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Italo Bolano – Universo Isole
Le strutture e gli agglomerati cromatici caratteristici delle sue composizioni, collocati in uno spazio indefinito, spesso di colore azzurro, rappresentano delle “isole cosmiche”, il rifugio spirituale ed emozionale dell’artista, ed è questo peculiare aspetto che ha suggerito il titolo della mostra
Comunicato stampa
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Originario dell’Isola d’Elba e legatissimo alla terra nativa, alla storia e bellezza del suo paesaggio, Italo Bolano è uno dei maggiori rappresentanti dell’espressionismo astratto in Italia.
Nato a Portoferraio nel 1936, si trasferisce a Firenze per frequentare il liceo artistico e consegue l’abilitazione all’insegnamento cui si dedicherà per quarant’anni. Al contempo intraprende un percorso artistico nel quale, progressivamente, si combinano geometrie più astratte e dimostra di padroneggiare con sicurezza e maestria molteplici materiali e tecniche, muovendosi con disinvoltura dalla pittura alla scultura, dalla ceramica al ferro, dalla grafica al vetro.
Ha collaborato assiduamente con il poeta Mario Luzi, il maggiore rappresentante dell’ermetismo fiorentino, grande amico dell’artista.
La mostra dal titolo “Universo Isole”, organizzata dall’Accademia delle Arti del Disegno nella Sala delle Esposizioni, in Via Ricasoli n.68, angolo Piazza San Marco, visitabile dal 7 al 31 ottobre 2017 con ingresso gratuito, intende rappresentare una sintesi del recente periodo della sua attività e, nelle intenzioni del Maestro, vuole essere un omaggio al Duca Cosimo I de’ Medici, fondatore nel 1563, con Giorgio Vasari e Vincenzo Borghini, dell’Accademia.
Le strutture e gli agglomerati cromatici caratteristici delle sue composizioni, collocati in uno spazio indefinito, spesso di colore azzurro, rappresentano delle “isole cosmiche”, il rifugio spirituale ed emozionale dell’artista, ed è questo peculiare aspetto che ha suggerito il titolo della mostra.
Quaranta opere, una sorta di “biografia illustrata” nella quale si accende pienamente il tratto “elbano” e “isolano” della sua personalità, attraverso l’interpretazione dell’intera gamma cromatica dei colori e dell’atmosfera magica dell’Elba, la brillantezza del blu del mare, l’azzurro del cielo, la luce del sole, il verde delle colline e dei boschi.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, nel testo di presentazione alla mostra, commenta il lavoro dell’artista soffermandosi sulla “pittura impetuosa e corposa” che “procede per allusioni e tagli informali, dove i colori dai forti contrasti - col blu, il nero, il rosso per protagonisti - si aggrediscono o si cedono il passo intersecandosi in andamenti astratti e tuttavia comprensibili”. Inoltre, prosegue, “non potevano mancare nell’immaginario di Bolano - saturo di mari, di porti, di barche - le oscure e telluriche miniere, attive nella vita elbana fin dall’epoca della più antica antropizzazione, che si propongono come templi d’una memoria collettiva intessuta di durezze e di fatiche, ma anche come scrigni di tesori minerali dalle pigmentazioni fantasmagoriche”.
Negli anni ’70 l’artista contribuisce con determinazione a far conoscere l’Isola d’Elba nel panorama artistico internazionale, tanto che Portoferraio diviene un importante crocevia dell’arte, dove approdano grandi artisti di fama mondiale quali Emile Schumaker, Nina Melova, Lasar Galpern (collaboratore di Marc Chagall al teatro di Mosca) e tanti altri. Un progetto intuito e intrapreso nel 1965, poco più tardi, nel 1967, diventerà il “Museo Diffuso di Arte Moderna di Italo Bolano” (Open Air Museum Italo Bolano), realizzato con il Patrocinio del Comune di Portoferraio, cresciuto nel tempo e annoverato tra i primi nove “Sentieri dell’arte moderna in Toscana” e tra i più importanti in Italia.
Arte e natura vivono in perfetta armonia in un lussureggiante parco di 10.000 metri quadri con piante tipiche della macchia mediterranea, mimose, eucalipti, cipressi, mirti e oleandri.
Francesco Gurrieri, Presidente della Classe di Architettura dell’Accademia delle Arti del Disegno, sostiene che è difficile perimetrare la “creatività bolaniana” nei termini delle arti tradizionali, “basti pensare alla sua scultura, alle contaminazioni naturalistiche, ai suoi gioiosi giochi d’arte en plein air” e sottolinea la “gestualità romantica” dell’artista, “intensamente espressa fra le pietre, gli alberi, i muri, i colori, la sabbia, gli azzurri del mare e del cielo della sua insularità”.
Tra i temi “elbani” più ricorrenti nelle sue opere la figura di Napoleone Bonaparte e il motivo della “Donna-Isola” per cui quest’ultima assume le sembianze di una maestosa “dea madre” dalle forme opulente. L’artista ha realizzato cicli pittorici anche a carattere sacro e civico, dedicando molte opere alle poesie di Mario Luzi che di lui scrisse: “Bolano non ha mai cessato di parlarmi della sua isola, dell’Elba, dalla quale, per quanto il lavoro artistico e l’insegnamento lo tengano a lungo lontano, non riesce a staccarsi neppure fisicamente. Figurarsi se la sua immaginazione pittorica può fare a meno di quella risorsa generosa”.
Nel 1970 Bolano intraprende un progetto di vaste proporzioni dal titolo “Elba Isola del mondo”, con il quale realizza circa sessanta installazioni site specific, collocando opere monumentali in ceramica, acciaio e vetro “Dallas” negli otto comuni dell’isola. Questa iniziativa non può non richiamare alla memoria il museo a cielo aperto realizzato dall’artista César Manrique nell’Isola di Lanzarote, nelle Canarie, o il suggestivo Parco Güell a Barcellona del grande Antoni Gaudì o il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle a Pescia Fiorentina, nel comune di Capalbio.
Le opere di Italo Bolano si trovano in numerosi musei e gallerie d’arte, pubbliche e private, mentre le ceramiche monumentali e le installazioni in mosaico di vetri “Dallas”, esaltati di volta in volta dalla luce, che ne smorza o esalta le combinazioni cromatiche, adornano piazze pubbliche, sia in Italia che all’estero.
A corredo della mostra è stato realizzato un catalogo dal titolo “Universo Isole”, edito da Pacini Editore, con i testi critici di Cristina Acidini e Francesco Gurrieri.
Nato a Portoferraio nel 1936, si trasferisce a Firenze per frequentare il liceo artistico e consegue l’abilitazione all’insegnamento cui si dedicherà per quarant’anni. Al contempo intraprende un percorso artistico nel quale, progressivamente, si combinano geometrie più astratte e dimostra di padroneggiare con sicurezza e maestria molteplici materiali e tecniche, muovendosi con disinvoltura dalla pittura alla scultura, dalla ceramica al ferro, dalla grafica al vetro.
Ha collaborato assiduamente con il poeta Mario Luzi, il maggiore rappresentante dell’ermetismo fiorentino, grande amico dell’artista.
La mostra dal titolo “Universo Isole”, organizzata dall’Accademia delle Arti del Disegno nella Sala delle Esposizioni, in Via Ricasoli n.68, angolo Piazza San Marco, visitabile dal 7 al 31 ottobre 2017 con ingresso gratuito, intende rappresentare una sintesi del recente periodo della sua attività e, nelle intenzioni del Maestro, vuole essere un omaggio al Duca Cosimo I de’ Medici, fondatore nel 1563, con Giorgio Vasari e Vincenzo Borghini, dell’Accademia.
Le strutture e gli agglomerati cromatici caratteristici delle sue composizioni, collocati in uno spazio indefinito, spesso di colore azzurro, rappresentano delle “isole cosmiche”, il rifugio spirituale ed emozionale dell’artista, ed è questo peculiare aspetto che ha suggerito il titolo della mostra.
Quaranta opere, una sorta di “biografia illustrata” nella quale si accende pienamente il tratto “elbano” e “isolano” della sua personalità, attraverso l’interpretazione dell’intera gamma cromatica dei colori e dell’atmosfera magica dell’Elba, la brillantezza del blu del mare, l’azzurro del cielo, la luce del sole, il verde delle colline e dei boschi.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, nel testo di presentazione alla mostra, commenta il lavoro dell’artista soffermandosi sulla “pittura impetuosa e corposa” che “procede per allusioni e tagli informali, dove i colori dai forti contrasti - col blu, il nero, il rosso per protagonisti - si aggrediscono o si cedono il passo intersecandosi in andamenti astratti e tuttavia comprensibili”. Inoltre, prosegue, “non potevano mancare nell’immaginario di Bolano - saturo di mari, di porti, di barche - le oscure e telluriche miniere, attive nella vita elbana fin dall’epoca della più antica antropizzazione, che si propongono come templi d’una memoria collettiva intessuta di durezze e di fatiche, ma anche come scrigni di tesori minerali dalle pigmentazioni fantasmagoriche”.
Negli anni ’70 l’artista contribuisce con determinazione a far conoscere l’Isola d’Elba nel panorama artistico internazionale, tanto che Portoferraio diviene un importante crocevia dell’arte, dove approdano grandi artisti di fama mondiale quali Emile Schumaker, Nina Melova, Lasar Galpern (collaboratore di Marc Chagall al teatro di Mosca) e tanti altri. Un progetto intuito e intrapreso nel 1965, poco più tardi, nel 1967, diventerà il “Museo Diffuso di Arte Moderna di Italo Bolano” (Open Air Museum Italo Bolano), realizzato con il Patrocinio del Comune di Portoferraio, cresciuto nel tempo e annoverato tra i primi nove “Sentieri dell’arte moderna in Toscana” e tra i più importanti in Italia.
Arte e natura vivono in perfetta armonia in un lussureggiante parco di 10.000 metri quadri con piante tipiche della macchia mediterranea, mimose, eucalipti, cipressi, mirti e oleandri.
Francesco Gurrieri, Presidente della Classe di Architettura dell’Accademia delle Arti del Disegno, sostiene che è difficile perimetrare la “creatività bolaniana” nei termini delle arti tradizionali, “basti pensare alla sua scultura, alle contaminazioni naturalistiche, ai suoi gioiosi giochi d’arte en plein air” e sottolinea la “gestualità romantica” dell’artista, “intensamente espressa fra le pietre, gli alberi, i muri, i colori, la sabbia, gli azzurri del mare e del cielo della sua insularità”.
Tra i temi “elbani” più ricorrenti nelle sue opere la figura di Napoleone Bonaparte e il motivo della “Donna-Isola” per cui quest’ultima assume le sembianze di una maestosa “dea madre” dalle forme opulente. L’artista ha realizzato cicli pittorici anche a carattere sacro e civico, dedicando molte opere alle poesie di Mario Luzi che di lui scrisse: “Bolano non ha mai cessato di parlarmi della sua isola, dell’Elba, dalla quale, per quanto il lavoro artistico e l’insegnamento lo tengano a lungo lontano, non riesce a staccarsi neppure fisicamente. Figurarsi se la sua immaginazione pittorica può fare a meno di quella risorsa generosa”.
Nel 1970 Bolano intraprende un progetto di vaste proporzioni dal titolo “Elba Isola del mondo”, con il quale realizza circa sessanta installazioni site specific, collocando opere monumentali in ceramica, acciaio e vetro “Dallas” negli otto comuni dell’isola. Questa iniziativa non può non richiamare alla memoria il museo a cielo aperto realizzato dall’artista César Manrique nell’Isola di Lanzarote, nelle Canarie, o il suggestivo Parco Güell a Barcellona del grande Antoni Gaudì o il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle a Pescia Fiorentina, nel comune di Capalbio.
Le opere di Italo Bolano si trovano in numerosi musei e gallerie d’arte, pubbliche e private, mentre le ceramiche monumentali e le installazioni in mosaico di vetri “Dallas”, esaltati di volta in volta dalla luce, che ne smorza o esalta le combinazioni cromatiche, adornano piazze pubbliche, sia in Italia che all’estero.
A corredo della mostra è stato realizzato un catalogo dal titolo “Universo Isole”, edito da Pacini Editore, con i testi critici di Cristina Acidini e Francesco Gurrieri.
07
ottobre 2017
Italo Bolano – Universo Isole
Dal 07 al 31 ottobre 2017
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA DELLE ARTI DEL DISEGNO – VIA RICASOLI
Firenze, Via Ricasoli, 68, (Firenze)
Firenze, Via Ricasoli, 68, (Firenze)
Orario di apertura
Da martedì a sabato: ore 10.00 - 13.00 / 17.00 - 19.00
Domenica: ore 10.00 - 13.00
Lunedì chiuso
Vernissage
7 Ottobre 2017, ore 18
Editore
PACINI
Autore