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Italo Turri – Monzon / La pittura essenziale
I soggetti di Italo Turri sono semplici scene di vita di paese, paesaggi, nature morte, personaggi senza espressione, città fitte di case senza finestre, riprese di interni domestici, animali, geometrie.
Comunicato stampa
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ITALO TURRI
in mostra a Frosinone - dicembre 2004
di Maria Teresa Valeri
L’opera d’arte è comunicazione, trasmissione della riflessione sul mondo che l’artista elabora in modo originale e creativo. Le sue capacità interpretative, affinate con lo studio e l’esperienza del fare, gli consentono di giungere alla sintesi, che più si avvicina alla intuizione della Bellezza, aspirazione profonda e comune dell’intera umanità. L’Arte, come ricorda De Chirico, è comunque metafisica: non è mai una mera copia della realtà, ma è sempre la libera interpretazione dell’Artista. Ogni Artista per comunicare la sua visione del mondo sceglie il linguaggio più consono alle sue capacità espressive e più adatto ai contenuti da trasmettere. La forma ampiamente approssimativa, il colore alterato, la mancanza di proporzioni, la radicale sovversione dello spazio empirico riescono a tradurre efficacemente il mondo del sentimento, la gioia e l’infelicità, la serenità e la paura, il disagio e la speranza mediante l’efficacia dinamica del gesto, la valenza materica e linguistica del colore o dei materiali utilizzati. La scelta di un linguaggio deformante, che si allontana dalla ripresa mimetica della realtà fenomenica, è significativa di una precisa volontà, tipica degli artisti del XX secolo, di rappresentare in toni drammatici ed incisivi il mondo interiore dell’uomo, cioè quella realtà della coscienza travagliata, che è pur vera, ma inconoscibile in pienezza con il solo ricorso ai sensi fisici. Italo Turri “Monzon”, come molti protagonisti dell’arte del XX secolo, adotta lo stile espressionista e a volte informale nelle sue opere, che si rivelano autentici brani di poesia, potente strumento di comunicazione e stimolo alla riscoperta del valore della dignità dell’uomo.
I soggetti di Italo Turri sono semplici scene di vita di paese, paesaggi, nature morte, personaggi senza espressione, città fitte di case senza finestre, riprese di interni domestici, animali, geometrie. In ogni opera si riscontrano pochi colori utilizzati e sempre in accostamento tonale. La costruzione spaziale è spesso sacrificata alla resa bidimensionale dei soggetti oppure è raggiunta mediante gradienti cromatici o con l’uso di impellicciature di compensato, disposte sul supporto in modo da generare ordinate suggestioni di piani e volumi. Il supporto è quasi sempre cartone o cartoncino, materiale di scarto, raccolto con cura tra gli avanzi della opulenta società del benessere economico. Con la sua vita ai margini l’Artista anagnino ha rifiutato il dialogo convenzionale della parola abusata nella convivenza comune per scegliere il suo linguaggio, quello universale della pittura che non può essere equivocato e che rimane nel tempo sempre autentico, vero e liberante. Significativo è il nomignolo che la gente del suo paese gli vestì addosso: “Monzon”, come il famoso pugile. Italo Turri accettò il soprannome, che utilizzò nel firmare le sue opere: egli dimostrò, così, di voler combattere pacificamente con i “suoi pugni”, cioè con le sue mani di artista, dimostrando come le mani dell’uomo riescano a produrre bellezza, manipolando la materia apparentemente priva di valore, rinnovando e dando vita alle cose morte, quelle scartate e ritenute inutilizzabili. I temi predominanti nelle opere di italo Turri Monzon sono: “il rapporto uomo-natura”, “bozzetti di vita sociale quotidiana”, “l’indagine interiore e la riflessione sulla vita”.
Spesso nelle opere di Italo Turri-“Monzon” lo spazio è assente o alterato prospetticamente, probabilmente a significare una realtà ritenuta fissa, immutabile, colta nella sua serena e gioviale dimensione quotidiana, ma anche negli aspetti tragici e dolorosi di portata universale. Tuttavia sempre si coglie nella pittura di “Monzon” una felice e certamente intenzionale partitura geometrica della struttura compositiva, sovente suggerita anche dalle pieghe dei cartoni utilizzati a supporto della sua pittura. Gli stessi cartoni “riciclati” divengono valido mezzo espressivo nelle mani di “Monzon”: grazie alla loro movimentata texture, lasciata visibile dalle pennellate trasparenti, essi ci parlano sommessamente della luce che sfiora le superfici, dà sostanza alle forme, vitalità alla realtà. Nell’opera di “Monzon” l’inserimento di frammenti di realtà (cartone, impellicciatura, stracci) conferisce valore di concretezza reale al dipinto, che non è più una semplice riproduzione del fenomeno, ma è la ricostruzione e l’epifania della realtà profonda dell’esperienza umana, che l’artista avverte per via di sentimento e comunica quale sua personale visione del mondo.
I dipinti di Italo Turri ci pongono direttamente in contatto con l’artista, ma soprattutto con l’uomo, che emerge a tutto tondo con la sua profonda aspirazione alla semplicità, alla verità dei rapporti umani, al rispetto della dignità della persona, al canto delle piccole cose che fanno bella la vita. L’Artista anagnino non ha datato i suoi dipinti: ciò che raffigura è la realtà quotidiana, è la storia dell’uomo Italo Turri nel suo quotidiano rapporto con la realtà. La coerente cifra stilistica evidenziata dall’uso continuato dei medesimi segni e mezzi espressivi, se non permette di seguire un itinerario spirituale in evoluzione, assicura, tuttavia, il riconoscimento della lucidità del pittore “Monzon”, sempre attento a comunicare con chiarezza e decisione il suo essere uomo e il suo messaggio di pace.
Maria Teresa Valeri
in mostra a Frosinone - dicembre 2004
di Maria Teresa Valeri
L’opera d’arte è comunicazione, trasmissione della riflessione sul mondo che l’artista elabora in modo originale e creativo. Le sue capacità interpretative, affinate con lo studio e l’esperienza del fare, gli consentono di giungere alla sintesi, che più si avvicina alla intuizione della Bellezza, aspirazione profonda e comune dell’intera umanità. L’Arte, come ricorda De Chirico, è comunque metafisica: non è mai una mera copia della realtà, ma è sempre la libera interpretazione dell’Artista. Ogni Artista per comunicare la sua visione del mondo sceglie il linguaggio più consono alle sue capacità espressive e più adatto ai contenuti da trasmettere. La forma ampiamente approssimativa, il colore alterato, la mancanza di proporzioni, la radicale sovversione dello spazio empirico riescono a tradurre efficacemente il mondo del sentimento, la gioia e l’infelicità, la serenità e la paura, il disagio e la speranza mediante l’efficacia dinamica del gesto, la valenza materica e linguistica del colore o dei materiali utilizzati. La scelta di un linguaggio deformante, che si allontana dalla ripresa mimetica della realtà fenomenica, è significativa di una precisa volontà, tipica degli artisti del XX secolo, di rappresentare in toni drammatici ed incisivi il mondo interiore dell’uomo, cioè quella realtà della coscienza travagliata, che è pur vera, ma inconoscibile in pienezza con il solo ricorso ai sensi fisici. Italo Turri “Monzon”, come molti protagonisti dell’arte del XX secolo, adotta lo stile espressionista e a volte informale nelle sue opere, che si rivelano autentici brani di poesia, potente strumento di comunicazione e stimolo alla riscoperta del valore della dignità dell’uomo.
I soggetti di Italo Turri sono semplici scene di vita di paese, paesaggi, nature morte, personaggi senza espressione, città fitte di case senza finestre, riprese di interni domestici, animali, geometrie. In ogni opera si riscontrano pochi colori utilizzati e sempre in accostamento tonale. La costruzione spaziale è spesso sacrificata alla resa bidimensionale dei soggetti oppure è raggiunta mediante gradienti cromatici o con l’uso di impellicciature di compensato, disposte sul supporto in modo da generare ordinate suggestioni di piani e volumi. Il supporto è quasi sempre cartone o cartoncino, materiale di scarto, raccolto con cura tra gli avanzi della opulenta società del benessere economico. Con la sua vita ai margini l’Artista anagnino ha rifiutato il dialogo convenzionale della parola abusata nella convivenza comune per scegliere il suo linguaggio, quello universale della pittura che non può essere equivocato e che rimane nel tempo sempre autentico, vero e liberante. Significativo è il nomignolo che la gente del suo paese gli vestì addosso: “Monzon”, come il famoso pugile. Italo Turri accettò il soprannome, che utilizzò nel firmare le sue opere: egli dimostrò, così, di voler combattere pacificamente con i “suoi pugni”, cioè con le sue mani di artista, dimostrando come le mani dell’uomo riescano a produrre bellezza, manipolando la materia apparentemente priva di valore, rinnovando e dando vita alle cose morte, quelle scartate e ritenute inutilizzabili. I temi predominanti nelle opere di italo Turri Monzon sono: “il rapporto uomo-natura”, “bozzetti di vita sociale quotidiana”, “l’indagine interiore e la riflessione sulla vita”.
Spesso nelle opere di Italo Turri-“Monzon” lo spazio è assente o alterato prospetticamente, probabilmente a significare una realtà ritenuta fissa, immutabile, colta nella sua serena e gioviale dimensione quotidiana, ma anche negli aspetti tragici e dolorosi di portata universale. Tuttavia sempre si coglie nella pittura di “Monzon” una felice e certamente intenzionale partitura geometrica della struttura compositiva, sovente suggerita anche dalle pieghe dei cartoni utilizzati a supporto della sua pittura. Gli stessi cartoni “riciclati” divengono valido mezzo espressivo nelle mani di “Monzon”: grazie alla loro movimentata texture, lasciata visibile dalle pennellate trasparenti, essi ci parlano sommessamente della luce che sfiora le superfici, dà sostanza alle forme, vitalità alla realtà. Nell’opera di “Monzon” l’inserimento di frammenti di realtà (cartone, impellicciatura, stracci) conferisce valore di concretezza reale al dipinto, che non è più una semplice riproduzione del fenomeno, ma è la ricostruzione e l’epifania della realtà profonda dell’esperienza umana, che l’artista avverte per via di sentimento e comunica quale sua personale visione del mondo.
I dipinti di Italo Turri ci pongono direttamente in contatto con l’artista, ma soprattutto con l’uomo, che emerge a tutto tondo con la sua profonda aspirazione alla semplicità, alla verità dei rapporti umani, al rispetto della dignità della persona, al canto delle piccole cose che fanno bella la vita. L’Artista anagnino non ha datato i suoi dipinti: ciò che raffigura è la realtà quotidiana, è la storia dell’uomo Italo Turri nel suo quotidiano rapporto con la realtà. La coerente cifra stilistica evidenziata dall’uso continuato dei medesimi segni e mezzi espressivi, se non permette di seguire un itinerario spirituale in evoluzione, assicura, tuttavia, il riconoscimento della lucidità del pittore “Monzon”, sempre attento a comunicare con chiarezza e decisione il suo essere uomo e il suo messaggio di pace.
Maria Teresa Valeri
18
dicembre 2004
Italo Turri – Monzon / La pittura essenziale
Dal 18 dicembre 2004 al 03 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
VILLA COMUNALE
Frosinone, Via Marco Tullio Cicerone, 22, (Frosinone)
Frosinone, Via Marco Tullio Cicerone, 22, (Frosinone)
Vernissage
18 Dicembre 2004, ore 18.00
Autore