del Friuli, o una pattuglia di cavalleggeri che galoppa per le vie di un paese tra lo stupore divertito dei bambini e il rispetto di un vecchio che saluta levandosi il cappello. Le trincee di Brass sono tranquille, non si sente l’odore della morte (...) Era qui, dalle parti del Carso, che aveva visto la guerra. Forse era quell’agosto del 1916, dopo la sesta battaglia dell’Isonzo, quando in Italia si festeggiava per la presa di Gorizia, la città deve era nato».
«La vicenda biografica di Italico Brass, nato a Gorizia nel 1870 e morto a Venezia nel 1943 – spiega la vicepresidente della Provincia di Gorizia Roberta Demartin - prefigura il destino di molti artisti nati nel capoluogo isontino tra fine Otto e inizi Novecento, che però elessero a propria dimora un’altra città italiana. E il pensiero corre, ad esempio, a Edoardo Del Neri, che riparò a Roma prima dello scoppio della guerra mondiale, a Luigi Spazzapan, caricato in macchina – come ricorda Veno Pilon – dall’architetto Cuzzi destinazione Torino, o, infine, ad Anton Zoran Mušič, che trovò dimora a Venezia nell’anno stesso della dipartita del Brass. Sono tutti artisti, quelli citati, accomunati da una formazione centro europea, legata alle Accademie di Monaco e Vienna, che diede loro un originale bagaglio culturale grazie al quale seppero affermarsi nelle città d’adozione. A Italico Brass la Provincia di Gorizia ha sempre dedicato una particolare attenzione: basti ricordare la mostra antologica del 1991 che ne rivalutò l’opera e la presenza di dipinti dell’artista nelle successive mostre dedicate all’arte del Novecento organizzate dai Musei Provinciali. È stato pertanto un grande piacere accogliere la proposta del Comune di Udine di poter ospitare una piccola, ma pur significativa raccolta di dipinti di Italico Brass, anche nelle vesti di reporter di guerra, di fervente patriota al seguito della III Armata del Duca d’Aosta. È certo un’ulteriore testimonianza di quegli anni che mutarono in modo tragico il destino dell’Europa, una testimonianza che trova il proprio corollario nelle altre opere esposte di artisti quali Aristide Sartorio, Montanari e Beltrame. La presenza di dipinti del dopoguerra di soggetto veneziano ci riporta però all’essenza dell’arte di Italico Brass, a una pittura che incontrò il favore dello stesso imperatore Francesco Giuseppe quando nel 1900 visitò i Musei Provinciali: un aneddoto a suo modo esplicativo di quella guerra che sarebbe stata “un’inutile strage”.
13
gennaio 2009
Italico Brass – La Grande Guerra
Dal 13 gennaio al 15 febbraio 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO ATTEMS-PETZENSTEIN
Gorizia, Piazza Edmondo De Amicis, 2, (Gorizia)
Gorizia, Piazza Edmondo De Amicis, 2, (Gorizia)
Orario di apertura
da martedì a domenica, orario continuato 9 – 19
Vernissage
13 Gennaio 2009, ore 18
Ufficio stampa
VOLPE&SAIN
Autore
Curatore